Diceva il conte Verri...

"La voce della verità comincia da lontano a farsi ascoltare, poi si moltiplicano le forze, e la opinione regina dell'universo sorride in prima, poi disputa, poi freme, poi ricorre alle arti, poi termina derisa: questo è il solito gradato passo che fa la ragione a fronte dell'opinione" (Pietro Verri)

venerdì 30 marzo 2012

PEDEMONTANA: RISCHI E OPPORTUNITA' (resoconto dell'incontro pubblico del 26.03.2012)


Lunedì 26 marzo Lista per Biassono, componente di minoranza del consiglio comunale di Biassono e ufficialmente rappresentata dal suo capogruppo, Alberto Caspani, ha voluto proporre per proprio conto un incontro pubblico sul tema Pedemontana. L’iniziativa, ospitata nella sala civica di Villa Verri, era già stata proposta attraverso un’apposita mozione in consiglio comunale, ma la maggioranza della Lega Nord aveva respinto l’idea di un incontro pubblico sotto cappello amministrativo, ritenendo di aver già dato sufficiente spazio al dialogo con la cittadinanza e che il progetto, in quanto ormai immodificabile, dovesse essere accettato così come oggi è. Peccato che lunedì sera la sala civica fosse piena oltre il suo limite, con persone costrette a restare in piedi o addirittura nell’atrio antistante. Occhio e croce, si saranno contati almeno 150 intervenuti. Un risultato già di per sé sensazionale, tenuto conto che i dibattiti pubblici in sala civica non riescono ormai a mobilitare più di una ventina di addetti ai lavori.



Senza cappello amministrativo, Lista per Biassono non ha potuto contare sull’intervento del direttore di Pedemontana, Umberto Regalia, il quale si era offerto di venire a Biassono, ma solo a patto di essere invitato dal Comune e non da una sua componente politica. Ciò nonostante il sindaco di Sovico, Alfredo Colombo, ha contribuito a tracciare il quadro storico dell’evoluzione del progetto, mentre il presidente dell’Associazione medici per l’ambiente di Monza e Brianza, Filippo Viganò (ex sindaco di Albiate), ha illustrato i dati su inquinamento e traffico presenti in Brianza.



Oltre ad aver evidenziato il fatto che la provincia di Monza presenta il secondo contesto più densamente abitato in Italia dopo Napoli (2.095 residenti per kmq), con un tasso d’inquinamento molto elevato (pm10 superiore ai 45 microgrammi per metro cubo, cioè un valore superiore addirittura al bacino della Ruhr in Germania!) e che sta facendo crescere i casi di malattie respiratorie e tumori anche fra i minori, ha denunciato l’uso eccessivo dell’auto sul nostro territorio (604 veicoli per mille abitanti – Biassono, nella fattispecie, conta 6931 veicoli circolanti, cioè 581 auto ogni mille abitanti): Monza si colloca alle spalle solo di Brescia (657) e Varese (634), ma ben lontana da Milano (548), dove i mezzi pubblici aiutano molto a smistare i flussi di traffico.


Il testimone è poi stato raccolto da Sergio Zerbini, ideatore della rassegna sovicese Verdiamoci, che ha sostenuto la necessità di cambiare gradualmente le proprie abitudini di spostamento, facendo leva sui servizi di car pooling (previsti da Pedemontana stessa per il difficile periodo di cantierizzazione dell’autostrada), ma anche di bike-sharing. La condivisione del mezzo di trasporto, in un territorio dove il rapporto base è di un veicolo per una persona, ridurrebbe sensibilmente i quantitativi di auto in circolazione, consentendo risparmi sul carburante e maggiore socialità fra le famiglie. Ha concluso la prima fase degli interventi l’architetto Giorgio Beretta, illustrando una serie di slides con dati e modalità esecutive per l’allestimento di un Parco Urbano sui territori sostanzialmente liberi a est di Biassono (clicca qui).


La proposta portata avanti per conto di Lista per Biassono ha incontrato subito molti consensi, anche perché il problema maggiore, oggi, non è tanto modificare il tracciato di Pedemontana (ormai esecutivo), quanto organizzare le compensazioni su cui nessuno tende a parlare. Biassono stessa ha dovuto cedere a Pedemontana diversi suoi terreni liberi, proprio per meglio approntare il contenimento di un’autostrada che, sul tratto locale, correrà parzialmente in trincea (dal ristorante Ses Culon al fiume Lambro) e avrà una larghezza di fondo pari a 4 corsie. 



La bontà del progetto è stata confermata anche dal forte interesse espresso nei giorni successivi dallo stesso direttore di Pedemontana, tanto che lo stesso sindaco di Biassono ha ora deciso di convocare Lista per Biassono al fine di discutere sulle modalità d'azione: resta ancora un mese, circa, per sottoporre a Pedemontana un progetto preliminare sotto cappello amministrativo, in modo tale che i lavori di allestimento dell’autostrada possano procedere di pari passo a quelli di approntamento del Parco. 

Nel frattempo, il Lions Club di Canonica, per conto del nostro concittadino e socio Alberto Bianchi, ha voluto donare al Comune oltre 400 piante. Dal canto suo, il comitato vedanese Pedelontana ha avviato anche una raccolta di firme in sala civica, ma proseguibile anche on-line sul proprio sito (www.pedelontana.com), affinché enti ed istituzioni locali s’impegnino a completare il tunnel di raccordo dietro l’ospedale S. Gerardo di Monza, prima di avviare i lavori per l’allestimento della nuova strada provinciale Sp6 e di Pedemontana. Senza quest’opera, infatti, il traffico dirottato durante la cantierizzazione sulle strade locali rischia il collasso.

Questo, in breve, quanto emerso dall’incontro, che ha visto oltretutto manifestare forte insofferenza da parte dei cittadini, circa la scarsa informazione fatta precedentemente su Pedemontana, il mancato rispetto delle esigenze degli abitanti, l’impossibilità di approntare una risposta efficace proprio per la tendenza a discutere su singole problematiche territoriali, anziché offrire uno sguardo d’insieme sull’impatto dell’opera. 

LpB

giovedì 22 marzo 2012

COMMISSIONI FANTASMA

Lo scorso 29 novembre 2011, il Sindaco annunciava l’istituzione di alcune commissioni consultive; erano nel programma della Lega Nord e, forse anche per questo motivo, ha preso i voti ed è stato eletto: niente da eccepire, se non forse che Lista per Biassono stessa le stesse reclamando già da 15 anni, visto la loro precedente abolizione proprio per mano della Lega Nord. 
Alla seduta del 28 febbraio 2012 il Sindaco si scusava però per il ritardo nell’attivazione, dovuto ad un accertamento sull'eventuale gettone di presenza ai membri e prometteva il varo delle commissioni il prima possibile.
Siamo a fine marzo, altri due consigli comunali hanno tenuto banco (in data 1° marzo e 15 marzo), ma delle commissioni non c’è traccia.
Eppure se si va a leggere il regolamento Comunale a riguardo, il testo prescrive: 
……
TITOLO III – LE COMMISSIONI
CAPO II – Commissioni consultive
…..
Art. 40 - Composizione
…..

3. Di norma le commissioni consultive sono composte da due Consiglieri Comunali, uno effettivo ed uno supplente, per ogni Gruppo Consiliare. I Capigruppo, entro il termine di trenta giorni dalla decisione di costituzione della commissione, comunicano alla segreteria del Comune i nominativi dei propri rappresentanti in seno alla commissione stessa. In caso di mancata designazione si considera designato il Capogruppo.

4. Il Consiglio Comunale, in occasione della prima seduta utile, prende atto della composizione della commissione.
……

Art. 41 – Insediamento

1. Entro 30 giorni dall’atto di cui al comma 4 del precedente articolo, il Sindaco Borgomastro, con avviso scritto da comunicare ai commissari provvede alla convocazione della commissione per il suo insediamento.

Il Regolamento è chiaro e non lascia dubbi all’interpretazione: avendo i gruppi consiliari comunicato prima delle feste natalizie i nomi dei propri rappresentanti, alla prima seduta utile , avvenuta il 28 febbraio 2012 il Sindaco DOVEVA prendere atto della composizione delle commissioni ed ENTRO 30 giorni (Febbraio) convocarle.

In democrazia si usa delineare in modo preciso doveri e diritti dei cittadini e dei loro rappresentanti con leggi e regolamenti;  tutti sono tenuti a rispettare le regole generali senza prevaricare nessuno in modo appunto democratico.

Anche Biassono si è dotata nel tempo di regolamenti per il funzionamento delle istituzioni, di Villa Verri in particolare: sono consultabili da tutti sul sito del Comune (clicca qui).


Sorgono allora spontanee alcune domande: 

vuoi vedere che la Lega ha inserito nel suo programma l’istituzione delle commissioni che aveva abolito tanti anni fa solo per prendere più voti?

A cosa servono i regolamenti, se poi non sono rispettati dalla giunta?

Vuoi vedere che sono stati fatti solo per rimarcare i doveri delle opposizioni e bloccare la discussione sulle loro mozioni?

Lasciamo ai lettori/elettori giudicare questi comportamenti.

lunedì 19 marzo 2012

E SE FACESSIMO UN NUOVO PARCO?


"Non ho mai smesso di chiedermi, anche dopo la brusca interruzione del mio impegno di amministratore, che cosa di veramente importante avesse bisogno Biassono per "svoltare", cioè per offrire una qualità della vita ai suoi cittadini che veramente facesse la differenza. Che potesse conferirle un "valore aggiunto" concreto, realmente fruibile e in grado di rendere la nostra cittadina attraente e invidiabile.

Ho pensato a diversi interventi: rendere più efficiente il sistema dei trasporti, recuperare il centro storico attraverso la pedonalizzazione, realizzare parcheggi sotto Piazza Italia con l'interramento della Strada Provinciale e l'allargamento in superficie dei giardini di Villa Verri e altre ancora. Tutte cose importanti e con un discreto grado di fattibilità, ma non ancora sufficienti per il salto qualitativo che andavo cercando.

Poi, esaminando gli elaborati della nuova proposta di PGT, il progetto dell'Autostrada Pedemontana e delle sue "Opere di Compensazione" degli impatti provocati dal tracciato autostradale, e il nuovo Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Monza e Brianza, ho finalmente capito ciò di cui avremmo bisogno:
un vero parco; di dimensioni urbane, a metà tra il giardino pubblico e il Parco naturale regionale.

Un Parco Urbano di un centinaio di ettari (circa 1.000.000 di m2) che ponga un freno al consumo inesorabile di suolo naturale, sciaguratamente perpetrato anche dal PGT appena adottato in Consiglio Comunale, per non parlare del nuovo immenso nastro di asfalto che si stenderà sulla direttrice est-ovest nel quadrante nord del nostro territorio.
Un Parco recintato per una fruibilità sicura, piantumato a dovere con filari alberati lungo percorsi ciclo pedonali opportunamente ombreggiati. Con aree boscate alternate a prati soleggiati, dove ammirare la bellezza del paesaggio e l'alternarsi delle stagioni nella natura.
Con campi dedicati alle esposizioni botaniche di specie arboree di pregio e coltivazioni biologiche e floricolture da praticare in ordinati orti urbani e serre bioclimatiche.
Con un Centro Parco per le informazioni e una biblioteca degli alberi, con il noleggio di bici, carrozzelle, pattini a rotelle, giochi per i bimbi e i ragazzi. Con una Casa dell'acqua, un maneggio per l'equitazione, dove anche per gli anziani e le mamme sarà possibile trascorrere in tranquillità qualche momento di riposo magari con aree pic-nic attrezzate dove condividere nella bella stagione grigliate con gli amici e tante altre cose.

Ebbi modo a più riprese di avanzare questa proposta anche agli attuali amministratori ma sino a oggi senza esito.

Finalmente, Lista per Biassono ha voluto condividere questa proposta e ha organizzato in sala civica questo momento di presentazione e confronto nella serata di lunedì 26 marzo 2012.
Oltre all'idea istitutiva, saranno presentati i primi risultati sulla fattibilità e fornite le prime risposte a domande e obiezioni che sicuramente non mancheranno e che sapranno, animerei la discussione e il confronto. 

Ed è proprio per conoscere l'opinione dei lettori di questo blog che ha voluto anticipare qui la proposta, pubblicando anche una prima bozza del "masterplan" che risponde alle prime domande:
Dove farlo? Quanto grande? Con quali risorse? Perché tempo ? Come attrezzarlo? Come raggiungerlo? ecc...
Dunque, il sasso è lanciato; a voi l'assoluta libertà di commento e la mia gratitudine personale per ogni vostra considerazione di merito".

Arch. Giorgio Beretta

domenica 18 marzo 2012

Osservazioni sul PGT di Biassono

Consumo di suolo

Il complesso delle nuove previsioni insediative somma un totale di ben 576.638 mq di superficie fondiaria, di cui 446.010 mq relativi agli ambiti di trasformazione e 130.628 mq a quelli di riqualificazione. Pur trascurando quelli derivanti dalla riqualificazione, in quanto riguardanti generalmente ambiti territoriali già compromessi, le sole nuove superfici previste dagli ambiti di trasformazione rappresentano quasi il 10% di suolo sottratto alla naturalità, per l’esattezza il 9,16% dei  4.864.965mq del territorio biassonese.

Sommando il valore di queste nuove previsioni  all’indice rilevato attuale di consumo di suolo,  evidenziato dalla relazione al PGT e pari al 67%, arriviamo alla bellezza del 77%: da far “ invidia” perfino a Lissone, collocato ai vertici di questa stucchevole classifica regionale e nazionale di decine di volte inferiori ai nostri!

Leggiamo invece nella Relazione conoscitiva del Documento di Piano Vol. 1, che le quantità di considerate ai fini del consumo di suolo sarebbero solo 27.500 mq in quanto:

1.    l’area di espansione destinata a nuove attività economiche a ridosso della nuova SP6, che comporta da sola un consumo di circa 300.000 mq (più precisamente 307.100) viene “configurata”  di “rilevanza sovracomunale” ai sensi dell’art. 81 del PTCP della Provincia di Milano (parzialmente co- vigente per alcune parti prescrittive con il nuovo PTCP adottato dalla Provincia di Monza fino alla sua definitiva approvazione) e come tale, non considerata “al fine dell’applicazione dei criteri di determinazione del consumo di suolo dato dal PGT ai sensi dell’art. 84 comma 6 del citato PTCP ”. Oltre che nel merito, come vedremo in seguito, contestiamo sul piano della legittimità tali conteggi che portano, in virtù della classe di appartenenza del Comune di Biassono all’Indice del Consumo di Suolo (ICS) (66-100) ad ammettere e legittimare una Superficie di espansione max di 32.442 pari all’1% della Superficie Urbanizzata pari a 3.242.184 mq.

a.    Denunciamo anzitutto l’assurdità di trascurare la sostanza di un dato oggettivo ad impatto reale e non solo legale provocato da  un’espansione che consumerà nuovo suolo per ben 446.010 mq (10% del totale) per nascondere dietro norme di dubbia validità e sicuramente non di carattere vincolante ma opzionale, una precisa volontà intesa ad assecondare spinte speculative e non già i bisogni della collettività secondo le solite logiche predatorie che vivono nel territorio e considerano il territorio come una riserva di caccia privata (agli affari si intende)!

b.    Secondariamente  contestiamo sul piano della legittimità tecnico-formale il ricorso a tale esonero o scomputo dal conteggio di queste aree quantitativamente determinanti ai fini del dimensionamento dell’intero PGT in quanto, se è pur vero che l’art. 81 del PTCP di Milano introduce il concetto di “rilevanza sovracomunale” per alcuni ambiti specificamente individuati nella Tavola 1  è altrettanto vero che in quella Tavola 1 del PTCP di Milano questo ambito non appare affatto ne elencato e tantomeno individuato rendendo inefficace il rimando fatto dal PGT a questa norma derogatoria. In pratica, l’attribuzione del carattere di “rilevanza sovracomunale” rischia, tra le altre cose di apparire molto, autoreferenziale e pretenzioso essendo, a quanto pare, stato auto-attribuito in sede solo locale.

c.     Invece, è il nuovo PTCP adottato dalla Provincia di Monza e Brianza che classifica questo ambito nella Tavola 6d come “Ambito di interesse provinciale  ai sensi dll’ Art. 34 - delle NTA assegnandogli un “ valore prescrittivo e prevalente, all’esterno degli ambiti destinati all’attività agricola di interesse strategico, della rete verde di ricomposizione paesaggistica, dei parchi regionali e dei PLIS, gli ambiti di interesse provinciale”. Ma, al contrario delle previsioni del PGT, stabilendo che” Tali ambiti sono da ritenersi strategici dal punto di vista paesaggistico per il mantenimento di spazi inedificati fra tessuti urbanizzati limitrofi e per conservare l’identità propria di ogni nucleo urbano”.

d.    Inoltre, come se non bastasse, la LR 12/2005  all’ Art. 25 “Disposizioni transitorie per il Titolo II” stabilisce che “4. Fino all’adeguamento di cui all’articolo 26, i piani territoriali di coordinamento provinciali conservano efficacia, ma hanno carattere prescrittivo solo per i casi di prevalenza di cui all’articolo 18 della presente legge”.

e.    E sicuramente la previsione di un ambito di espansione economico-produttiva, qualora ci fosse ma non sembra questo il caso, non rientra tra le previsioni contemplate dal suddetto art. 18 e pertanto, il carattere prescrittivo e prevalente semmai sarebbe da attribuire alla previsione del nuovo PTCP adottato dalla Provincia di Monza e Brianza e non da quella di Milano.

Densità demografica e impatti sull’ambiente


2 E’ evidente allora la necessità di una verifica numerico-dimensionale più aderente al reale e di una operazione verità che, per quanto riguarda il consumo di suolo, tenga conto di tutte le sottrazioni che interverrebbero in caso di attuazione di queste sciagurate previsioni e, per la  “densità demografica”, con le necessarie verifiche  sul dimensionamento di piano e dei relativi abitanti teorici, porterebbe Biassono a rapporti non distanti se non superiori a quelli dei piani alti della classifica provinciale, parecchie volte superiore a quella regionale e addirittura 10-15 volte a quella nazionale. 


E’ bene al riguardo che tutti ci ricordiamo nel prendere le nostre decisioni della famosa Impronta ecologica: cioè l'impatto pro capite sull’ambiente  “Se il numero crescente di esseri umani è un problema grave, l'impatto che ognuno di essi ha sull'ambiente e sulle risorse, ovvero l'impronta ecologica, non è da meno. E' evidente, infatti, che il nostro Pianeta può sostenere un numero minore o maggiore di persone, a seconda se i loro consumi, e quindi il loro impatto sull'ambiente, siano minori o maggiori. Impronta ecologica è un termine con cui si indica il determinato "peso" che ognuno di noi ha sulla Terra. L'impronta ecologica è un metodo di misurazione che indica quanto territorio biologicamente produttivo viene utilizzato da un individuo, una famiglia, una città, una regione, un paese o dall'intera umanità per produrre le risorse che consuma e per assorbire i rifiuti che genera.


Un po di storia e qualche dato...

Il metodo dell'impronta ecologica per misurare l'impatto pro capite sull’ambiente è stato elaborato nella prima metà degli anni '90 dall'ecologo William Rees della British Columbia University e poi approfondito, applicato e largamente diffuso a
livello internazionale da un suo allievo, Mathis Wackernagel, oggi direttore dell'Ecological Footprint Network, il centro più autorevole e riconosciuto a livello internazionale.  Il metodo dell'impronta ecologica consente di attribuire, sulla base dei dati statistici di ogni paese e delle organizzazioni internazionali, un'impronta ecologica di un certo numero di ettari globali pro capite come consumo di territorio biologicamente produttivo. Il WWF utilizza dal 2000 il metodo di calcolo dell'impronta ecologica nel suo rapporto biennale Living Planet Report, commissionando a Wackernagel e al suo team il calcolo dell'impronta ecologica di tutti i paesi del mondo. Secondo i calcoli più recenti l'impronta ecologica dell'umanità è di 2,2 ettari globali pro capite, mentre quella dell'Italia è di 4,2 ettari. L’Italia ha un’impronta ecologica (sui dati 2005) di 4.2 ettari globali pro capite con una biocapacità di 1 ettaro globale pro capite, dimostrando quindi un deficit ecologico di 3.1 ettaro globale pro capite. Nella classifica mondiale è al 29° posto, ma in coda rispetto al resto dei paesi europei. E’ di tutta evidenza che anche il nostro paese necessita di avviarsi rapidamente su una strada di sostenibilità del proprio sviluppo integrando le politiche economiche con quelle ambientali. Solo tenendo in conto la natura saremo in grado di fornire il giusto valore al nostro “benessere” e di procedere a politiche energetiche, dei trasporti, di uso del territorio capaci di rispettare il nostro straordinario Bel Paese.

Per un corretto dimensionamento


3 Non riusciamo, anche alla luce della precedente verifica che mal testimonia circa l’attendibilità dei dati tecnici forniti, ad orientarci sul conteggi relativi al dimensionamento proposto nel Documento di Piano al Vo. 2 in quanto, da verifiche effettuabili sulla scorta delle previsioni degli ambiti di trasformazione e riqualificazione, risulta che la SLP di nuova previsione totale è pari a 272.530 mq di cui 46.080 mq da riqualificazione e 221.450 da trasformazione. Di questa circa 21.000 sembrerebbe destinata alla residenza, tuttavia, questo dato sembra non tener conto dei 27.000 mq ammessi dalle nuove previsioni produttive dell’ambito sopra esaminato in ragione di 150 mq per ogni 1000 mq di SLP produttiva che essendo di 180.000 mq porterebbe appunto ad una SLP residenziale di altri 27.000 mq che sommati ai precedenti 21.000 mq portano ad un totale ben superiore a quello computato in modo elusivo cioè: 48.000 mq.  Infine, va da sé che se quanto evidenziato fosse verificato comporterebbe il rifacimento anche del Piano dei Servizi che risulterebbe dimensionato in modo errato.

4 Inoltre, vorremmo che fosse fatta una dimostrazione comparativa verificabile di quanta volumetria aggiuntiva ed eventualmente non conteggiata si determinerebbe con i nuovi indici di edificabilità attribuiti dal Piano delle Regole alle zone omogenee del tessuto edilizio esistente. Non vorremmo trovare un’altra sgradevole sorpresa. “Pensar male si fa male ma non si sbaglia quasi mai!” Riepilogando siamo un po’ preoccupati: se proiettiamo in termini di volumetrie, più facilmente intuibili negli impatti che determinano, le nuove previsioni di PGT i nuovi mc edificabili sommano ad oltre 800.000 che potrebbero superare facilmente il 1.000.000  se si considerano le volumetrie dei nuovi capannoni industriali e produttivi o commerciali con altezze doppie o triple rispetto al residenziale.
Francamente troppo!
Lista per Biassono ha votato contro il PGT presentato dalla Lega Nord.
Ora tocca a te far sentire la tua voce in Comune!

venerdì 9 marzo 2012

A Biassono i disabili possono anche andare al cimitero

Con questa frase (che qualche malizioso potrebbe trovare di significato vagamente sibillino), nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale del 1° marzo l’assessore Meregalli ha concluso il lungo intervento auto-incensorio in merito alle opere pubbliche realizzate in paese dalla Lega Nord nel corso degli ultimi anni.

I disabili, secondo il bizzarro pensiero dell’assessore allo sviluppo del territorio e alla viabilità, avrebbero a Biassono il grande vantaggio di poter raggiungere il cimitero cittadino in tutta comodità, lungo un marciapiede adatto al transito di sedie a rotelle.
E questo fatto, a parer suo, dimostrerebbe la sensibilità posta dalla nostra amministrazione nei confronti delle persone con difficoltà motorie.

Ora, può essere che nella bella stagione qualche anziano disabile desideri farsi accompagnare da un parente/badante fino al lontano camposanto, ma perché mai a una persona in carrozzina che si muove in autonomia (esistono davvero, anche se nessuno sembra accorgersene) potrebbe venire in mente di recarsi fin laggiù spingendo forsennatamente per qualche chilometro la sua sedia a ruote? 

Una volta raggiunta la meta, probabilmente ci resterebbe per sempre sfiancato dalla fatica.

Ironia a parte, varcata la soglia del cimitero e raggiunta la chiesa, l’accesso a parecchie delle tombe resta infatti precluso alle carrozzine, perché sul ghiaietto le ruote affondano e le vibrazioni prodotte possono provocare ulteriori gravi problemi ai portatori di talune patologie.

Il superamento delle distanze di una certa estensione rappresenta uno dei maggiori problemi da affrontare per tutti coloro che hanno ridotte capacità motorie o sensoriali più o meno gravi. In molte cittadine hanno pensato di attrezzare i percorsi più lunghi con elementi di arredo urbano che tengano conto di tutti i tipi di limitazione, che permettano di appoggiarsi o sedersi in modo da diminuire il disagio delle persone con problemi di affaticamento o semplicemente anziane.

Sinceramente credo, però, che quello di raggiungere il cimitero a “ruote” sia l’ultimo dei problemi che si trovi quotidianamente ad affrontare un disabile biassonese.
Chiunque abbia una mobilità gravemente ridotta non fatica molto a rendersi conto della totale mancanza nel nostro territorio di un piano progettuale che favorisca l’accessibilità e la fruibilità delle strutture presenti in piena autonomia.


Nella realtà nostrana raggiungere il centro paese e i suoi servizi con una sedia a rotelle senza un accompagnatore rappresenta un labirintico percorso a ostacoli che crea forte disagio, scoraggia e porta quasi sempre alla rinuncia.

Alcuni tratti dei marciapiedi recentemente ultimati indurrebbero a pensare di potersi spingere autonomamente fino in centro, peccato che in diversi punti i saliscendi assomiglino più a delle rampe di lancio per la loro pendenza, tanto da mettere a dura prova non solo i muscoli del disabile, ma anche quelli del suo indispensabile accompagnatore. I tombini posti proprio sulle rampe, poi, completano l’opera di slittamento all’indietro con pericolo di ribaltamento.

Se non si imbocca il lato giusto della strada, si rischia di rimanere a un certo punto senza possibilità di risalita sul marciapiede, si è costretti ad attraversare la strada in assenza di strisce, esponendosi così a ulteriori rischi. Spesso i marciapiedi si riducono improvvisamente nelle loro dimensioni impedendo il passaggio di una sedia a rotelle, con un dislivello insuperabile per scendere sulla strada. A quel punto le soluzioni possono essere: spingere le ruote in retromarcia e tentare un’altra strada, cercando di non ribaltarsi per non aggravare la propria situazione già sufficientemente precaria; chiedere aiuto a un passante generoso per compiere la rischiosa manovra, o attendere con fede il miracolo della serie “alzati e cammina”.

Per recarsi all’ufficio postale occorre poi predisporre un piano alla Indiana Jones: se si proviene da via Trento e Trieste sul lato destro, davanti alle strisce pedonali disegnate proprio in prossimità delle poste ci si trova un alto gradino da superare per poter attraversare. Che fare? Si procede fino alla Piazza Italia e si torna indietro lungo la strada (sperando di non essere investiti da un’auto).
Se si decide di procedere sul lato sinistro del viale, il passaggio è reso pericoloso da pali, strettoie e dalle immancabili biciclette parcheggiate sul marciapiede.

Il centro storico, poi, con la dimensione dei suoi marciapiedi è off limits a coloro che sono costretti in carrozzina.
Percorrendo il comodo marciapiede lungo via Cesana e Villa, a parte il giornale e qualche farmaco, non si può accedere ad alcun esercizio commerciale per via dei gradini di accesso ai negozi. Si può forse prendere un caffè in Piazza Italia, ma solo ai tavolini all’aperto nella bella stagione.



Meglio forse usare l’automobile. Visto che la posta costringe a compiere uno slalom gigante, si va alla Banca Popolare. Lì c’è un parcheggio per disabili, sempre che non sia occupato dai soliti furbi, si scende dall’auto e proprio davanti c’è un geniale marciapiede con gradino. Occorre fare il giro largo in mezzo alla stretta strada per raggiungere la rampa, sperando che non piova. Solo bancomat, però, anche la banca ha il gradino. E gli esempi da riportare in proposito sono innumerevoli e si ripropongono in ogni angolo del paese.

Ciliegina sulla torta il parcheggio per disabili di Piazza Italia rimasto inutilizzabile per oltre un mese durante l’estate scorsa. L’Amministrazione comunale ha infatti pensato bene di porvi un cartello di divieto di sosta per permettere l’accesso a una giostrina per bambini. Che sensibilità!

In Italia, si sa, l’azione progettuale che riguarda gli spazi urbani è generalmente inadeguata a rispettare le reali esigenze dei cittadini disabili. Credo sia ora auspicabile che a Biassono si formi un gruppo specifico di lavoro per lo studio e l’elaborazione di un piano che attui in maniera omogenea e organica il reale abbattimento delle barriere architettoniche e che renda veramente agevole e sicura la circolazione di tutti, senza limitarsi alla mera e semplice applicazione della normativa vigente.

                                           Vittoria Sangiorgio

lunedì 5 marzo 2012

SAN GIORGIO ALZA LA VOCE



Arturo Pozzoli

Ho letto il volantino che avete lasciato in giro per san Giorgio.
Io vivo li da neppure due anni, quindi mi riferirò solo a questa frazione
SERVIREBBERO:

1) mezzi pubblici (pullman, car sharing o treno) che colleghino San Giorgio a Biassono, a Villasanta e a Monza (oppure un pulman che porti i SANGIORGINI a prendere altri mezzi pubblici.
2) regolamentazione dell'ingresso auto dalla porta del parco di San Giorgio (tutti entrano, parcheggiano, fanno fare il giro al cane  e senza raccogliere le feci, passano ad alta velocità per andare in Viale cavriga..) Non si può mettere delle guardie almeno zoofile??  
3) cestini per i rifiuti e distribuzione sacchetti per feci cane (quelle due/ tre aiuole sono un cimitero di cacca...)
4) un pullman almeno verso la stazione (l'ho già detto??...è che serve... :)
5) la chiusura del piccolo centro di San Giorgio e farla tornare una piazzetta vivibile (è deliziosa, ma ci passano le auto!)..però so che è utopia... (anche se aperta l'altra strada si può fare...)
6) piste ciclabili per villasanta e per biassono (intere)
7) demolire quell'orrendo condominio giallo in centro a San Giorgio e ricostruire una casa a minor impatto...ok ok...ora esagero!
Per ora non mi viene in mente altro.
Però ci tengo a precisare che il quartiere è bellissimo, la gente pure, siamo stati accolti con un affetto dimenticato... ma non ci si sente di Biassono....
Non se vi sarò utile...
Grazie per la lettura!

Anna Carlotta Biffi