Diceva il conte Verri...

"La voce della verità comincia da lontano a farsi ascoltare, poi si moltiplicano le forze, e la opinione regina dell'universo sorride in prima, poi disputa, poi freme, poi ricorre alle arti, poi termina derisa: questo è il solito gradato passo che fa la ragione a fronte dell'opinione" (Pietro Verri)

sabato 28 aprile 2012

APERTO IL CANTIERE PER LA COSTRUZIONE DEL DISTRIBUTORE NEL PARCO!!


Riportiamo con grande amarezza l'articolo apparso sul blog del Parco di Monza: 


Come al solito, il Comune di Monza e la Sias hanno preso in giro tutti sino all'ultimo. Lo stesso calendario delle manifestazioni in autodromo sta moltiplicando i suoi eventi a vista d'occhio e pure durante il corso della settimana. 

Lista per Biassono non intende accettare l'arroganza dimostrata da chi non rispetta la volontà popolare e delle istituzioni del territorio; conseguentemente valuterà ogni tipo d'iniziativa, occupazione del Parco inclusa, per ostacolare un progetto che non serve a nessuno.

Alberto Caspani - Capogruppo Lista per Biassono

 

Il 26 aprile 1012 sono incominciati i lavori per la costruzione del distributore gpl, idrogeno e idrometano nel Parco. Nonostante i pareri negativi espressi da Istituzioni quali: il Parco Valle Lambro, la Soprintendenza, la Provincia di Monza e Brianza, il Sindaco di Biassono, nonostante le quasi 5000 firme consegnate il 27 settembre 2011 al Sindaco e all’Assessore Gargantini, nonostante la disponibilità dell’AGAM a riadattare il già esistente distributore di viale Stucchi, SIAS sta allestendo il cantiere nel bosco che verrà raso al suolo per far posto a questo distributore così pervicacemente voluto dalla Regione e dall’attuale giunta monzese, con una protervia che la cittadinanza non ricordava da tempo. SIAS, che in questi giorni si trova anche alla ribalta per il mancato accatastamento degli immobili all’interno dell’autodromo - omissione colpevole che potrebbe avere ripercussioni rilevantissime sia sul piano contributivo che su quello dell’agibilità dell’intero impianto – con l’inizio dei lavori ha voluto confermare in questo modo arrogante, di ritenersi intoccabile e di potersi far beffe della richiesta della cittadinanza – la vera proprietaria del Parco - di abbandonare il devastante progetto di un distributore ad uso pubblico nel Parco. Le anomalie e le incongruenze che si possono rilevare anche per quanto riguarda l’iter procedurale sono numerose. Ad esempio, ufficialmente, il distributore dovrebbe rifornire di combustibili meno inquinanti alcune delle auto che gareggiano in autodromo, cercando di dare una parvenza di ecologico al tutto. In realtà servirà soprattutto alle auto private che intaseranno quell’area del Parco e le vie intorno. Infatti il via libera del Consiglio dei Ministri – richiesto e ottenuto per superare il parere negativo della Soprintendenza per i Beni Architettonici per il Paesaggio di Milano, dell’ente Parco Valle Lambro e della Provincia di Monza e Brianza - era stato dato in riferimento al rifornimento delle auto da competizione e non per uso pubblico. Il progetto presentato da SIAS e’ invece relativo a un distributore ad uso pubblico. Chiediamo quindi ancora una volta a SIAS, al Sindaco di Monza, alla Regione, di desistere da questo inutile, dannoso, pericoloso e impopolare progetto e chiediamo ufficialmente al Direttore del Consorzio di agire con tutti gli strumenti a sua disposizione, al fine di bloccare definitivamente il cantiere nel Parco. I cittadini monzesi non lo vogliono e intraprenderanno ogni azione possibile per fermare questa costruzione. Proseguiremo nell’azione legale, iniziata con il ricorso al TAR. 
Il Comitato costituitosi contro la costruzione del distributore nel Parco

mercoledì 25 aprile 2012

25 APRILE: E TU DOV'ERI?


Il dubbio è stato amletico. Meglio fossero presenti frotte di studenti e famigliole al gran completo, o confidare nell’assenteismo di protesta? Di fronte alle parole del sindaco Piero Malegori, l’uomo senza fascia che al 25 aprile non manca mai di reinterpretare la storia del fascio, riesce davvero difficile dare un buon consiglio ai biassonesi. 

Quando la commemorazione della lotta partigiana si apre con una semplicistica equazione storica (“nazismo, fascismo e comunismo sono state tutte dittature liberticide”), quando si chiede riconoscimento per ciascuno indistintamente (“per chi ha combattuto su un fronte o l’altro, ma sempre in nome della patria”), o quando si ringraziano solo le forze anglo-alleate per aver liberato il Paese (“altrimenti sarebbe finito quasi di sicuro sotto una nuova dittatura rossa”), qualcosa inizia a non tornare.

E’ vero. Il comunismo ha le sue colpe, esattamente come ogni esperimento politico di ampio respiro. Non voler riconoscere il suo ruolo fondamentale nella liberazione dell’Europa nazifascista, però, è un grave errore storico.

Non serve ricordare al sindaco Piero Malegori che cosa rappresentò la battaglia di Stalingrado per l’esito finale del conflitto. Per l’opportunismo delle scelte strategiche degli Alleati. Per il colore delle bandiere e dei foulard che ridiedero agli italiani il diritto di parlare liberamente. Nessuno vuole sostenere che i comunisti furono gli unici a fare le scelte giuste e tutti gli altri quelle sbagliate. A dispetto delle forti tinte cui ci abitua la guerra, il grigio resta sempre dominante.

Una cosa non può però essere messa in discussione: il 25 aprile, e tutto ciò che esso rappresenta in termini di valori e speranze, fu reso possibile anche dai partigiani comunisti. La Costituzione è stata scritta anche col contributo dei comunisti. La pace in Italia è stata preservata e mantenuta anche attraverso i comunisti. Ma soprattutto, sul Reichstag demolito, era la bandiera rossa a sventolare.
Liberissimi poi di non riconoscersi in quel simbolo o in quella forza politica. Nessuno pretende tanto. Ma non dimentichiamoci che se una scelta è oggi possibile, lo dobbiamo anche a quella.

Se lo ricordi il sindaco Piero Malegori, quando parla senza fascia e nessuno lo prende a mazzate. Lo tengano a mente i cittadini biassonesi, che se ne vanno beatamente a spasso il 25 aprile, calpestando il sacrificio di chi per loro è morto. Non se ne dimentichino gli alunni di Biassono, nonostante i loro insegnanti non abbiano il coraggio di accompagnarli in piazza e dire loro: “guardate: ecco i vostri Padri. Ecco in nome di che cosa voi oggi siete”.

Fascisti! Comunisti! Ladri! La politica di oggi è fatta d’insulti e banalità. Di idiozie e qualunquismo. Ma sino a quando si saprà solo alzare la voce, così come le spalle, non ci meriteremo altro che persone capaci di prenderci in giro e raccontarci la storia a metà.

Dov’erano oggi gli altri 11.550 abitanti di Biassono? Dov’era la nostra coscienza civica? Dov’erano quelli che sono immancabilmente nel giusto, che levano il dito contro, ma tirano sempre la mano indietro? Dov’erano?

Alberto Caspani

domenica 22 aprile 2012

Earth Day: Fotoreportage Pedecamminata

In occasione della Giornata mondiale della Terra, domenica 22 aprile, Lista per Biassono ha chiamato a raccolta i biassonesi con tamburi e trampolieri: obiettivo, raggiungere a piedi il Parco Valle Lambro, muovendo dal centro storico, per mostrare con nastri segnaletici (scala 1:1) l'impatto della futura autostrada Pedemonta sul nostro territorio. Durante la manifestazioni sono stati rappresentati sia il tratto stradale in prossimità del ristorante Ses Culon (ampiezza carreggiata 50 mt, 200 mt di autostrada in trincea, successivi sottoterra), sia lo svincolo "polipo" che andrà ad occupare i terreni a fronte della stazione ferroviaria. Dopo aver "chiuso il cerchio" con una catena umana, i partecipanti hanno infine festeggiato nei pressi della stazione, chiedendo a gran voce l'istituzione di un nuovo parco urbano (clicca qui) come compensazione agli imminenti lavori e alla pesante cementificazione sostenuta dall'attuale giunta leghista attraverso il Piano di governo del territorio in fase di pubblica osservazione (clicca qui). 





Una tipica mattina brumosa di pianura, una delle tante, schiacciata tra il grigiore plumbeo e stratificato del cielo e quello uniforme dell’asfalto. Qualche goccia lasciava ormai presagire un nuovo freddo giorno immobile, con nuvole basse e monotono rituale festivo. Serrande dei negozi abbassate e qualche annoiato avventore nel bar del centro, mentre nel tempio il prete apriva il libro delle preghiere e, guardando i presenti, si accingeva a spiegare la destinazione delle loro anime.
Ma il racconto domenicale prese d’un tratto una piega insolita.
L’apatica atmosfera paesana cambiò repentina. Nel cielo si aprì un varco d’azzurro che rischiarò un angolo di strada rivelandone lo strano fermento.
Come apparsi dal nulla nella via si alzarono improvvisi suoni, colori e pensieri, e rulli festanti di tamburi richiamarono l’attenzione della folla domenicale radunata sul sagrato della chiesa.
Quattro esili figure si stagliavano alte nel cielo ormai del tutto limpido e celeste, proiettando ombre leggendarie. Avanzavano eleganti, procedendo al suono ritmato che riecheggiava e avvolgeva gli sguardi attoniti e increduli della gente, colta di sorpresa da quell’attimo di festa inaspettata. Si guardavano attorno sbalorditi, senza capire bene cosa stesse accadendo: trampolieri da un lato e cartelli variopinti reclamanti un parco spuntavano da ogni angolo, catturando l’attenzione incuriosita di donne, uomini e bambini.
In piedi sotto un verde gazebo, un gruppo di ‘giovanotti’ guardava sfilare avvocati, giornalisti, pensionati e altri amici, squadrandoli con smorfie minacciose ma bocche ammutolite.
Un fascio di luce sempre più intensa rese chiare e incisive le parole sulla piazza: ‘contro il cemento e l’ignoranza, un parco verde per la cittadinanza’.
 Poi la musica cessò e la festa cambiò luogo.
Vittoria Sangiorgio