Diceva il conte Verri...

"La voce della verità comincia da lontano a farsi ascoltare, poi si moltiplicano le forze, e la opinione regina dell'universo sorride in prima, poi disputa, poi freme, poi ricorre alle arti, poi termina derisa: questo è il solito gradato passo che fa la ragione a fronte dell'opinione" (Pietro Verri)

sabato 27 aprile 2013

25 APRILE: RESISTENZA ORA E SEMPRE!

(riproduzione da "Il Cittadino di Monza e Brianza", 27.04.2013)

(riproduzione da "Giornale di Carate", 30.04.2013) 

mercoledì 24 aprile 2013

LETTERA APERTA AL SINDACO PIERO MALEGORI


Mancano poche ore al 25 Aprile, data della Liberazione d'Italia, data in cui si ricordano non soltanto la fine della Seconda Guerra Mondiale, ma anche tutte le vittime della guerra: la memoria, in senso lato, non va solo ai nomi inscritti nel monumento ai caduti, bensì a ogni persona che in guerra, o per causa di essa, ha perso la vita. 

Milioni di ragazzi, costretti ad andare a morire al fronte; famiglie intere sterminate dai nemici della patria e dalle bombe: tutto questo, e molto altro ancora, è la guerra. 

Spesso ci si dimentica di quanto siano state devastanti le due guerre mondiali, al pari di ogni altra guerra incomprensibile sotto qualunque punto di vista. La guerra non ha, e non può avere, nessuna connotazione o idealismo politico di alcun genere. 

Sul monumento ai caduti sono incisi i nomi dei morti biassonesi durante i due conflitti del '15 e del '40, ma quando il primo cittadino depone i fiori, il ricordo non va solo a loro: va a tutte quelle famiglie di ogni paese che, per causa della guerra, hanno sofferto, a quanti hanno perso un padre, un fratello o un amico in un conflitto, a quanti ancora hanno perso la dignità per via della guerra. 

Per questo motivo nella Costituzione viene sancito a chiare lettere che “L'Italia ripudia la guerra”: per evitare che cose orrende come queste possano riaccadere e possa generarsi altra sofferenza inutile. 

Per questo motivo chiedo al Sindaco di Biassono,in coscienza, d'indossare la fascia tricolore, perché prima d'esser esponente di un partito, è rappresentate dei cittadini e tutti i cittadini, in quel momento, vorrebbero depositare quei fiori. 

Non esiste alcun tipo di giustificazione per non poter indossare il tricolore ed onorarlo; inoltre la Costituzione, all'articolo 54, dice espressamente che “Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge”.

Quindi lo faccia almeno per rispetto della Costituzione, adempiendo con onore a questo rito. Fatico veramente a comprendere i motivi per cui non non intenda indossare la fascia e, con me, molti altri concittadini sarebbero curiosi di ascoltare motivazioni che prescindano da ideologie politiche secessioniste e anticostituzionali.

Si ricordi, caro "borgomastro", che lei è sindaco insignito dalla Repubblica Italiana ed ha prestato un giuramento che dev'essere rispettato. 

La Costituzione parla chiaro,onori il tricolore e questa Festa della Liberazione.

Simone Monguzzi

domenica 21 aprile 2013

SERATA D'APPROFONDIMENTO SUL SISTEMA PENSIONISTICO


Lunedì 18 aprile Lista Per Biassono ha inaugurato un primo incontro pubblico su temi che, al di là delle problematiche strettamente connesse alla vita civica, aiutino anche i biassonesi a disporre di migliori strumenti per leggere e comprendere la propria contemporaneità. Le serate d'approfondimento non hanno la pretesa di esaurire argomenti di per sé complessi, bensì di chiarirli in modo semplice e accessibile, creando dunque uno spazio di confronto e dialogo per accertare dubbi, lanciare proposte, crescere insieme attraverso il confronto di posizioni anche opposte (come ha dato prova l'articolato dibattito di lunedì sera). Per questo motivo i contenuti della serata dedicata al sistema pensionistico,  grazie al contributo del dott. Gabriele Montuori, sono stati raccolti in un'apposita sezione del blog (clicca qui ): liberi di lasciare commenti. 













lunedì 15 aprile 2013

SIAMO IN GUERRA??


“Il sindaco difende il privato”.

"E da che cosa?" - ci siamo subito chiesti leggendo questo titolo sopra un articolo de Il Cittadino di sabato 13 aprile, a proposito dell’asilo nido e delle sezioni di scuola dell’infanzia da attivare nella nuova struttura sorta in area ex Sasatex.

Nessuna delle parti citate nell’articolo, né la lista civica LpB, né la signora Chiara autrice di una lettera inviata al blog Biassono in Progress, ha mai espresso giudizi negativi; tantomeno accuse che richiedano l’intervento di un difensore nei confronti dell’Ente morale, che in paese fornisce un servizio apprezzato dai cittadini ormai da decenni.

È evidente che non è questo il senso della frase riportata nel titolo sintetizzando il pensiero del sindaco.

Quindi la questione è un’altra, forse più grave della precedente, perché allora vuol proprio dire che il sindaco Malegori, un pubblico ufficiale che deve amministrare la cosa pubblica, si schiera a spada tratta a favore e a vantaggio di un’istituzione scolastica privata, l’unica istituzione scolastica dell’infanzia presente sul territorio comunale. 

Ma come? Da anni ci sentiamo ribadire l’importanza della scuola privata accanto a quella pubblica per offrire al cittadino la ‘pluralità’ di scelta, per rispettare gli orientamenti educativi di ogni famiglia ecc. ecc...

Ma tutto ciò deve funzionare solo a senso unico? E dove sarebbe la ‘pluralità’, se al biassonese si offre una sola possibilità, quella privata, nella formula "prendere o lasciare"? E infatti succede che molte famiglie, troppe, lasciano e si rivolgono altrove.

È anche quest’ultima un’interpretazione errata?

Ma non sarà che ancora una volta il sindaco fa della domanda di una mamma biassonese, attenta alla scelta educativa dei suoi figli, una questione ideologica?

Possibile che ancora una volta, l’ennesima, utilizza ogni argomento possibile per fare, lui sì, ideologia contro l’opposizione che dà spazio alle opinioni dei cittadini?

La questione, caro sindaco, non è se l’asilo Segramora sia valido o meno, se rappresenti o meno un valore storico per generazioni di biassonesi. Non è proprio questo il tema in discussione. Non è questa la domanda che le è stata rivolta. Non è questo il nocciolo della questione!

La domanda è chiara per tutti coloro che vogliono intenderla: “Ha l’amministrazione comunale intenzione di prendere in seria considerazione l’idea di istituire a Biassono ANCHE delle sezioni di scuola dell’infanzia statale?

La risposta non è difficile: sì/no, perché….

Lasci stare una buona volta l’ideologia che rischia seriamente “di distruggere la cultura locale!”. Risponda piuttosto alle domande che le vengono poste. Questo si aspettano, insieme a Chiara, molte mamme di Biassono.

Vittoria Sangiorgio

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Leggo sull'ultimo numero de "il Cittadino", alla pagina di Biassono, un titolo che è tutto un programma: 

Asilo, il sindaco difende il privato”.

Ora, ci aspettiamo una smentita clamorosa: ma come? Il primo cittadino, che rappresenta il Pubblico, quello a cui paghiamo le tasse locali, quello che firma tutte le delibere attraverso cui viene regolata la nostra vita cittadina e che rappresenta (ai miei occhi) il potere pubblico, insomma quello che ci rappresenta, difende gli interessi del PRIVATO e NON del PUBBLICO???

Anzi, sembra quasi in contrapposizione con il PUBBLICO!

E a chi si permette di chiedere il perché di tutto ciò, LUI impartisce lezioni di comportamento da maestro educatore.

Prima di tutto, perché non spiega bene la frase riportata dal giornale “INTERAMENTE A CARICO DELL’OPERATORE PRIVATO” ? Ci sta dicendo che un privato DONERA’ alla comunità l’asilo, del valore di circa 1.6 milioni di euro, senza avere nulla in cambio?

Oppure quello stesso privato, invece che pagare gli oneri dovuti al Comune per  i lavori nell’area ex Sasatex (come faremmo tutti noi normali cittadini), costruirà in cambio l’asilo?

Per favore! Caso mai ci spieghi il sindaco perché non ha fatto pagare gli oneri e ha poi indetto una gara d’appalto come avremmo fatto forse tutti noi per risparmiare sul costo dell’opera. Così è davvero facile capire come si arrivi al costo di 1.6 milioni di euro per l’asilo. Ma siamo sicuri che con i soldi degli oneri dovuti non si sarebbe potuto fare meglio?

Chi tiene i conti del dare ed avere con il privato? E ancora: i conti saranno resi pubblici o rimarranno PRIVATI?

Vorremmo inoltre capire perché i privati, che ormai da anni costruiscono a Biassono le opere pubbliche, siano quasi sempre gli stessi.

Queste sono le domande che i cittadini si pongono e mi scuso se sono "poco ideologiche", ma in tempo di crisi, dove i soldi scarseggiano per tutti, viene normale porci dei dubbi su come questi vengano impiegati. A maggior ragione se il primo cittadino innalza elogi sperticati al “privato”, benché gestisca denaro PUBBLICO, cioé denaro nostro.

Siamo stufi della solita balla del ”COSTO ZERO”; se tutte le opere fatte negli ultimi anni a Biassono sono costate ZERO, dove sono finiti i soldi delle nostre tasse locali?

Nel merito della polemica, sulla gestione dell’asilo, non credo che il sindaco abbia le competenze per decidere che l’insegnamento religioso sia meglio di quello laico; a tal proposito, mi permetto di consigliargli la lettura degli articoli 33 e 34 della Carta Costituzionale. Sempre e comunque, prima di impartire lezioni.

Fabrizio Baccenetti      

martedì 2 aprile 2013

MA CHE BEL CASTELLO!


...OVVERO COSA COVA IL NIDO DI BIASSONO

Giovedì 21 marzo ho avuto un incontro prima con l’assessore ai Servizi sociali Nadia Beretta, poi col sindaco Malegori; avevo chiesto un appuntamento per ottenere chiarimenti sulle sorti dell’asilo nido comunale, la cui struttura (il castello tutto colorato che si trova nell’area ex-Sassatex, in prossimità di via Adua) è sì pronta ormai da mesi, ma parlando d’apertura nulla si vede ancora all’orizzonte. 

Infatti, come forse pochi sanno, la gara d’appalto che scadeva a ottobre 2012 è andata deserta e a quanto pare nessuna cooperativa ha oggi intenzione d’occuparsi della gestione di questi spazi. 

Già a gennaio mi recai presso l’ufficio Servizi sociali del Comune per avere notizie e la responsabile del settore, Elena Cattaneo, mi diede la sua versione dei fatti: malgrado i complimenti ricevuti da più parti, per via dell’originale architettura dell’edificio e per la stesura del bando della gara d’appalto, questa stessa è però andata deserta causa i tempi di crisi, che vedono persino molti asili nidi privati semivuoti. Conseguentemente, anche un asilo nido così grande (60 i posti disponibili) costituirebbe un onere eccessivo, nonché un rischio per qualsiasi impresa. 

Alla fine di questa mia prima indagine ero dunque andata via con l’idea che il Comune avrebbe preparato un nuovo bando, ridimensionando il progetto: la proposta dovrebbe consistere nel dividere gli spazi interni dell’edificio tra un nido, una sezione primavera di scuola materna e qualche sezione di materna. Bene, ho pensato, ma subito dopo ho chiesto a che tipo di materna l’amministrazione comunale volesse sottoporre quella sede; e qui si è svolto tutto come previsto: “Insomma, la materna Segramora non ha una sezione primavera e del resto le sue aule stanno scoppiando, quindi un’ipotesi suggerirebbe di creare una succursale del Segramora”. 

Temo in realtà sia l’unica ipotesi. Anche perché quando ho poi chiesto al sindaco se avessero preso in considerazione l’idea di aprire una materna comunale o statale, ho ben presto capito che altre soluzioni non rientrano nell’orizzonte di questa giunta. Insomma, la cosa più ovvia per loro è dare nuovi spazi a una materna privata, anziché cominciare a pensare di destinare risorse ad un asilo comunale; soldi il Comune non ne ha, ma evidentemente qualcosa ha accantonato se si accolla parte delle rette del Segramora col contributo economico dato alle famiglie pronte a iscrivere lì i propri figli, se sempre al Segramora manda la propria psicopedagogista per interventi di tipo educativo, se il sindaco ammette che “c’è da fare ancora tanto per migliorare quella realtà e noi ci stiamo lavorando su e destineremo nostre risorse proprio a tal fine”.

Allora ho detto la mia: certo avere un nido comunale sarebbe bellissimo, lo aspettiamo da anni – noi e tante altre famiglie che finora si sono dovute rivolgere ai nidi privati – ma quasi quasi sarebbe un sogno, una specie di lusso; invece, una materna pubblica no, non può restare un sogno e nemmeno un lusso, ammettiamo che non si tratti di scuola dell’obbligo, ma chi pensa di non mandare i propri figli all’asilo a tre anni? E invece, chi vive a Biassono non ha scelta: o il Segramora o niente. 

L’alternativa è infatti “emigrare”, indagare per scoprire dove nei Comuni circostanti ci sia posto per i non residenti, iscrivere i bambini altrove, sperare di vederseli accettati o restare in una bella lista d’attesa. A quanti biassonesi è infatti successo? Molti, secondo me. Mi sento allora replicare: “Ma perché non mandare i suoi figli al Segramora?” - e rispondo che non condividiamo la linea educativa di quell’asilo, perché non essendo credenti non vogliamo che i nostri figli ricevano un’istruzione religiosa; e cosa mi rispondono mezzi divertiti e col sorriso sulle labbra entrambi i nostri amministratori, rappresentanti delle nostre istituzioni? 

“Ma, signora, una preghiera non ha mai fatto male a nessuno! Pensi che io ho iscritto mio figlio in un collegio religioso, ma questa è questione di scelte personali, ovviamente”. Trasecolo. Sinceramente, non mi interessa affatto dove abbia iscritto suo figlio, caro assessore, perché qui non stiamo facendo un’amichevole chiacchierata, io le sto chiedendo conto di un problema serio, che coinvolge la cittadinanza e se proprio vuole parlare di scelte personali, qui a Biassono questa libertà di scelta non è garantita. Quando ci rivolgiamo ai Comuni confinanti, e chiediamo quante possibilità ci siano che i nostri figli siano accolti nelle loro materne, sapete cosa rispondono? “Dovreste pretendere una materna dal vostro Comune, dal momento che siete l’unica realtà della zona che offre solo una soluzione privata!”. Come dargli torto?

Noi paghiamo le tasse, noi, e che ne fanno i nostri amministratori? In un ambito così importante come la scuola materna, le devolvono interamente a una struttura privata e pensano solo evidentemente ai cittadini che li hanno eletti e non al bene dell’intera cittadinanza: questo non è il sindaco di tutti i biassonesi, ma solo dei suoi elettori – anche se comincio a pensare che anche tra quelli molti sarebbero favorevoli all’istituzione di una materna senza rette e, perché no, laica.

Tra l’altro mi chiedo perché per il nido si preveda (giustamente, essendo cosa pubblica) un bando che implica controlli, verifiche e rinnovo non tacito tramite nuovo bando al massimo dopo 5 anni, mentre si possa decidere d’affidare la scuola dell’infanzia nelle mani del Segramora senza colpo ferire e per sempre! Con tutti i soldi che già gli danno!
Alla fine l’unico a giovarsene sarebbe il Comune, che potrà dire di aver pensato al bene dei cittadini offrendo il nido, mentre da ben 16 anni avrebbe potuto offrire il servizio convenzionando le tre strutture esistenti, strada scelta attualmente dalla maggior parte dei comuni e finanziata anche da iniziative della Regione Lombardia. Dove si è mai visto un comune di quasi 12mila abitanti con 3 nidi, anzi 4 fino a due anni fa!? (Lissone fino a due anni fa aveva 3 nidi per 44mila abitanti! Sovico un solo nido per 8mila!).

Raccogliamo quindi l’appello degli amministratori nostri vicini e facciamoci sentire, facciamo di questa vicenda una battaglia di civiltà, prima che un altro spazio costruito con le nostre tasse e che potrebbe essere una grande e bella novità per tutti, e dico tutti, i bambini di Biassono diventi un altro angolo di privato, un altro luogo che invece d'includere esclude.
           
                                                                                            Chiara Galdi