Diceva il conte Verri...

"La voce della verità comincia da lontano a farsi ascoltare, poi si moltiplicano le forze, e la opinione regina dell'universo sorride in prima, poi disputa, poi freme, poi ricorre alle arti, poi termina derisa: questo è il solito gradato passo che fa la ragione a fronte dell'opinione" (Pietro Verri)

mercoledì 28 gennaio 2015

LO SFREGIO E LO SCHIAFFO DI VIA PESSINA

Il bulldozer leghista s’è rimesso in moto e ha più fame di prima. Costretto a un lungo digiuno per via di un ricorso pendente al Tar, grazie al quale Lista per Biassono è riuscita a far emergere gli scempi edilizi e speculativi previsti dalla Lega Nord per il Piano di Governo del Territorio, ora non può più attendere: il secondo mandato Malegori si avvia a una triste conclusione, le prossime elezioni amministrative già scaldano il clima della primavera 2016 e la giunta si ritrova con un pugno di mosche, dopo aver incassato ripetuti cazzotti allo stomaco. 

Personale comunale in rivolta per una miope gestione dei rapporti interni, polizia al centro di uno scandalo nazionale, continue cause civili contro il proprio operato, bandi di gara immancabilmente deserti, un asilo nido che langue nel nulla, un bilancio comunale che fa di Biassono uno dei Comuni più tassati della Brianza, ma non corrisponde affatto servizi adeguati. E qui conviene fermarsi, per non sparare sulla croce rossa. Dati su cui solo un cittadino disinformato potrebbe far finta di nulla e che impongono dunque un colpo ad effetto: fortunatamente, l’attenzione sociale si sta oggi svegliando e non sembra più disposta a tollerare alcun arroganza leghista, come ben testimonia il caso dell’allargamento di via Pessina.

Mentre Lista per Biassono si preparava a elaborare una mozione per l’ennesima battaglia in consiglio comunale, al fine di contestare la delibera di giunta che lo scorso dicembre ha autorizzato a procedere all’elaborazione di un progetto di “riqualificazione” dell’area (o meglio, di “devastazione”), i residenti locali – su iniziativa di Federico Bianchi - hanno alzato la voce e chiesto alla stessa lista di portare il problema sui banchi di Villa Verri. 

Nonostante il tema non fosse all’ordine del giorno, l’ultimo consiglio comunale ha infranto subito le speranze di dialogo fra cittadini e giunta: “la Lega Nord ha un mandato ad amministrare – ha tagliato corto Silvano Meregalli, assessore ai Lavori Pubblici – per uno, due o una manciata di cittadini che non concordano con le nostre scelte, più della metà ha dato ragione al nostro programma elettorale”. Detto altrimenti: zitti tutti e lasciateci manovrare. Anche a costo di far pagare alla comunità costi doppi, nel caso il ricorso al Pgt rimettesse in discussione sia gli ambiti di trasformazione che di riqualificazione di Biassono.

Federico Bianchi, con una lettera al sindaco datata 22 gennaio, ha però portato in luce tutti i punti scottanti che riguardano l’allargamento di via Pessina.

1)   L’aggiudicazione dei lavori: sono pubblici, ma vengono conferiti a una ditta privata che – per poter ottenere il permesso ad ampliarsi – viene messa di fronte a un aut aut: sobbarcarsi l’intero costo dei lavori di via Pessina, rivolgendosi per il progetto a uno studio “amico” indicato direttamente dalla giunta leghista.

2)  E’ plausibile che quest’opera, così come progettata dallo studio Colombo, costi circa 400mila euro? O con questa cifra faraonica, la giunta intende forse accantonare fondi per altre finalità? In sostanza, quali sono i costi reali dell’operazione di via Pessina?

3)  Perché non è stata allegata alcuna perizia sullo “stato di necessità” di questi lavori, commissionati come un fulmine a ciel sereno? (un conto è infatti affermare di voler riqualificare l’area, come fatto nel programma elettorale, un conto stravolgere il territorio chiamando in causa persino le proprietà private dello stesso)

4)  L’allargamento non si fa scrupolo di abbattere il muro centenario della scuola materna “Clotilde Segramora” (sotto tutela delle Belle Arti), spingendolo ad arretrare asimmetricamente di 3 metri e sottraendo dunque spazio gioco ai bimbi, già di per sé sacrificati per il sovraffollamento della struttura (100 mq in meno a fronte di maggior inquinamento e disturbo per traffico urbano). Il tutto, con abbattimento di tre tigli storici (in merito ai quali l’assessore Meregalli, più volte sedicente “memoria storica” di Biassono, ha angelicamente commentato: "ah sì? ci sono alberi lì?") e andando a intaccare mortalmente le radici di un cedro di 114 anni (catalogato dalla Guardia Forestale). "Siamo già d'accordo con la scuola materna", ha di nuovo messo le mani avanti l'assessore Silvano Meregalli. Peccato che si rifacesse a un accordo del 2006 (!), in cui la scuola si dichiarava semplicemente favorevole alla "riqualificazione" della via. La delibera dello scorso dicembre è stato un fulmine a ciel sereno anche per gli stessi responsabili della struttura. 

5)  Sbancamento del muro della collinetta a fronte della scuola materna, benché - a oltre 100 anni dalla sua predisposizione - non dimostri segni di cedimento pericolosi (solo due ammaloramenti facilmente riparabili con opere di manutenzione ordinaria). Maggiormente instabile, però, potrebbe diventare, qualora si facessero correre al suo interno i passaggi per le fibre ottiche che tanto stanno a cuore all’assessore ai Lavori Pubblici ed ex dipendente Telecom/Tim. Anche in questo caso non esistono documenti che certifichino i pericoli per l’incolumità pubblica, eppure già tre anni fa si era tentato di tagliare tutti i tigli cresciuti sulla collinetta (salvati però dallo stesso Bianchi, che si occupa volontariamente della loro pulizia). Non paga, a dicembre l’amministrazione ha autorizzato il taglio di due carpini di 50 anni perfettamente sani ("ops scusate, ci siamo sbagliati!", il commento lapidario dell’architetto comunale Maurizio Cazzaniga).

6)   I lavori prevedono di riqualificare un muro privato a spese “pubbliche” sul primo tratto di via Pessina. Per quale motivo questo favore?

7)  Arretramento e spostamento del cancello settecentesco della proprietà di Federico Bianchi, con forte limitazione dello spazio di manovra. Una scelta neppure comunicata dalla giunta al soprascritto e di fatto impostagli dall’approvazione della delibera di giunta. Risultato: qualora la giunta proceda (“Se lei non accetta, le facciamo l’esproprio”, Silvano Meregalli dixit), sono già pronti nuovi ricorsi legali.


400mila euro di lavori, un intero quartiere sfregiato, limitazioni alla scuola materna: eppure sarebbe sufficiente installare semafori temporizzati per regolare il traffico secondo il doppio senso di marcia, creando un marciapiede di sicurezza per i pedoni, con una spesa almeno 10 volte inferiore. Il sindaco ha ricevuto Bianchi nei giorni scorsi, dicendo di rendersi conto delle difficoltà intervenute e di volersi adoprare per porre pezza al progetto. 

Complimenti: saggio e tempestivo come sempre.

venerdì 23 gennaio 2015

SIAMO TUTTI….……… BEEEEEEEEEEEEEEEEEEEPPP !!!! Parola del consigliere Giordano Colombo

Martedì scorso ero in consiglio comunale. Si discuteva una mozione presentata da Lista per Biassono sul caso caldo dei vigili, dei loro festini, ma soprattutto su chi ne ha mosso i fili in tutti questi anni. Mai avrei immaginato ne sarei uscito con lo stigma di un'offesa lanciata contro tutti i biassonesi. E non solo. 
Appena aperta la discussione, un consigliere del gruppo CdL (Cristiani Democratici Liberali) comunicava la volontà sua, e dell'altro collega,  di non volervi  partecipare  e di abbandonare l'aula. 
Motivo:  già troppo s'era parlato della questione   vigili, e, prima di alzarsi, declamava con compiaciuta pacatezza un vecchio detto dialettale. Tradotto nella lingua di Dante, suona più o meno così: "quando il cane muove la coda i coglioni muovono la bocca". 
Lì per lì, la figura del cane che muove la coda m’é rimasta po' in secondo piano; in primo piano c'erano tutti quelli, i coglioni, che parlano e che muovono la bocca. Quindi c'ero anch'io, e tutti quelli che come me chiedevano solamente di parlare anche in consiglio comunale sulla questione, dopo che se n'era parlato ovunque, e spesso a sproposito, senza udire mai la voce unisona di chi ci rappresenta. 
Una brutta caduta di stile, più che una frecciata. Certo, c'è di peggio nella vita. Seduto tra il pubblico in sala, ho sentito infatti che quella freccetta tentava di penetrarmi, giù nel fianco, ma non aveva abbastanza forza. Mi solleticava la pelle, ma non entrava: probabilmente non mi sentivo abbastanza coglione. Mi chiedevo in compenso chi potesse essere il cane: i giornali e le TV che hanno riportato lo scandalo? Chi ha fatto la denuncia? Soprattutto, mi chiedevo quanto avessi davvero parlato sulla vicenda, quanto mosso la bocca...
L'uscita dei due è stata grottesca, accompagnata dagli applausi e i sorrisini della stragrande maggioranza dei consiglieri leghisti (c'era  anche chi, di solito sempre parco di parole ma notoriamente pronto a scaldarsi per poco, nel sentire questo proverbio si è scompisciato dal ridere, a tal punto che gli sono pure scappate lacrimucce di compiacimento. Evidentemente non gli capita spesso di provare eccitazioni simili in consiglio comunale).
Perché mai quel consigliere dava del coglione a quelli come me, quando a denunciare alla stampa la faccenda dei vigili era stato proprio un berlusconiano come lui, tale Antonio Marinelli, presidente di Forza Italia? 
Perché mai, dopo che per mesi si è parlato e sparlato della cosa ovunque, proprio ora che se ne stava per parlare nella sede più opportuna (in consiglio comunale), aveva dato del coglione a tutti gli altri, andandosene in fretta e furia? 
In questa vicenda ci sono risvolti morali (ognuno giudichi: per il sindaco sono ragazzate, per altri no), ci sono risvolti penali (sono state avviate delle indagini e, si presume, chiariranno come stanno le cose), ma ci sono anche risvolti politici (uomini in divisa, pagati dalla comunità, che si dilettano allegramente in ufficio, che si dividono in faide, che si spiano con le cimici come nei film polizieschi e si sfidano tra loro sotto l'ombra del nostro sindaco). Perché di questo non si doveva parlare in consiglio comunale?
Poi, d'improvviso, s'é accesa la lampadina: chiaro perché l'altra sera quella freccetta mi avesse stuzzicato, ma non bucato! Era stata scagliata per raggiungere e penetrare un coglione, e, quindi, è rimasta un po' perplessa a mezz'aria: lì intorno ne vedeva diversi, non sapendo dove decidersi! Erano quelli offesi dal consigliere, o forse altri?
Caro Colombo, dall'ironia greve e dall'autocompiacimento facile, ma che paura aveva l'altra notte a rimanere a quel tavolo? Di coglioni che volevano parlare non ne ho visti molti! O forse, la ragione era proprio questa? Io, piuttosto, ho visto tanti pronti a scodinzolare. E non è che, ritrovandosi anche lei una coda (magari di paglia), l'ha ripiegata proprio per trarsi più celermente fuori d’impaccio? 

Lei e il suo collega di gruppo volevate ancora, e solamente, fare da stampella a questa giunta. E nel modo migliore che vi è sempre riuscito: scomparire. Tacere. Far politica per battute, anziché per argomentazioni, idee e progetti. 

State tranquilli: qualche altro credito lo avete sicuramente preso da quest’amministrazione ormai al capolinea. Ridevano, sì! Ridevano per non piangere, ma le lacrime sono sgorgate comunque. Quanto poi saranno determinanti questi crediti per l’aula, la stampa, per il mondo “là fuori”, a fine mandato si vedrà proprio ;-)

Ed

sabato 17 gennaio 2015

A BIASSONO PIOVONO PERE E CASSONETTI

Cascare tutte le volte dal pero e chiamarsi Piero, può sembrare un’assonanza beffarda.

Purtroppo è quanto accade al nostro Sindaco - di nome Piero, appunto - che mai evita di stare zitto, lasciando almeno all’interlocutore il dubbio circa la sua intelligenza; no, lui preferisce parlare e togliere ogni dubbio. Sempre. 

In merito al caso cassonetti anonimi presenti a Biassono, intervistato dal giornale il Cittadino, afferma  sagace: 

"non ero a conoscenza di questa segnalazione (a proposito di cascare dal pero, ndr). Normalmente gli abiti raccolti nei cassonetti vengono gestiti da privati e associazioni”.

Un genio puro! Non lo sfiora neanche un attimo l’idea che “privati e associazioni” siano categorie sotto cui possono rientrare: delinquenti, sfruttatori, trafficanti, relativamente alla voce “privati”, mentre fra le “associazioni” non è raro scovare sodalizi mafiosi, camorristici e, in generale, di carattere delinquenziale. La storia italiana ha offerto più e più esempi negli anni.

Non che tutti i privati e tutte le associazioni siano dediti al malaffare, ci mancherebbe! Ma dire una banalità tanto scontata non credevamo fosse possibile per il primo cittadino di un Comune importante come il nostro.

Ovviamente, poi, non gli viene neppure in mente di promettere un’indagine sul fatto, onde tranquillizzare la cittadinanza già pronta a chiedersi se questo Comune sia davvero lasciato alla mercé del primo arrivato.

A Biassono sembra che valga il detto lombardo ”chi vusa pusè, la vacca l’è sua”.

Guai a far pagare gli oneri di urbanizzazione ai grandi costruttori, perché – poverini - non hanno ancora venduto gli appartamenti con cui si sono mangiati le ultime fette di territorio! E che dire della Sias? Facciamo sconti su sconti alla società che gestisce l’autodromo: in fondo il GP di F1 piace a “tutti” e – diciamocelo candidamente – per il sindaco e la sua giunta le indagini sono argomento tabù; o meglio, rifacendoci a un’erudita citazione dello stesso assessore ai Lavori Pubbici: “ le faide interne al comune siano risolte lasciando scazzare fra loro i diretti interessati”.

Se poi devono proprio fare indagini, spinti dal malcontento della gente, allora le fanno sempre a posteriori, dopo anni, come accade per i vigili che, a distanza di 36 mesi dai balletti sulle scrivanie comunale, si ritrovano OGGI sotto indagine.

Che tempismo!

Ora ci aspettiamo solo che i cassonetti prendano il volo da soli; anche perché, tra circa un anno, ci saranno le elezioni amministrative e non crediamo proprio che Malegori, il Temporeggiatore, riesca a concludere un’indagine adeguata. Ops, ad avviarla.


giovedì 8 gennaio 2015

CHI SI NASCONDE NEL CASSONETTO?

Più che un atto di carità, fare beneficenza a Biassono è un vero dilemma. 
Tutti noi ci troviamo spesso alle prese con problemi di spazio e armadi pieni di abiti, mai o pochissimo utilizzati.
E tutti abbiamo deciso di fare una bella pulizia e donare vestiario e oggetti personali ancora in buono stato, nella convinzione di poter renderci utili ad altre persone.
Mi sono recentemente trovata in questa situazione e ho così cercato d'individuare i luoghi dove sono posizionati, sul territorio comunale, i cassonetti all’uopo utilizzati.

Ne ho visto uno in via Mazzini in corrispondenza del numero civico 50; un altro in Via Cesana e Villa, area distributore; un terzo in via Alberto da Giussano e infine l'ultimo nella frazione San Giorgio.
Non escludo, tuttavia, che altri cassonetti possano insistere sul territorio biassonese.
Osservando i “nostri” cassonetti ho notato qualcosa che li accomunava:  erano tutti completamente anonimi senza alcuna indicazione di chi si stava occupando dello svuotamento degli stessi e del riciclo del contenuto. E senza l’indicazione di alcun recapito telefonico
A questo punto mi sono quindi posta una domanda:  a chi andranno a finire i “miei” abiti dismessi ? Andranno veramente a chi ne ha reale bisogno?
In passato avevo letto qualcosa in merito a situazioni di abusivismo anche in questo settore se non di vera e propria truffa.
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Esiste infatti un mercato parallelo dell’usato che non rispetta alcuna regola e che gode della più totale buona fede di tutti i donatori.
Ogni tanto qualche amministrazione comunale molto attenta ed avveduta ne individua qualcuno sul proprio territorio e provvede all’immediata rimozione.
Mi sono allora rivolta all’Ufficio Ecologia del nostro Comune inviando un e-mail di richiesta informazioni.  La mia domanda era molto semplice: “a quale associazione, onlus etc. etc. è stata data la gestione dei cassonetti presenti sul nostro territorio?
La risposta si è fatta attendere, ci sono voluti quindici giorni ed un paio di solleciti poi alla fine è giunta:
in risposta alla sua mail Le comunico che attualmente non vi sono convenzioni in corso per il posizionamento di cassonetti sul territorio comunale.  L'unico cassonetto dove potrà conferire gli indumenti dismessi è ubicato presso la piattaforma ecologica di via Locatelli n. 131.
Visto il tenore della risposta, la mia mente è andata subito agli articoli che avevo letto in passato sulle possibili truffe che possono nascondersi dietro questo tipo di raccolte.
E' possibile, mi chiedo, che gli organi preposti alla sicurezza ed al controllo del territorio non abbiano mai notato la presenza di questi cassonetti?
Oppure fanno ormai talmente parte del paesaggio urbano da non far sorgere il benché minimo dubbio circa la loro  regolare collocazione e gestione?
Non sono né piccoli né gradevoli alla vista.
Ne consegue che il cittadino sia portato a ritenere che, se sono lì, è perché svolgono una funzione sociale del tutto apprezzabile.

Ma se poi si scopre che alimentano traffici loschi alla spalle d'ignari e generosi cittadini, ecco che uno si incazza!
Antonella Tremolada