Diceva il conte Verri...

"La voce della verità comincia da lontano a farsi ascoltare, poi si moltiplicano le forze, e la opinione regina dell'universo sorride in prima, poi disputa, poi freme, poi ricorre alle arti, poi termina derisa: questo è il solito gradato passo che fa la ragione a fronte dell'opinione" (Pietro Verri)

sabato 30 aprile 2011

FURTI AL CIMITERO: TUTTO DAVVERO RISOLTO?

Per due settimane la stampa locale ha dedicato al caso cimitero l’apertura delle pagine di Biassono: furto sacrilego di rame tombale, con conseguenti denunce dei cittadini, proclami dell’assessore, opposizioni consiliari a ruota.  
Fortuna che gli oggetti sottratti sono poi stati recuperati e riconsegnati ai famigliari dei defunti, in modo tale da poterli ricollocare sugli spazi originali, previa benedizione del parroco.. La vicenda si è dunque conclusa nel migliore dei modi, grazie alle forze dell’ordine ed alla solerzia della cittadinanza. Bene così. Bravi. Ma la soluzione proposta contro nuovi furti scongiurerà davvero altre incursioni necrofile?
L’assessore ha promesso l’istallazione di parecchie telecamere attorno al perimetro del cimitero; lo stesso ha rilanciato un consigliere dell’opposizione. Tra i due è presto nato un agone su chi ne proponesse di più e di meglio: ok, bella gara! E vai di telecamere!
Posto però che si installino queste telecamere salvifiche, chi le terrà d’occhio tutta notte? Quanto potrebbe costare un servizio notturno simile?
Nessuno ha invece proposto il più semplice dei ritrovati: perché non mettere contatti o sensori sui cancelli? Sì, proprio quelli che abbiamo sulle porte e finestre di casa, grazie ai quali scatta subito l’allarme nel caso in cui qualcuno tenti di entrare.
Solo se i ladri penetrassero dall’alto, arrivando magari in elicottero, potremmo effettivamente avere spiacevoli sorprese. Visto che i ladri d’oggi non sembrano però in piena forma fisica, né abili acrobati (tanto d’aver trafugato il rame tagliando semplicemente il lucchetto dei cancelli, per poi passare avanti e indietro da lì), forse incastrarli non è poi difficilissimo.
Questi sensori potrebbero essere infatti collegati con la locale stazione dei carabinieri, sicuramente in grado di raggiungere il cimitero in pochi minuti a segnale attivo. Il costo di una soluzione simile sarebbe centinaia di volte inferiore all’impiego di costose telecamere, senza oltretutto creare problemi di privacy ai frequenti visitatori del camposanto. Bene la prevenzione, ma quando usiamo i soldi dei cittadini un occhio di riguardo in più non nuoce mai. La giunta leghista sembra però dimenticarsene spesso, visto la soprendente lista dei costi di diverse opere a bilancio.   
I servizi sui giornali si sono poi chiusi riconoscendo immancabilmente nella sicurezza un punto decisivo del viver bene a Biassono. Ebbene, ammetto che dopo aver letto le citate dichiarazioni, ho capito davvero in che mani siamo. Ora neppure io mi sento più tanto sicuro.  

Fabrizio Baccenetti

venerdì 29 aprile 2011

PERCHE' VOTARE UNA LISTA CIVICA A BIASSONO


Dopo aver letto su un giornale locale che alla presentazione dell’uscente giunta leghista avrebbe partecipato l’Onorevole Roberto Castelli, mi sono chiesto se tutte le foto e i profili dei candidati biassonesi pubblicati contassero davvero qualcosa.
“Ciumbia!” - ho esclamato – “vuol dire che l’Onorevole la sa lunga sul nostro territorio! Oppure, com’è uso, il Viceministro viene solo per far “da traino” alla lista locale?”.
Bel dubbio. O ancora: “c’è un “dazio” che le liste espressione dei partiti devono pagare anche a livello locale ai loro referenti romani, ospitandoli nella serata di presentazione della propria lista?”.
Tutto sommato non so se queste operazioni siano di buon auspicio per tutte le liste impegnate nella propria promozione, inclusa dunque la Lega Nord Lega Lombarda per l’Indipendenza della Padania: basti ricordare che alle amministrative di Lecco, proprio l’Onorevole Roberto Castelli - lecchese in corsa come candidato sindaco - ha finito per essere sconfitto da una lista avversaria pur giocando “in casa”. Ma tant’è, staremo a vedere.
Il rischio maggiore è che, come accaduto pure nella serata di presentazione del PD, alla fine le problematiche del territorio restino invischiate in arringhe di delegittimazione dell’avversario, finendo per sacrificare proprio ciò che il cittadino medio vorrebbe ascoltare. Schiavi della politica da salotto dei talk-show televisivi, non riusciamo a farne a meno anche a casa nostra.
Ma non sono solo le presentazioni di lista a dover pagare questo scotto. Non è una dazio ideologico anche la scelta del nostro sindaco di non indossare la fascia tricolore durante le manifestazioni ufficiali, quasi a simboleggiare di non essere lui la più alta carica locale? O lanciando chissà quale altro messaggio subliminale?
Cari concittadini, ricordiamocelo bene in fase di voto! Il 15 ed il 16 maggio la partita si gioca a Biassono! Nel nostro piccolo e amato paese. Non a Roma.
Votiamo per i nostri problemi, i nostri progetti, le nostre speranze.
Ben altro discorso sono le elezioni politiche, dove diamo consensi a partiti che talvolta non hanno neanche rappresentanza sul territorio, eppur capaci di conquistarci per il coraggio delle idee sostenute. Là, in sostanza, dobbiamo delegare alla loro onestà le nostre aspettative. Qui, a Biassono, possiamo vigilare con senso di responsabilità ancor maggiore.
A livello locale tocchiamo infatti con mano come i “nostri” politici amministrino o vorrebbero amministrare; possiamo leggere il programma dei loro candidati sindaci, fermarli per strada, far loro domande e, se le risposte ci soddisfano, solo in quel momento decidere di dar loro il voto.
Abbiamo un’opportunità ormai sempre più rara, che va ben al di là della ricorrenza di rinnovo della giunta ogni cinque anni. L’opportunità di scegliere ciò che davvero vogliamo e chiedere conto ogni singolo giorno speso a Biassono dell’operato di queste stesse persone. Ecco perché sono fortemente convinto che Lista per Biassono sia la scelta giusta: non ha “dazi e prebende” politiche da pagare a nessuno. Se non a noi stessi. Ai cittadini di Biassono.  

Fabrizio Baccenetti

giovedì 28 aprile 2011

CASE DELL'ACQUA A BIASSONO


Una volta la gente andava a piedi al pozzo a prendere l'acqua. Ed era gratis. Oggi si va in auto al supermercato e la si paga fino a mille volte di più di quella che esce dal rubinetto. 

Non bere acqua di casa significa rinunciare ad una risorsa preziosa, economica e sana, perchè controllata con rigorose norme sanitarie.

E poi l'acqua di rubinetto rispetta l'ambiente, non produce rifiuti plastici ed è a “chilometri zero”, non viaggia per centinaia di chilometri su inquinanti camion, evita il consumo di combustibili fossili, l'emissione di CO2 e di polveri sottili. Ogni Sindaco, ogni amministrazione ed ogni consiglio comunale animati da buon senso ed amore vero per la città dovrebbe perciò promuovere investimenti ed iniziative per difendere l'acqua pubblica, fare gli interessi dei cittadini amministrati e salvaguardare l'ambiente. Uno dei modi è sicuramente quello di installare “case dell'acqua” e distributori di acqua pubblica nelle scuole e nei luoghi pubblici.

PERCHE' SI' ALLE CASE DELL'ACQUA:

-    una famiglia di quattro persone risparmierebbe per dissetarsi circa 320 euro all'anno, oltre i costi di trasporto e smaltimento delle bottiglie;

-     ogni giorno una singola “Casa” può servire circa 400 cittadini. Se ciascuno riempie 6 bottiglie ad ogni prelievo, ci saranno 876.000 bottiglie in meno nella spazzatura. Ciò significa 87 camion in meno sulle strade per il loro trasporto. Si evita di produrre e smaltire 27 tonnellate di Pet e, di conseguenza, si risparmiano 54 tonnellate di petrolio. Non si immettono nell'atmosfera 54 tonnellate di CO2, 607 Kg di ossidi di zolfo, 438 Kg di monossido di carbonio, 94 Kg di idrocarburi. Si risparmiano 8.600 euro l'anno per lo smaltimento della plastica.

PERCHE' NO ALL'ACQUA IN BOTTIGLIA:

-    il business delle acque minerali imbottigliate fa viaggiare in Italia ogni anno 480 mila camion per il trasporto di 12 miliardi di litri d'acqua, pari ad un consumo pro capite di circa 200 litri annui;

-    il trasporto su gomma produce 10 Kg di anidride carbonica ogni 100 litri d'acqua trasportati per 100 Km;

-     per imbottigliare l'oro blu vengono utilizzate 365.000 tonnellate di Pet, pari ad un consumo di 639.000 tonnellate di petrolio;

-       si immettono in atmosfera 950.000 tonnellate di CO2;

-    lo smaltimento di 365.000 tonnellate di bottiglie costa alla collettività circa 130 milioni di euro;

-  le Regioni incassano cifre irrisorie per le concessioni delle acque minerali (in Lombardia 0,52 centesimi per 1.000 litri), mentre il giro d'affari delle multinazionali dell'acqua è di oltre 5 miliardi di euro.

Lista per Biassono ritiene importante che l'Amministrazione Comunale operi delle scelte concrete su questo tema e propone:

-     l'incentivazione dell'uso dell'acqua pubblica nelle mense scolastiche e negli spazi pubblici, attraverso l'installazione di erogatori e di case dell'acqua;

-     l'avvio di cicli formativi ed informativi nelle scuole e tra i cittadini per diffondere le conoscenze sul ciclo dell'acqua, i cicli naturali, la tutela del suolo.

La gente ha capito che l'acqua, così come il suolo ed il sottosuolo, sono beni essenziali da salvaguardare e che la difesa dei beni comuni è alla base del rispetto per gli altri e per l'ambiente.
  

martedì 26 aprile 2011

MUOVERSI NELLA BIASSONO DEL FUTURO

  


Stazione di Kinosaki Onsen, Giappone,
Ciabatte a disposizione dei viaggiatori per andare a piedi alle terme
 
L’esperienza fallimentare nei mesi scorsi del collegamento curato da Brianza Trasporti tra il centro di Biassono e la stazione FS, con i pullman vuoti che attendevano nel nulla avventori che non sarebbero mai arrivati, non deve trarci in inganno: il futuro della mobilità verso le città ed anche nel nostro territorio comunale avrà sempre più bisogno di mezzi pubblici e sempre meno di auto private. Non solo mezzi ma una rete integrata di servizi e di possibilità che vanno dal muoversi di più a piedi quando si può, alla bicicletta, agli scooter silenziosi ed a basso consumo, ai bus e minibus, il tutto collegato con trasporti, su rotaia o su gomma, efficienti verso i luoghi di lavoro, studio e ricreazione quando ubicati sul territorio extracomunale. In Italia ed in Lombardia, come sempre, siamo piuttosto indietro. Mi viene in mente la sensazione che ho provato arrivando con un treno superveloce a Kanazawa, in Giappone, dove dalla avveniristica stazione si accedeva ad una vasta gamma di servizi di trasporto, percorsi pedonali, bici a noleggio; una volta in giro nella cittadina, si rimaneva colpiti dalla bellezza ed estensione delle zone ciclopedonali e da una quasi totale assenza: quella delle auto private. E’ noto anche come progressivamente in molte città d’Europa le auto sono sempre più un optional, come nelle cittadine olandesi, ma non solo, dove, nonostante un clima non propriamente mite, il 70% della popolazione si muove in bici. La questione, è chiaro, è anche culturale. Ma quando si viene a sapere che anche a Los Angeles da quest’anno tutti gli autobus saranno ecologici o a metano allora nulla è impossibile.
Kanazawa, Giappone - Stazione JR 
Cosa può fare per un Comune come Biassono per portarci un po’ più avanti verso la mobilità del futuro? Non tutto certo, soprattutto dati i ritardi e le mentalità vecchie che contraddistinguono i nostri enti regionali e statali, ma molto sì. A cominciare, appunto, dalla cultura, lavorando ad esempio con le scuole a far sì che i ragazzi e le loro famiglie si abituino ad andare a scuola consumando meno CO2, attuando un Progetto Piedibus o magari un Mobility Game. Supportando l’uso della bicicletta con il Bike sharing e  potenziando in modo generalizzato sul territorio comunale le piste ciclabili e la percorribilità pedonale in particolare dalle aree di nuovo insediamento. Facendo in modo, se possibile, che queste siano anche belle e sicure. E, come detto, non lasciandosi scoraggiare dalle difficoltà ma rilanciando: dal vecchio pullman borbottante alla stazione ad una piccola flottiglia, agile e dinamica, possibilmente elettrica, di minibus o taxi collettivi “a chiamata”, un “servizio di prossimità” in grado di collegare qualsiasi zona del paese con le aree di commercio e servizi, come, oltre alla stazione, il cimitero, il centro storico, il mercato, l’ospedale, San Giorgio e gli accessi ai Parchi, tra l’altro senza problemi di parcheggio. Un servizio come questo non può essere gestito in proprio dal Comune, che non può e non deve essere il factotum ma il facilitatore, il promotore di partnership con operatori qualificati che abbiano voglia di investire scommettendo sul futuro e non solo di spartirsi le poltrone e gli introiti a spese dei cittadini rivendendo a prezzi più alti servizi vecchi e spesso inefficienti. Certo per rendere efficaci questi servizi il Comune, soprattutto nella fase iniziale, dovrà fare la propria parte, incentivando l’uso dei nuovi mezzi da parte dei cittadini con convenzioni che prevedano fasce di esenzione (come una tessera verde di trasporto gratis per gli utenti oltre i 65 anni) o punti bonus CO2 per chi abbandona l’auto, per esempio, per andare alla stazione.
Il futuro ci aspetta. Ma non per molto. E se lo perdiamo ci costerà molto caro. Anche nel portafoglio. 
Cesare Rovelli 

venerdì 22 aprile 2011

MA A BIASSONO HA ANCORA SENSO ISCRIVERSI ALL'ALBO DEGLI SCRUTATORI?

E' la domanda che mi sono posto lo scorso mercoledì dopo aver assistito alla riunione della Commissione Elettorale comunale che, in seduta pubblica, doveva procedere alla nomina degli scrutatori in vista delle elezioni amministrative del 15 e 16 maggio.
Ed è la domanda che ho posto al Sindaco ed ai tre componenti la Commissione (due consiglieri comunali della Lega Nord ed uno del gruppo Cristiani Democratici Liberali) dopo che gli stessi avevano respinto la mia richiesta, formulata a nome e per conto di Lista per Biassono, di procedere alla nomina tramite sorteggio tra i nominativi compresi nell'albo degli scrutatori.
La legge (270/2005) al riguardo è ambigua, dal momento che si limita a prescrivere che la Commissione nomina gli scrutatori “scegliendoli” tra gli iscritti all'albo, ma non indica il criterio con il quale tale scelta debba essere operata.
Al di là delle disquisizioni di natura prettamente giuridica, mi pareva metodo assolutamente trasparente e democratico quello del sorteggio.
La Commissione, invece, ha unanimemente deciso di percorrere altre strade, peraltro discutibili.
Ogni commissario è arrivato con il suo precostituito elenco di nominativi che sono stati senza indugio alcuno prontamente assegnati al seggio elettorale indicato.
Lo spettacolo non è stato, a mio modo di vedere, particolarmente edificante.
Ma soprattutto è stata lasciata mano libera a due gruppi consiliari (Lega e CDL che, peraltro, concorreranno anche alle prossime elezioni) di gestire a proprio piacimento questo delicato momento di garanzia.
Risultato che ciascun cittadino potrà agevolmente accertare: gli scrutatori nominati sono, più o meno, sempre gli stessi.
Ritorna la domanda iniziale: che senso ha per un giovane biassonese rispondere all'avviso pubblico che ogni anno viene affisso dal Comune per l'iscrizione all'albo degli scrutatori?
Felice Meregalli   

lunedì 18 aprile 2011

A BIASSONO DOPO “VIA A. PISACANE” ASPETTIAMO “VIA B. LEOPARDI”


Il brillante Oscar Wilde, in una bella commedia degli equivoci tradotta in italiano col titolo "L'importanza di chiamarsi Ernesto", ha dedicato una sua opera all'importanza del nome. Eh sì, perchè il nome è importante! Ma di ciò la toponomastica del nostro paese sembra infischiarsene. E certamente non conforta, e non può essere una scusa, il fatto che questo vero e proprio oltraggio al ricordo delle persone a cui viene intitolata una strada, sia commesso nell’indifferenza generale da molte amministrazioni. Il fatto, in sé e per sé, si fa rientrare nelle piccole imprecisioni e refusi delle quali si addossa sbrigativamente la colpa ad irresponsabili impiegati.
Ed infatti, molto spesso, capita di leggere imprecisioni, a mio giudizio gravi, nell’intestazione delle strade. Alzi la mano chi non si è mai imbattuto in un cartello che indica "Via B. da Urbino", "Via A. da Giussano" o, peggio ancora, anche a dispetto della sua enorme fama, in  "Via L. da Vinci".
In tutti questi casi il toponomasta attribuisce maggior valore al luogo, sia esso quello di nascita o che ha dato lustro al personaggio, che alla persona. E così vediamo, con tutto  il rispetto per queste località, che ad Urbino viene attribuita più importanza che a Bramante, a Giussano più che ad Alberto, ed alla bella cittadina di Vinci più lustro che all’immenso Leonardo al cui ricordo rimane una misera L.
Ma anche a Biassono, nel nostro piccolo, non ci facciamo mancare niente!
In una città dove certamente i simboli di una inconsistente identità culturale celtico-padana non mancano, alla cura con cui viene imposta una “Via Padania”, od altre simili amenità,  non corrisponde un’altrettanta cura nel non errare, almeno, nell’indicazione del nome della Persona a cui una strada è intitolata.
Il fatto, se ci pensiamo bene, non è poi così irrilevante da farci sorridere e dimenticarlo. Perché un conto è intestare le varie vie a persone illustri come Mazzini, Garibaldi, Matteotti, Moro o Pisacane. Tutt’altro è intestarle a sconosciuti quali F. Mazzini, M. Garibaldi, A. Matteotti e G. Moro o A. Pisacane.
Nel primo caso siamo di fronte ad un’intestazione incompleta ma corretta: il cognome basta ed avanza. Nel secondo, semplicemente, siamo nel grottesco: il nome puntato e sbagliato porta infatti a considerare che gli amministratori comunali siano tanto ignoranti da non sapere che Pisacane si chiamasse Carlo e non Antonio, Angelo, o Annalisa  che dir si voglia. E che se vuole darsi lustro ad un valoroso patriota basta rispettarlo ricordandone correttamente il suo nome. Così se vogliamo intestare una strada al poeta Leopardi, vi prego, ricordate che si chiamava Giacomo.
Michele Memola 

giovedì 14 aprile 2011

Villa Monguzzi è di tutti o è Cosa Nostra?


E' questo l’interrogativo che ci sovviene, non appena veniamo a sapere che sabato scorso - durante una manifestazione dell’associazione La Sperada - la Villa è stata “ privatizzata “ con la chiusura del cancello d’accesso.
Evidentemente si voleva svolgere un incontro a porte chiuse per le sole simpatizzanti dell’associazione, lasciando fuori il resto della cittadinanza.
Un bell’ esempio di come le donne padane intendano far uso, ma forse è meglio dire abuso, dei beni pubblici. In un precedente incontro, durante il quale le associazioni cittadine si sono confrontate con i responsabili della Villa, era stato ambiguamente dichiarato che Villa Monguzzi è  un luogo "pubblico, ma al tempo stesso privato”. Ossimoro a parte, non credevamo davvero si arrivasse a tanto!
Inevitabilmente abbiamo raccolto lamentele di alcuni cittadini che, vedendo il portone sbarrato, hanno rinunciato ad entrare; persino una corrispondente dei giornali locali è stata costretta a chiedere che le fosse aperto il cancello, dovendo uscire dalla Villa dopo aver preso parte all'evento ivi ospitato.
Collegando quanto detto dai responsabili della Villa e la conseguente chiusura di sabato scorso, ne ricaviamo una conclusione lampante: Villa Monguzzi è più che cosa nostra. E' Cosa Loro! 
Evidentemente il favore elettorale delle ultime elezioni amministrative (61% alla Lega Nord per l’indipendenza della Padania ) fa erroneamente ritenere a questi signori, ma soprattutto alle loro signore, che possano disporre a proprio piacimento dei beni pubblici; sì, a volte il troppo consenso dà un po’ alla testa e finisce per far sentire al disopra di tutte le regole.
Credo che il sindaco Piero Malegori debba indagare sul fatto  e spiegare pubblicamente alla cittadinanza cosa  sia  accaduto  e che misure intenda adottare affinchè questi fatti incresciosi non abbiano a ripetersi.
Attendiamo fiduciosi.

sabato 9 aprile 2011

Lista per Biassono: la tua voce in paese

LA NUOVA VOCE DI BIASSONO


Lista per Biassono c’è. Ancora una volta. Ancora fermamente decisa a difendere e dare voce alle istanze civiche del paese, senza farsi scudo di simboli nazionali o accodandosi a diatribe lontane dal territorio.

Così è stato nel 2001, così nel 2006, e nuovamente sarà quest’anno, in occasione delle elezioni amministrative del prossimo 15 maggio: un appuntamento imperdibile per chi intende voltare pagina a Biassono e credere in un progetto più vicino alla gente, ai giovani e al nuovo; una lista che - nella deliberata scelta di calcare la via civica - rompe con la bolsa politica del passato, senza però rinunciare all’esperienza di quei cittadini che lottano per far rispettare nella vita del Comune i valori costituzionali dell’Italia unita, democratica e repubblicana.

Ma anche, e soprattutto, le aspettative di ogni singolo biassonese, raccogliendone i sogni ripetutamente infrantisi sulle mura di Villa Verri, tanto quanto gli appelli alla risoluzione di quei problemi cui la Lega Nord – negli ultimi 15 anni – ha sempre e semplicemente negato il diritto d’ascolto.
Proprio per questo motivo il Comitato civico di Lista per Biassono ha deciso di dotare il paese di un nuovo strumento di dialogo, aperto al contributo di chiunque e vicino a tutti, grazie alle possibilità dischiuse dal web:

Biassono in progress(http://listaperbiassono2011.blogspot.com)

il blog che si propone come libero spazio per suggerire idee, evidenziare critiche o documentare aspetti della vita civica cui non vengono riconosciuti i giusti spazi nella comunicazione locale. Tutti gli articoli, le fotografie o i filmati qui inseriti possono essere commentati pubblicamente, mentre alla casella postale del sito sono recapitabili i contributi che la redazione coordinerà e metterà successivamente in evidenza.

Chi volesse sapere di più del nuovo progetto, potrà incontrare i sostenitori di Lista per Biassono già questa domenica, 10 aprile, presso il banchetto allestito in via S. Martino: dalle 8.30 alle 12.30 sarà infatti in corso la raccolta delle firme a sostegno della presentazione della lista, cui ogni elettore biassonese potrà contribuire (senza vincolo di voto), apponendo la propria firma comprovata da un documento d’identità.

Lista per Biassono: la tua voce in paese. 
                               Comitato civico Lista per Biassono 2011

Volantino in distribuzione il 9 aprile 2011 a Biassono

lunedì 4 aprile 2011

GLI SPETTRI DELLA SASATEX

Biassono vista dall’alto non è uno spettacolo molto piacevole. Soprattutto se si punta lo sguardo verso il quartiere di S. Andrea, dove la voragine di 25mila metri quadrati lasciata aperta dall’abbattimento dell’ex industria tessile Sasatex evoca ancora sinistri spettri. Dati comunali alla mano, i lavori di smantellamento e riqualificazione del sito si sarebbero dovuti concludere almeno due anni fa, ma le fondamenta delle future sette palazzine residenziali sono state gettate solo da alcune settimane, mentre l’asilo nido comunale sarà forse pronto nei primi mesi del 2012. Un castello di 3.200 metri quadrati, con tanto di torri merlettate, dove troveranno posto 75 bimbi (60 neonati, 15 iscritti alla scuola materna). 

Gli aspetti più allarmanti restano tuttavia la presenza di notevoli quantitativi di amianto usurato sui tetti delle vicine abitazioni (solo in parte rimosso attraverso il rinnovamento di alcuni stabili e l’abbattimento dell’ex azienda tessile), così come le infiltrazioni di sostanze inquinanti nel terreno. La società Strago, incaricata della bonifica dei terreni, ha infatti rilevato sensibili tracce di idrocarburi, aromatici policiclici, alifatici cancerogeni e Pbc, a tal punto che le operazioni hanno finito per protrarsi ben oltre i limiti previsti, causando gravi disagi ai residenti locali e proiettando inaspettate ombre sul progetto.

Durante gli ultimi quattro anni,  quasi 500 persone hanno dovuto fare i conti con camion in transito dalla mattina alla sera, micidiali polveri nell’aria in grado di soffocare orti e sporcare ogni angolo di casa, senza contare i rumori assordanti lungo l’intero corso della giornata. Non da ultimo, la malagestione dell’intero progetto aveva spinto i cittadini ad una pesante denuncia sulla stampa locale, dopo aver visto snobbate dalla giunta leghista le proprie richieste di chiarimento: “assenti i parapetti di sicurezza – riportava il Giorno del 19 luglio 2010 - inesistenti gli irrigatori per contenere le polveri o le barriere per ammortizzare i rumori della frantumazione; sforato pesantemente il limite dei 120 giorni concesso per questo tipo di operazioni. Solo per fare qualche esempio. Al contrario, l’impianto mobile per la demolizione degli scarti industriali ha visto bene di capitalizzare l’occasione, raccogliendo in sede macerie provenienti dal resto della Brianza, per ritagliarsi poi un proficuo business”. Ambiguità di gestione che hanno costretto più volte ad un intervento sanzionatorio della polizia locale, dopo il riconoscimento di diverse anomalie nei lavori da parte dello stesso direttore tecnico del cantiere Dario Casiraghi.

La fretta con cui si sta cercando di porre rimedio alle pesanti mancanze dei mesi passati fa quasi perdere di vista i numerosi motivi di disagio che ancora gravano sul progetto ex Sasatex: l’area appare eccessivamente antropizzata, visto che le palazzine in costruzione non solo non rientrano in alcun progetto di edilizia convenzionata (120 alloggi a semplice prezzo di mercato), ma non prevedono neppure un'ampia barriera di verde per compensare l’eccessivo sfruttamento del terreno (per 1 milione 800mila euro spesi a favore dell’asilo nido comunale, il privato guadagnerà come minimo una cifra 7 volte superiore).

Dopo i piani edilizi in zona Misericordia, S. Maria delle Selve, dell’Olmo, oltre a quello sull’ex area Pressindustria (lungo la provinciale Monza-Carate), Biassono risulta in Brianza uno dei Comuni a più alta densità di popolazione nel rapporto fra disponibilità di verde e spazi abitativi. E ancora: la riqualificazione del quartiere è stata condotta senza tutelare in alcun modo la salute dei residenti locali, visto che la rimozione delle placche di amianto dell’ex azienda tessile (le cui polveri sono altamente cancerogene) è stata portata avanti senza rispettare le necessarie misure di sicurezza ed informazione, trascurando di agevolare l’adeguamento alle nuove normative fra le unità abitative non direttamente coinvolte nel progetto.



Solo qualche privato ha avuto l’ardire di trasformare il proprio tetto in una fonte d’accumulo d’energia rinnovabile, senza ottenere però alcun incentivo o supporto da parte amministrativa. Grave mancanza, che dovrebbe invece spingere ad una revisione del regolamento edilizio comunale, affinché Biassono abbia l’opportunità di adeguarsi ai nuovi standard di qualità della vita e tentare una via di ecosviluppo in linea col progetto internazionale “in transition 1.0”  (www.transitionculture.org).

Al contrario, l’ex area Sasatex – al pari dell’operazione congiunta Villa Monguzzi-Centro anziani S. Andrea-Ecomostro di S. Maria delle Selve - sembra l’ennesima riproposizione di un modello di “svendita” del territorio che, rifiutando di monetizzare la concessione degli standard edilizi, ricorre ad accordi “a costo zero” molto più remunerativi per l’ente privato che per l’interesse pubblico. Alla luce degli sviluppi urbanistici seguiti all’approvazione del progetto, sarebbe stato infatti opportuno ripensare la destinazione dell’intero blocco, studiando soluzioni meno impattanti. Biassono è davvero stanca di fare beneficienza a quanti hanno solo in mente di cementare ogni suo più piccolo lembo.

Alberto Caspani