Sinossi: Sotto un cielo plumbeo, nel Borgo fantasma della Seta, c'era una volta un castello che doveva divenire asilo nido prima, scuola materna poi, ma rimase ed è rimasto solo un cumulo di mattoni divorati dalle erbacce. Inutili i tentativi del borgomastro padano: ad anni di distanza, il Castello sembra condannato a restare deserto. E troppi, forse, cominciano a essere gli errori accumulati... cittadini, rimane pochissimo tempo! Una nuova, spaventosa minaccia, incombe sull'edificio!
In anteprima sugli schermi di Biassono, il cortometraggio di Lista per Biassono che ha vinto la rassegna "Horror icons" e la recensione della nostra concittadina Francesca Sabbia, segnalata attraverso il concorso #biassonoinprogress.
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"Dal punto di vista educativo, in merito alla fascia d'età 0-6 anni, Biassono offre oggi poche scelte.
L'amministrazione comunale ha optato per un nido comunale pur avendo già a disposizione 3 nidi sul territorio, che coprirebbero completamente le necessità del paese.
Le esigenze della fascia 0-3, stimate recentemente dalla stessa amministrazione in circa 100 posti, potrebbero essere risolte tramite convenzioni con i nidi privati, alcuni dei quali ben noti alla popolazione in quanto presenti sul territorio da molti anni (anche 18) e che già hanno collaborato con i servizi sociali e l'amministrazione nell'accoglienza di bambini disabili.
La convenzione potrebbe seguire tanto la linea di "acquistare" un numero prestabilito di posti nel nido da riservare alla popolazione biassonese, quanto quella già seguita in passato di garantire alle famiglie una cifra come contributo alle spese sostenute per la frequenza all'asilo nido. Rispetto al passato sarebbe essenziale che tale quota venisse determinata in modo certo prima dell'inizio dell'anno scolastico ed erogata con continuità.
L'asilo nido in Italia non rientra nell'ambito dell'istruzione, ma del servizio socio-assistenziale e anche i comuni che per tradizione disponevano di asili nido pubblici si stanno orientando verso la privatizzazione perchè non più economicamente sostenibili.
Per la fascia 3-6 anni (scuola dell'infanzia), nel paese esistono solo due strutture private per le quali è indispensabile il pagamento di una retta (benchè calmierata da ingenti contributi comunali) oltre al buono pasto.
Entrambe le scuole dell'infanzia hanno una tradizione apertamente cattolica, che può essere condivisa o meno dall'utenza.
Esistendo già a Biassono una struttura adatta (il castello di via lega Lombarda, nato come asilo nido ma da tempo inutilizzata poichè il bando è andato ripetutamente deserto), nulla sarebbe più semplice che convertirlo in scuola dell'infanzia pubblica.
La scuola dell'infanzia pubblica garantirebbe costi inferiori per l'utenza (i soli buoni pasto), la continuità con i successivi ordini scolastici del paese (perchè entrerebbe a far parte dell'istituto comprensivo S.Andrea di Biassono, che coprirebbe così scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di primo grado), la laicità dell'insegnamento (mentre per chi preferisce per i propri figli un educazione cattolica le due scuole private sono già disponibili), l'assenza di barriere architettoniche e la possibilità per i bambini diversamente abili di usufruire di personale di sostegno statale senza che tale sostegno debba ricadere sulle spese comunali (aiuto educativo comunale) o, ancor peggio, sulla famiglia.
I bambini di Biassono continuano ad essere iscritti nelle scuole dell'infanzia pubbliche dei comuni limitrofi, correndo sempre il rischio di non essere accolti perchè ogni amministrazione privilegia, giustamente, i propri cittadini considerando criterio di priorità per l'accoglimento quello di essere residenti nel comune".
Francesca Sabbia