Diceva il conte Verri...

"La voce della verità comincia da lontano a farsi ascoltare, poi si moltiplicano le forze, e la opinione regina dell'universo sorride in prima, poi disputa, poi freme, poi ricorre alle arti, poi termina derisa: questo è il solito gradato passo che fa la ragione a fronte dell'opinione" (Pietro Verri)

sabato 27 febbraio 2016

SET HORROR PER L'ASILO-CASTELLO ABBANDONATO

Sinossi: Sotto un cielo plumbeo, nel Borgo fantasma della Seta, c'era una volta un castello che doveva divenire asilo nido prima, scuola materna poi, ma rimase ed è rimasto solo un cumulo di mattoni divorati dalle erbacce. Inutili i tentativi del borgomastro padano: ad anni di distanza, il Castello sembra condannato a restare deserto. E troppi, forse, cominciano a essere gli errori accumulati... cittadini, rimane pochissimo tempo! Una nuova, spaventosa minaccia, incombe sull'edificio! 

In anteprima sugli schermi di Biassono, il cortometraggio di Lista per Biassono che ha vinto la rassegna "Horror icons" e la recensione della nostra concittadina Francesca Sabbia, segnalata attraverso il concorso #biassonoinprogress.


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"Dal punto di vista educativo, in merito alla fascia d'età 0-6 anni, Biassono offre oggi poche scelte.

L'amministrazione comunale ha optato per un nido comunale pur avendo già a disposizione 3 nidi sul territorio, che coprirebbero completamente le necessità del paese.

Le esigenze della fascia 0-3, stimate recentemente dalla stessa amministrazione in circa 100 posti, potrebbero essere risolte tramite convenzioni con i nidi privati, alcuni dei quali ben noti alla popolazione in quanto presenti sul territorio da molti anni (anche 18) e che già hanno collaborato con i servizi sociali e l'amministrazione nell'accoglienza di bambini disabili.

La convenzione potrebbe seguire tanto la linea di "acquistare" un numero prestabilito di posti nel nido da riservare alla popolazione biassonese, quanto quella già seguita in passato di garantire alle famiglie una cifra come contributo alle spese sostenute per la frequenza all'asilo nido. Rispetto al passato sarebbe essenziale che tale quota venisse determinata in modo certo prima dell'inizio dell'anno scolastico ed erogata con continuità.

L'asilo nido in Italia non rientra nell'ambito dell'istruzione, ma del servizio socio-assistenziale e anche i comuni che per tradizione disponevano di asili nido pubblici si stanno orientando verso la privatizzazione perchè non più economicamente sostenibili.

Per la fascia 3-6 anni (scuola dell'infanzia), nel paese esistono solo due strutture private per le quali è indispensabile il pagamento di una retta (benchè calmierata da ingenti contributi comunali) oltre al buono pasto.

Entrambe le scuole dell'infanzia hanno una tradizione apertamente cattolica, che può essere condivisa o meno dall'utenza.

Esistendo già a Biassono una struttura adatta (il castello di via lega Lombarda, nato come asilo nido ma da tempo inutilizzata poichè il bando è andato ripetutamente deserto), nulla sarebbe più semplice che convertirlo in scuola dell'infanzia pubblica.

La scuola dell'infanzia pubblica garantirebbe costi inferiori per l'utenza (i soli buoni pasto), la continuità con i successivi ordini scolastici del paese (perchè entrerebbe a far parte dell'istituto comprensivo S.Andrea di Biassono, che coprirebbe così scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di primo grado), la laicità dell'insegnamento (mentre per chi preferisce per i propri figli un educazione cattolica le due scuole private sono già disponibili), l'assenza di barriere architettoniche e la possibilità per i bambini diversamente abili di usufruire di personale di sostegno statale senza che tale sostegno debba ricadere sulle spese comunali (aiuto educativo comunale) o, ancor peggio, sulla famiglia.

I bambini di Biassono continuano ad essere iscritti nelle scuole dell'infanzia pubbliche dei comuni limitrofi, correndo sempre il rischio di non essere accolti perchè ogni amministrazione privilegia, giustamente, i propri cittadini considerando criterio di priorità per l'accoglimento quello di essere residenti nel comune".

Francesca Sabbia

domenica 21 febbraio 2016

SHARING ECONOMY A BIASSONO?

"Biassono non ha fondi, non dà servizi, alza le tasse, se tace la parola su cui si costruisce il futuro: collaboriamo. Dunque, CONDIVIDIAMO". 

Così riporta un tweet del manifesto-in-progress lanciato da LpB nelle settimane scorse. Ma cosa significa davvero condividere, oggi? Cosa s'intende esattamente per Sharing Economy? 

Abbiamo chiesto a Monica Bernardi, concittadina, dottoressa e ricercatrice presso la cattedra di Sociologia Urbana all'Università Bicocca di Milano, di aiutarci a definire meglio l'orizzonte entro cui intende muoversi Lista per Biassono: perché, insieme a tutti voi, vogliamo aprire nuove strade e possibilità per l'economia del nostro paese. 


a cura di Monica Bernardi

"L’avvento della crisi economica globale, a partire dal 2008, ha messo in discussione i tradizionali postulati di crescita economica e sociale, nonché l’intero sistema capitalistico, spingendo le persone a domandarsi di cosa avessero realmente bisogno e come estrarre valore dalle cose/capacità possedute. 

Al contempo, la diffusione massiccia delle nuove tecnologie, e del web 2.0, ha favorito l’emergere di nuove risposte alle problematiche sociali, alimentando pratiche inimmaginabili fino a qualche anno fa: molto più aperte, trasparenti e partecipative, basate su condivisione e collaborazione

Due termini che incarnano il concetto di Sharing Economy e lo traducono in nuovi modelli di servizio, in nuove forme di reciprocità e di gestione della cosa pubblica (vedi Social Street), capaci di abilitare le persone a scambiare e condividere beni, spazi, competenze, tempo e denaro, promuovendo uno stile di vita basato sul risparmio, la redistribuzione del denaro e la socializzazione. 

L’Internet delle Cose e i miliardi di sensori che collegano tra loro persone, oggetti e dati, grazie alla diffusione delle piattaforme e all’accesso constante alla rete, permettono di utilizzare ciò che serve solo per il tempo che serve, di accedere a risorse che altrimenti andrebbero sprecate e di comunicare in una modalità alla pari, peer-to-peer, bypassando i canali istituzionali e più tradizionali di comunicazione e commercio. 

La vera rivoluzione parte dall’idea che non occorre possedere un bene, quello che conta è avere la possibilità di accedervi all’occorrenza. 

Come suggerisce Jeremy Rifkin, stiamo assistendo a un passaggio epocale: dal possesso all’accesso, dall’acquisto al riuso, un passaggio che vede la proprietà di un bene sostituita con l’esperienza di utilizzo di quel bene. Questo nuovo modello di produzione e consumo, veicolato appunto dalla Sharing Economy, sembra avere in sé il potenziale di accrescere i risparmi e rendere i consumatori protagonisti attivi del ciclo economico, rispondere al bisogno di ridurre l’impatto ambientale e frenare gli effetti catastrofici di una società votata all’iper-consumo, e far accedere a forme di socialità altrimenti inaccessibili.

Di cosa stiamo parlando? Della possibilità di utilizzare piattaforme tecnologiche per entrare in contatto diretto, senza intermediazione, con altre persone per accedere a risorse messe a disposizione da chi non le usa più o non le usa molto a chi invece ne ha bisogno; senza doverle necessariamente comprare, semplicemente noleggiando, chiedendo in prestito o scambiando con altri oggetti/risorse. Esistono piattaforme per scambiare i vestiti dei bambini, ma anche gli attrezzi, i complementi d’arredo, le proprie competenze, le autoproduzioni e i prodotti artigianali. 

Online è possibile imparare una nuova lingua scambiando il proprio tempo con quello di un madrelingua con cui conversare. 

Si può scambiare la casa o mettere a disposizione un letto o una stanza non utilizzati a vantaggio di qualche viaggiatore in cerca di un’esperienza diversa. 

Si può accedere a una rete di guide locali, cittadini autorizzati a diffondere cultura e tradizioni delle proprie terre. 

Si può aprire la propria casa organizzando cene con sconosciuti iscritti alla stessa piattaforma di social eating, o avviare programmi di sharing cooking

Si può accedere a servizi di peer-to-peer landing, stipulare assicurazioni collaborative, lanciare una campagna di crowdfunding per finanziarsi un’idea o un progetto e usare monete complementari per gli scambi e gli acquisti. 

Si può accedere a open courses gratuiti o partecipare a lezioni universitarie online. 

Si può noleggiare l’auto di un privato o farsi dare un passaggio da uno sconosciuto. 

E ancora, si possono mettere in comune le auto e le biciclette, usando speciali applicazioni che consentono sempre di sapere dove si trova il mezzo libero più vicino e dove depositarlo, pagando con un touch. 

Si possono conoscere le persone del proprio quartiere e organizzare eventi locali per migliorare la propria zona di residenza, incrementarne la vivacità sociale e promuovere attività locali. 

Si possono organizzare e poi realizzare orti urbani condivisi, di cui la collettività è responsabile, o ideare forme di produzione condivisa che si concretizzano poi nei FabLab e nei makerspace

Si possono trovare spazi da adibire ad uso collettivo, per il lavoro, la produzione, il consumo.  

Si può rimettere in circolo qualunque cosa non venga più utilizzata o offrire le proprie risorse e il proprio tempo per guadagnare qualcosa. 

E gli esempi potrebbero continuare, confermando lo spirito di iniziativa e il fermento innovativo che accompagna questo periodo definito da molti di transizione. Una transizione verso un modello di sviluppo e di consumo più sostenibile, in cui le relazioni hanno più valore degli oggetti, e che, secondo diversi autori, l’economia della condivisione potrebbe facilitare. La condivisione e la collaborazione sono, infatti, pratiche che consentirebbero di agire su tre grandi aree attualmente in difficoltà: lo sviluppo economico, la sfera ambientale e i legami sociali. Perché “condividere le risorse anziché possederle è più efficiente, sostenibile e aiuta a costruire comunità” (Rinne, 2013).





domenica 14 febbraio 2016

"I LOVE BIASSONO" : la voce dei biassonesi


Non potevamo che scegliere il giorno di S. Valentino per lanciare la campagna di videointerviste “I love Biassono”! 

Senza farci intimorire da una delle più classiche e umidissime giornate invernali brianzole, abbiamo sfidato la timidezza dei biassonesi, cercando di strappar loro una dichiarazione d’amore per il proprio paese. 



Perché vivere a Biassono? Cosa rende speciale il nostro Comune? Come vorremmo fosse il paese dei nostri sogni? 

Inutile sottolineare che, fra i tanti passanti di via S. Martino, dove Lista per Biassono ha allestito il proprio “angolo interviste” sotto i portici della biblioteca, la maggior parte si è rivelata inguaribilmente orsa, o sgurbatt che dir si voglia: chi se la dava a gambe, chi s’appiattiva sulle pareti opposte della strada, chi trovava affannosamente rifugio nei bar….ma non ci siamo dati per vinti! 

Li abbiamo inseguiti, tallonati, agguantati ovunque, scoprendo come dietro il tipico atteggiamento da grizzly sorpreso a tradimento in tutù rosa, si celino voci pronte a costruire una Biassono decisamente migliore. Perché se il biassonese non va alla videocamera, allora sarà la videocamera ad andare dal biassonese…la prossima volta, magari, con un supporto più stabile e si spera qualche macchina in meno pronta ad investirci (a proposito di aspetti da migliorare in paese…). In vista delle prossime elezioni amministrative di giugno, e al di là delle proposte che ogni lista o partito elaborerà, riteniamo imprescindibile sia il cittadino a sentirsi primo responsabile delle scelte future. Oltre al concorso “#biassonoinprogress”, che permette di veicolare le proprie idee attraverso tweet, foto in Instagram, contributi in Facebook, via mail o semplicemente dotandosi di carta e penna (tutte le modalità sono illustrate qui), la campagna “I love Biassono” continuerà dunque a muoversi per le vie, a entrare nei negozi, a intrufolarsi nei giardini… guardatevi le spalle, biassonesi! Ogni amante è pronto a far pazzie! 





mercoledì 10 febbraio 2016

UNA DICHIARAZIONE D'AMORE PER BIASSONO

Telecamere puntate sotto i portici della biblioteca di via S. Martino. Domenica prossima, 14 febbraio, Lista per Biassono renderà il tuo S. Valentino speciale. Alcuni nostri sostenitori saranno infatti presenti a un banchetto informativo, dalle ore 9 alle 12.30, accompagnato da un'insolita attrezzatura: treppiede con videocamera montata, cornice d'inquadratura e la potenza dei social network al tuo servizio. 

In occasione del lancio del 1° concorso-manifesto "#biassonoinprogress", sarà la tua voce protagonista: se vuoi fare una dichiarazione d'amore per Biassono (e magari per qualcuno di speciale ;-) ), scrivere un tweet in diretta dedicato al rilancio del tuo Comune, salutare i tuoi concittadini invitandoli all'azione per le prossime elezioni amministrative, allora vieni a trovarci. Realizzeremo un breve filmato con tutti i protagonisti della mattinata, che sarà poi veicolato su tutti i nostri canali mediatici. Qualcosa proprio non ti è andato giù? Sei deluso o delusa per come hanno trattato il tuo Comune? Nessun problema, abbiamo spazio anche per i cuori infranti!

I nostri volontari ti aiuteranno a capire come stendere un tweet in progress e, soprattutto, cosa fare per vincere uno dei buoni speciali messi in palio dai "Magnifici 7" di Biassono: è già tutto sul volantino-manifesto in distribuzione in paese (clicca qui), ma se non ti fosse arrivato ancora, o volessi approfittare di un'occasione irripetibile per far breccia nel cuore amato, noi saremo lì per te! E insieme noi, tanti libri romantici in omaggio...

Forza! Comincia a pensare alla tua dichiarazione...domenica 14 potrebbe essere il giorno della svolta!

ps I love you




  

     

lunedì 8 febbraio 2016

DISINFORMAZIONE TATTICA A BIASSONO

"La macchina della disinformazione politica è tornata ad attivarsi, unitamente all'inizio della campagna elettorale. Complice l'infelice articolo apparso su Il Giornale di Carate martedì scorso, ma anche la generica allusione a due liste civiche che sosterrebbero il neocandidato di destra Giancarlo Porta (apparsa online, oggi, su Il Cittadino di Monza e Brianza), voci prezzolate fanno riferimento a una sedicente alleanza di "Lista per Biassono" e/o di "Biassono Civica" con "Forza Italia".
In qualità di capogruppo di "Lista per Biassono", ribadisco che un accordo simile non esiste, né può essere attuato da una lista civica quale la nostra: se è doveroso confrontarsi con tutti quanti si riconoscono in una proposta elettorale civica, nell'ottica di costruire un eventuale programma condiviso, è altrettanto impossibile un'alleanza fra una lista civica e un partito politico.
Così come il dialogo a suo tempo aperto con il "Partito Democratico" di Biassono è stato reso possibile solo dall'accettazione di quest'ultimo di creare un nuovo soggetto civico (nella fattispecie "Uniti per Biassono", poi fatto decadere per la decisione del PD e dei suoi simpatizzanti di non concorrere alle primarie di Biassono), analogamente ogni altro possibile confronto prevede sempre e solo eventuali accordi in nome di un unico soggetto civico e mai in virtù dell'alleanza di un soggetto civico con un partito.
Lista per Biassono, a differenza di chi oggi usa il termine "civico" per coprire la propria storia di schieramento, è e resta una lista civica che non rivendica alcuna filiazione a partiti politici, ma si muove in modo libero, aperto e indipendente". Alberto Caspani (Capogruppo di Lista per Biassono).

lunedì 1 febbraio 2016

AL VIA IL 1° CONCORSO-MANIFESTO PER BIASSONO!

Ci siamo. Dopo settimane d'intenso lavoro, durante le quali Lista per Biassono non solo ha allargato il suo organico a nuovi, brillanti e giovani collaboratori, ma ha realizzato anche un restyling della propria immagine (avete visto com'é più luminoso il nostro logo? Non è forse più facile trovare il nostro blog scrivendo direttamente l'indirizzo http://www.biassonoinprogress.it? E avete già iniziato a seguirci su Twitter e Instagram?), siamo ormai pronti per spiegare le ali in vista delle prossime elezioni amministrative. 

Oggi, 1° febbraio 2016, Lista per Biassono si candida ufficialmente alla guida di Villa Verri. 

Vogliamo farlo, però, con tutti voi e lo vogliamo fare in un modo mai visto prima a Biassono: scrivendo il primo manifesto "in progress" della storia. Ognuno di noi può infatti contribuire a descrivere il paese che desideriamo, secondo le diverse modalità indicate nel volantino sottostante (lo stesso che, nei prossimi giorni, verrà recapitato nelle vostre caselle postali. Conservatelo! Come ogni pezzo da collezione, fra qualche annetto potrà valere molto ;-). 

Le idee più originali e i progetti meglio realizzabili saranno direttamente premiati da una speciale giuria di Biassono in Progress, in collaborazione con "i 7 Magnifici": eccellenze commerciali selezionate nel nostro paese per cominciare il rilancio e la ricostruzione di un tessuto socio-economico unico nel panorama locale... date affondo a tutta la vostra creatività e che vinca il migliore!