Come non stupirsi della caduta sempre più rovinosa del nostro Paese e della democrazia in Europa, quando chi ha diritto di parola non può fare a meno di tradire grettezza e incompetenza? Ci vediamo perciò costretti a tornare all’Abc dello Statuto comunale, appellandoci alle pagine di un blog che, oggi, merita una lettura ancor più attenta di ieri.
Nella seduta consigliare del 1° marzo è stata votata a unanimità l’istituzione di una commissione “consultiva” per mitigare l’impatto dell’autostrada Pedemontana sul nostro territorio (per quanto grandi incognite pesino ancora sul completamento di questo devastante progetto). Commissione consultiva, non consiliare (art. 33 dello Statuto Comunale). Una commissione, cioé, che prevede il contributo di cittadini non necessariamente ascrivibili alle forze politiche rappresentate in consiglio comunale (“Di norma le commissioni consultive sono composte da persone esterne al Consiglio Comunale”), ma le cui competenze e capacità possono essere utili per le scelte dell’amministrazione biassonese. Evidenziamo ancora: dell’amministrazione biassonese, incluso quindi il consiglio comunale tutto, maggioranza e minoranza insieme.
Che l’invito della Lega Nord sia stato rivolto a un ex consigliere di minoranza, impegnato per oltre 10 anni a opporsi al progetto di Pedemontana in collaborazione con i movimenti ambientalisti del territorio, dovrebbe essere letto come gesto di notevole apertura e coraggio. Per qualcuno, abituato probabilmente all’arte del riciclo politico e della insinuazione maliziosa, è invece un casus mediatico. Ma tant’é. Basta sfogliare le pagine di questo blog per rendersi conto che il compito cui la nuova commissione chiama è di vitale importanza per Biassono, richiedendo non solo di salvare il salvabile del poco territorio naturale rimasto al nostro Comune, ma di pensarne soprattutto un adattamento che lo valorizzi in quanto bene pubblico. Che sappia rispettarne la vocazione originaria, anziché trattarlo come mera risorsa di sfruttamento, contribuendo così al benessere del cittadino e di chi vorrà fruire del territorio di Biassono. Tante sono state le iniziative e le proposte avanzate da Lista per Biassono in passato, dall’istituzione di un parco urbano alla creazione di percorsi sostenibili, incontrando purtroppo la puntuale bocciatura della maggioranza. Nel frattempo, sono trascorsi anni. Il territorio è in parte mutato, così come le prospettive di sviluppo legate a Pedemontana, che ci si augura ancora non arrivi a Biassono. E’ cambiata pure la composizione stessa della maggioranza, che non solo riconosce oggi valore alle proposte avanzate, ma osa anche mettere alla prova la propria credibilità politica in temi ambientali. Senza porre pre-condizioni. Senza chiedere allineamento o identificazione, bensì dialogo. Quello che le istituzioni italiane ed europee, negli ultimi tempi soprattutto, hanno invece trasformato in monologo intollerante, per arrivare a una vera e propria censura in occasione della crisi con la Russia.
Viviamo una fase storica in cui i cosiddetti democratici eliminano ogni entità e pensiero altro mediante forme di potere esclusivo, basate sull’uso ibrido della violenza e della verità. Talvolta, e tragicamente, senza rendersi neppur conto di essere diventati strumenti stessi del sistema che vorrebbero combattere. I cittadini si sono visti addirittura togliere il diritto di libero accesso a spazi e mezzi pubblici, oltre che privati, nell’illusione che questa fosse l’unica e sola misura efficace per risolvere la crisi in corso. Alla luce della puntuale e tempestiva dichiarazione del nuovo stato d’emergenza, d’altra parte, non dovrebbe più sorprendere la funzionalità di misure che fanno regola - o meglio costume - della militarizzazione del quotidiano.
Porsi al servizio della comunità nella nuova commissione, di conseguenza, implicherà rotture con le abitudini del passato: se entro aprile non sarà ancora possibile accedere al municipio senza Green Pass, sarà avanzata la richiesta di svolgere i lavori là dove esistano ancora spazi di reale inclusione. Non supereremo le contraddizioni del diritto abituandoci pavidamente a distogliere gli occhi dalla vergogna, lasciando che il mondo intero si esaurisca nello sguardo dell’identico. O tornando con sorriso ipocrita alla vita di un tempo, già dimentichi della menomazione inflitta. Da questo punto fermo, forse, ritroveremo tutti la forza per porre fine a una gestione della politica italiana - e di riflesso occidentale - che ha definitivamente sostituito l’interesse al bene, il debito al bisogno, la forza al diritto, la menzogna alla ragione.
Alberto Caspani