Diceva il conte Verri...

"La voce della verità comincia da lontano a farsi ascoltare, poi si moltiplicano le forze, e la opinione regina dell'universo sorride in prima, poi disputa, poi freme, poi ricorre alle arti, poi termina derisa: questo è il solito gradato passo che fa la ragione a fronte dell'opinione" (Pietro Verri)

sabato 17 dicembre 2016

"BIASSONO: 1900-1945": il libro di Felice Meregalli che parla di tutti noi. Biassonesi e brianzoli.

La storia di Biassono si arricchisce di una nuova pagina: anzi, di ben 221. Tante sono quelle scritte e raccolte nel nuovo libro di Felice Meregalli, dall’essenziale titolo: “Biassono: 1900-1945” (Bellavite Editore). Presentato mercoledì 14 dicembre in sala civica, grazie alla vivace serata proposta dalla sezione biassonese dell’ANPI in collaborazione con l’Associazione culturale “Gaetano Osculati”, lo studio del nostro concittadino fa luce sui complessi anni che hanno visto radicarsi dapprima il fascismo, quindi riemergere lo spirito di resistenza degli italiani, con un occhio speciale per i brianzoli: perché nei fatti raccontati non è soltanto Biassono protagonista, ma il nostro stesso territorio. Temi ben scandagliati dall'intervista a Meregalli di Vittoria Sangiorgio, presidente dell'Osculati, oltre che dalle le letture estratte dal libro e interpretate da Carla Pirovano, Damiana Pessina e dalle sorelle Giovanna e Vittoria SangiorgioLasciamo però introdurre l'opera alle fondamentali parole di Loris Maconi, presidente dell’ANPI di Monza e Brianza, nonché ospite speciale in Villa Verri. 

Come cittadini di Biassono non possiamo che unirci all’unico rammarico di Felice Meregalli: l’impossibilità di accedere - in qualunque modo richiesto -all’archivio del Comune di Biassono. Benché molte siano le fonti su cui la ricerca è stata condotta, stupisce che l’amministrazione comunale non abbia voluto offrire alcun supporto a un’opera che nobilita enormemente la sua storia. Ma in fondo la storia stessa è fatta dagli uomini, non dalle istituzioni. 



“Felice Meregalli, con questo libro, offre un contributo significativo per approfondire la conoscenza e la valorizzazione del ruolo del movimento di liberazione a Biassono e in tutto il territorio della Provincia di Monza e Brianza. Fino a non molti anni fa, in Brianza esisteva una ricerca sulla storia della Resistenza che si concentrava quasi esclusivamente sulla storia dei singoli paesi. Mancava uno studio unitario, che mettesse in risalto i caratteri particolari dell’antifascismo e della Resistenza in Brianza.
Probabilmente questo era dovuto alla convinzione che in Brianza la Resistenza avesse avuto un ruolo minore e marginale rispetto ai grandi episodi dei combattimenti sulle montagne. La costituzione dell’ANPI provinciale ed il lavoro di ricercatori come Pietro Arienti hanno permesso di superare quest'errata visione.
Il libro di Felice Meregalli, per questo aspetto, presenta un elemento di novità; parla infatti della storia di Biassono, ma non si limita a questo. Attraverso i fatti e i personaggi del paese inquadra e legge la storia della Resistenza dell’intero territorio provinciale. 



Proprio per questo modo di raccontare le cose, riesce a cogliere e trasmettere alcuni tratti peculiari che hanno caratterizzato il movimento antifascista e la Resistenza in Brianza. Innanzitutto il fatto che il fascismo nel nostro territorio non abbia avuto un radicamento facile. La presenza di un forte movimento socialista e di un cattolicesimo popolare e democratico hanno rappresentato un ostacolo ostinato, che il fascismo è riuscito a superare solo ricorrendo alla repressione e alla violenza, senza poter contare su di un consenso plebiscitario. 
Questo è stato possibile anche grazie alla presenza e all’azione di un movimento antifascista che è sempre rimasto attivo ed ha saputo costruire un rapporto costante con molti settori della società. Conseguentemente la Resistenza ha potuto contare su un’ampia partecipazione e su una diffusa rete di solidarietà. 
In secondo luogo, proprio partendo dalla conoscenza dei protagonisti della Resistenza biassonese, Felice riesce a far emergere con chiarezza il ruolo di quella brianzola. Non una Resistenza minore e marginale, ma un movimento importante, ricco di tante personalità, che ha saputo offrire un contributo fondamentale allo sviluppo dell’intero movimento di liberazione. 


Leggendo questo volume si capisce meglio come la Resistenza italiana non sia stata solo lotta armata, ma anche non armata, combattuta da tanti uomini e tante donne. Soffermandosi poi sul racconto di stragi orribili, come quella di Valaperta, o di omicidi quali quello di Livio Cesana, si comprende come la guerra ai civili non l’abbiano fatta solo le truppe tedesche, perché tanto i fascisti quanto i membri della RSI (Repubblica Sociale Italiana) hanno partecipato attivamente ai delitti. Si capisce così quanto siano pericolosi e ingiustificati tutti i tentativi di equiparare i caduti della Resistenza a quelli della RSI. Infine voglio sottolineare il modo scelto da Felice per raccontare.


Un modo sobrio ed essenziale, senza mai cedere alla tentazione della retorica celebrativa. Racconta i fatti obiettivamente, senza sovrapporre e senza imporre la sua visione particolare. Non teme nemmeno di affrontare storie, come quella di Eliseo Galliani, che possono far emergere aspetti controversi. E’ un segno di grande maturità storica da parte di Felice, che pure si definisce un semplice appassionato di storia contemporanea. 
Penso che il suo sia il modo giusto di raccontare oggi la storia della Resistenza. Dopo 70 anni, può infatti essere analizzata nella sua complessità, senza tacere sui suoi limiti e debolezze. Sono sicuro che i valori e gli ideali della Resistenza ne usciranno ancora più rafforzati. Racconti e narrazioni simili possono dimostrare in maniera chiara ed evidente quello che scriveva il partigiano Enzo Biagi: “quando ripenso a quel periodo, provo l’orgoglio di chi sente di esser stato dalla parte giusta, cioè con quelli che dopo l’8 settembre non andarono a Salò, ma fecero la Resistenza”. 

Loris Maconi

Presidente ANPI Monza e Brianza


CHI E' FELICE MEREGALLI?

Felice Meregalli è nato a Biassono il 6 febbraio 1959. Laureato in Giurisprudenza, è appassionato di storia contemporanea. Iscritto all’ANPI, è funzionario di un primario gruppo assicurativo ed attualmente Segretario Generale della Fisac Monza e Brianza, la categoria della Cgil che tutela i lavoratori delle assicurazioni e del credito. Il suo libro "Biassono: 1900-1945" è edito da Bellavite e disponibile in tutte le librerie nelle quali è distribuito l'editore, ma anche nelle edicole di Biassono e può essere richiesto attraverso le sedi dell'Anpi di Monza e Brianza. 


martedì 29 novembre 2016

IL SONNO DELLA RAGIONE COLPISCE VILLA VERRI


A Biassono il sonno è davvero contagioso: oltre ad avere un numero significativo di beni pubblici dormienti, ora ci ritroviamo pure una giunta del tutto incapace di tenere gli occhi aperti. La letargia che si pensava vinta - o almeno così si era sperato - al termine delle ultime elezioni amministrative, ha avuto una violenta ricaduta proprio sabato scorso, durante l’ultimo consiglio comunale in Villa Verri. Non si spiega altrimenti l’intervento del consigliere “leghista-indipendente” (dalla Lega Nord o dall’Italia, mah!) Giordano Colombo, cui la giunta Casiraghi ha affidato l’ingrato compito di argomentare il diniego all’ultima mozione di Lista per Biassono: un progetto “a costo zero”, e di fatto già pronto sulla carta, volto a valorizzare i percorsi verdi e il vigneto comunale nell’area del Parco Valle Lambro, con significativi benefici anche per l’economia del nostro territorio. 

Le argomentazioni usate da Colombo sono suonate quanto mai avulse dalla realtà: “molti dei punti presenti in mozione sono già in fase di realizzazione da parte del Gruppo ricerche archeostoriche del Lambro; creare nuove infrastrutture in legno sul territorio significa solo dar corda ai teppisti (e via con un elenco dei peggiori casi d’inciviltà nelle maggiori cittadine italiane, salvo dimenticarsi proprio delle due realtà di maggior successo a noi più vicine, quali Lo Spirito del Bosco e il Sentiero delle Espressioni, ndr); manca una previsione degli introiti derivanti al Comune, al quale invece si accollano solo costi…”. 

In termini medici, si tratta di un palese caso di “coazione a ripetere”: che sieda sugli scranni dell’ormai scomparso schieramento dei Cristiani Democratici Liberali, o di quelli sempreverdi della Lega Nord, Colombo non riesce proprio a cambiare registro. Sorprendentemente, qualcuno aveva già pensato a quanto finito sui banchi di Villa Verri, qualcuno è al lavoro da molto più tempo, qualcuno è talmente volenteroso che - ahi noi - solo l’assenza di fondi impedisce di coronare i sogni accarezzati. Sempre un passo avanti: peccato che i progetti millantati, o realizzati, siano immancabilmente altra cosa da quanto Lista per Biassono sia solita chiedere di discutere. 

Al Comune di Biassono non sono stati chiesti soldi, né si è cercato di accollare eventuali costi di manutenzione delle opere connesse al progetto: semplicemente la mozione impegnava l’amministrazione ad agevolare i rapporti istituzionali col Parco Valle Lambro, svolgendo un ruolo di coordinamento degli attori ai quali sarebbe stata demandata la realizzazione del progetto. Punto. 

Ma Lega Nord o non ci sente, o non vede, o ha solo una dannata paura di avvallare proposte altrui che potrebbero portare (a suo avviso) pericolosi consensi. Non riesce proprio a uscire dalla torre di pregiudizi dentro cui è sepolta, valutando le cose per quello che sono: progetti utili alla comunità, al bene dei biassonesi e di chi frequenta il nostro territorio, indipendentemente da quale sia la bocca a pronunciarli. Basterebbe osservare quanto avviene nei rapporti fra minoranze e maggioranza nei Comuni vicini. Un altro mondo. 

Purtroppo la politica locale resta ferma al palo: la sete di primeggiare, di voler apparire migliori di quel che si è, di ricevere la massima visibilità - tanto da spingere persino il gruppo di minoranza Biassono Civica a far prolungare di quasi un’ora i regolari lavori del consiglio comunale (chiedendo risposte a interrogazioni che, eccezion fatta per il caso del cambio di viabilità in via Macallé, confondono la stigmatizzazione di una problematica sociale d’ampio respiro con la necessità d’informazioni di servizio) - vince ogni volta sul buon senso. 

Il tempo della buona fede sta ormai per scadere: nonostante le altisonanti dichiarazioni di voler imprimere una nuova svolta al Comune, lo spettacolo sotto gli occhi non fa che riconfermare i soliti, vecchi vizi della Lega Nord del passato. Metteremo mano allo Statuto comunale per democratizzare maggiormente la vita comunale! Bene, per ora si è visto solo l'istituzione di un ruolo di rappresentanza, quello di presidente del consiglio comunale, la cui urgenza riconosciuta consisteva nel saldare un accordo elettorale, mentre il  suo carattere “super partes” si è rivelato contraddittorio già nel momento in cui lo stesso presidente ha voluto indicare i membri della “propria” maggioranza in commissione elettorale. La trasparenza sugli atti amministrativi legati al bilancio, più volte reclamata da Lista per Biassono attraverso la messa a disposizione del Piano economico di gestione, appare sempre aleatoria, visto che “qualcosa non funziona nelle segnalazioni dell’Assessore al bilancio in segreteria, durante la preparazione dei documenti per le minoranze”. 

E mentre le casse del Comune lamentano ristrettezze (ma trovano sempre i fondi per estinguere anticipatamente parte dei mutui aperti), continuiamo a sedere su tesori non valorizzati e capaci di ridare linfa alle attività locali. L’elenco è lungo: i terreni agricoli strategici, la torre civica, Piazza Libertà (presso cui si sta costruendo un comitato operativo di zona), la stazione dei treni (dove si sta muovendo il gruppo Facebook “Station to Station - Biassono/Lesmo Parco”), l’appartamento abbandonato sopra Villa Verri (su cui è in corso un ulteriore progetto di LpB).…ma niente. 

Sfruttare le possibilità del modello economico della Transizione? Ohibò, cos’è mai? Risparmiare mediante l’applicazione della sharing economy? La scering che? Ricorrere agli strumenti della democrazia diretta per coinvolgere maggiormente la cittadinanza? Ma la democrazia non è solo una? Sembra propria di scorrere le vignette del Trota. Ma siamo a Biassono. In un Comune piccolo piccolo della Brianza dove la ragione nicchia e, anziché progettare il futuro, preferisce far la conta delle pozzanghere, degli escrementi sui marciapiedi o delle caldaie spente, per consegnarsi definitivamente alle braccia del Grande Sonno. 

martedì 22 novembre 2016

UNA VIA DEL VINO E DEL LEGNO PER BIASSONO

Biassono avrà un motivo in più per brindare. Forse a partire già dal prossimo consiglio comunale, in programma per sabato 26 novembre, dalle ore 10. Convocazione che, al di là dell'inusuale giorno di seduta (ben vengano però consigli che non pesino sull'attività lavorativa), ha già riservato una gradita novità per gli amministratori: la possibilità di scaricare il materiale di discussione attraverso il sito internet del Comune, risparmiando sull'uso della carta e privilegiando così un approccio più ecologico. Ma la vera novità riguarda la bozza di progetto sottoposta da Lista per Biassono, in linea con gli ultimi sviluppi del settore produttivo brianzolo e pensata per capitalizzare gli stimoli emersi durante i recenti gemellaggi con Minusio e Chanià. Se la mozione sottostante dovesse essere approvata (si spera ad unanimità), Biassono potrebbe beneficiare di notevoli vantaggi sia in termini di attrattività territoriale, che di ricadute economico-commerciali. In passato le mozioni di LpB sono state quasi sempre bocciate per semplici motivi pregiudiziali, senza mai entrare davvero nel merito: per la nuova maggioranza, questa rappresenta certamente un'occasione di svolta nel dialogo con la base civile. 

MOZIONE DI LISTA PER BIASSONO
PER LA VALORIZZAZIONE DEI PERCORSI VERDI COLLEGATI AL VIGNETO COMUNALE

Le recenti iniziative di gemellaggio cui il Comune di Biassono ha preso parte, venendo ospitato dapprima a Minusio in Svizzera, accogliendo poi a sua volta la delegazione amministrativa del Comune greco di Chania, hanno messo in evidenza l’importanza strategica di lavorare sul rafforzamento dell’attrattività territoriale.

Un Comune capace di attirare visitatori e, soprattutto, di creare flussi di visita regolari, beneficia infatti di nuovi stimoli culturali, ma anche e soprattutto di opportunità economico-commerciali, avendo modo di far apprezzare la propria offerta territoriale in termini di servizi, prodotti e attività.

Al fine di consolidare il percorso di crescita e valorizzazione delle proprie risorse, l’area del vigneto sperimentale di Cascina Ca’ Nova ben si presta per dare ancor più respiro a un progetto pilota dimostratosi già di successo.

Ubicato nel cuore biassonese del Parco Valle Lambro, il vigneto risulta raggiungibile attraverso una serie di percorsi verdi ciclopedonali che dal centro storico muovono in continuità sino al letto del Lambro.

Dal momento che parte di questi tracciati versano oggi in condizione d’incuria, venendo talvolta utilizzati anche come punti di scarico clandestino, una loro maggior integrazione all’assetto urbanistico comunale e alle risorse del Parco Valle Lambro non potrebbe che migliorarne la fruibilità, la sicurezza, così come il mantenimento della pulizia.

I mezzi per il raggiungimento di questi obiettivi possono essere qui brevemente illustrati, tenendo presente che il Comune è chiamato a rivestire un ruolo di coordinamento, dal momento che sul proprio territorio e in Brianza esistono associazioni e partner privati che già hanno esperienza d’iniziative simili alla seguente:

1)    Eseguire una mappatura dei percorsi a est del centro sportivo, sino al lungofiume, in collaborazione con i tecnici del Parco Valle Lambro, onde individuare quali siano le eventuali piante ammalorate e gli spazi panoramici di maggior effetto;

2)    Individuati i punti sensibili, metterli in evidenza anche attraverso la creazione di una mappa con Google Earth, così da avere a disposizione un documento facilmente condivisibile attraverso i canali informatici;

3)    Lanciare un concorso aperto a scultori brianzoli del legno, nella formula già ben sperimentata a Biassono del “Talent Garden” (trattandosi di attività fortemente caratterizzante la tradizione di lavoro locale), affinché artisti in via d’affermazione possano dar vita ad opere creative: o mediante la lavorazione delle piante ammalorate, o di eventuali blocchi di legno grezzo messi a disposizione dal Parco Valle Lambro (e/o eventuali partner), per ricavarne sculture/infrastrutture (ad esempio, personificazioni, seggi, panche, tavolini…) installabili nei punti panoramici individuati;

4)    Utilizzare come motivo ispiratore il tema “Spirito di-vino”, affinché le opere reinterpretino la storia del vino e dello sviluppo della sua coltura sul nostro territorio, partendo da una prospettiva di sacralizzazione della natura e preparazione “contemplativa” alla visita del polo museale di Cascina Ca’Nova.

5)    Organizzare una camminata inaugurale (con ticket di partecipazione) in compagnia degli artisti lungo il nuovo percorso-parco “Spirito di-vino”, affinché gli stessi abbiano modo di presentare le proprie creazioni e il pubblico di raccogliere impressioni utili per esprimere il proprio voto di apprezzamento;

6)    Raccogliere le preferenze espresse e sottoporle a una giuria selezionata, che decreterà i primi tre vincitori con l’assegnazione di eventuali targhe e/o premi da concordare;

7)    Promuovere il nuovo percorso “Spirito di-vino” sui propri canali di comunicazione, sulla stampa locale e sui mezzi d’informazione turistica, affinché diventi parte e occasione di visite regolari sul territorio (gruppi di cammino, attività formative e ricreative, manifestazioni tematiche). Il vigneto di Cascina Ca’Nova e la locale sezione del museo civico saranno utilizzati come punto di raccordo per far conoscere servizi, prodotti e attività del territorio raggiungibili utilizzando il percorso stesso;

8)    Trasformare la manifestazione in un appuntamento ricorrente ogni anno, affinché le opere possano essere riadattate in caso di ammaloramento dai nuovi artisti, o implementate di volta in volta, facendo di Biassono una possibile vetrina di lancio di nuovi talenti nella lavorazione del legno.  


A fronte delle iniziative da intraprendere per la realizzazione di questo percorso, mossi dall’intento di raggiungere il più ampio consenso e la più ampia partecipazione al progetto, consapevoli anche dei benefici psicofisici e sociali che un tale percorso-parco può avere sulle famiglie, i giovani e gli anziani del nostro Paese:

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Lista per Biassono impegna il Sindaco, la giunta e il Consiglio comunale tutto a sottoporre una bozza del progetto al Parco Valle Lambro e agli eventuali enti responsabili del patrimonio boschivo territoriale, affinché sia possibile avviare le procedure di collaborazione e sponsorizzazione utili alla realizzazione dello stesso entro il periodo della prossima vendemmia utile; a coordinare il lavoro dei collaboratori e dei partner in sinergia con l’Ufficio Tecnico e l’assessorato alla Cultura e alle Attività Produttive; a relazionare periodicamente sui progressi raggiunti nelle successive comunicazioni di consiglio comunale.

venerdì 18 novembre 2016

B-LOCAL: idee per il futuro dell'economia in Brianza

La Brianza si interroga sulle incertezze del futuro economico del paese e, soprattutto, sulle soluzioni possibili per innescare cambiamenti innovativi, assumere approcci più resilienti, e far fronte ad un sistema capitalistico votato all’iperconsumo che ormai chiaramente non è più sostenibile né benefico per il territorio.
Catalizzatore di queste riflessioni è Studio Apeiron, Laboratorio di arte, design e architettura a chilometro zero di Sovico, che il 10 novembre ha organizzato un evento formativo dal titolo  B-Local: Idee per un futuro prossimo dell’economia in Brianza”. Obiettivo: ragionare insieme agli stakeholder del territorio su potenziali nuove possibilità d’azione basate su economia circolare e sostenibilità ambientale. L’incontro ha rappresentato un’importante occasione di networking e confronto tra realtà locali che spesso non si conoscono ma possono trarre beneficio da uno scambio di expertise e punti di vista. Tra i partecipanti imprese locali, associazioni no profit locali e nazionali, policy maker, rappresentanti di banca, professionisti (psicologi, agronomi, sociologi, naturalisti, architetti…), lo stesso sindaco del Comune di Sovico. Parole chiave dell’incontro: responsabilità sociale, impatto zero, condivisione, sostenibilità, ri-economy, cooperazione, coesione sociale, Km zero, interdipendenza…
Ad aprire i lavori Martina Francesca di Transition Italia (nodo italiano del movimento delle Transition Town), che ha fornito un quadro sui temi della transizione, della resilienza come motore di sviluppo economico, della forza delle comunità nell’avviare processi di trasformazione basati su visioni positive e modelli più sostenibili. Dario Brivio e Francesco Cazzaniga di Studio Apeiron hanno presentato il progetto per la realizzazione di una filiera del legno a Km zero fondata sull’economia circolare. 
Nei boschi della provincia di Monza e Brianza, che peraltro si caratterizza per il consumo di suolo più alto d’Italia, si trovano molti alberi caduti o malati e diverse piante esotiche per le quali è previsto un piano di abbattimento. L’idea che Studio Apeiron propone consiste nel recupero di questi alberi per la realizzazione dei propri prodotti di design, all’interno di un circuito che ne garantisca il taglio corretto e sostenibile, l’affido a una segheria professionale per lo stoccaggio e la stagionatura e il trasporto fino allo studio per la progettazione e realizzazione finale. Garantire la filiera significa affidarsi a professionisti ed aziende certificate in grado di seguire il processo con cura e garantire un prodotto doc. 
È quindi prevista la creazione di una certificazione per i tronchi – diversa da quella usata nella filiera industriale (ogni asse è identificato con un codice) che consentirà di risalire alla provenienza, all’impresa boschiva che ha eseguito il taglio (o la raccolta), al motivo per cui la pianta è stata tagliata, fino al percorso seguito per raggiungere lo studio. L’agronomo Dante Spinelli ha fornito un’analisi dettagliata delle risorse boschive del territorio e ha illustrato le modalità attraverso cui sarà possibile mappare via GPS i tronchi che costituiscono il prodotto finale e vedere online tutta la strada che hanno percorso. A chiudere questo processo circolare Selva Urbana Lab che si occupa di compensazione di CO2 tramite nuove piantumazioni locali. Davide Cazzaniga, esperto di comunicazione ambientale, e Sara Pice, che cura gli aspetti sociali del Lab, hanno sottolineato l’importanza di agire a livello di sostenibilità riqualificando e ridando valore ad aree urbane e spazi degradati, pubblici o meno, attraverso la piantumazione urbana.
Ispirati dalla presentazione della filiera del legno a km zero i presenti, facilitati da Martina Francesca, hanno partecipato ad un momento di confronto collettivo, World Cafè, per esplorare insieme nuove idee per il futuro dell’economia in Brianza. Divisi in tavoli di lavoro i partecipanti sono stati chiamati ad interrogarsi su tre questioni principali: “come immaginano un’economia resiliente in Brianza”, “quali opportunità e ostacoli intravedono”, “Idee e proposte per il futuro”... Le domande hanno alimentato l’ingegnosità collettiva favorendo il dialogo e hanno dato vita a un interessante dibattito da cui è emerso il desiderio di fare rete, creare comunità e valorizzare le risorse umane, materiali e immateriali del territorio, costruendo una filiera più estesa che possa di fatto rappresentare un’opportunità per l’economia locale.
L’incontro è stato solo un primo momento di esplorazione a cui seguiranno altri incontri aperti, con il fine principale di connettere attori sociali ed economici di provenienze diverse, costruire una visione comune per ristrutturare insieme l’economia del territorio, rendendola più resilienti e locale, più ecologica e solidale.
Segnali forti in un momento in cui appare necessario ripensare le logiche di sviluppo e crescita, e in cui la co-progettazione, co-creazione e co-produzione sembrano essere le strategie più efficaci per riconnettere il tessuto locale e aprire la strada a nuove opportunità per il territorio rispettose del territorio stesso. Non a caso, Lista per Biassono ha recentemente depositato in Comune una proposta di mozione per un progetto di valorizzazione dei circuiti verdi interni al Parco Valle Lambro, attraverso l'arta della lavorazione del legno. Il tema sarà oggetto del prossimo consiglio comunale. 

Stay tuned!
Monica Bernardi ha studiato la Sharing Economy in tutte le sfaccettature: dal bike-sharing come BikeMi al crowd-founding, dal co-housing agli open courses in stile Eduopen .
La completezza e i risvolti sociali della sua ricerca hanno portato l'Accademia Nazionale dei Lincei a includerla tra i #GiovaniTalenti che verranno premiati in Università Bicocca a Milano il 5 dicembre 2016.


lunedì 14 novembre 2016

LASCIATE OGNI SPERANZA, OH VOI SCRUTATORI...

Albo degli scrutatori e commissione elettorale, oggi, sono in aperta contraddizione. E' questa la cruda constatazione cui giovedì scorso sono giunti Lista per Biassono e il suo rappresentante Alberto Caspani, eletto per la prima volta come unico membro di minoranza della commissione elettorale (anche in seguito all'abbandono del primo consiglio comunale della nuova amministrazione Casiraghi da parte di Biassono Civica). Ottenuta la possibilità di partecipare attivamente al procedimento di nomina dei prossimi scrutatori, in occasione del fatidico referendum costituzionale del 4 dicembre, Lista per Biassono ha comunque tentato di omogeneizzare le finalità dei due strumenti amministrativi, con l’intento di favorire la massima rotazione possibile dei ruoli designati. 

Il principio irrinunciabile, per garantire oggettività di scelta, consisterebbe nell’ottenere le designazioni attraverso il sorteggio dei nominativi: punto su cui da sempre LpB si batte, senza ottenere però ascolto. Le ragioni del diniego leghista affondano nel forte rallentamento dei lavori amministrativi, causato dalla frequente rinuncia al ruolo una volta designati, nonché dalla necessità di trovare sostituti in tempi sempre più a ridosso dell’eventuale tornata elettorale o referendaria. Effettivamente i dati raccolti nell’albo elettorale appaiono obsoleti, necessitando di una costante verifica del contesto sociale biassonese: dall'iscrizione di un volontario all’altra, studenti potrebbero essersi trasformati in lavoratori, o disoccupati in occupati, senza contare eventuali trasferimenti residenziali in sedi extracomunali. 

Preso atto di tale difficoltà (in realtà ovviabile attraverso aggiornamenti online, in tempo reale, da parte degli stessi iscritti all’albo), Lista per Biassono ha proposto un sistema misto (nomina/sorteggio) basato su criteri oggettivi. In particolare, provare a suddividere i lavori in due turni: il primo, come si è tentato di fare giovedì scorso, individuando inizialmente eventuali disoccupati cui offrire un’opportunità di remunerazione, in seconda battuta favorendo gli studenti (sia da un punto di vista del coinvolgimento nella macchina amministrativa, sia offrendo loro un supporto economico agli studi). In ultima istanza, rivolgendosi ai lavoratori attivi.

Se il gruppo dei disoccupati non risulta mai ampio, e dunque facilmente vagliabile in prima seduta, per quanto riguarda gli studenti i numeri appaiono decisamente maggiori. Per tale motivo, l’uso del sorteggio circoscritto ai loro nominativi permetterebbe di designarli come scrutatori senza far intervenire principi di scelta soggettivi; qualora poi si rivelassero non disponibili a verifica avviata, o già lavoratori, tornerebbe utile ricorrere alle ormai tradizionali liste stilate dai membri di commissione, al fine di sveltire il lavoro amministrativo. Ossia sondare personalmente la possibilità che i prescelti rispecchino i criteri di nomina condivisi: 1) sussistenza di disoccupazione; 2) condizione di studenti non lavoratori; 3) lavoratori dimostratisi attivi e partecipi verso la vita civica; 4) lavoratori con tempo libero a disposizione della comunità. 

Qui emerge però la contraddizione di cui si parlava in apertura: un albo degli scrutatori, in quanto aperto a tutti i cittadini, ha senso se, e solo se, la loro nomina avviene per sorteggio; in caso contrario, chiunque s’iscrivi pensando di godere di una possibilità “oggettiva” di essere scelto, dovrà sempre scontrarsi con una serie di criteri di selezione che rendono altamente probabile – per via dell’elevato numero di iscritti in rapporto ai posti disponibili - l’impossibilità di scelta (nella fattispecie, i lavoratori rispondenti al quarto livello di scelta). 

Sebbene i criteri condivisi possano apparire una garanzia d’oggettività, per i membri di commissione è di fatto impossibile verificare in tempi stretti tutti i nominativi in albo (posto non si voglia adottare un’archiviazione tecnologicamente più avanzata attraverso gli aggiornamenti online). Avendo a disposizione un tempo di scelta non proporzionale al numero degli iscritti, occorre infatti appellarsi a conoscenze orbitanti nelle proprie cerchie di contatti. Tradotto in parole più semplici: o i cittadini disposti a fare gli scrutatori prendono direttamente contatto con i membri di commissione, oppure possono solo sperare di essere sufficientemente conosciuti dagli stessi per entrare nel giro delle nomine.

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Tenuto conto che, seppur gratificante, il compenso per il servizio di scrutatore difficilmente incide sullo status del prescelto, avrebbe dunque senso tornare al puro sorteggio pubblico rispetto ai nominativi in albo. 

La prova dell’attuale “rinnovamento” degli scrutatori – al di là del contributo alla pluralità di LpB – sarà sotto gli occhi di tutti il prossimo 4 dicembre. Qualora anche si notassero volti nuovi, non saranno certo frutto del caso. Dall'altra, resta pur vero che se la minoranza rappresentata in commissione elettorale abdicasse a un suo contributo diretto, gli scrutatori eletti risulterebbero ancor meno plurali. 

Ai cittadini l’ultima parola: in caso di mancato ricorso al sorteggio universale nelle prossime sedute (altamente probabile, visto l’orientamento della Lega Nord), saggio sarebbe lavorare con tutta la società civile a un progetto quanto più ampio e condiviso possibile, in linea con i principi di una vera democrazia diretta. Sicuramente uno spunto da prendere in considerazione, qualora la Lega Nord tenga fede alle premesse fatte in apertura di nuovo mandato, allorché venne pubblicamente dichiarata la volontà di "rivedere lo statuto comunale e i suoi strumenti di partecipazione civica". Per il momento, il tutto si è concretizzato nell'introduzione della nuova figura di presidente del consiglio comunale, ricoperta da Mauro Rossi, risultato però nominato anche come membro di maggioranza in commissione elettorale. Una duplicità di ruolo forse non ideale per sostenere il carattere "super partes" del nuovo presidente.  

martedì 8 novembre 2016

UNA VIA "FANTASMA" PER IL PEDIBUS DI BIASSONO


Si abbassano le temperature, cresce il numero delle auto pronte a depositare i pargoletti direttamente nella aule scolastiche. Ormai è quasi una legge meteorologica, che si ripropone regolarmente ogni anno a partire dall’autunno, per resistere sino a primavera inoltrata. In sostanza, lungo la maggior parte dell’anno scolastico biassonese. Svaniti nel nulla i buoni propositi d’istituire il pedibus, progetto per cui a lungo si è battuta Lista per Biassono e capace infine di far breccia anche nelle prerogative dell’ultima giunta Malegori, il traffico alimentato da genitori troppo solerti resta però un problema quanto mai vivo e contraddittorio. 

Non a caso, diverse famiglie sono tuttora impegnate a raccogliere firme per chiedere almeno la chiusura temporanea di via Don Minzoni nei pressi della scuola media “Pietro Verri”, onde facilitare le operazioni di entrata e uscita degli studenti più grandi. Al vaglio delle possibili soluzioni per agevolare la pedonabilità cittadina, è emersa una soluzione che ha lasciato tutti tanto sorpresi, quanto spiazzati: a Biassono, nell’arco degli ultimi 30 anni, è di fatto scomparsa una via strategica. Chiunque passi oggi per l’ingresso al Parco di Costa Alta, noterà a lato un piccolo cancello che pare richiudersi sul nulla. 

Eppure, se si prendessero in mano i mappali storici del Comune, dietro quella soglia misteriosa è ancora ben segnato un sentiero che, spingendosi sino alla scuola elementare “M. L. King”, corre in coincidenza della cinta muraria del Parco, almeno sino a Cascina S. Andrea. Che ne è stato, dunque? Che fine ha fatto? Gli atti amministrativi recenti non ne danno notizia, ma il sospetto di alcuni genitori è che il sentiero (risalente probabilmente al tracciato storico del periodo romano) sia stato piano piano fagocitato dai giardini delle villette attigue, sottraendolo ad un Comune complicemente distratto. 

Certo un casus che andrebbe portato immediatamente al vaglio della legge, passibile di eventuali espropri verso chi, sulla carta, non potrebbe vantare alcun diritto, trattandosi di patrimonio pubblico. Se la via fosse ancora aperta, per gli alunni delle elementari si prospetterebbe infatti un passaggio verso via Costa Alta in totale sicurezza, perfettamente integrato nell’habitat naturale del parco, nonché in grado di stemperare il consueto affollamento di genitori ed auto che si crea davanti alla scuola di S. Andrea. 

Dall’altra, il sentiero potrebbe collegarsi ai tracciati già ben marcati all’interno del Parco, permettendo un comodo deflusso anche verso l’area di Costa Bassa. Insomma, una vera e propria “greenway” capace di offrire una boccata d’ossigeno a un traffico scolastico urbanisticamente sempre più inaccettabile e assai poco ecologico. Ogni nuovo piano di viabilità locale dovrebbe allora prendere in considerazione quest’opzione, benché il primo vero passo per un miglioramento della situazione spetti anche e soprattutto alle abitudini di vita dei biassonesi stessi. Brianzoli della specie più pigra, pronti a cavalcare l’auto persino per i pochi metri che li dividono da casa alla chiesa, replicando analoghi problemi durante il weekend.