Leggo sul Giornale di Carate che il nostro sindaco è bravissimo a fare il processo alle intenzioni.
Esattamente come avvenuto il 17 marzo scorso, in occasione della giornata dedicata al 150° dell’Unità d’Italia (quando il primo cittadino sosteneva che i festeggiamenti fossero un’iniziativa anti-lega), questa volta nel mirino è finita la serata Biassonesi dal Mondo.
Strano concetto della storia: non abbiamo più le testimonianze dei diretti interessati che possano confermare come l’Unità d’Italia, dopo 150 anni, fosse stata pensata ed attuata solo perché il sindaco di Biassono potesse affermare una verità simile.
Chissà cosa ne penserebbero i famosi 435 garibaldini lombardi (di cui 174 bergamaschi e 63 bresciani) che, nonostante l’origine padana, già allora tramavano contro la Lega Nord.
A codesto signore non viene in mente, anche solo per un momento, che qualcuno possa fare qualche cosa a favore invece che contro? Forse è questione di DNA.
Ormai è un disco rotto: ripete lo stesso brano indipendentemente dall’evento.
La serata era aperta a tutti, anche ai leghisti, che avrebbero potuto criticarla dopo averla vissuta in prima persona. Di loro non si è vista ombra.
Però il sindaco parla. Parla comunque. Parla di discriminazione nei confronti degli italiani, a cui era chiesta la cifra di 15 euro a sostegno della serata, mentre agli stranieri veniva offerto gratis un buffet in cambio di un dolce tradizionale; è vero, in questo ha ragione, noi italiani abbiamo sostenuto le spese della serata in quanto ospiti: più che di discriminazione, direi che è questione di stile. Chissà. Forse il sindaco quando invita qualcuno a casa sua, gli fa pagare la cena.
Fabrizio Baccenetti