Diceva il conte Verri...

"La voce della verità comincia da lontano a farsi ascoltare, poi si moltiplicano le forze, e la opinione regina dell'universo sorride in prima, poi disputa, poi freme, poi ricorre alle arti, poi termina derisa: questo è il solito gradato passo che fa la ragione a fronte dell'opinione" (Pietro Verri)

mercoledì 13 giugno 2018

Il difensore civico e lo smemorato di Biassono


Il Consiglio comunale di Biassono, nella seduta del 7 giugno, ha finalmente deliberato l'approvazione dello schema di convenzione tra il Difensore Civico della Regione Lombardia e il nostro Comune per il servizio, appunto, di difesa civica.

Il Consiglio comunale di Biassono ha finalmente riconosciuto che la collaborazione tra il Difensore e le associazioni di enti locali “costituisce una buona opportunità per diffondere la conoscenza della difesa civica soprattutto in quei Comuni privi di difesa civica comunale”.

Il Consiglio comunale di Biassono ha finalmente ritenuto “utile e opportuno” per la comunità amministrata stipulare una apposita convenzione con il Difensore Civico regionale.

Legittima, quindi, la soddisfazione del sindaco Casiraghi, il quale si è ascritto l'impulso  ed il merito dell'iniziativa.

Abbiamo voluto enfatizzare quel “finalmente”, perché a Biassono, tutte le amministrazioni precedenti hanno sempre teso a considerare la figura del Difensore Civico come superflua ed irrilevante. Vano, nel corso degli anni, ogni tentativo di Lista per Biassono di farne riconoscere il ruolo di garante dei diritti della cittadinanza nei confronti dell'agire della pubblica amministrazione. Al punto da negarne perfino l'evidenza: “non sono a conoscenza di proposte di Lista per Biassono volte all'istituzione del Difensore Civico”, ha dichiarato il nostro Sindaco alla stampa locale.

Al solo scopo di rinfrescargli la memoria, e senza alcuna vis polemica, ci permettiamo quindi di rimandare qui alla pubblicazione dell'ultima mozione che avevamo presentato nel 2014 (benché tentativi siano stati portati avanti anche ben prima di quella data).

Lista per Biassono chiedeva al Sindaco e alla Giunta di stipulare apposita convenzione a titolo gratuito col Difensore Civico di Regione Lombardia, allo scopo di poter assicurare anche alla collettività biassonese il diritto ad usufruire pienamente dei servizi della difesa civica. Tutti e 9 i consiglieri leghisti presenti votarono, allora, contro la Mozione di Lista per Biassono, bocciandola. Luciano Casiraghi, attuale sindaco, era tra i 9 presenti e votanti ma, evidentemente, era distratto o pensava ad altro.

Ad ogni buon conto, anche se con quatto anni di ritardo, tutto è bene quel che finisce bene. Il felice epilogo di questa come di altre precedenti proposte (Consiglio comunale dei Ragazzi, Casa dell'Acqua) ci induce a ritenere che, magari tra qualche anno, potranno trovare udienza presso la maggioranza leghista anche altre istanze di Lista per Biassono che a suo tempo ebbero a scontrarsi con l'intransigenza e la pregiudizialità dell'Amministrazione.

Ci riferiamo alla proposta relativa all'istituzione del Pedibus quale mobilità alternativa per gli studenti biassonesi, a quella concernente gli orti urbani, alla creazione di un Roseto della Pace in Villa Verri....beh, fermiamoci qui. Meglio non sognare ad occhi aperti. 






lunedì 4 giugno 2018

Giù le mani dall'Italia!

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Il Presidente della Repubblica è molto più della persona fisica e storica che ne ricopre la carica, ma ai nostri amministratori questa differenza sfugge. Neppure il sindaco Luciano Casiraghi, infatti, è riuscito a sottrarsi all'appello della Lega Nord a mettere in pratica azioni dal forte carattere simbolico, volte a delegittimare le Istituzioni nazionali in modo totalmente distorto. 

Il suo nome è apparso nel novero di quei primi cittadini brianzoli (Albiate, Ceriano Laghetto, Lazzate, Meda, Renate, Varedo) che hanno od avrebbero sfrattato dai propri uffici il ritratto del Capo dello Stato. Contestando Sergio Mattarella, non si sono resi conto di contestare loro stessi, in quanto diretta espressione dell'autorità dello Stato italiano e dell'unità che lega in modo interdipendente le figure di potere democratico dal vertice alla base. Lo Stato è un corpo unico, seppur con diverse funzioni, ed è assurdo che una mano possa prendersela con la testa. L'esposizione del ritratto del Capo dello Stato, ancorché non obbligatoria, è una consuetudine consolidata in tutti i Comuni perché simbolo dello Stato che si riconosce nel suo Presidente: emblema dell'unità nazionale. 
Defiggerlo diventa allora un atteggiamento di disprezzo nei confronti dell'intero apparato istituzionale italiano, del Paese e della sua unità territoriale, culturale e civile.

Ha tuonato la Segreteria provinciale della Lega Nord: “i nostri sindaci rispondono da sempre al popolo che li ha eletti. Nei nostri uffici preferiamo un simbolo di libertà come quello di Alberto da Giussano”.

Gli ha fatto eco, ed ha dichiarato alla stampa il nostro Sindaco: “abbiamo sempre avuto la statua di Alberto da Giussano; non c'è mai stata invece la foto del Presidente. I miei colleghi predecessori della Lega non l'hanno mai esposta nel loro ufficio e non l'ho fatto neppure io”.

Casiraghi dovrebbe però tenere bene a mente che lui non deve rispondere solo ed esclusivamente al “popolo che lo ha eletto” (peraltro una minoranza), ma che rappresenta l'intera collettività biassonese, proprio come la sua carica rappresenta una singola funzione di un unico corpo: l'Italia. Casiraghi, dunque, risponde anche a quella parte che è stanca di provocazioni e che, a pseudo tradizioni “lumbard” e a grotteschi riti delle ampolle, si riconosce nel rispetto delle Istituzioni democratiche. Nel rispetto dell'Italia.