Diceva il conte Verri...

"La voce della verità comincia da lontano a farsi ascoltare, poi si moltiplicano le forze, e la opinione regina dell'universo sorride in prima, poi disputa, poi freme, poi ricorre alle arti, poi termina derisa: questo è il solito gradato passo che fa la ragione a fronte dell'opinione" (Pietro Verri)

martedì 31 gennaio 2017

NUOVE NUVOLE SUL COMANDO DI POLIZIA DI BIASSONO

In virtù dei decreti sindacali 1 e 2 emessi per il caso Piacentini, l'amministrazione comunale lascia intravvedere una via di gestione nei rapporti con la Polizia locale che potrebbe portare a un'ulteriore ridefinizione degli equilibri odierni.

Situazione sempre più complessa per la Polizia locale. Col rientro in servizio dell’agente Andrea Foffano, per lungo tempo trasferito a incarichi amministrativi a causa della sua denuncia contro i comportamenti inappropriati al Comando di Biassono, potrà ora succedere di tutto. 

Da una parte resta un ambiente di lavoro inevitabilmente segnato dalle recenti vicissitudini, dall’altra torna sì in servizio un agente in più, ma per un mese di prova appena. Foffano è infatti in attesa della prima udienza nella causa di lavoro intentata contro l’amministrazione comunale proprio per il suo precedente demansionamento. Insomma, i fragili equilibri ristabiliti a Biassono potranno risentire sia degli esiti legali, sia dei rapporti stessi fra il personale e la giunta. 

sabato 28 gennaio 2017

UNO SPONSOR IMPERIALE PER VILLA VERRI

Con l'avvio delle celebrazioni per i 300 anni dalla nascita dell'Imperatrice asburgica Maria Theresa, anche l'eredità monumentale di Biassono può inserirsi nei progetti di finanziamento europei e nazionali. Dal nuovo regolamento d'utilizzo delle sale pubbliche all'appartamento abbandonato in Villa Verri, tutte le opportunità da non sprecare.  

Biassono e Vienna mai così vicine. In virtù dell’anniversario che festeggia i 300 anni dalla nascita dell’Imperatrice asburgica Maria Theresa, il 2017 potrebbe dischiudere notevoli opportunità per il rilancio di Villa Verri e del nostro Comune, il cui legame con la corte austriaca fu a dir poco privilegiato. Se ogni martedì mattina i biassonesi hanno modo d’intrattenersi al mercato civico, lo devono innanzitutto alla gentile concessione che la grande sovrana accordò al Conte Gabriele Verri, suo consigliere a Vienna e, forse, ben più che un amico personale. Pettegolezzi settecenteschi a parte, visto che Biassono fu fra i primissimi e pochi Comuni a godere di questo privilegio in Brianza, resta una preziosa testimonianza vergata nell’ufficio del Sindaco, ma soprattutto l’ampia eredità culturale e materiale rappresentata da Villa Verri, cuore della scena illuministica italiana di allora: già in passato Lista per Biassono aveva messo sul tavolo importanti progetti di valorizzazione dell’immobile, ma un primo semplice passo potrebbe essere compiuto proprio quest’anno. 

domenica 22 gennaio 2017

LA SFIDA EDUCATIVA DEL MAESTRO NELLO PIERONI

Una scuola d'avanguardia. Nello Pieroni, maestro in quiescenza da oltre vent’anni, è stato il protagonista della serata di sabato scorso, 14 gennaio, dedicata alla sua lunga esperienza di scuola attiva, attuata a Biassono tra il 1979 e il 1994: anni di sperimentazione e formazione resistiti nel tempo, grazie soprattutto all'impegno sociale delle generazioni da lui cresciute. Il suo metodo d'insegnamento, però, appare oggi ancor più di ieri una pericolosa sfida al modello unidimensionale di società in cui viviamo, nella quale ogni capacità critica autonoma è vista come elemento perturbatore degli equilibri acquisiti. 
L’iniziativa è stata organizzata dal museo civico "Carlo Verri", che ha curato la digitalizzazione del materiale cartaceo elaborato negli anni dalle scolaresche biassonesi del maestro. Il materiale è ora a disposizione della cittadinanza e può essere consultato on line sul sito del museo.
Si tratta di 16 volumi ciclostilati a mano, foglio per foglio, dai bambini stessi insieme al loro maestro; nelle pagine di "Noi e gli altri", il giornalino scolastico, venivano documentate le conversazioni quotidiane riguardanti gli argomenti più disparati, le ricerche sul campo e le esperienze dirette vissute a stretto contatto col proprio territorio e la sua comunità. 

Una pratica didattica a misura di bambino, quella adottata dal maestro Pieroni, attenta ai loro bisogni, alle loro sensibilità, alle curiosità e ai tempi di ciascuno. Il maestro, durante la serata, ha illustrato una giornata tipo della sua scuola attiva che prendeva le mosse dagli studi di J. Dewey, ideatore dell’attivismo pedagogico: un metodo educativo che ebbe origine alla fine del XIX secolo. Il maestro ha ricordato anche la figura fondamentale di Mario Lodi, amico e collaboratore col quale ha condiviso l’idea di una metodologia innovativa, secondo la quale l’apprendimento parte dal bambino, dal suo mondo, da ciò che conosce e gli è caro, per questo è necessario associare qualsiasi materia con la vita di tutti i giorni.

IL METODO PIERONI
La mattinata iniziava con la conversazione su argomenti vicini all’esperienza dei bambini, ma anche riguardante temi impegnativi come la guerra e l’amore e gli altri sentimenti. Le conversazioni venivano registrate e quindi battute a macchina sulle “matrici” che venivano poi corredate dai disegni dei bambini e ciclostilate in classe durante il pomeriggio. Nel giornalino finivano anche le storie inventate collettivamente, ricche di fantasia e di ingenua saggezza, le osservazioni scientifiche raccolte nel parco di Monza, o per i sentieri del paese alla ricerca di erbe spontanee e di fiori che venivano poi catalogati o diventavano i protagonisti di simpatiche storielle. Si relazionavano le attività svolte nell’orto dove le scolaresche piantavano e curavano la crescita delle verdure o ancora spiegavano le fasi salienti della bachicoltura, sperimentata sul campo in collaborazione col museo e alcuni contadini. Lo studio della storia, infine, si basava sulle testimonianze degli anziani intervistati da bambini.
In questo modo il maestro e suoi alunni hanno ricostruito anche il periodo della Resistenza a Biassono e in Brianza, raccogliendo il materiale in una preziosa monografia che documenta quel periodo storico in modo dettagliato, donando ai bambini la possibilità di indagare e riflettere sulla memoria del loro passato.

LA MEMORIA VIVENTE
Il maestro Nello ha letto alcuni testi prodotti dai suoi alunni che, ci ha tenuto a sottolineare, nel gruppo si sentivano liberi di esprimere le proprie idee e le proprie emozioni, sicuri di essere rispettati dal maestro e dagli altri compagni e aiutati quando si trovavano in difficoltà. L’atmosfera in classe era sempre frizzante, molto partecipata, collaborativa e dinamica, tutti presupposti indispensabili all’apprendimento.
Tradiva emozione nel leggere quelle pagine e lo era anche chi fra il pubblico ha condiviso quei momenti come alunno, come genitore o collaboratore esterno alla scuola.
Da genitore di un suo alunno non posso che ringraziare infinitamente Nello Pieroni per la passione e l’impegno che ha sempre profuso nello svolgimento del lavoro di insegnante, che andava ben aldilà del semplice dovere. Per la “buona” scuola che ha regalato ai nostri ragazzi, rispettando i loro tempi e le loro attitudini, riuscendo ad appassionarli alle materie, a coinvolgerli attivamente, a motivarli nello studio e nella ricerca rispettando le diversità di ciascuno, portandoli infine all’acquisizione di ottime competenze.
Una pratica didattica innovativa che a quei tempi, bisogna dirlo, a Biassono non venne risparmiata da critiche e diffidenze.

IL PUNTO DI VISTA DEI COLLEGHI
Da collega del maestro mi scoraggia vedere che oggi nella scuola, costretta a una pratica sempre meno attiva, “ci si prepara” perennemente alla prove Invalsi, sacrificando ore di buona didattica per allenarsi ai quiz che devono valutare studenti e docenti. Per non “fare brutta figura” si modella la programmazione in modo da addestrare il più possibile la classe alla modalità di lavoro con prove a crocette su testi avulsi dalla realtà quotidiana e alle nomenclature grammaticali imparate a memoria, stile anni Sessanta.
Ma queste prove non misurano la buona didattica né il buon insegnante. Lo sanno bene gli ex alunni del maestro che nel corso dei cinque anni trascorsi alle elementari non hanno avuto l’assillo di verifiche preconfezionate da persone estranee al loro mondo e alla loro esperienza, ma piuttosto hanno sperimentato il gusto della scoperta quotidiana del loro territorio e del mondo fisico e sociale che li circondava.
Grazie maestro Nello!
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Vittoria Sangiorgio

mercoledì 18 gennaio 2017

Il caso del comandante in divisa nazista non è chiuso

Anno nuovo, nuovo Comandante della Polizia. Nessuno si sarebbe aspettato un avvio di 2017 così destabilizzante, ma nell’era di Internet e dei Social Network tutto può ormai cambiare in nanosecondi. Persino la reputazione di una persona. Se Giorgio Piacentini è stato destituito dalla sua carica, a distanza di poco più di una settimana dalla sua apparizione su Facebook in divisa da SS nazista, una non trascurabile parte di Biassono si è rivelata meno all’altezza della situazione di quanto paradossalmente abbia dimostrato il Sindaco Luciano Casiraghi. Benché la sua decisione abbia preso più tempo di quanto molti si aspettassero, il primo cittadino non ha avuto infine dubbi sulla gravità della situazione: perché al di là della persona Giorgio Piacentini e delle sue eventuali passioni per le ricostruzioni storiche, una carica istituzionale democratica non può assolutamente essere minata da simbologie e richiami a un’ideologia macchiatasi dei peggiori crimini contro l’umanità. Questo è un punto fermo su cui qualsiasi mediazione e compromesso è impossibile: o si accettano le regole dello Stato di cui si è diretti rappresentanti, o ci si pone fuori da questo stesso Stato. Per combatterlo, per sprezzarlo, o semplicemente per evitarlo, ma in ogni caso ben sapendo che entità di natura del tutto diversa si stanno fronteggiando mortalmente.

Ogni altra forma di mediazione, al contrario, significa rifugiarsi solo in un’omertosa zona grigia dove muore la vigilanza civica dei valori democratici, a favore di quel velenoso farmaco il cui effetto finale è inevitabilmente l’estremismo.

Che persino il Comandante della Polizia Locale di Biassono, funzionario pubblico e, come detto, grande appassionato di storia, non sia stato sfiorato dal benché minimo dubbio in ordine all'enormità del suo gesto e dei suoi commenti, la dice lunga circa la situazione della “Memoria” nel nostro Paese. Che i commercianti di Biassono si siano messi a raccogliere firme per solidarizzare con il Comandante Piacentini, mostra la loro totale incomprensione del fenomeno. Che altre voci civiche abbiano buttato tutto nel calderone della solita giunta leghista incapace di gestire i rapporti con la polizia, limitandosi a un paternalistico scappellotto al Comandante, o ancor peggio parlando dell’ennesima “goliardata”, hanno definitivamente mancato il segno.

Vestire la divisa nazista e rifarsi anche indirettamente ai suoi valori non è affatto un pessimo scherzo. E’ una dichiarazione di guerra allo Stato Italiano. Giustissimo, dunque, il provvedimento di destituzione adottato dal Sindaco e, nella speranza la vicenda abbia fatto comprendere a Piacentini quello che si spera esser stato solo un suo “errore di valutazione”, il caso non si chiude certo qui.

L’arrivo del nuovo comandante pro-tempore Mario Girelli, già in forza alla polizia del Parco delle Groane, dev’essere solo il primo passo di quell’azzeramento del corpo della polizia più volte invocato dalla stessa amministrazione comunale. E’ chiaro che, alla luce di rapporti interpersonali sempre più compromessi - sia fra i vigili urbani, sia fra loro e l’amministrazione comunale – non sarà possibile ripristinare alcun ordine stabile, sino a quando l’attuale squadra non sarà stata rifondata. I biassonesi non potrebbero sopportare la ripetizione del medesimo copione recitato in occasione del precedente scandalo dei “vigili ballerini”, né un'analoga conclusione. Demansionamenti in biblioteca, apertura di ricorsi e contro-ricorsi, licenziamenti improvvisi, non tutelano affatto Biassono.

E sì che, il 5 dicembre 2014, l'allora amministrazione Malegori decretava conclusa l'annosa vicenda “Vigili urbani”. Lo avevo sancito con un comunicato ufficiale dal titolo oggi tragicamente ironico: “Nessuna negligenza, ma decisa fermezza nella gestione della Polizia Locale”.  Vi si potevano testualmente leggere frasi del tipo: “il Sindaco e la Giunta di Biassono hanno piena fiducia nell'operato del nuovo comandante della Polizia Locale, chiamato per continuare il percorso di rinnovamento e riorganizzazione iniziato nel 2012”. .........."Comandante cui spetta l'incarico di ricostruire una credibilità dell'intero Servizio, che gli ultimi fatti hanno minato pesantemente"........ E ora serve anche che il Municipio, la casa di tutti i biassonesi, torni ad avere le pareti di cristallo; occorre la massima trasparenza; basta tenere tutto nelle segrete stanze di Villa Verri.

In quest’ottica e con questa logica, nei giorni scorsi Lista per Biassono aveva ufficialmente richiesto la convocazione di un Consiglio Comunale straordinario aperto, proprio per affrontare la vicenda nel modo più consapevole. Il sindaco, pur respingendo la convocazione, ha quanto meno tenuto fede alla promessa di risolvere il caso in tempi leciti.


Ora l’auspicio è che questo processo non scivoli nell’inedia del passato, ma proceda con fermezza verso un inderogabile rinnovamento, così come nell'individuazione delle responsabilità personali e amministrative emerse nell'intero percorso compiuto sino a oggi. A Biassono sarà così restituita non solo una polizia locale nel pieno delle sue funzioni, ma anche quella dignità che per due volte noi tutti abbiamo perso di fronte all’Italia intera.