La stazione ferroviaria è di nuovo al capolinea. Mura scrostate, una sala d’aspetto che qualcuno deve aver scambiato per le vicine toilette sempre chiuse, grondaie dai cigolii inquietanti. Solo per fare tre rapidi esempi di un degrado ben più ampio, ormai evidente a tutti. Eppure i flussi di pendolari che ogni giorno vi fanno capolino continuano a crescere. In assenza di una razionalizzazione del traffico su gomma, la ferrovia resta infatti il mezzo migliore e più rapido (persino di fronte ai ripetuti ritardi delle corse) per raggiungere Milano o il cuore della Brianza. Ecco perché andare avanti con una politica d’interventi a tampone non può giovare a nessuno: né all’amministrazione comunale, che investe soldi in restauri destinati a sbiadire nel giro di poche stagioni, né tanto meno agli affezionati della linea, incapaci di tutelare lo stabile dal suo sostanziale isolamento.
La posizione defilata della stazione, anche in presenza di una o più videocamere di telesorveglianza, offre comunque un comodo rifugio per vagabondi o teppisti, mentre l’umidità rilasciata dal vicino parco non agevola affatto la preservazione di una struttura abbandonata a se stessa.
La risposta definitiva al suo rilancio non è poi tanto dissimile da quanto già fatto su altre realtà del territorio: considerata la graziosità dell’edificio storico, andrebbe recuperato esteriormente preservandone lo stile originario, ma riadattato al suo interno per ospitare un pub o bar che intensifichi il suo utilizzo al di là delle fasce orarie di pendolarismo. Senza nulla togliere all’associazione che oggi occupa una sezione dello stabile (facilmente rilocabile in una sede più vicina alla vita del paese), i due spazi disponibili andrebbero destinati ad un’attività di ristorazione/ricreazione utile sia per il risveglio dei pendolari della prima ora, sia per i tifosi sempre in cerca di uno schermo per seguire la squadra del cuore o per un aperitivo conviviale.
D’altra parte i numerosi parcheggi a ridosso della ferrovia agevolerebbero la sosta presso la stazione, mentre la vietta defilata ove l’edificio sorge sembra invitare già di per sé a trattenersi in compagnia presso uno spazio comodamente protetto. Con un aspetto decisamente più gradevole, forse le Ferrovie dello Stato tornebbero a concedere almeno un distributore automatico di biglietti ed un servizio d’aggiornamento all’altezza dei tempi. Da parte loro, persino i cittadini si sentirebbero più stimolati verso eventuali iniziative di recupero e riarredo, sapendo di poter disporre di un nuovo e suggestivo spazio d’aggregazione (Alberto Caspani).