...OVVERO COSA COVA IL NIDO DI BIASSONO
Giovedì 21 marzo ho avuto un
incontro prima con l’assessore ai Servizi sociali Nadia Beretta, poi col
sindaco Malegori; avevo chiesto un appuntamento per ottenere chiarimenti sulle
sorti dell’asilo nido comunale, la cui struttura (il castello tutto colorato
che si trova nell’area ex-Sassatex, in prossimità di via Adua) è sì pronta
ormai da mesi, ma parlando d’apertura nulla si vede ancora all’orizzonte.
Infatti, come forse pochi sanno, la gara d’appalto che scadeva a ottobre 2012 è
andata deserta e a quanto pare nessuna cooperativa ha oggi intenzione d’occuparsi
della gestione di questi spazi.
Già a gennaio mi recai presso l’ufficio Servizi
sociali del Comune per avere notizie e la responsabile del settore, Elena
Cattaneo, mi diede la sua versione dei fatti: malgrado i complimenti ricevuti
da più parti, per via dell’originale architettura dell’edificio e per la
stesura del bando della gara d’appalto, questa stessa è però andata deserta
causa i tempi di crisi, che vedono persino molti asili nidi privati semivuoti. Conseguentemente,
anche un asilo nido così grande (60 i posti disponibili) costituirebbe un onere
eccessivo, nonché un rischio per qualsiasi impresa.
Alla fine di questa mia
prima indagine ero dunque andata via con l’idea che il Comune avrebbe preparato
un nuovo bando, ridimensionando il progetto: la proposta dovrebbe consistere
nel dividere gli spazi interni dell’edificio tra un nido, una sezione primavera
di scuola materna e qualche sezione di materna. Bene, ho pensato, ma subito
dopo ho chiesto a che tipo di materna l’amministrazione comunale volesse
sottoporre quella sede; e qui si è svolto tutto come previsto: “Insomma, la
materna Segramora non ha una sezione primavera e del resto le sue aule stanno
scoppiando, quindi un’ipotesi suggerirebbe di creare una succursale del
Segramora”.
Temo in realtà sia l’unica ipotesi. Anche perché quando ho poi chiesto
al sindaco se avessero preso in considerazione l’idea di aprire una materna
comunale o statale, ho ben presto capito che altre soluzioni non rientrano
nell’orizzonte di questa giunta. Insomma, la cosa più ovvia per loro è dare
nuovi spazi a una materna privata, anziché cominciare a pensare di destinare
risorse ad un asilo comunale; soldi il Comune non ne ha, ma evidentemente
qualcosa ha accantonato se si accolla parte delle rette del Segramora col
contributo economico dato alle famiglie pronte a iscrivere lì i propri figli,
se sempre al Segramora manda la propria psicopedagogista per interventi di tipo
educativo, se il sindaco ammette che “c’è da fare ancora tanto per migliorare quella
realtà e noi ci stiamo lavorando su e destineremo nostre risorse proprio a tal
fine”.
Allora ho detto la mia: certo
avere un nido comunale sarebbe bellissimo, lo aspettiamo da anni – noi e tante
altre famiglie che finora si sono dovute rivolgere ai nidi privati – ma quasi
quasi sarebbe un sogno, una specie di lusso; invece, una materna pubblica no,
non può restare un sogno e nemmeno un lusso, ammettiamo che non si tratti di
scuola dell’obbligo, ma chi pensa di non mandare i propri figli all’asilo a tre
anni? E invece, chi vive a Biassono non ha scelta: o il Segramora o niente.
L’alternativa
è infatti “emigrare”, indagare per scoprire dove nei Comuni circostanti ci sia
posto per i non residenti, iscrivere i bambini altrove, sperare di vederseli
accettati o restare in una bella lista d’attesa. A quanti biassonesi è infatti
successo? Molti, secondo me. Mi sento allora replicare: “Ma perché non mandare
i suoi figli al Segramora?” - e rispondo che non condividiamo la linea
educativa di quell’asilo, perché non essendo credenti non vogliamo che i nostri
figli ricevano un’istruzione religiosa; e cosa mi rispondono mezzi divertiti e
col sorriso sulle labbra entrambi i nostri amministratori, rappresentanti delle
nostre istituzioni?
“Ma, signora, una preghiera non ha mai fatto male a
nessuno! Pensi che io ho iscritto mio figlio in un collegio religioso, ma
questa è questione di scelte personali, ovviamente”. Trasecolo. Sinceramente,
non mi interessa affatto dove abbia iscritto suo figlio, caro assessore, perché
qui non stiamo facendo un’amichevole chiacchierata, io le sto chiedendo conto
di un problema serio, che coinvolge la cittadinanza e se proprio vuole parlare
di scelte personali, qui a Biassono questa libertà di scelta non è garantita.
Quando ci rivolgiamo ai Comuni confinanti, e chiediamo quante possibilità ci
siano che i nostri figli siano accolti nelle loro materne, sapete cosa rispondono?
“Dovreste pretendere una materna dal vostro Comune, dal momento che siete
l’unica realtà della zona che offre solo una soluzione privata!”. Come dargli
torto?
Noi paghiamo le tasse, noi, e che
ne fanno i nostri amministratori? In un ambito così importante come la scuola
materna, le devolvono interamente a una struttura privata e pensano solo
evidentemente ai cittadini che li hanno eletti e non al bene dell’intera
cittadinanza: questo non è il sindaco di tutti i biassonesi, ma solo dei suoi
elettori – anche se comincio a pensare che anche tra quelli molti sarebbero
favorevoli all’istituzione di una materna senza rette e, perché no, laica.
Tra l’altro mi chiedo perché per
il nido si preveda (giustamente, essendo cosa pubblica) un bando che implica
controlli, verifiche e rinnovo non tacito tramite nuovo bando al massimo dopo 5
anni, mentre si possa decidere d’affidare la scuola dell’infanzia nelle mani
del Segramora senza colpo ferire e per sempre! Con tutti i soldi che già gli
danno!
Alla fine l’unico a giovarsene
sarebbe il Comune, che potrà dire di aver pensato al bene dei cittadini
offrendo il nido, mentre da ben 16 anni avrebbe potuto offrire il servizio
convenzionando le tre strutture esistenti, strada scelta attualmente dalla
maggior parte dei comuni e finanziata anche da iniziative della Regione
Lombardia. Dove si è mai visto un comune di quasi 12mila abitanti con 3 nidi,
anzi 4 fino a due anni fa!? (Lissone fino a due anni fa aveva 3 nidi per 44mila
abitanti! Sovico un solo nido per 8mila!).
Raccogliamo quindi l’appello
degli amministratori nostri vicini e facciamoci sentire, facciamo di questa
vicenda una battaglia di civiltà, prima che un altro spazio costruito con le
nostre tasse e che potrebbe essere una grande e bella novità per tutti, e dico
tutti, i bambini di Biassono diventi un altro angolo di privato, un altro luogo
che invece d'includere esclude.
Chiara Galdi
I soldi pubblici per l'interesse del privato,nulla di nuovo sotto il sole e ancora una volta non riesco a stupirmi di questi eventi che a Biassono sono divenuti una sorta di ripugnante normalità. E' vero che in tempi di frisi i soldi mancano,ma come ci sono soldi per il rifacimento del centro storico,cosa non del tutto indispensabile a mio parere,dovrebbero essercene per organizzare una asilo o una materna comunale,senza nulla togliere alla Segramora ma non è corretto che il territorio sia monopolizzato da una sola scuola materna o in alternativa da più asili nido privati. Molti biassonesi portano i propri figli in altri paesi limitrofi come Macherio,Sovico e Macherio dove ci sono liste d'attesa infinite,questo indica che c'è richiesta,quindi che problema ci sarà mai nel fare un asilo comunale a Biassono,in ogni caso verrebbero persone anche da altri paesi e gli introiti sarebbero sicuramente sufficienti a garantire un utile,considerando che in molti paesi gli asili comunali sono una realtà ben radicata da anni,è vero,magari le entrate per il comune saranno inferiori a quello di un possibile appalto al privato,ma ricordiamoci che il comune non è un una SPA o una azienda,il suo intento non è quello di fare utili ma di fornire servizi al cittadino.
RispondiEliminaSono una mamma di una bambina di 4 anni, che dopo aver speso metà del mio stipendio per due anni e mezzo per poter garantire a mia figlia un asilo nido (PRIVATO!!! Sì QUELLI LI POTEVO SCEGLIERE...E NON CONVENZIONATO, OVVIO) che la tenesse quando ero al lavoro, mi sono vista negata anche la possibilità di poter iscrivere mia figlia almeno per la scuola dell'infanzia a una struttura pubblica in questo Comune. Ma niente, le possibilità non ci sono, come ben descrive la nostra misera situazione la signora Galdi. Non volendo anche io iscrivere mia figlia ad una scuola privata cattolica (scelta? libertà? parole dimenticate a Biassono ormai da anni) per volontà mia e di mio marito, mi sono dovuta rivolgere alla scuola dell'infanzia STATALE presente per fortuna a 5 minuti da casa, nel territorio del Comune di Macherio. Non è la sede per parlare dell'ottimo lavoro eseguito in quella struttura, ma credo che non si stupirà nessuno a sapere che su 29 bambini della sezione di mia figlia, ben 6 abitano a Biassono. E questo solo nella sua sezione. Vogliamo contare le altre?
RispondiEliminaCari concittadini e cari amministratori, che dite, sarà il caso di cominciare a farsi delle domande? E in fretta, anche a darci delle risposte!!!!
Damiana Pessina
purtroppo le risposte loro le hanno date e naturalmente non sono condivisibili! sono la mamma di quattro figli di cui tre ormai grandi: due hanno frequentato la scuola di Macherio e l'ultima l'asilo Segramora. Evitando in questa sede di fare i doverosi e inevitabili confronti tra una scuola che stimola e una che per tre anni ti propina angioletti da colorare, ora sto ripartendo da zero con il mio quarto figlio che ha 7 mesi e devo pensare ad un nido. avevo esultato alla notizia di un nido comunale ma questa amministrazione ha nuovamente dato il meglio di sé. mi domando innanzitutto se, nell'ipotesi che una parte della struttura del "castello" fosse destinata a scuola dell'infanzia (ipotesi comunque molto ben accetta) sia lecito che l'amministrazione comunale affidi la gestione di una struttura costruita con denaro pubblico ad un gestore privato senza una gara ad evidenza pubblica ma per affidamento diretto. affido la risposta a qualcuno più ferrato... intanto cercherò di rendere più trasparente possibile le mosse di questa giunta e naturalmente firmerò la petizione
RispondiElimina