"Sapete una cosa? La
foto del poliziotto biassonese vestito da nazista non mi ha indignato. No,
nemmeno un po’. La notizia mi è entrata da un orecchio e mi è uscita
dall’altra. Non mi ha toccato neppure la recente notizia della sua
reintegrazione sul posto di lavoro come comandante di Biassono. Non perché io approvi il gesto, un fatto
secondo me grave, nell’infantile innocenza che ha portato alla sua
realizzazione, ma perché mi pare un evento tutt’altro che raro, oramai
normalizzato. Come può stupirmi il comandante in divisa da SS se qualche mese
fa i muri di Biassono sono stati tacitamente imbrattati di scritte razziste,
quali, ci tengo a ricordare: “Bruciate i negri”?
Come posso essere sorpreso da
un selfie goliardico se i casi di legami tra forze dell’ordine e gruppi di
estrema destra sono riportati con allarmante periodicità dai giornali? In un
paese nel quale un mafioso, un fascista, prende a testate un giornalista
davanti alle telecamere, dovrei realmente fingere sorpresa sentendo una notizia
così stupida? Normalizzare. Normalizzare un reato, per renderlo legalità, a
discapito di una costituzione che è nata sul sangue della Resistenza, questo
sta accadendo. Di questi tempi, vi confido con tutta sincerità, sono messo io
dalla parte del torto, io che mi professo antifascista, nonostante tutto quello
che il mondo ha patito sotto l’oppressione del totalitarismo nazifascista.
E il
primo che viene ora a controbattere con frasi –di norma del tutto
sgrammaticate- del tipo: “Ma il
comunismo a fatto millemilamiliardi di mortih!!!1! piu’ dei fasssisti…” è
pregato di teletrasportarsi da solo nell’istituto psichiatrico più vicino.
Infatti, ragazzi miei, mi dispiace tanto dirvelo, ma essere antifascisti non
significa necessariamente essere comunisti o come dite voi “zecche
rosseeh!!1!”. Morirono in molti per mano del nazifascismo, non solo comunisti,
ma anche anarchici, socialisti, liberali, ebrei, omosessuali, disabili e
chiunque si oppose al regime. Non sono indignato per il povero poliziotto con
scarse nozioni storiche, quanto per come il governo stia rispondendo alle
sempre crescenti manifestazioni di odio, non punendo severamente gli episodi
sempre più frequenti di violenza di stampo fascista.
Questo mi indigna, sì, ma
d’altra parte non mi sorprende:
come sappiamo il nazifascismo è l’arma di un capitalismo in difficoltà e
giustamente l’Europa, vedendo il baratro, sentendo l’accumularsi delle tensioni
sociali e lo sconforto crescente tra le classi popolari, mette le mani avanti.
Dico solo, e con questo chiudo, che al numero crescente di uomini in camicia
nera non c’è un rapportato aumento di uomini in giubba rossa, ché le presunte
forze di sinistra sono invece tristemente vestite di arcobaleni e stelline
colorate.
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Al prossimo selfie di
un poliziotto vestito da SS penso comunque che risponderò con una mia foto
vestito da Stalin.
Alessandro Sebastiano Porto