Con
Ordinanza n.25 del 17.12.2019 il Sindaco Casiraghi vietava, giustamente,
l’utilizzo di “petardi, razzi, mortaretti ed artifici pirotecnici in genere dal
30 dicembre 2019 al 6 gennaio 2020”.
L’Ordinanza
veniva disposta oltre che a tutela del riposo delle persone e della salute
degli animali, anche perché, citiamo testualmente, “stante le condizioni
meteoclimatiche particolarmente significative per la formazione e l’accumulo
degli inquinanti è importante ridurre ogni possibile fonte d’immissione di
gas e particolati atmosferici”.
Non
è trascorso neppure un mese da quella data e, se possibile, i livelli di inquinamento hanno ulteriormente
superato le soglie di guardia da parecchi giorni.
Regione
Lombardia è corsa ai ripari imponendo il divieto assoluto di accendere fuochi
all’aperto con conseguente diffusione di nuove polveri nell’aria. Non pochi i
Sindaci ed i Comuni che hanno deciso di rispettare le indicazioni regionali
(Brugherio, Lissone, Cesano Maderno, Segrate, Cassano d’Adda e numerosi altri).
Oggi,
come noto, si festeggia Sant’Antonio Abate, patrono dei contadini e degli
animali domestici; diverse le iniziative di falò rituali in suo onore.
Falò
rituali che, inevitabilmente, contribuiranno al peggioramento della qualità
dell’aria in virtù del fatto che producono effetti che persistono anche per
diversi giorni, soprattutto nei periodi invernali di stabilità atmosferica
favorevole all’accumulo degli inquinanti.
Non
è trascorso neppure un mese dalla data di quella prima Ordinanza, eppure il
nostro ineffabile Sindaco in data 14.01.2020 ne emette altre due, di Ordinanze,
per autorizzare l’accensione di due falò sul territorio comunale (in Via
Madonna delle Nevi ed in Via Cascina Taverna).
Spariscono
le esigenze di ridurre “ogni possibile fonte d’immissione di gas e particolati
atmosferici” e prende il sopravvento la tradizione del falò, “parte di un
rituale di purificazione e di consacrazione”; ...“non pratica abitudinaria, ma
bensì (sic) evento straordinario tradizionale locale”;… “avvenimento proprio
delle tradizioni locali padane, di genesi ultracentenaria e propiziatoria per
il benessere della nostra gente e del nostro territorio”.
Le
tradizioni sono importanti, ma la salute dei cittadini non dovrebbe essere
anteposta a tutto? Quand’è che ci si renderà finalmente conto che l’aria,
l’acqua, il cibo, la terra sono beni primari sempre più inquinati?
Sappiamo
già ci sarà chi obietterà che il riscaldamento globale non si risolve di certo
sospendendo un falò.
Tuttavia,
se si vogliono realmente valorizzare le tradizioni contadine, il nostro Sindaco
dovrebbe anzitutto salvaguardare i pochi terreni agricoli rimasti.
Ed
adeguarsi alle disposizioni regionali, nella condizione data, non è
esclusivamente questione di rispetto delle regole, ma soprattutto di buon
senso.