Diceva il conte Verri...

"La voce della verità comincia da lontano a farsi ascoltare, poi si moltiplicano le forze, e la opinione regina dell'universo sorride in prima, poi disputa, poi freme, poi ricorre alle arti, poi termina derisa: questo è il solito gradato passo che fa la ragione a fronte dell'opinione" (Pietro Verri)

lunedì 26 maggio 2014

L'INARRESTABILE EMORRAGIA DELLE CASSE COMUNALI

I pannelli elettorali finiscono per dire sempre più del dovuto. Osservando gli ormai logori manifesti della Lega Nord di Biassono, rimasti stranamente appesi nel bel mezzo dell'agone propagandistico per le europee, il loro slogan suona oggi ancor più straniante di ieri: "per altri cinque anni di buon governo". Se i consensi a livello nazionale stanno calando drasticamente, il Carroccio non si limita a perdere solo voti a Biassono, ma anche e soprattutto soldi pubblici. 

Secondo la determinazione n.168, del 22.04.2014, l'amministrazione comunale risulta infatti tenuta a corrispondere circa 8.300 euro per via di una causa di lavoro vinta dal personale cui si era precedentemente opposta. L'ennesima di una lunga serie, che rischia oltretutto di aprire la strada a molte altre rimaste per ora in sospeso. Sarebbe forse il caso di ricordare in via Bellerio - sede della Lega Nord - quale sia stata, dunque, l'esemplarità di buona amministrazione padana. 
Riassumendo:

1) spesa una barca di euro per incarichi professionali esterni all'Amministrazione, finalizzati alla redazione di un PGT molto discutibile, oltre che nel merito pianificatorio (a causa dello smodato consumo di suolo agricolo) anche nel merito della legittimità (per palesi violazioni della vigente normativa urbanistica), a tal punto che la discussione avverrà nelle aule del Tribunale Amministrativo Regionale. Un tribunale dove l'attendono diverse sentenze sui ricorsi presentati, primo fra tutti quello di Lista Per Biassono e di Legambiente.

2) spesa un'altra barca di euro per retribuire i dipendenti comunali (circa 12), in primis il caposettore Danilo Lavelli, utilizzando remunerazioni extra contratto a compenso della partecipazione alla redazione del PGT (paradossalmente e successivamente fatto oggetto di numerose osservazioni presentate dall' Ufficio Tecnico, guidato dallo stesso architetto Lavelli, poi accolte in sede definitiva d'approvazione). In poche parole: un tecnico viene pagato per redigere il piano con fondi extra contrattuali, quindi ri-pagato per correggere errori dello stesso piano con retribuzione ordinaria.

3) Dopo i rilievi della Corte dei Conti circa la legittimità di queste spese, l'amministrazione comunale pensa bene di recuperare le somme impropriamnte erogate a Lavelli trattenendo mensilmente, per un intero anno, una parte del suo stipendio contrattuale. Lavelli non la prende molto bene, pensando che il proprio lavoro extra vada comunque retribuito, e promuove una causa del lavoro che puntualmente vince costringendo  l'amministrazione leghista a restituirgli il maltolto.

4) Gettata di conseguenza un'altra barcata di euro per spese processuali e rimborsi dovuti con interessi a Lavelli.

5) E non è finita qui: è molto plausibile, infatti, che gli altri 12 dipendenti coinvolti nell' avventura di questo scellerato PGT, seguendo l'esempio del caposettore Lavelli, presentino anaolghi ricorsi per vedersi giustamente riconosciuti i loro diritti in sede processuale.

A questo punto la barca di soldi sarà divenuta un bastimento. Chi volesse divertirsi a determinarne l'effettivo tonnellaggio non deve far altro che sommare tutti gli euro spesi fino ad oggi a quelli futuri da spendere per le prossime cause in arrivo.

Chissa cosa direbbe il segretario nazionale Salvini, se venisse a saperlo: come esempio di buona amministrazione leghista, non c'è che dire. Ecco perché sui manifesti per le europee capeggiava la scritta "BASTA EURO" : li hanno spesi tutti!!!!!!

LpB

venerdì 23 maggio 2014

ELEZIONI EUROPEE: TUTTI AL VOTO!


TASSE ALL'ORIZZONTE!

Occhio al portafoglio! A breve si dovrà tornare a metterci mano, per lo meno con l'auspicio di pagare le tasse senza inutili acrobazie, senza doversi affidare all'aiuto di un consulente e, soprattutto, di poterlo fare conoscendo per tempo aliquote, detrazioni, scadenze da rispettare, modalità e le regole per i versamenti.

Peccato che le imposte locali, dopo la "lungimirante" decisione di "abolire" l'IMU, siano diventate un complicato rompicapo.

Oggi, infatti, l'imposta unica comunale contempla tre tributi comunali sulla casa: rimane l'IMU su seconde case e prime di lusso; arriva la TASI che, di fatto, sostituisce la parte di Tares sui servizi indivisibili; c'é la TARI che sostituisce la vecchia tassa rifiuti.

La TASI riguarda sia il possessore che l'utilizzatore dell'immobile.
Quindi la pagano anche gli inquilini che, a seconda dei Regolamenti comunali, dovranno versare tra il 10 ed il 30 per cento dell'ammontare complessivo della Tasi.

Il Regolamento varato martedì sera dalla maggioranza prevede che, a Biassono, gli inquilini contribuiranno nella misura massima del 30 per cento.

Il Consiglio Comunale ha invece deliberato che:

1) l'aliquota Tasi per l'Abitazione Principale e assimilati e relative Pertinenze "sarà determinata con successiva apposita deliberazione, entro il termine fissato da norme statali per l'approvazione del Bilancio di Previsione".

2) venga azzerata l'aliquota di base (1 per mille) per tutti i fabbricati DIVERSI dalle Abitazioni Principali e assimilati e relative Pertinenze e per le aree edificabili.

Pericolo scampato per questa seconda tipologia di immobili?
Assolutamente no, in quanto la Giunta si è riservata, "qualora ritenuto necessario, entro il termine di approvazione del Bilancio di Previsione per l'anno 2014, l'assunzione di eventuali deliberati a integrazione/rettifica/modifica di quanto stabilito con il presente atto".

Allo stato, e salvo rinvii, il termine ultimo per l'approvazione del Bilancio di Previsione 2014 è fissato al 31 luglio.

E sino a quella data, dopo il salasso dello scorso anno, sarà opportuno che i biassonesi tutti stiano vigili ed attenti.

Inutile aggiungere, infine, che Regolamento, aliquote e altro sono approdati in Consiglio Comunale senza il preventivo esame e parere della competente Commissione Bilancio e Tributi, ma soprattutto in virtù di una convocazione lampo che ben poco spazio ha lasciato all'analisi dei provvedimenti da parte dei gruppi di minoranze. D'altra parte, la Lega Nord ha più volte fatto intendere che l'opinione altrui è del tutto irrilevante.


Felice Meregalli

CASCINE VENDESI?

I residenti delle cascine iniziano ad avere sonni agitati. Con deliberazione approvata anche dal gruppo consiliare CDL, la maggioranza leghista ha effettuato la ricognizione degli immobili non strumentali all'esercizio delle funzioni istituzionali dell'Ente suscettibili di valorizzazione e/o di dismissione nel periodo 2014/2016.

Novità assoluta, l'inserimento nel Piano valorizzazioni ed alienazioni immobili di 32 alloggi di edilizia residenziale pubblica (Cascina Ca' Nova fabb. A), di 15 alloggi di edilizia residenziale pubblica (Cascina Ca' Nova fabb. B) e di 18 alloggi di edilizia residenziale pubblica (Cascina Mantova).

Nessun allarmismo, per carità.

Tale inserimento, a detta del Sindaco, significa che detti immobili "diventano solamente potenzialmente alienabili".

Fatto sta che, dopo aver ceduto la Farmacia Comunale, dopo aver fatto cassa con la cessione dei diritti di superficie, dopo aver alienato aree pubbliche, ora il mirino della Giunta sembra essersi puntato sugli alloggi di proprietà comunale.

Più facile, forse, alienarli piuttosto che tentare di recuperare i canoni arretrati o verificare la sussistenza dei requisiti per l'assegnazione degli alloggi.

Qualcuno diceva che a pensare male si fa peccato.
Ma quasi sempre ci si azzecca.


Felice Meregalli

sabato 17 maggio 2014

BIASSONO, MICROSOCIETA' DI CONVENIENZA

A Biassono scorre sangue blu. Grazie agli studi di Roberta Ramella e Gianfranco Pertot, collaboratori del Gruppo Ricerche Archeostoriche del Lambro, è stato possibile confermare non solo il profondo legame che unisce la più illustre famiglia dell’Illuminismo italiano al nostro paese, ma l'irresistibile magnetismo di quest'ultimo nei confronti dell’intera nobiltà brianzola. 

Prima che i famosi conti Verri facessero di Biassono il proprio baluardo residenziale, quasi tutte le principali dinastie del territorio hanno infatti ambito a possedere proprietà in loco, dando vita a una comunità quanto mai originale: un sodalizio di genti aristocratiche che, sufficientemente distanti dalle lotte di potere milanesi, ebbero sì modo di perpetrare privilegi feudali anche in epoca moderna, senza però perdere mai il contatto coi principali salotti del potere italiano ed europeo. Né lontani, né vicini: semplicemente sospesi in un limbo di privilegi logisticamente unico. Nelle parole dello stesso Pertot: “Biassono era il luogo ideale per costituire una vera e propria microsocietà di convenienza”. 

Bossi, Casati, così come Dalla Croce o De Regibus De Ello, per arrivare ai Frotta o ai temuti Osio, s’insediarono tutti in un prestigioso quadrilatero di ricchi palazzi che avrebbero poi dato forma all’attuale centro storico, occupando dal Cinquencento in poi i lotti compresi fra il lato meridionale di piazza S. Francesco, dove tuttora sorge la parrocchiale del paese, via Verri, via Umberto I e via Roma. 


E’ forse in questa peculiare complicità “immobiliare” che va riconosciuto quel carattere orgoglioso e autoreferenziale che, in tanti, attribuiscono ancor oggi ai biassonesi, facendone un “casus” persino fra i propri immediati vicini: famiglie che per tutelare un opportunistico status quo economico e sociale, di volta in volta si alleavano le une con le altre, onde ostacolare eventuali infiltrazioni esterne o espellere sgraditi residenti. Persino quando il vicino entrava in crisi e finiva per apparire inerme preda della speculazione, neppure allora si osava sferrare il colpo di grazia: anziché acquisire proprietà altrui in modo definitivo, queste venivano provvisoriamente rilevate onde concedere liquidità agli aristocratici in affanno, concordando però un piano di rientro che avrebbe ricondotto le stesse nelle mani dei padroni originali. 


Così, almeno, fu sino al 1695, anno in cui i Verri – già ricchi mercanti e “domini” dal lontano Trecento - acquistarono l’ancor più prestigioso titolo di “conti” grazie a Gio Pietro (papà di Gabriele, consigliere a Vienna dell’imperatrice Maria Theresa e nonno degli illustri fratelli Pietro, Carlo, Alessandro e Giovanni): benché la loro presenza a Biassono fosse attestata dal 1504, in virtù di un’operazione di compravendita che portò nelle loro mani un complesso agricolo dotato di 300 pertiche (e, viceversa, compensò il titolare Francesco Ferrario con tutte le proprietà vedanesi dei Verri), sul finire del XVII secolo accade l’impensabile: anno dopo anno, decennio dopo decennio, un’unica famiglia inizia a erodere piano piano la ricchezza di tutte le altre (eccezion fatta per i Dalla Croce, che si chiuderanno nel loro dorato palazzo sui terreni dell’attuale oratorio maschile), finendo per alterare addirittura l’urbanistica del paese: per costruire la splendida villa oggi divenuta municipio, i Verri faranno infatti deviare la strada Monza-Carate all’altezza dell’antica osteria di Biassono (oggi Cascina Cossa, sede del museo civico), creandosi una pomposa prospettiva alberata che dalla Villa stessa si spingeva per i campi sino al confine con Lissone.



I Verri sarebbero rimasti padroni indiscussi di Biassono sino al 1902, quando la nipote di Pietro, la contessa Carolina (1820-1902), avrebbe frazionato e dismesso tutte le proprietà di famiglia per via dei costi ormai insostenibili. Da allora il nome dei Verri cessa di apparire negli annali del paese, ma ogni angolo, ogni curva, ogni mura di Biassono racconta ancora virtù e vizi di quella famiglia che, forse più di tutte le altre, contribuì a riaccendere il lume del riscatto nelle tenebre dell’Italia ispanica. Certo non mancano ombre nella loro storia di abili investitori e pignoli contadanari: uno scottante documento delle monache di San Pietro Martire in Terra Santa a Vedano (dalle quali, nel Quattrocento, avevano ottenuto un’investitura in perpetuo per la gestione di ricche proprietà terriere in Brianza), li accusava di non ottemperare i patti, trattenendo per sé ricchezze spettanti alle pie donne. Ma si sa: l’ambizione non conosce remore. Oggi Villa Verri svetta di fronte a chiunque passi per Biassono. Del Monastero non esiste più traccia alcuna.       


Alberto Caspani

VIDEO DI PRESENTAZIONE (BIASSONO BLOGTV)


martedì 6 maggio 2014

BENVENUTI SU MARTE! OPS, A BIASSONO...

Abbiamo oramai sentito dalla viva voce del sindaco che la scelta di non considerare nemmeno l’istituzione di una scuola dell’infanzia statale a Biassono è una scelta politica, volta a salvaguardare la storia di questo comune.

E allora perché mai lo stesso sindaco avrebbe dovuto qualche tempo fa inoltrare richiesta all’ufficio scolastico di Monza per esplorare, sondare, scoprire come e se si potessero ottenere delle sezioni di infanzia statale? La verità è che quella domanda non è mai stata fatta oppure, stando al documento che abbiamo potuto vedere, è stata fatta una richiesta quanto mai generica: vorremmo avviare dei servizi educativi per l’infanzia – così all’incirca recitava la lettera che (forse) l’amministrazione ha spedito all’ufficio scolastico di Monza.

Se davvero si volesse ottenere qualcosa dallo Stato, l’iter è un altro ma nessuno nel nostro comune lo conosce oppure non vuole a priori saperne nulla.

L’iter ci è stato chiaramente illustrato durante la serata del 4 aprile dal vicesindaco di Sovico, che ha raccontato come riuscirono qualche anno fa ad ottenere delle sezioni aggiuntive di scuola dell’infanzia e lo stesso iter ho ritrovato in un altro Comune, dove quest’anno a fronte di un incremento dei bambini in ingresso alla scuola dell’infanzia di circa 30 unità, il sindaco si è immediatamente attivato per chiedere una sezione in più all’ufficio scolastico provinciale di Monza. 

Ho potuto vedere coi miei occhi questa lettera e in essa non si fanno richieste vaghe e fumose, ma si spiega agli uffici competenti la situazione e ci si appella anche al fatto che nei comuni limitrofi non si trovino scuole dell’infanzia statali che possano ospitare quei 30 bambini, a cui si vuole dare una collocazione adeguata, dove per adeguata si intende innanzitutto senza spese di rette mensili. 

Io credo che questo sindaco, tra l’altro alla scadenza del suo secondo mandato, abbia fatto solo il suo dovere; ma da noi questa sarebbe fantascienza. Però non basta: quello stesso sindaco si premura di inviare a tutte le famiglie dei bambini a rischio di esclusione la suddetta richiesta allo Stato allegata ad una lettera, per rassicurarli sui passi avviati dall’amministrazione “per garantire a tutti i bambini del nostro comune l’accesso alla scuola dell’infanzia”, e per documentare che questi passi sono stati realmente fatti, e infine promettendo di tenerli aggiornati “sull’evolversi degli eventi che a tutti noi stanno a cuore”.

Queste parole, lette da un cittadino biassonese minimamente attento ai diritti della persona, sono come una boccata d’aria pura e senz’altro sono la conferma di essere dalla parte giusta, perché se a pochi chilometri da Biassono (e non in un solo luogo) il dovere di un sindaco passa anche per queste azioni, dobbiamo con piacere ammettere che ciò che a noi appare fantascienza sia invece ovunque la normalità. 

E allora forse per chi ci guarda da fuori i marziani siamo noi, immersi in una stortura eletta a norma, eletta a “storia di Biassono”. La storia è cambiamento, trasformazione continua, non immobilismo e ottusità, della storia fa parte anche questo nostro presente in cui chiediamo che il nuovo coesista accanto al passato, che una scuola dell’infanzia statale conviva senza muri ideologici con il Segramora.


Chiara Galdi

lunedì 5 maggio 2014

LONGOBARDIA: C'E' CHI DICE NO

E così, dallo scorso martedì, anche il nostro Comune potrà fregiarsi di appartenere alla non folta schiera dei cosiddetti "municipi indipendentisti", ovverossia quelli che hanno approvato la mozione che rivendica il diritto dei lombardi a votare sulla propria INDIPENDENZA.

E così, mentre tra il pubblico una folta rappresentanza di esponenti e di simpatizzanti di Lista per Biassono esprimeva la propria civile ma intransigente contrarietà ad ogni proposito di secessione esponendo il tricolore simbolo dell'Unità Nazionale, la maggioranza leghista, per l'ennesima volta, manifestava la propria cieca fedeltà ed obbedienza alle direttive di Via Bellerio.

Dimostrando, tra l'altro, di non aver neppure letto, o capito, lo spirito della mozione stessa.

Il Capogruppo della Lega Nord, infatti, in fase d'illustrazione della delibera parlava a più riprese di "indipendenza del popolo lombardo".

L'Assessore, più volte intervenuto a sproposito, confondeva ed assimilava (volutamente?) l'indipendenza con le Regioni a statuto speciale.

Ed il Sindaco cercava di circoscrivere il provvedimento nell'ambito del basso profilo interpretandolo esclusivamente come il diritto del "popolo lombardo" ad esprimersi attraverso referendum.

Per la serie: poche idee, ed anche confuse.

Ma tant'é; l'essenziale era consumare la marchetta nei confronti del loro Movimento.
Obiettivo raggiunto.


Felice Meregalli  

ANDARE A SCUOLA A BIASSONO E' UN PROBLEMA POLITICO

"Sappiamo che a Biassono esiste un problema per quanto riguarda la Scuola Materna, infatti un gran numero di genitori preferisce iscrivere i propri figli in strutture PUBBLICHE situate nei comuni limitrofi. E' dunque tempo che anche il nostro Comune affronti il problema con serietà ed offra un servizio di Scuola Materna adeguato e che vada incontro alle esigenze dei bambini e delle loro famiglie". 


Chi parla non è un pericoloso sovversivo, né un accanito laicista.

Si tratta, invece, della trasposizione integrale di un brano del Programma della Lega Nord per le elezioni amministrative del 1996(!).

Sono passati quasi vent'anni; problema risolto?

Tutt'altro; a meno che non lo si voglia considerare tale con quest'altro brano integrale del Programma 2011/2016 dell'amministrazione Malegori:

"ci piace qui ricordare che il Comune di Biassono, per permettere di contenere le spese a carico delle famiglie, sovvenziona le scuole materne di Biassono rispettivamente con un contributo annuo di 250.000 euro per la Scuola Materna Segramora del capoluogo e 20.000 per la Scuola Materna di San Giorgio".

Sull'informatore comunale del marzo 2011 (pag.12) la Giunta leghista scriveva: " nel recupero dell'area ex Sasatex è attualmente in costruzione un nuovissimo asilo nido che sarà consegnato, CHIAVI IN MANO ED A COSTO ZERO, all'Amministrazione Comunale già nei primi mesi del 2012. Si tratta di un altro importante tassello nella dotazione di servizi pubblici comunali".

Nella seduta del Consiglio Comunale di martedì scorso abbiamo potuto ascoltare, dalla viva voce del Sindaco Malegori, quanto segue:

A distanza di quasi due anni dall'ultimazione  dell'opera, "manca ancora il collaudo dei Vigili del Fuoco".

"Forse occorreranno alcune piccole modifiche"."Poi dovremo fare altre opere di modifica per dare spazio a Sezioni primavera e dell'infanzia".

Ad ogni buon conto, per quanto concerne la questione, sollevata dai genitori, di una eventuale riconversione della struttura a Scuola dell'Infanzia statale, " mettetevi in testa che a  Biassono non è possibile".
"Io non vado contro la Storia di Biassono".
"Fatevene una ragione; se anche ci fosse la disponibilità dello Stato per il tramite del Provveditorato, la mia è una decisione politica".
"Perché ad una scuola dell'infanzia pubblica si iscriverebbero solo figli di cittadini con reddito medio/basso o figli di immigrati".

Tutte le frasi riportate tra virgolette, è difficile da credersi, sono state pronunciate dal Sindaco in pubblica seduta. Qualcuno potrà notare che non costituiscono una novità rispetto a quanto già dichiarato alla stampa locale. Ma, udite di persona, rendono sgomenti e producono incredulità. Un problema sociale (lo era tale, per la Lega Nord, già nel 1996) viene ora trasformato in un problema politico!

Forse, per non andare contro la "storia di Biassono", non è indispensabile andare contro ogni logica. Forse, come ci hanno insegnato i comuni limitrofi, la presenza di una scuola dell'infanzia statale non necessariamente contrasta e confligge con quelle già esistenti sul territorio le quali, in tutti questi anni, hanno cercato di supplire al meglio alle carenze del pubblico. Forse basterebbe un pò di buon senso.

O magari conoscere ed osservare i precetti della Costituzione della Repubblica Italiana.
Ma questo, ce ne rendiamo conto, a Biassono è, forse, chiedere troppo.


Felice Meregalli