Piano di Governo del Territorio, ognuno per la propria strada. Con tanto di bandiere gialle e annunci via stampa, Legambiente è tornata in campo per difendere il territorio di Biassono da una “nuova colata di cemento”. La minaccia incombente, però, è sempre la stessa: interventi edificatori a destinazione industriale-commerciale su 180mila mq al confine con Lissone (su 320mila totali), rientranti nell’ambito di trasformazione n.1 del PGT di Biassono e previsti dall’operatore BWP. Blasionum West Promotion, questo il nome per esteso dell’operatore, è una committenza mista pubblico-privata, guidata dallo Studio Archetipo Srl di Biassono: lo stesso contro la cui sede di piazza Italia sono stati sparati sette colpi di pistola fra venerdì 22 e sabato 23 febbraio. Un episodio analogo per tempistiche e modalità a quanto già capitato allo stesso studio nel 2016: coincidenza o meno, saranno le indagini dei Carabinieri a far chiarezza. La recente storia della Brianza e dei suoi Piani di Governo del Territorio, in primis quello di Desio, ci hanno abituato a qualsiasi “colpo” di scena: dalle infiltrazioni della ’ndrangheta all’arresto per corruzione di politici di spicco, fra cui la squadra dell’ex assessore regionale PDL Massimo Ponzoni, braccio destro dell’ex presidente lombardo condannato al carcere Roberto Formigoni. Insomma, in Brianza la terra scotta.
Lista per Biassono, che per prima e da sola sollevò la questione del consumo di territorio nel lontano 2012, avviando il primo ricorso contro il PGT di Biassono, ha messo in campo risorse di ogni tipo per bloccare le operazioni della giunta leghista: opposizione in consiglio comunale, banchetti di sensibilizzazione in paese, alleanze territoriali con movimenti ecologici, finanziamento di un primo e di un secondo ricorso al Tar. La Lega Nord ha però approvato in consiglio comunale nuovi atti volti a favorire la realizzazione degli interventi previsti da BWP e contro la cui liceità Legambiente ha deciso di opporsi una volta ancora. Se Lista per Biassono accoglie con favore questa nuova iniziativa, nella consapevolezza che tocchi ora a tutti i cittadini farsi carico dell’impegno economico del nuovo ricorso, ritiene tuttavia esista un mezzo più semplice per dirimere democraticamente la questione: un mezzo che la giunta leghista ha visto bene di insabbiare, benché in grado di chiarire una volta per tutte che cosa vogliano davvero i cittadini di Biassono.
Quando la nostra lista ha lanciato nel maggio 2017 la proposta di indire in paese un referendum consultivo sull’ambito di trasformazione n.1 del PGT, chiedendo ai biassonesi di esprimersi a favore o contro, la maggioranza si è aggrappata a ogni cavillo pur di differire l’iniziativa. Benché lo Statuto comunale preveda dal 2004 la possibilità di ricorrere a questo strumento democratico per risolvere questioni di notevole impatto per il territorio e la vita cittadina, i regolamenti per permettere la consultazione non sono mai stati approvati. E questo, nonostante lo Statuto stesso obligasse a dotarsi dei regolamenti entro un anno dalla sua approvazione. Sono trascorsi 15 anni e in Villa Verri è stata istituita pure una Commissione regolamenti, ma il testo da noi preparato per organizzare il referendum consultivo non è mai stato preso in considerazione.
Le insistenze di Lista per Biassono si sono ripetutamente scontrate con un muro di gomma, come se la giunta leghista potesse davvero sottrarsi a quelle procedure votate dai suoi stessi consiglieri. Per la maggioranza l’ambito di trasformazione n.1 è un intervento voluto in primis dai biassonesi, semplicemente perché questi hanno confermato la Lega Nord nell’ultimo mandato elettorale. Eppure chi ha votato Lista per Biassono o Biassono Civica nel 2016, si è espresso apertamente contro questo intervento: sulla carta, più della metà dei biassonesi.
Se la Lega Nord è tanto sicura del proprio operato e intende azzittire ogni contestazione, non deve allora far altro che cogliere l’opportunità del referendum consultivo. Su questo punto, che restituisce ai cittadini il proprio potere decisionale, non intendiamo transigere e, oggi come ieri, lo riteniamo indispensabile per mettere fine a una disputa ormai in corso da oltre 7 anni. Un periodo in cui sono occorse numerose trasformazioni, la crisi economica ha mietuto posti di lavoro e investimenti, sono state avviate politiche europee di difesa del territorio, ma al tempo stesso sono nate nuove, sorprendenti opportunità per generare ricchezza attraverso l’uso dei terreni non edificati. Chi volesse scoprirlo, può approfittare anche di una bella iniziativa organizzata per il prossimo 10 marzo dall’Associazione Culturale Gaetano Osculati: un gemellaggio culturale con Como, sulle orme degli inventori Teresa Ciceri e Alessandro Volta, per il rilancio della filiera italiana della seta.