"Il Sindaco mette Osculati alla
porta", strillano i giornali locali.
Imbufalito per le continue polemiche
sollevate dall'opposizione, Malegori lancia l'ordine ai suoi assessori:
"vietato collaborare con un'associazione dietro cui si nasconde Lista per
Biassono".
Non si può non restare sbalorditi di
fronte a siffatte affermazioni.
A confutarle nel merito ha già pensato
la presidente dell'Associazione Culturale Gaetano Osculati.
Ciò che preoccupa è il fatto che,
evidentemente, il Sindaco confonde quelli che sono i poteri ed i doveri di un
sindaco della Repubblica costituzionale con quelli di un podestà di
mussoliniana memoria.
Evidentemente per il Sindaco i
biassonesi tutti, ed i suoi assessori in particolare, non devono pensare, né
decidere con la propria testa.
E' sufficiente che eseguano gli ordini
che lui, volta per volta, emana.
Malegori rischia di trasformare il Comune che amministra in un paese gretto, chiuso, che nulla ha a che vedere con
la tradizione di apertura e solidarietà che i biassonesi hanno sempre saputo
mettere in campo.
E' opportuno che qualcuno gli ricordi
che lui è il Sindaco di tutti i cittadini e non il capo locale di un partito.
Da parte nostra, ci permettiamo di consigliargli la seguente lettura, ovverossia il discorso sulla democrazia che,
nel 461 a.C. Pericle tenne agli Ateniesi:
“ Qui ad Atene noi facciamo così.
Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi:
e per questo viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro
dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza
di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di
privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non
costituisce un impedimento
Qui
ad Atene noi facciamo così.
La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana;
noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo
mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a
modo suo.
Noi
siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia
siamo
sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
Un
cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando
attende
alle proprie faccende private, ma soprattutto non si
occupa
dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.
Qui
ad Atene noi facciamo così.
Ci
è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato
anche
di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che
dobbiamo
proteggere coloro che ricevono offesa.
E
ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte
che
risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon
senso.
Qui
ad Atene noi facciamo così.
Un
uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma
inutile;
e
benché in pochi siano in grado di dare vita ad una politica,
beh
tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.
Noi
non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.
Noi
crediamo che la felicità sia il frutto della libertà,
ma
la libertà sia solo il frutto del valore.
Insomma,
io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade
e
che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versatilità,
la
fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione
ed
è per questo che la nostra città è aperta al mondo
e
noi non cacciamo mai uno straniero.
Qui ad Atene
noi facciamo così”.
Mi pare intollerabile che un Sindaco ostacoli con tutti i mezzi, frapponga impedimenti e minacci di boicottare chiunque non è allineato al PENSIERO UNICO (IL SUO).
RispondiEliminaCittadino preoccupato per la democrazia a Biassono.
Anch'io trovo davvero preoccupante l'atteggiamento del Sindaco, ma da diverso tempo, non solo da questa ultima uscita.
RispondiEliminaquello che però mi fa ancora più male è l'atteggiamento di tutte le associazioni, i partiti politici, i cittadini stessi, singolarmente presi, che non riescono a dimostrare in alcun modo la loro indignazione e contrarietà davanti ad una simile realtà.
mi fa davvero paura pensare che la loro considerazione sia: "finchè non mi tocca .....perché prendere posizione ? "
e allora, inevitabilmente.... ancora una volta.... mi viene in mente Brecht:
Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
... e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
e io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c’era rimasto nessuno a protestare.
mi chiedo: dobbiamo arrivare ancora lì prima di cominciare ad "urlare" la nostra contrarietà ?
Antonella