Per una casa scomparsa, una casa
ritrovata. Nell’inarrestabile processo d’annientamento della sua identità
storico-architettonica, di cui il Piano di governo del territorio rappresenta
il definitivo punto di non ritorno, Biassono ha forse ancora una chance per
lanciare un forte messaggio di
controtendenza. Persa addirittura l’abitazione originale di uno dei suoi più
illustri concittadini, quel Gaetano Osculati esploratore di terre remote e padrino
spirituale di una delle realtà associative recentemente costituitesi per il
Rinascimento culturale del paese, l’amministrazione comunale si appresta infatti
a recuperare il secentesco e diroccato Palazzo Bossi.
Se la sua ristrutturazione, dal
significativo costo di due milioni e mezzo di euro, ben attesta l’inestimabile
valore dell’immobile di via Umberto I, non altrettanto si può però dire della
destinazione d’uso cui la giunta leghista intende votarlo: uno strampalato hub
per giovani imprenditori quasi sicuramente ignari della storia degli illustri
inquilini di un tempo, chiamati oltretutto a convivere con rappresentanti della
Provincia di Monza e Brianza, imprecisati attivisti locali, nonché esponenti
del Gruppo ricerche archeostoriche del Lambro. Insomma, un tipico pot-pourrì in
salsa brianzola, che tutti scontenta, ma per lo meno mette a posto con la
coscienza di chi attende un rilancio del centro storico da oltre vent’anni a
questa parte. O così dovrebbe, nelle intenzioni.
Alla luce delle accese critiche cittadine
già emerse più di un anno fa, parte delle quali vertevano sulla necessità di
trovare funzioni più appropriate per Palazzo Bossi, Lista per Biassono ha
continuato a confrontarsi con diverse realtà del territorio e di settore, a tal
punto che lo storico immobile ha oggi acceso l’attenzione di prestigiosi nomi:
su tutti, il museo delle culture del mondo “Castello D’Albertis” di Genova,
oltre al museo Giacomo Bove di Maranzana, in provincia di Alessandria. Ancor
prima era stato inoltre avviato un dialogo di più ampio respiro col sindaco e
l’assessore alla Cultura del Comune di Civate (Lecco), paese a sua volta
impegnato in un lodevole progetto di recupero del patrimonio monumentale a valle
del monte Cornizzolo; fresco è invece l’interessamento dell’Associazione culturale Brianze (curatrice dell’omonima rivista dedicata al nostro territorio).
Il filo rosso che, nel tempo, ha finito
per intrecciare il cammino di entità tanto distanti dalla vita cittadina di
Biassono, riguarda la valorizzazione di un patrimonio “immateriale” vittima di
un inspiegabile oblio: come denunciato dal lungimirante giornalista Silvino
Gonzato, autore dell’interessantissimo libro “Esploratori italiani”, l’Italia
ha completamento perso memoria di una serie di sue incredibili figure
pionieristiche che, nell’Ottocento, dischiusero il nostro Paese al primo reale
progetto di globalizzazione mai sperimentato nella sua storia nazionale. Anche il
nostro Gaetano Osculati fu infatti figlio di quell’intraprendente generazione
che sfidò oceani e deserti in nome della scienza, dell’avventura e di un sogno
che la nascita dell’Italia aveva solo promesso, ma ancora non realizzato. Di
lui, così come della maggior parte dei suoi “colleghi”, pochissimo si è oggi
conservato nella memoria vivente, chi potendo contare su qualche opera
letteraria di peso, chi su cimeli pazientemente accumulati da sodalizi privati
nei Comuni natale, chi ancora su archivi sorprendenti ma sepolti sotto una
coltre caliginosa d’indifferenza.
Ecco allora l’occasione d’oro:
fare di Palazzo Bossi, già sede degli illuminati Conti Verri, una Casa degli
Esploratori italiani, un centro di studio e ricerca, ma anche di valorizzazione
culturale, per la riscoperta di un’importantissima pagina di storia moderna. Un
luogo d’incontro che unisca realtà periferiche e di limitata visibilità in un
polo esclusivo di riferimento, capace di avvalersi del prezioso contributo del
già installato Gruppo di ricerche archeostoriche del Lambro, ma anche della
rete di contatti della Provincia di Monza e Brianza e delle risorse umane
disposte a qualificarsi sul nostro territorio. Come ben insegna il pregevole
progetto di Luce Nascosta, ormai ben avviato nel Comune di Civate e intento a
creare nuovi flussi culturali fra Milanese e Lecchese, la costituzione di
giovani cooperative a supporto comunale rappresenta infatti una notevole
risorsa di formazione e investimento umano, capace di fare non solo Cultura in
senso lato, ma di produrre persino lavoro e turismo con ricadute di respiro
internazionale.
Paolo Pirola stesso, fondatore
dell’Associazione culturale Brianze, ha ripetutamente evidenziato il potenziale
attrattivo di figure pionieristiche locali come l’Osculati, Gaetano Casati di Lesmo, o dei meneghini Manfredo Camperio e Paolo Andreani, forse il vero
capostipite degli esploratori-scienziati formatisi nella Milano dei Lumi, per
arrivare a leggende contemporanee come il lecchese Walter Bonatti, il cui
cumulo di conoscenze, reperti e documenti rischia di perdersi per sempre nella
cronica dispersione del patrimonio culturale italiano. Figure capaci ancora
d’entusiasmare e accendere forti passioni, ideali per avvicinare a concreti
progetti di valorizzazione storica sia studenti che ricercatori, nel tentativo
di riconferire una forte impronta identitaria al nostro territorio. Mostre
tematiche, percorsi storici, mappature, laboratori formativi e conservativi,
dibatti e conferenze, sono solo alcune delle attività che potrebbero trovare
posto all’interno di Palazzo Bossi, interagendo con la vivace scena
metropolitana di Milano, ma anche con le altre realtà italiane affiliate.
Dall’altra vanno infine soppesate
le potenzialità turistiche del progetto, tenuto conto non solo della
disponibilità di attrattive uniche come il vicino Parco di Monza (di cui si sta
valutando la candidatura a Patrimonio Unesco) o il costituendo Nuovo Parco Urbano di Biassono, ma dello spazio strategico
occupato proprio dal nostro Comune: porta d’ingresso a quel che resta della verde
Brianza patrizia e, al contempo, all’area metropolitana della Milano versione
Expo2015, ovvero tappa di sosta intermedia di quel progetto di percorso
culturale già battezzato “La via di Ansperto” (l’eminente arcivescovo biassonese
del IX/X secolo che, attraverso il suo prestigioso incarico, finì per unire le
sorti di Milano, Biassono e Civate). Un progetto attraverso il quale s’intende far
rinascere sul nostro territorio le antiche istituzioni d’ospitalità pellegrina
(perno di riferimento sarebbe in questo caso il recupero archeologico e
agricolo dell’area di Cascina S. Andrea, già sede dell’importantissimo
monastero medioevale della congregazione delle Umiliate).
Lista per Biassono crede
fermamente che questa debba essere la via per un recupero coerente e lungimirante
di una delle nostre ultime vere risorse monumentali. E’ pronta a portare avanti
il progetto in consiglio comunale, così come nelle sedi istituzionali
competenti, restando naturalmente aperta al dialogo su tutte le possibili
iterazioni: l’auspicio è che i biassonesi tutti, a questo punto, tornino a
giocare il proprio ruolo, contribuendo all’orientamento delle scelte
amministrative e allo sviluppo materiale del progetto.
Alberto Caspani
Ottima proposta!
RispondiEliminaUn vero progetto culturale con molteplici punti di interesse e valorizzazione del nostro vero patrimonio identitario, ricondotti ad unità in un progetto integrato d'intervento che per Biassono ritengo sia in grado di fare la differenza.
Complimenti.
Arch. Giorgio Beretta
Questo progetto, unitamente a quello già proposto, anche in Consiglio Comunale, dallo stesso Caspani di creazione di itinerari artistici in paese sarebbe di per sè in grado di occupare l'agenda amministrativa di qualsivoglia giunta da qui al termine del mandato.
RispondiEliminaSu queste proposte dovrebbe essere preposta a lavorare la Commissione Cultura in sintonia con tutte le realtà associative del territorio.
Rimangono due dubbi: a)la Lega Nord invoca la forte impronta identitaria solo a parole, oppure è disposta ad investire su questi progetti? b) e le altre forze politiche biassonesi (PD e PDL)quando usciranno dall'annoso letargo?
Va da sè, comunque, che Lista per Biassono dovrà in ogni caso procedere anche col coinvolgimento di tutti gli enti, istituzioni ed associazioni interessate.
Felice Meregalli
Cultura e Turismo, quando sono legati fanno impresa.
RispondiEliminaCosa, che credo interessi alla maggioranza dei biassonesi, ma forse non tanto alla giunta leghista, che si fa vanto di sponsorizzare la corsa degli asini come massimo esempio d'identità identitaria/culturale di Biassono.
Non vedere le opportunità per il nostro territorio qui sopra descritte nell'articolo dal Caspani ci penalizza tutti notevolmente.
Basta, mandiamoli a casa.
P.P.