Diceva il conte Verri...

"La voce della verità comincia da lontano a farsi ascoltare, poi si moltiplicano le forze, e la opinione regina dell'universo sorride in prima, poi disputa, poi freme, poi ricorre alle arti, poi termina derisa: questo è il solito gradato passo che fa la ragione a fronte dell'opinione" (Pietro Verri)

martedì 5 febbraio 2013

RILANCIO PALAZZO BOSSI: PRENDIAMO ESEMPIO


Champ Commun è un negozio di alimentari. No, è un bar. Champ Commun è un luogo che ospita concerti, iniziative culturali e pure corsi di cucito. No, è un’organizzazione che consegna prodotti bio locali agli anziani e si prepara a gestire un ostello popolare. Champ Commun è tutto questo e molto altro. Prima di tutto è una cooperativa di cittadini di Augan, nord della Francia, che si sono messi in testa che tutti possono partecipare alla sua gestione. Piccolo tour a Augan, che reinventa convivenza
Camille Botella "L'ATELIER DELLA COLLABORAZIONE"
Trovare un’alternativa al capitalismo di mercato e al tempo stesso creare posti di lavoro e rispondere alle esigenze locali. Questa è la sfida lanciata nel dicembre 2009 da sessantasette soci di Champ Commun, una cooperativa di servizi locali di Augan, comune del nord della Francia di 1.400 abitanti. Nel gennaio 2010, hanno creato una società per promuovere attività economiche con l’obiettivo di creare posti di lavoro. Missione compiuta: oggi Champ Commun conta sei dipendenti e più di un centinaio di partner! La lotta contro l’estinzione dei servizi di prossimità nelle comunità rurali è organizzata (…).
«Abbiamo voluto prima di tutto creare un luogo nel quale gli abitanti del villaggio si incontrano», dice Mathieu Bostyn, co-direttore della cooperativa. Il luogo combina un punto vendita di alimentatari e un bar con una programmazione musicale e culturale. Nel centro di Augan c’è dunque uno spazio dove è possibile incontrarsi per discutere in diversi forum tematici ogni primo giovedi del mese con l’associazione Polen, oppure imparare a cucire con l’atelier di Louise e Sandrine. C’è anche lo spaccio dei prodotti biologici locali.
Diventa un co-proprietario
Quelli della cooperativa vogliono sostenere la produzione agricola locale e un modo diverso di mangiare. Tuttavia, in uno spirito di servizio condiviso il negozio di generi alimentari ha scelto di essere aperto a tutti i residenti. E offre una vasta gamma di prodotti per tutte le età, «l’idea è di fare un approvvigionamento generale popolare nel senso tradizionale del termine», dice Mathieu. Ci sono 1.200 prodotti convenzionali, 350 prodotti di agricoltura biologica e 200 prodotti locali.
Quando la cooperativa è stato costituita, i primi soci hanno creato anche una Società immobiliare per l’acquisizione di un immobile progettato per accogliere diverse attività. E hanno diffuso un appello per chiedere il sostegno. È possibile aderire in diversi modi: il primo, diventare co-proprietario della società di una quota, per «ricorre al sistema bancario il meno possibile». Ma l’adesione al progetto collettivo passa anche per altri modi, come ad esempio la partecipazione ai lavori di sviluppo dei progetti locali, un cantiere aperto e partecipativo, orchestrato da un équipe permanente (…).
Aumentare la gamma delle possibilità
Altre responsabilità sono condivise dal collettivo: il programma culturale del bar o la rete con i produttori locali per la fornitura dei prodotti al negozio di alimentari. Champ Commun cresce e nuovi progetti si innestano poco a poco. Sempre in uno sviluppo dinamico e locale è stata montata una micro-fabbrica di birra al bar, vengono organizzate le consegne dei prodotti per gli anziani più volte al mese ed è stato progettato un ostello per l’accoglienza di 101 persone. Abbastanza per aumentare la gamma delle possibilità!
Perché la gestione collettiva resti al servizio della comunità, i suoi fondatori hanno adottato nell’aprile 2012, lo status di «Società cooperativa di interesse collettivo», consentendo ai dipendenti, volontari e utenti, ma anche alle autorità pubbliche, alle società e alle associazioni, di essere membri della cooperativa.

2 commenti:

  1. Mi sembrerebbe più interessante localizzarlo, come in parte già programmato, presso il nuovo parco urbano che si presterebbe meglio ospitare musica, vendita di prodotti locali e tante altre funzioni.
    Ribadisco, invece, che secondo me il Palazzo Bossi sarebbe ideale come sede della nuova Biblioteca Civica magari incrementandone gli spazi fruibili con una copertura trasparente del cortiletto interno.
    arch. Giorgio Beretta

    RispondiElimina
  2. Pienamente d'accordo per tutto quanto attiene il recupero e la valorizzazione di risorse verdi e agricole: interessante, a mio avviso, è la formula di associativismo attivo e partecipato, che si presta a essere poi declinato in funzione delle diverse opportunità offerte dal territorio. Udarnik77

    RispondiElimina