Diceva il conte Verri...

"La voce della verità comincia da lontano a farsi ascoltare, poi si moltiplicano le forze, e la opinione regina dell'universo sorride in prima, poi disputa, poi freme, poi ricorre alle arti, poi termina derisa: questo è il solito gradato passo che fa la ragione a fronte dell'opinione" (Pietro Verri)

giovedì 24 gennaio 2013

CERCASI CASA PER ESPLORATORI PERDUTI


Per una casa scomparsa, una casa ritrovata. Nell’inarrestabile processo d’annientamento della sua identità storico-architettonica, di cui il Piano di governo del territorio rappresenta il definitivo punto di non ritorno, Biassono ha forse ancora una chance per lanciare un forte messaggio  di controtendenza. Persa addirittura l’abitazione originale di uno dei suoi più illustri concittadini, quel Gaetano Osculati esploratore di terre remote e padrino spirituale di una delle realtà associative recentemente costituitesi per il Rinascimento culturale del paese, l’amministrazione comunale si appresta infatti a recuperare il secentesco e diroccato Palazzo Bossi.

Se la sua ristrutturazione, dal significativo costo di due milioni e mezzo di euro, ben attesta l’inestimabile valore dell’immobile di via Umberto I, non altrettanto si può però dire della destinazione d’uso cui la giunta leghista intende votarlo: uno strampalato hub per giovani imprenditori quasi sicuramente ignari della storia degli illustri inquilini di un tempo, chiamati oltretutto a convivere con rappresentanti della Provincia di Monza e Brianza, imprecisati attivisti locali, nonché esponenti del Gruppo ricerche archeostoriche del Lambro. Insomma, un tipico pot-pourrì in salsa brianzola, che tutti scontenta, ma per lo meno mette a posto con la coscienza di chi attende un rilancio del centro storico da oltre vent’anni a questa parte. O così dovrebbe, nelle intenzioni.

Alla luce delle accese critiche cittadine già emerse più di un anno fa, parte delle quali vertevano sulla necessità di trovare funzioni più appropriate per Palazzo Bossi, Lista per Biassono ha continuato a confrontarsi con diverse realtà del territorio e di settore, a tal punto che lo storico immobile ha oggi acceso l’attenzione di prestigiosi nomi: su tutti, il museo delle culture del mondo “Castello D’Albertis” di Genova, oltre al museo Giacomo Bove di Maranzana, in provincia di Alessandria. Ancor prima era stato inoltre avviato un dialogo di più ampio respiro col sindaco e l’assessore alla Cultura del Comune di Civate (Lecco), paese a sua volta impegnato in un lodevole progetto di recupero del patrimonio monumentale a valle del monte Cornizzolo; fresco è invece l’interessamento dell’Associazione culturale Brianze (curatrice dell’omonima rivista dedicata al nostro territorio).

Il filo rosso che, nel tempo, ha finito per intrecciare il cammino di entità tanto distanti dalla vita cittadina di Biassono, riguarda la valorizzazione di un patrimonio “immateriale” vittima di un inspiegabile oblio: come denunciato dal lungimirante giornalista Silvino Gonzato, autore dell’interessantissimo libro “Esploratori italiani”, l’Italia ha completamento perso memoria di una serie di sue incredibili figure pionieristiche che, nell’Ottocento, dischiusero il nostro Paese al primo reale progetto di globalizzazione mai sperimentato nella sua storia nazionale. Anche il nostro Gaetano Osculati fu infatti figlio di quell’intraprendente generazione che sfidò oceani e deserti in nome della scienza, dell’avventura e di un sogno che la nascita dell’Italia aveva solo promesso, ma ancora non realizzato. Di lui, così come della maggior parte dei suoi “colleghi”, pochissimo si è oggi conservato nella memoria vivente, chi potendo contare su qualche opera letteraria di peso, chi su cimeli pazientemente accumulati da sodalizi privati nei Comuni natale, chi ancora su archivi sorprendenti ma sepolti sotto una coltre caliginosa d’indifferenza.

Ecco allora l’occasione d’oro: fare di Palazzo Bossi, già sede degli illuminati Conti Verri, una Casa degli Esploratori italiani, un centro di studio e ricerca, ma anche di valorizzazione culturale, per la riscoperta di un’importantissima pagina di storia moderna. Un luogo d’incontro che unisca realtà periferiche e di limitata visibilità in un polo esclusivo di riferimento, capace di avvalersi del prezioso contributo del già installato Gruppo di ricerche archeostoriche del Lambro, ma anche della rete di contatti della Provincia di Monza e Brianza e delle risorse umane disposte a qualificarsi sul nostro territorio. Come ben insegna il pregevole progetto di Luce Nascosta, ormai ben avviato nel Comune di Civate e intento a creare nuovi flussi culturali fra Milanese e Lecchese, la costituzione di giovani cooperative a supporto comunale rappresenta infatti una notevole risorsa di formazione e investimento umano, capace di fare non solo Cultura in senso lato, ma di produrre persino lavoro e turismo con ricadute di respiro internazionale.

Paolo Pirola stesso, fondatore dell’Associazione culturale Brianze, ha ripetutamente evidenziato il potenziale attrattivo di figure pionieristiche locali come l’Osculati, Gaetano Casati di Lesmo, o dei meneghini Manfredo Camperio e Paolo Andreani, forse il vero capostipite degli esploratori-scienziati formatisi nella Milano dei Lumi, per arrivare a leggende contemporanee come il lecchese Walter Bonatti, il cui cumulo di conoscenze, reperti e documenti rischia di perdersi per sempre nella cronica dispersione del patrimonio culturale italiano. Figure capaci ancora d’entusiasmare e accendere forti passioni, ideali per avvicinare a concreti progetti di valorizzazione storica sia studenti che ricercatori, nel tentativo di riconferire una forte impronta identitaria al nostro territorio. Mostre tematiche, percorsi storici, mappature, laboratori formativi e conservativi, dibatti e conferenze, sono solo alcune delle attività che potrebbero trovare posto all’interno di Palazzo Bossi, interagendo con la vivace scena metropolitana di Milano, ma anche con le altre realtà italiane affiliate.

Dall’altra vanno infine soppesate le potenzialità turistiche del progetto, tenuto conto non solo della disponibilità di attrattive uniche come il vicino Parco di Monza (di cui si sta valutando la candidatura a Patrimonio Unesco) o il costituendo Nuovo Parco Urbano di Biassono, ma dello spazio strategico occupato proprio dal nostro Comune: porta d’ingresso a quel che resta della verde Brianza patrizia e, al contempo, all’area metropolitana della Milano versione Expo2015, ovvero tappa di sosta intermedia di quel progetto di percorso culturale già battezzato “La via di Ansperto” (l’eminente arcivescovo biassonese del IX/X secolo che, attraverso il suo prestigioso incarico, finì per unire le sorti di Milano, Biassono e Civate). Un progetto attraverso il quale s’intende far rinascere sul nostro territorio le antiche istituzioni d’ospitalità pellegrina (perno di riferimento sarebbe in questo caso il recupero archeologico e agricolo dell’area di Cascina S. Andrea, già sede dell’importantissimo monastero medioevale della congregazione delle Umiliate).

Lista per Biassono crede fermamente che questa debba essere la via per un recupero coerente e lungimirante di una delle nostre ultime vere risorse monumentali. E’ pronta a portare avanti il progetto in consiglio comunale, così come nelle sedi istituzionali competenti, restando naturalmente aperta al dialogo su tutte le possibili iterazioni: l’auspicio è che i biassonesi tutti, a questo punto, tornino a giocare il proprio ruolo, contribuendo all’orientamento delle scelte amministrative e allo sviluppo materiale del progetto.    

Alberto Caspani

3 commenti:

  1. Ottima proposta!
    Un vero progetto culturale con molteplici punti di interesse e valorizzazione del nostro vero patrimonio identitario, ricondotti ad unità in un progetto integrato d'intervento che per Biassono ritengo sia in grado di fare la differenza.
    Complimenti.
    Arch. Giorgio Beretta

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  2. Questo progetto, unitamente a quello già proposto, anche in Consiglio Comunale, dallo stesso Caspani di creazione di itinerari artistici in paese sarebbe di per sè in grado di occupare l'agenda amministrativa di qualsivoglia giunta da qui al termine del mandato.
    Su queste proposte dovrebbe essere preposta a lavorare la Commissione Cultura in sintonia con tutte le realtà associative del territorio.
    Rimangono due dubbi: a)la Lega Nord invoca la forte impronta identitaria solo a parole, oppure è disposta ad investire su questi progetti? b) e le altre forze politiche biassonesi (PD e PDL)quando usciranno dall'annoso letargo?
    Va da sè, comunque, che Lista per Biassono dovrà in ogni caso procedere anche col coinvolgimento di tutti gli enti, istituzioni ed associazioni interessate.
    Felice Meregalli

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  3. Cultura e Turismo, quando sono legati fanno impresa.
    Cosa, che credo interessi alla maggioranza dei biassonesi, ma forse non tanto alla giunta leghista, che si fa vanto di sponsorizzare la corsa degli asini come massimo esempio d'identità identitaria/culturale di Biassono.
    Non vedere le opportunità per il nostro territorio qui sopra descritte nell'articolo dal Caspani ci penalizza tutti notevolmente.
    Basta, mandiamoli a casa.
    P.P.

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