Diceva il conte Verri...

"La voce della verità comincia da lontano a farsi ascoltare, poi si moltiplicano le forze, e la opinione regina dell'universo sorride in prima, poi disputa, poi freme, poi ricorre alle arti, poi termina derisa: questo è il solito gradato passo che fa la ragione a fronte dell'opinione" (Pietro Verri)

lunedì 27 febbraio 2017

BIASSONO E LE CRITICITA' DELLA DIGITALIZZAZIONE

Giornalisti e blogger ospiti in Villa Verri per illustrare problematiche e opportunità della comunicazione digitale

Comunicare tanto non significa ancora comunicare bene. La moltiplicazione esponenziale di siti e blog nel corso degli ultimi anni, durante i quali lo stesso Biassono in Progress è passato dall’essere un progetto amministrativo d’avanguardia a un modello emulato da più Comuni in Brianza, sta avendo forti ripercussioni non solo nella qualità dell’informazione, ma anche nell’evoluzione dei rapporti politici e, conseguentemente, delle opportunità di crescita legate a qualsivoglia forma di progettualità: lo si è ben compreso martedì 21 febbraio nella sala civica di Villa Verri, dove Lista per Biassono ha organizzato un incontro pubblico di formazione dedicato alle criticità della comunicazione digitale. Ospiti speciali sono state quattro giornaliste milanesi che, attraverso il racconto delle proprie esperienze e consigli pratici su come “far sentire” la propria voce, hanno permesso al pubblico di comprendere meglio quali siano i meccanismi odierni alla base delle scelte decisionali o di gusto. 

LA SCARSA PARTECIPAZIONE
Di fronte a eventi pubblici di grande valore organizzati con regolarità a Biassono, ad esempio, le risposte del pubblico appaiono spesso al di sotto delle aspettative. In paese, poi, continuano a nascere gruppi digitali d’interesse comune, ma ancora e soprattutto attraverso il solo canale Facebook: processo alquanto caotico che, inevitabilmente, mette in scena doppioni (“Sei di Biassono se…” e “Sei di Biassono se (non si cancellano i post)”…), frazionamenti poco funzionali (“Biassono segnalazioni”, “Sgurbat de Biason e paesi visen”…) o esperimenti di forum (“Il caffè di Biassono”, “Station to Station - Biassono/Lesmo Parco). Conseguentemente prendono forma gruppi che finiscono spesso per ricondividere le stesse notizie, ottenendo però pochi like, scarsa partecipazione attiva e propositiva, sollecitando una critica per lo più sterile. Basti pensare che, fra gli argomenti in paese col più alto tasso d’interazione, spicca a tutt’oggi un post sul problema degli escrementi dei cani: imbarazzante. 

PREISTORIA DIGITALE
Dall’altra, Biassono appare ancora molto indietro a livello di digitalizzazione delle proprie attività: se quasi tutte le società sportive o associazionistiche si sono dotate di siti o portali piuttosto elementari, ma in ogni caso utili per ampliare il reperimento d’informazioni sulle proprie attività, non lo stesso di può dire ad esempio delle categorie commerciali, fra l’altro sfornite anche di un portale di promozione comune. Quasi tutte le realtà biassonesi, inoltre, difettano di contenuti tradotti in inglese o altre lingue straniere (un basso tasso d’internazionalizzazione significa un forte limite di circolazione di idee e prodotti), così come di filiazioni a referenti o partner sovracomunali. 

COSA COMUNICARE?
Sorgono dunque quesiti essenziali: che cosa interessa realmente, oggi? Di che tipo di verità e azione è portatrice l’informazione nell’era digitale? E cosa abbiamo da dire, o possiamo dire, noi stessi? Ma soprattutto, come fare in modo che le nostre idee, i nostri prodotti, i nostri talenti possano essere notati e siano perciò in grado di raggiungere un destinatario preciso? Quesiti complessi e non certo esauribili nell’arco della serata proposta in Villa Verri, ma in ogni caso capaci di renderci cittadini e consumatori più consapevoli. Perché il paradosso sta proprio qui: nell’era digitale la politica non è più azione, ma comunicazione, benché sempre più inconsapevole del fatto di aver perduto il suo potere d’orientare l’agire umano, venendo essa stessa orientata dai condizionamenti socio-economici del mercato neoliberista.    

LA PSICOPOLITICA
A tal proposito, significativo è il brano letto in apertura da Alberto Caspani, capogruppo di Lista per Biassono e mediatore della serata: “Il neoliberalismo fa del cittadino un consumatore - ha evidenziato, riprendendo il testo del saggio “Psicopolitica” scritto dal filosofo contemporaneo Byung-Chul Han - La libertà del cittadino cede alla passività del consumatore. L’elettore, in quanto consumatore, non ha oggi alcun reale interesse per la politica, per la costruzione attiva della comunità. Non è disposto a un comune agire politico e neppure ne è capace: reagisce solo passivamente alla politica, criticando, lamentandosi, proprio come fa il consumatore di fronte a prodotti o a servizi che non gli piacciono. Anche i politici e i partiti seguono la logica del consumo: devono fornire. Perciò, si presentano essi stessi come fornitori, che devono soddisfare gli elettori intesi come consumatori e clienti. La trasparenza, che oggi si esige dai politici, è tutt’altro che una pretesa politica. Non si rivendica la trasparenza politica nei processi decisionali, ai quali nessun consumatore s’interessa. L’imperativo della trasparenza serve soprattutto a mettere a nudo i politici, a smascherarli o a suscitare scandalo. La richiesta di trasparenza presuppone uno spettatore che si scandalizza: non è la richiesta di un cittadino impegnato, ma di uno spettatore passivo. La partecipazione avviene come reclamo e lamentela: la società della trasparenza, popolata da spettatori e consumatori, dà vita a una democrazia degli spettatori. L’autodeterminazione informativa diviene allora parte essenziale della libertà”.

Leggere e informarsi, esprimere la propria opinione o il proprio gusto, non sono atti che comprovano ancora il nostro status di persone realmente libere. Anzi: mettendoci a nudo attraverso un eccesso di comunicazione e condivisione di contenuti quasi sempre soggettivi, emotivi e incapaci d’interazione costruttiva, non facciamo altro che offrire elementi utili a un maggior controllo delle nostre inclinazioni. 

4 GIORNALISTE IN CAMPO
Lo scenario è cupo e molto preoccupante, ma sono stati proprio i consigli delle giornaliste/blogger Assunta Corbo (That's good news), Oriana Davini (Lilimadeleine), Alessandra Gesuelli (Il Giornale blog, Viaggiale) e Mariangela Traficante (Che libro mi porto) a dar concretezza a quel concetto di “autodeterminazione informativa” di cui parla Byung-Chul Han. Ci limitiamo qui a offrire solo un sunto delle principali osservazioni mosse, tenuto conto che il successo dell’iniziativa biassonese (cui hanno partecipato iscritti anche da Comuni molto lontani) ha posto le basi per un futuro ciclo d’incontri ancor più strutturati. 


PILLOLE PER UNA SANA DIGITALIZZAZIONE

1) Siti, blog e strumenti d’interazione digitali hanno indubbiamente il vantaggio di creare spazi di resistenza rispetto alla massificazione del gusto e all’appiattimento acritico delle notizie, soprattutto nel momento in cui sviluppano temi non generalisti.

2) Per entrare in competizione o imporsi sui messaggi dei grandi mass media hanno però bisogno di costruirsi una propria auctoritas: una rispettabilità che nasce indubbiamente dalla ricerca e dalla veicolazione di contenuti d’alta qualità, dove per “alta qualità” s’intende innanzitutto verifica e verificabilità dei contenuti stessi, oltre che capacità di scrittura grammaticalmente corretta, logicamente strutturata, nonché dotata di uno stile accattivante perché dissonante rispetto all’abitudinario. 

3) Non per questo, però, l’abitudine va deprezzata: anzi, la forza effettiva di un canale digitale si consolida proprio attraverso l’instaurazione di un chiara tempistica di divulgazione dei contenuti, che sia quotidiana, infrasettimanale o mensile, non fa poi grandissima differenza: conta soprattutto garantire la regolarità. Far sapere ai propri lettori che la notizia arriverà nel momento esatto in cui questi l’aspettano. 

4) Una gestione simile, dunque, richiede grande dedizione (la passione personale, al pari della competenza professionale, è il primo motore per dare continuità ai propri progetti), soprattutto nel momento in cui non ci si limita a esprimere commenti od opinioni (che divengono interessanti solo nel momento in cui godono di un’articolata base argomentativa), bensì a mostrare un modo di ragionamento che implichi una comprensibilità delle idee in esame quanto più universale possibile. 

5) Ne discende anche che testi o video non debbono essere necessariamente brevi e veloci, correndo il rischio di apparire inconcludenti: la durata efficace si basa sulla narratività, cioè sulla capacità di costruire una storia (sempre portatrice di contenuti intellegibili ed emotivamente coinvolgenti) in contrapposizione alla mera replicazione di dati o informazioni (che, al contrario, genera spesso il fenomeno del trollismo, ovvero della condivisione insistente e scriteriata di contenuti non motivati). 

6) In ottica di rafforzamento della propria auctoritas, poi, si rivelano strategiche le iniziative di partnership o di lancio di contest tematici, dal momento che la condivisione di contenuti fra canali affini, al pari di concorsi basati su una competitività ludica, aiutano ad ampliare la sfera d’interesse verso una direzione ben definita. Non da ultimo, tanto più il canale da noi gestito risulta multimediale, tanto più aumenta la sua fruibilità e appetibilità.

I passi da percorrere verso una “smart community”, ancor prima che verso la “smart city”, restano dunque molti, ma grazie all’iniziativa di Lista per Biassono e in attesa dell’inaugurazione del nuovo Distretto culturale evoluto di Palazzo Bossi, il paese ha dato prova di potersi nuovamente far carico della spinta innovativa conferitagli un tempo dai suoi più illustri cittadini: quei Conti Verri, padri dell’Illuminismo italiano, riapparsi ammiccanti sul certificato di partecipazione al primo corso pubblico di formazione in comunicazione digitale svoltosi a Biassono. Una vera e propria garanzia di qualità.     


2 commenti:

  1. Quando si è a corto di argomenti, si ricorre all'insulto.
    Serata veramente interessante e ricca di spunti da sviluppare.

    RispondiElimina