Diceva il conte Verri...

"La voce della verità comincia da lontano a farsi ascoltare, poi si moltiplicano le forze, e la opinione regina dell'universo sorride in prima, poi disputa, poi freme, poi ricorre alle arti, poi termina derisa: questo è il solito gradato passo che fa la ragione a fronte dell'opinione" (Pietro Verri)

mercoledì 29 marzo 2017

BIASSONO FRA PECORE E MASTERPLAN




@stefanocarnelli
Vanno e vengono. Le greggi di pecore transumanti sono uno degli spettacoli naturali che Biassono riesce a concedersi sempre più di rado: un tempo paese agricolo, circondato da immensi campi, nell’arco degli ultimi 30 anni è riuscito a divorarsi la maggior parte dei suoi terreni, finiti in pasto a piani edilizi poi incapaci di assorbire nuovi residenti. 

La crisi, si continua a ripetere. Il mercato che non gira più, si rilancia con una punta d’insidiosa nostalgia. In realtà, Biassono e buona parte della Brianza hanno gradualmente perso quel fascino di comunità di pianura che permetteva ancora di tirare un respiro di sollievo una volta sottrattisi alle colate di cemento delle periferie milanesi, concedendosi soggiorni “di delizia” in una campagna dove le attività agricole plasmavano le mani e il carattere degli abitanti. Sono rimasti i modi di dire, i ricordi, le feste dal gusto un po’ posticcio, ma quel mondo è stato spazzato via sotto i nostri stessi occhi. 

Venerdì sera, il fotografo e architetto urbanista Stefano Carnelli ci riporterà magicamente in una dimensione sospesa, in spazi della Brianza e della Lombardia a noi familiari, attraverso i quali le greggi continuano a muoversi sfidando scempi edilizi, vecchie periferie industriali ormai semi abbandonate, strade trafficate all’inverosimile e campi su cui l’inquinamento spande un invisibile manto di morte. Più forti di qualsiasi provvedimento di ordine pubblico. Strette nelle difficoltà quotidiane di chi non può contare certo su piani urbanistici pensati per chi ha smesso di vivere in movimento. 

Seguendo mappe interiori, i pastori continuano infatti a tracciare percorsi ogni volta uguali e diversi, conosciuti come batida: interstizi disegnati fra un pascolo basso e uno alto, ma in costante trasformazione per via di nuove abitazioni, nuove strade, di verde divorato e spazi cementificati. Nella sola Lombardia rimangono ancora una sessantina di transumanti, ciascuno con capi di razza gigante bergamasca oscillanti fra le 1000 e le 1500 unità. Alcuni di loro, lupi e razziatori permettendo, giungeranno venerdì 31 marzo nella sala civica di Villa Verri, per far sentire la propria voce una volta ancora. Per raccontare, insieme a Stefano Carnelli dalle ore 21, dove vanno e cosa fanno le greggi una volta scomparse alla vista dell’uomo sedentarizzato. 


Sorprendentemente, le pecore e i loro custodi si rivelano magiche antenne in grado di percepire ogni più piccola variazione del nostro habitat, gli effetti delle nuove forme di organizzazione sociale ed economica, mostrandoci fra l’altro i gravi rischi cui noi tutti ci stiamo esponendo per via di uno sviluppo scriteriato. 

Non da ultimo, il titanico masterplan firmato Studio Archetipo e depositato proprio in questi giorni in Comune, con l’intento di rilanciare i progetti di espansione edilizia sugli ultimi terreni strategici al confine con Lissone: nonostante il ricorso già intrapreso da Lista per Biassono contro le mire speculative del Piano di Governo del Territorio, la fame di terra torna oggi a farsi sentire con prepotenza, esattamente come la sua capitalizzazione per rimpinguare le casse del Comune. A tal punto che, nel nuovo disegno, si prevedono ben due distinte fasi di sviluppo: la prima in riferimento a una superficie calpestabile di 60mila metri quadrati, su cui s’intende edificare per 40mila metri quadrati. La seconda coinvolge addirittura una superficie calpestabile di 120mila metri quadrati, di cui 50mila destinati a strutture coperte. In totale, ben 90mila metri quadrati di nuove edificazioni a Biassono. Parametri superiori a quelli già esorbitanti del PGT, in quanto trainati dall’arrivo di altre due opere quanto mai impattanti: la nuova strada provinciale prevista al confine con Lissone, nonché la famigerata e sconclusionata Pedemontana. 

Che ne sarà, dunque, di quest’ultima barriera verde che ancora permette di distinguere Biassono dagli altri Comuni limitrofi, anziché farne un’unica ed amorfa area urbanizzata?

Sarà divisa in lotti produttivi, terziari e commerciali, con strutture di vendita di media grandezza (circa 2500 mq), più due grandi aree per attività collettive (solo in parte a carico del comparto). Le aree infrastrutturali saranno poi cedute dal Comune a Pedemontana, le cui compensazioni ambientali restano a tutt’oggi mere supposizioni. L’ipotesi d’insediamento A, quella sui 40mila mq previsti, dovrebbe coinvolgere le aree comprese fra Macherio e la strada vicinale Fame, nonché gli spazi a sud di quest’ultima; in alternativa, si è pensato a uno sviluppo in funzione della capacità insediativa, anziché in base a criteri geografici. Cinque lotti avranno prevalentemente finalità economico-produttiva, due commerciali, mentre al centro si costituirà un grande lotto su cui ospitare 2 torri di dieci piani. 

Con buona pace delle pecore e dei biassonesi, che si ritroveranno stretti in una nuova colata di cemento, mentre Lissone hapreferito correre ai ripari inserendo i propri terreni verdi nel Parco delGrugnotorto. Meglio dunque rifarsi gli occhi in sala civica e concedersi qualche peccato di gola con i prodotti ovini offerti dal rinfresco organizzato. Forse si troverà la forza per dire no a nuovi sacrifici ambientali, trovando proprio nelle pecore delle compagne insperate per progetti d’avanguardia: dalla cura del verde pubblico al rilancio delle attività di produzione della lana brianzola, tante sono le soluzioni che Biassono può infatti ospitare rifacendosi alle sue antiche e prestigiose tradizioni agricole. In primis, quelle legate alla confraternita medioevale degli Umiliati. Per saperne di più, basta partecipare al fotoreportage in Villa Verri.  Ore 21, venerdì 31 marzo. Voilà. 


            

6 commenti:

  1. Sarebbe molto grave se davvero a Biassono si consumare altro terreno ! Non ci sono abbastanza ville/villette nuove invendute? E tutto ciò per coprire buchi di bilancio.
    Ma si può sapere che ne è di Cà de' Bossi, per la quale leggo che sono stati spesi 3 Milioni di euro ed è ancora chiusa, e pare che ce ne vogliano altri, anche se non è chiaro a cosa servirà ! Certo che se i soldi vengono spesi così, di ville e villette vuote ce ne vorranno ancora molte !

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  2. Masterplan? Solo speculazione (dei soliti noti), con la solita attiva collaborazione della giunta leghista, incapace di gestire l'attaule situazione (vedi Ca de Bossi, ma anche l'asilo), ma sempre disposta a porre pesanti vincoli sul futuro dei cittadini che, con irresponsabile leggerezza, nella maggior parte dei casi "lasciano fare".

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  3. Buongiorno signore e signora , Di auto-aiuto finanziario per tutti.
    Per un credito senza protocollo !!!! contatto servicesfinancial58@gmail.com o il +22 966 236 144 whatsapp grazie.

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  5. Quei maledetti terreni NON sono cosa pubblica; sarebbe il caso che ognuno si facesse i c___i propri. I proprietari non pagano le tasse allo Stato e al Comune per far pascolare le greggi....
    Pecoroni demagogisti!

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  6. Questo commento è la miglior pubblicità al fatto che i biassonesi non debbano lasciare che i soliti noti facciano i comodi loro sul nostro territorio

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