Diceva il conte Verri...

"La voce della verità comincia da lontano a farsi ascoltare, poi si moltiplicano le forze, e la opinione regina dell'universo sorride in prima, poi disputa, poi freme, poi ricorre alle arti, poi termina derisa: questo è il solito gradato passo che fa la ragione a fronte dell'opinione" (Pietro Verri)

venerdì 4 agosto 2017

REFERENDUM SI', MA NON A CASA NOSTRA!

Eravamo stati facili profeti: la Lega Nord esalta il ruolo dei Comuni quali “Enti fondamentali per l'autogoverno e la democrazia diretta”.

L'Amministrazione biassonese, poi, in maniera del tutto impropria e inopportuna decide di scendere direttamente in campo per sponsorizzare e promuovere il referendum consultivo regionale del prossimo 22 ottobre.

Da arbitro, ammesso e non concesso lo sia mai stato, a giocatore di una delle squadre.
A Biassono è il Comune stesso, non i Partiti, non i Comitati Promotori,  che si è assunto l'onere di sensibilizzare la cittadinanza alla partecipazione al voto.

Stride alquanto però la circostanza che, proprio nello stesso momento in cui si esaspera la portata di questo spreco di danaro pubblico a fini di parte, si erigano muri e barricate contro anche la sola mera eventualità di poterne indire uno, di Referendum consultivo, in terra biassonese.
Eravamo abituati alle bizzarrie della macchina amministrativa locale. Avevamo assistito, anche di recente, a Pareri Tecnici che, ad anni alterni, avevano classificato come “tecnicamente ammissibili” o meno emendamenti al Bilancio concepiti con lo stesso identico criterio.

Quella di venerdì scorso, però, non l'avevamo mai ancora vista: una proposta di deliberazione presentata da Lista per Biassono allo scopo di modificare l'articolo 25 dello Statuto comunale prevedendo l'adozione di un Regolamento per la disciplina dell'istituto del Referendum consultivo, accompagnata non da uno, ma da due Pareri Tecnici che si contraddicevano a vicenda.

Riportiamo testualmente: “Parere non necessario”.

E poi: “Ai sensi dell'articolo 49 comma 1 del TUEL si intende la presente mozione quale proposta di mero atto di indirizzo politico nei confronti dei componenti il Consiglio, in quanto gli articoli allegati, così come formulati e presentati, sono tecnicamente inidonei a produrre immediate modificazioni o integrazioni all'attuale disciplina in essere e vanno pertanto considerati delle proposte per una o più deliberazioni consigliari eventuali e future in materia”.

L'articolo 49 citato prevede che su ogni proposta di deliberazione sottoposta al Consiglio che non sia mero atto di indirizzo deve essere richiesto il parere in ordine alla sola regolarità tecnica del Responsabile del Servizio interessato.

Delle due l'una: o la proposta di Lista per Biassono era di mero indirizzo, e quindi il Parere non era necessario ed il Consiglio poteva e doveva deliberare in merito, oppure non lo era.
Qui siamo al paradosso per cui il Responsabile si sente in dovere di esprimere un Parere Tecnico (quindi la proposta non era di mero indirizzo), ed il Parere derubrica la proposta a mero atto di indirizzo politico, demandando ad altre eventuali e future deliberazioni.

Neppure Kafka sarebbe stato in grado di fare meglio!

Biassono continua a non avere un Regolamento che disciplini modalità, termini e procedura per l'espletamento di un Referendum consultivo sul territorio.
I biassonesi continuano ad avere solo sulla carta un istituto di democrazia diretta ma, dal 2005, continuano a non poterlo effettivamente esercitare.

Gli elettori biassonesi stanno per essere sommersi da pressanti inviti alla partecipazione al voto per il Referendum consultivo regionale, ma sono in tutti i modi scoraggiati e dissuasi dal chiederne la convocazione di uno analogo a livello comunale.
La sola e semplice possibilità di indirne uno sul Masterplan relativo all'ambito di trasformazione 1, già aveva scosso i nervi della dirigenza leghista locale che aveva dato inizio ad una discutibile quanto risibile manovra preventiva di denigrazione e discredito.
Ora ritengono di aver chiuso il cerchio rinviando sine die l'adozione, a livello istituzionale, del Regolamento attuativo.

I nostri amministratori dovrebbero però tenere ben presente che l'ordinamento italiano presta una attenzione particolare alla partecipazione diretta del cittadino nella vita delle istituzioni locali.

Gli istituti di partecipazione e gli organismi consultivi del cittadino fanno infatti parte del contenuto necessario e non meramente facoltativo degli Statuti e, una volta previsto, l'istituto referendario DEVE essere compiutamente disciplinato da un Regolamento.

I biassonesi devono avere l'effettiva possibilità di esprimere il proprio assenso o dissenso sui temi proposti, in modo tale che gli Organi ai quali compete decidere, assumano le determinazioni del caso, consapevoli dell'orientamento prevalente della comunità locale che amministrano.

Rimandare per guadagnare tempo non serve a nulla perché, se la lingua italiana ha ancora un senso, tale orientamento della comunità locale deve essere sondato  in via  preventiva, e non dopo che le decisioni sono state assunte ed attuate.
A Biassono, per ora, siamo al: Referendum SI, ma non a casa nostra!
Ma la battaglia continua.


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