Diceva il conte Verri...

"La voce della verità comincia da lontano a farsi ascoltare, poi si moltiplicano le forze, e la opinione regina dell'universo sorride in prima, poi disputa, poi freme, poi ricorre alle arti, poi termina derisa: questo è il solito gradato passo che fa la ragione a fronte dell'opinione" (Pietro Verri)

martedì 24 ottobre 2017

LA BRIANZA DI NIK AL DI LA' DEL PONTE


Ecologia, punto e a capo. La cerimonia commemorativa di Roberto “Nik” Albanese, svoltasi sabato scorso a Sovico con un’ampia partecipazione biassonese, ha risvegliato fra gli intervenuti un’attenzione e una sensibilità verso l’ambiente ben lungi da quanto le nostre vite quotidiane siano solite dimostrare; ed è forse questa l’eredità più preziosa lasciataci dal grande ecologista e pacifista brianzolo, improvvisamente scomparso due anni fa. Un uomo di profondo senso etico e d’instancabile impegno civile: caratteristiche che insieme finiscono inevitabilmente per rendere “scomodi”, laddove la politica abdichi al compito di costruire una comunità partecipe, volta al proprio costante miglioramento. Roberto è stato un esempio di dedizione ai valori della convivenza attiva e responsabile, ragion per cui Lista per Biassono ha fortemente chiesto alle istituzioni un segno tangibile di memoria, concretizzatosi infine con l’intestazione di una targa e del ponte sul Lambro che collega Sovico a Triuggio. 

Alle amministrazioni comunali di Biassono, Sovico e al Parco Valle Lambro vanno dunque i ringraziamenti per aver adempiuto questo piccolo grande gesto, ma come hanno evidenziato anche i parenti e gli amici più stretti di Nik, il nostro impegno non può fermarsi qui. I documenti e i progetti lasciatici in eredità sono moltissimi, così come ancor più urgente la necessità di formare nuove generazioni al rispetto dell’ambiente e alla valorizzazione del territorio. Se Sovico ha già dichiarato, attraverso il sindaco Alfredo Colombo, di volersi attivare per la realizzazione di un Roseto della Pace anche fra i propri confini, sarebbe di grande utilità che la stessa iniziativa venisse perseguita a Biassono, rafforzando il percorso eco-educativo avviato a Monza: la creazione di uno spazio dove natura e cultura concorrono a preservare il ricordo delle vittime dei bombardamenti della Prima Guerra Mondiale, sotto i quali morì pure una cittadina biassonese, permettendo agli studenti e agli artisti locali di esprimere il proprio talento creativo. 

Ma non sarebbe che uno dei tanti compiti lasciatici in consegna: la mole dei dati, delle ricerche e dei progetti oggi ordinati dalla famiglia di Nik meriterebbe che il 21 ottobre, giornata d’inaugurazione della targa, si trasformasse ogni anno in un’occasione di convegno pubblico per alimentare sul nostro territorio l’educazione ambientale e alla pace. Proprio l’emergenza di questi giorni, durante i quali la Pianura Padana è stata avvolta da una pericolosa coltre di smog, rende improrogabile l’adozione di un nuovo modello di coesistenza. L’inarrestabile consumo di suolo in Brianza, con le sue nefaste conseguenze in termini di perdita d’identità, di biofilia e di benessere psico-fisico per gli abitanti locali, va affrontato sviluppando una coerente consapevolezza ecologica: non fatta di parole o buoni propositi, ma di pratiche di vita sostenibili, di mobilità leggera, di edilizia verde, di ricostruzione del paesaggio. 

Mentre Milano, avvelenato dal suo stesso sviluppo, ha firmato un accordo con altre 11 metropoli per arrivare all’obiettivo di produrre zero emissioni inquinanti entro il 2030 (in linea con i 17 obiettivi  dell’Agenda2030 dell’Onu), quale risposta sono oggi in grado di mettere in campo le nostre amministrazioni comunali? Quali sono i provvedimenti per rendere più verdi, sane e vivibili le nostre comunità? Quali i progetti di lungo termine, gli studi sulla salute del territorio, la consapevolezza dei nostri cittadini? La Brianza, che ancora si definisce “verde Brianza” benché ogni domenica mattina non veda l’ora di fuggire verso aree naturali più vivibili, non è più un’isola felice. Anzi, ancor più di altri territori, ha la responsabilità di trovare vie di sviluppo armoniche fra la sua capacità produttiva, la preservazione della propria identità, l’apertura alle sfide globali. Ha il dovere di guardare il mondo con uno sguardo ampio e lungimirante, lo stesso che Roberto Albanese ha saputo donarle in tanti anni d’instancabile impegno.

Rimbocchiamoci dunque le maniche: il lavoro è solo cominciato e, ogni volta che ci troveremo a passare di fronte alla targa o sul ponte di Nik, portiamo con noi quelle parole che lì avremmo dovuto scolpire: “Rallenta la tua corsa, oh Lambro; indugia ancora un poco, sotto questo ponte. Porta il nome di chi in realtà ha portato te nel cuore, per la vita intera: ricordi? Ricordi quell’uomo che di te scrisse libri e per te perorò cause? Che senza indugio ti difese, quando le tue acque si tinsero di nero petrolio? Che tante generazioni di brianzoli educò al tuo rispetto e per te solo fondò il Parco Valle Lambro? Fu pioniere d’ecopacifismo in Italia e in Regione Lombardia consigliere dei Verdi alla prima ora. La sua voce risuonò persino nel Parlamento europeo ma, fra battaglie per l’ambiente e per la democrazia partecipata, sempre trovò eco ferma nell’Istituto Greenman. A Macherio nacque in una notte di stelle del 1950 e una fredda mattina del 2016 s’incamminò sopra l’arcobaleno, dopo aver inaugurato roseti di pace. Lo chiamavano Roberto Albanese. Ma lui è, e per tutti sarà, semplicemente Nik".   

1 commento:

  1. Il 14 febbraio 1916 il quartiere San Biagio di Monza venne bombardato da un aereo austriaco. Anna Maria Galliani, biassonese coniugata a Monza, perse la vita in questo episodio bellico. Prevedere, dopo Monza e Sovico, un roseto della pace anche a Biassono, sarebbe un degno modo di ricordarla proprio in questi anni in cui si celebra il centesimo anniversario della Grande Guerra.
    Felice Meregalli

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