Roberto "Nik" Albanese, archivio Il Giorno |
A distanza di circa un mese dalla cerimonia commemorativa per Roberto “Nik” Albanese, resta ancora insoluta la domanda su quale potrà essere il modo più adeguato per dare
continuità all'opera e alla testimonianza del pacifista ed ecologista
brianzolo.
Tra gli spunti recentemente lanciati, merita menzione quello annunciato dal sindaco di
Sovico Alfredo Colombo circa la creazione, in paese, di un Roseto della Pace.
Progetto che farebbe il paio con quello già realizzato a Monza nel
sito del bombardamento aereo del 14 febbraio 1916 (via Prina, angolo via
Villoresi).
In quella data un aereo austriaco effettuò un bombardamento in
zona San Biagio con un morto e quattro feriti. I morti diventeranno purtroppo
due in quanto, il 20 febbraio, all'Ospedale di Monza decedeva, per le gravi
ferite riportate, la giovane madre di famiglia Anna Maria Galliani, di Amedeo e
Cagnola Teresa. Era nata a
Biassono il 25 marzo 1876 e coniugata a Monza con il vigile urbano Giuseppe
Galbiati.
Scriveva Albanese a riguardo di quell'episodio bellico: “le
vicende di bombardamenti sulle città verificatesi durante la prima Guerra
Mondiale sono cosa minima in confronto a quanto avverrà nei successivi
conflitti. Si trattò allora di azioni più dimostrative che realmente
distruttive, anche se erano già presenti quegli elementi di strategia e tecnica
militare che furono poi utilizzati su larga scala durante la seconda Guerra
Mondiale, quando si ritenne che l'opzione dei bombardamenti aerei cosiddetti
terroristici fosse ormai matura". (Roberto Albanese, Le bombe austriache
sulla città di Teodolinda. Rivista Brianze, n.26, 2003).
Quello del Roseto della Pace è un modo tangibile di dimostrare la
nostra gratitudine a quei
cittadini sul cui sacrificio è stato ricostruito il bene immenso della pace tra
popoli un tempo nemici.
Auspichiamo quindi che anche il Comune di Biassono, a maggior
ragione, si faccia artefice di analoga iniziativa e individui un luogo della
memoria finalizzato a onorare la nostra sventurata cittadina, vittima civile
degli eventi bellici. Magari in collaborazione con quelle associazioni locali che collaborarono proprio con Nik (Associazione culturale Gaetano Osculati, Anpi, Emergency) o hanno comunque interesse a preservare la memoria del periodo bellico (Gruppo Alpini)
Siamo
quasi prossimi al centesimo anniversario della Grande Guerra. Le celebrazioni
sono cominciate nel 2015 e si concluderanno solennemente il prossimo anno.
A
così tanta distanza di tempo, a Biassono ci sono, ancora, almeno due militi che
attendono di essere adeguatamente ricordati.
Si
tratta di:
CESANA
GIOVANNI - MEDAGLIA D'ARGENTO al V.M. -
"
sergente, capo mitragliatrice, noncurante del pericolo, sotto l'intenso fuoco
avversario, si spingeva solo fin presso le posizioni nemiche, per scegliere una
postazione adatta a controbattere, con la propria arma, quelle avversarie.
Mentre poi vi tornava con i suoi uomini da lui incoraggiati, veniva colpito a
morte".
Montello,
20 giugno 1918.
TREMOLADA
ANTONIO - MEDAGLIA DI BRONZO al V.M. -
"
durante un contrattacco nemico, trascinando con l'esempio i suoi camerati, si
slanciò, per primo, con disprezzo del pericolo, al salvataggio di un cannone da
montagna rimasto avvolto dalle fiamme provocate da proiettili nemici
incendiari. Colpito in pieno da una granata nemica, lasciò la vita nell'ardito
tentativo".
A
Biassono, il Monumento ai Caduti
venne inaugurato il 21 maggio 1925. Il Monumento verrà posizionato al
centro di Piazza Italia, dove si trova ancora attualmente, nel 1953. Ancora
oggi, le targhe apposte al Monumento a ricordo dei Caduti biassonesi della
Grande Guerra risultano incomplete. All'appello mancano, in particolare, i
decorati al valor militare Giovanni Cesana ed Antonio Tremolada. Forse è giunto
il tempo di rimediare alla secolare dimenticanza!
Fotografie tratte del libro di Felice Meregalli “Biassono
1900-1945”” Edizioni Bellavite, 2016.
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