Taglio alberi lungo la linea
ferroviaria Milano-Molteno-Lecco: un giallo che si tinge di rosso. A poche ore
dalla performance ambientalista che, questa mattina, ha mobilitato diverse
personalità del mondo artistico e creativo su stimolo degli Ecologisti Civici Verdi Europei di Monza e Brianza, Trenord prende le distanze: “Trenord è un
operatore ferroviario – ha dichiarato la società sul sito di Mbnews – gestisce
cioè il trasporto pubblico su ferrovia in Regione e non ha competenze né sulle
stazioni, né tanto meno sulle aree a esse circostanti”.
Ci risiamo. L’ennesimo
attore di questa deprecabile vicenda che rigetta la palla al centro, senza
spendere una parola in più su quel che resta il crudo fatto: l’eliminazione di
piante sane dapprima nei pressi della stazione di Sovico/Macherio, lungo la
linea Carnate-Bergamo, quindi a Triuggio/Ponte Albiate.
Nessuno ha colpa. Nessuno sapeva nulla. La responsabilità è sempre di qualcun altro. I Comuni chiamano in causa l’Amministrazione Parco Valle Lambro, l’Amministrazione Parco Valle Lambro rimarca il ruolo della Forestale, la Forestale lamenta gli scarsi contatti coi Comuni, e via così. Senza che Trenord pubblichi almeno un avviso dei lavori in corso. Nel frattempo, i tre tronchi mozzati della stazione di Triuggio/Ponte Albiate hanno iniziato a sanguinare copiosamente sotto gli occhi di Alex Sala, artista di Magenta noto per i suoi straordinari lavori col legno: sua è stata l’idea di far colare vernice rossa sulle spoglie degli alberi assassinati nei giorni scorsi, cercando di riconnetterli attraverso quella stessa linfa che scorre nelle nostre vene.
Nessuno ha colpa. Nessuno sapeva nulla. La responsabilità è sempre di qualcun altro. I Comuni chiamano in causa l’Amministrazione Parco Valle Lambro, l’Amministrazione Parco Valle Lambro rimarca il ruolo della Forestale, la Forestale lamenta gli scarsi contatti coi Comuni, e via così. Senza che Trenord pubblichi almeno un avviso dei lavori in corso. Nel frattempo, i tre tronchi mozzati della stazione di Triuggio/Ponte Albiate hanno iniziato a sanguinare copiosamente sotto gli occhi di Alex Sala, artista di Magenta noto per i suoi straordinari lavori col legno: sua è stata l’idea di far colare vernice rossa sulle spoglie degli alberi assassinati nei giorni scorsi, cercando di riconnetterli attraverso quella stessa linfa che scorre nelle nostre vene.
Un avvertimento
atroce per tutte le altre piante che si trovano a 50 metri dai binari della
ferrovia. Stando infatti alle ordinanze comunali emanate agli inizi dello
scorso anno, su richiesta di RFI – Rete Ferroviaria Italiana – Gruppo Ferrovie
dello Stato, anche i privati che possiedono terreni confinanti con la ferrovia
sono tenuti al “taglio di rami e alberi che possano, in caso di caduta,
interferire con l’infrastruttura stessa, creando possibile pericolo per la
pubblica incolumità e interruzione di pubblico servizio ferroviario”.
Come sia andata in questi mesi, difficile saperlo.
Percorrendo la linea Milano-Molteno-Lecco sono ancora molte le piante a ridosso dei binari, peccato che “ignoti” abbiano preso di mira proprio gli alberi più vicini alle stazioni durante le scorse mattinate. Se i Comuni, nella pila di regolamentazioni di cui si dotano, avessero dato spazio anche a un apposito documento per la tutela del verde pubblico, oggi non potrebbero certo lavarsene le mani: eppure, alla prova dei fatti, sono ancora pochissime le amministrazioni che hanno posto pezza a questo incredibile buco amministrativo.
Nessuna sorpresa: il verde è ormai visto solo come un costo,
come un fastidioso elemento di disturbo della quiete pubblica, per cui – spesso
e volentieri – meglio tagliare il problema alla radice. A Biassono, i volontari
intervenuti hanno invece lanciato un messaggio che invita a cambiare
radicalmente un punto di vista senza futuro.
Tenendosi per mano, hanno disegnato un cerchio di protezione del grande abete finito nel mirino dei prossimi tagli, al pari delle piante della stazione di Villasanta, ispirandosi alla straordinaria “danza dell’Olmo”: un movimento circolare sulle note della canzone lettone di Ieva Akuratere che, ormai da un capo all’altro del mondo, mette in contatto tutti i difensori dell’ambiente con gli alberi morti di Novosybkow. Nome poco conosciuto ai più, ma scolpito negli annali più tetri della nostra storia recente. Si tratta infatti della foresta maggiormente contaminata dalle radiazioni di Cernobyl, sacrificata per salvare territori attigui ancor più vasti. Grazie al contributo di artisti che operano presso lo Studio Apeiron di Sovico, ma anche di personalità legate alla filosofia del vivere “Altrimenti” (rappresentati da Alberto Caspani, capogruppo di Lista per Biassono e autore di Altrimenti.net), le performance di sabato 6 giugno sono destinate a rappresentare uno spartiacque nella politica della Brianza. Oggi arte e politica possono trarre infatti enorme giovamento dal reciproco confronto.
Tenendosi per mano, hanno disegnato un cerchio di protezione del grande abete finito nel mirino dei prossimi tagli, al pari delle piante della stazione di Villasanta, ispirandosi alla straordinaria “danza dell’Olmo”: un movimento circolare sulle note della canzone lettone di Ieva Akuratere che, ormai da un capo all’altro del mondo, mette in contatto tutti i difensori dell’ambiente con gli alberi morti di Novosybkow. Nome poco conosciuto ai più, ma scolpito negli annali più tetri della nostra storia recente. Si tratta infatti della foresta maggiormente contaminata dalle radiazioni di Cernobyl, sacrificata per salvare territori attigui ancor più vasti. Grazie al contributo di artisti che operano presso lo Studio Apeiron di Sovico, ma anche di personalità legate alla filosofia del vivere “Altrimenti” (rappresentati da Alberto Caspani, capogruppo di Lista per Biassono e autore di Altrimenti.net), le performance di sabato 6 giugno sono destinate a rappresentare uno spartiacque nella politica della Brianza. Oggi arte e politica possono trarre infatti enorme giovamento dal reciproco confronto.
Due diverse generazioni di
attivisti per l’ambiente hanno collaborato insieme, utilizzando un nuovo linguaggio che
risvegli la coscienza di cittadini ormai incapaci di esprimere la propria
solidarietà, se non attraverso un vacuo click: difendere gli alberi, proteggere
la Terra, non significa porsi a favore di una parte, o schierarsi contro
qualcuno, bensì mostrare a chiunque la straordinaria vitalità e bellezza delle nostre
radici. Condividerla in un atto di gioia e riconoscenza, al di là di confini e
inutili distinzioni.
LETTERA DI SENSIBILIZZAZIONE INVIATA AI COMUNI DELLE LINEE FERROVIARIE COLPITE DAI TAGLI INDISCRIMINATI DI PIANTE
AI SINDACI DEI COMUNI DI:
TRIUGGIO
ALBIATE
SOVICO
MACHERIO
BIASSONO
VILLASANTA
AL PRESIDENTE DEL PARCO
DELLA VALLE DEL LAMBRO
Loro Sedi
Esprimiamo tutto il nostro
disappunto e la nostra contrarietà per il taglio indiscriminato di alberi di
alto fusto, che davano frescura ai viaggiatori, riducevano le emissioni di CO2
e abbellivano le stazioni ferroviarie di Triuggio / Ponte Albiate e Macherio /
Sovico.
Chiediamo che non si prosegua nell’abbattimento sistematico di alberi di
alto fusto nelle
altre stazioni della valle del Lambro. Possiamo accettare solo tagli mirati
finalizzati a intervenire su situazioni di pericolo oggettivo, rilevate su base
tecnica.
Invitiamo gli enti ferroviari competenti a procedere invece a definire,
nel confronto con i cittadini, le Amministrazioni Comunali, il Parco Regionale
del Lambro, e poi a realizzare un piano di riqualificazione del verde delle
stazioni
della linee Lecco / Molteno /
Monza e Seregno / Carnate, a iniziare da quella di Triuggio, dove è avvenuto il
taglio di alberi che maggiormente ha impoverito il patrimonio naturalistico e
paesaggistico.
Contiamo che su questa
vicenda si arrivi almeno ad una relazione di comunicazione preventiva tra enti e
cittadinanza, nell’intento che la nostra “ferrovia nel bosco” resti tale.
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