Puntuale come le elezioni amministrative, ecco a
voi l’informatore comunale!
Diventa sempre più difficile attribuire un valore
effettivo a questo strumento di divulgazione, che muore e risorge a Biassono
come un'araba (ops, padana!) fenice, a seconda di quanto sia concesso o meno sapere.
Lista per
Biassono ha sempre avuto tanto, forse troppo di cui parlare; non a caso, sin dal 2011,
si è dotata del blog “Biassono in progress”, onde mantenere in vita quell’indispensabile
filo rosso coi cittadini, alla base di una sana democrazia partecipata. Strumento che, a fronte degli opportunistici proclami della politica biassonese (ormai lanciata in clima pre-elettorale), attesta con fatti concreti la serietà del nostro impegno: chi s'inventa liste civiche di sana pianta, chi si riempie la bocca di nuovo e novità, chi punta il dito su battaglie già combattute, non ha che da sfogliare questo blog. Vi ritroverà cinque anni d'impegno sul campo e costante dedizione alle esigenze del cittadino, senza bisogno di ricorrere a maschere o farse.
Siamo ben lungi, però, dal veder rose e fiori ovunque. I ripetuti tentativi di coinvolgere il privato nella vita pubblica, di
responsabilizzarlo di fronte alle scelte “di palazzo”, non sono riusciti a vincere
la forza dei numeri in consiglio comunale: a Biassono, oggi, chi ha la maggioranza non amministra semplicemente, imperat. Dalla mozione volta a istituire la
pratica del bilancio partecipato, a quella di coinvolgere commercianti e
associazioni in un progetto di turismo territoriale, passando per gli
emendamenti volti a modulare le aliquote di tasse ormai ai tetti massimi
consentiti, per LpB esistono ancora margini di manovra per sentirsi artefici
del proprio destino; ma fa più comodo trovare sempre un nemico su cui
scagliarsi e bocciare qualunque provvedimento non giunga dalla maggioranza.
Che
sia lo Stato, lo straniero, il delinquente, o il Caspani di turno che usa la
filosofia per corrompere nei giardinetti del paese, a Biassono si respira
l’aria di un borgo medioevale “piccolo piccolo”, costantemente sotto assedio,
dove ogni voce dissonante fa gridare al boicottaggio: se ne sono resi conto i
residenti di via Pessina, i cui lavori di allargamento non si sono fatti scrupolo di voler fagocitare persino gli spazi verdi della scuola materna “C. Segramora”, senza che fosse possibile adottare alcuna mediazione; e se l'intervento risparmierà infine i terreni della scuola, sarà solo per grazia ricevuta dalla giunta leghista, non certo perché centinaia di voci cittadine si sono sollevate contro l'assurdità di un simile progetto.
E' capitato ai residenti della zona
Cascine, disturbati da una delle mille sagre goderecce cui Biassono ha votato
le sue politiche culturali più popolari, ma di fronte alle quali la semplice
richiesta di rispetto dei diritti di convivenza è stata additata come
fastidioso atteggiamento antisociale. O ancora, le commissioni comunali - che hanno la
funzione di veicolare nuove idee e mezzi nel dibattito pubblico - sono state viste come un pro
forma di cui la giunta si è privata volentieri sino all'ultimo, con conseguenze catastrofiche sulla percezione dei limiti amministrativi.
Che fare, dunque? Viviamo un
periodo nel quale è ormai evidente l’impossibilità di “progettare” il nostro
futuro attraverso gli strumenti politici tradizionali, ai quali è giusto
consentito adempiere a funzioni di “ordinaria amministrazione”: ma la
dimensione pubblica non può, e non deve, rinunciare a essere motore di
miglioramento sociale; perché abbiamo dalla nostra patrimoni economici e di cultura, tesori
di esperienze produttive e commerciali, risorse logistiche strategiche, nonché la segreta
bellezza di un territorio troppe volte violentato dalla più selvaggia delle
cementificazioni. Virtù che ci hanno reso storicamente il cuore pulsante dell’Europa, benché oggi restino inespresse, o represse, dentro le ostinate mura leghiste, così come nella miopia di chi pensa la politica come una piacevole chiacchierata da caffé. Ma non basta interpretare Biassono. Occorre trasformarlo.
Lista per Biassono ha già messo sul piatto tante proposte per cominciare a
vivere “altrimenti”, sfruttando innanzitutto le opportunità del “fare rete”, di ottenere risparmi derivanti dalle nuove tecnologie, dal rendere produttivi immobili e
terreni pubblici: senza un necessario avvicendamento politico e generazionale, i
risultati sono però sotto gli occhi di tutti. Scuole che cadono a pezzi e
neppure aprono i battenti. Un centro storico decrepito. Quartieri residenziali
fantasma. Orsù, diamoci una mossa!
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