Diceva il conte Verri...

"La voce della verità comincia da lontano a farsi ascoltare, poi si moltiplicano le forze, e la opinione regina dell'universo sorride in prima, poi disputa, poi freme, poi ricorre alle arti, poi termina derisa: questo è il solito gradato passo che fa la ragione a fronte dell'opinione" (Pietro Verri)

domenica 22 gennaio 2017

LA SFIDA EDUCATIVA DEL MAESTRO NELLO PIERONI

Una scuola d'avanguardia. Nello Pieroni, maestro in quiescenza da oltre vent’anni, è stato il protagonista della serata di sabato scorso, 14 gennaio, dedicata alla sua lunga esperienza di scuola attiva, attuata a Biassono tra il 1979 e il 1994: anni di sperimentazione e formazione resistiti nel tempo, grazie soprattutto all'impegno sociale delle generazioni da lui cresciute. Il suo metodo d'insegnamento, però, appare oggi ancor più di ieri una pericolosa sfida al modello unidimensionale di società in cui viviamo, nella quale ogni capacità critica autonoma è vista come elemento perturbatore degli equilibri acquisiti. 
L’iniziativa è stata organizzata dal museo civico "Carlo Verri", che ha curato la digitalizzazione del materiale cartaceo elaborato negli anni dalle scolaresche biassonesi del maestro. Il materiale è ora a disposizione della cittadinanza e può essere consultato on line sul sito del museo.
Si tratta di 16 volumi ciclostilati a mano, foglio per foglio, dai bambini stessi insieme al loro maestro; nelle pagine di "Noi e gli altri", il giornalino scolastico, venivano documentate le conversazioni quotidiane riguardanti gli argomenti più disparati, le ricerche sul campo e le esperienze dirette vissute a stretto contatto col proprio territorio e la sua comunità. 

Una pratica didattica a misura di bambino, quella adottata dal maestro Pieroni, attenta ai loro bisogni, alle loro sensibilità, alle curiosità e ai tempi di ciascuno. Il maestro, durante la serata, ha illustrato una giornata tipo della sua scuola attiva che prendeva le mosse dagli studi di J. Dewey, ideatore dell’attivismo pedagogico: un metodo educativo che ebbe origine alla fine del XIX secolo. Il maestro ha ricordato anche la figura fondamentale di Mario Lodi, amico e collaboratore col quale ha condiviso l’idea di una metodologia innovativa, secondo la quale l’apprendimento parte dal bambino, dal suo mondo, da ciò che conosce e gli è caro, per questo è necessario associare qualsiasi materia con la vita di tutti i giorni.

IL METODO PIERONI
La mattinata iniziava con la conversazione su argomenti vicini all’esperienza dei bambini, ma anche riguardante temi impegnativi come la guerra e l’amore e gli altri sentimenti. Le conversazioni venivano registrate e quindi battute a macchina sulle “matrici” che venivano poi corredate dai disegni dei bambini e ciclostilate in classe durante il pomeriggio. Nel giornalino finivano anche le storie inventate collettivamente, ricche di fantasia e di ingenua saggezza, le osservazioni scientifiche raccolte nel parco di Monza, o per i sentieri del paese alla ricerca di erbe spontanee e di fiori che venivano poi catalogati o diventavano i protagonisti di simpatiche storielle. Si relazionavano le attività svolte nell’orto dove le scolaresche piantavano e curavano la crescita delle verdure o ancora spiegavano le fasi salienti della bachicoltura, sperimentata sul campo in collaborazione col museo e alcuni contadini. Lo studio della storia, infine, si basava sulle testimonianze degli anziani intervistati da bambini.
In questo modo il maestro e suoi alunni hanno ricostruito anche il periodo della Resistenza a Biassono e in Brianza, raccogliendo il materiale in una preziosa monografia che documenta quel periodo storico in modo dettagliato, donando ai bambini la possibilità di indagare e riflettere sulla memoria del loro passato.

LA MEMORIA VIVENTE
Il maestro Nello ha letto alcuni testi prodotti dai suoi alunni che, ci ha tenuto a sottolineare, nel gruppo si sentivano liberi di esprimere le proprie idee e le proprie emozioni, sicuri di essere rispettati dal maestro e dagli altri compagni e aiutati quando si trovavano in difficoltà. L’atmosfera in classe era sempre frizzante, molto partecipata, collaborativa e dinamica, tutti presupposti indispensabili all’apprendimento.
Tradiva emozione nel leggere quelle pagine e lo era anche chi fra il pubblico ha condiviso quei momenti come alunno, come genitore o collaboratore esterno alla scuola.
Da genitore di un suo alunno non posso che ringraziare infinitamente Nello Pieroni per la passione e l’impegno che ha sempre profuso nello svolgimento del lavoro di insegnante, che andava ben aldilà del semplice dovere. Per la “buona” scuola che ha regalato ai nostri ragazzi, rispettando i loro tempi e le loro attitudini, riuscendo ad appassionarli alle materie, a coinvolgerli attivamente, a motivarli nello studio e nella ricerca rispettando le diversità di ciascuno, portandoli infine all’acquisizione di ottime competenze.
Una pratica didattica innovativa che a quei tempi, bisogna dirlo, a Biassono non venne risparmiata da critiche e diffidenze.

IL PUNTO DI VISTA DEI COLLEGHI
Da collega del maestro mi scoraggia vedere che oggi nella scuola, costretta a una pratica sempre meno attiva, “ci si prepara” perennemente alla prove Invalsi, sacrificando ore di buona didattica per allenarsi ai quiz che devono valutare studenti e docenti. Per non “fare brutta figura” si modella la programmazione in modo da addestrare il più possibile la classe alla modalità di lavoro con prove a crocette su testi avulsi dalla realtà quotidiana e alle nomenclature grammaticali imparate a memoria, stile anni Sessanta.
Ma queste prove non misurano la buona didattica né il buon insegnante. Lo sanno bene gli ex alunni del maestro che nel corso dei cinque anni trascorsi alle elementari non hanno avuto l’assillo di verifiche preconfezionate da persone estranee al loro mondo e alla loro esperienza, ma piuttosto hanno sperimentato il gusto della scoperta quotidiana del loro territorio e del mondo fisico e sociale che li circondava.
Grazie maestro Nello!
-->
Vittoria Sangiorgio

Nessun commento:

Posta un commento