Monza e
Brianza: nonostante gli appelli, il territorio è ancora inascoltato
(articolo
tratta da www.salviamoilpaesaggio.it)
La
Provincia di Monza e Brianza, secondo il rapporto di Legambiente Lombardia
presentato a dicembre, ha un territorio cementificato all’84%. Poche le
risposte al Censimento del Cemento. Manca la volontà di arginare il problema
nonostante la criticità della situazione.
Dopo gli
appelli, si contano presenti e assenti
Ad inizio 2013 questa
è la situazione delle risposte al Censimento del
Cemento proposto da Salviamo il Paesaggio per la Provincia
di Monza e Brianza, la più urbanizzata d’Italia.
Su 55 comuni 7
questionari consegnati con 2 risposte giudicate
positive e complete (Mezzago e Vimercate) e ben 5 valutate
parziali (Agrate Brianza, Biassono, Camparada,
Lentate sul Seveso e Seveso).
A distanza di 4 mesi
dal precedente punto
della situazione e dopo qualche sollecito inviato direttamente
ai comuni da associazioni e singoli individui che hanno compreso l’importanza
del tema, l’aumento di risposte è comunque limitato a solo 4 schede consegnate.
Tra le assenze spicca soprattutto il
capoluogo, Monza. Qui
dopo le elezioni dello scorso anno, che hanno portato un cambio alla guida
della città, non sono mancate le polemiche su scelte fatte in termini di tutela
del territorio.Lo spostamento previsto di un centro commerciale che
verrà chiuso e riaperto ancora più grande, con palazzi per uffici, su
un’area agricola, a poca distanza da un altro centro commerciale esistente
ha suscitato molta discussione.
Le associazioni, che
più delle amministrazioni hanno compreso la gravità della situazione, speravano
che le priorità e le scelte dell’amministrazione fossero altre.
Mancano all’appello
tanti comuni del vimercatese, tra cui Bernareggio,
da tempo protagonista in negativo. A dicembre è scoppiata la polemica a seguito
dell’adozione di un PGT (Piano di Governo del Territorio) che,
nonostante il notevole sviluppo urbanistico degli anni passati, prevede ulteriore
consumo di suolo. Rimangono inascoltati gli appelli per tutelare il
territorio e per non essere più l’unico comune che non aderisce a
nessun Parco locale.
Anche dalla fascia ovest della Provincia,
fortemente cementificata, in cui il degrado
ambientale, misurato attraverso il progetto ACI (Antropentropia Comuni
Italiani), fa segnare i risultati più elevati e preoccupanti,
sono arrivati pochi riscontri.Vedano al Lambro (cementificata
al 90% secondo il già citato rapporto di Legambiente), Lissone, Bovisio-Masciago, Muggiò, Verano Brianza e
Villasanta fanno registrare
valori molto alti di alterazione dell’ambiente a causa dell’edificazione.
Considerando che il
valore massimo della misura dell’alterazione è 1, in tutti questi comuni siamo
oltre lo 0,9.
Nonostante questo non
si agisce e ancor peggio, non si vuole affrontare il tema neanche tramite la
compilazione del censimento.
Chi ha
risposto cosa dice
Apriamo i questionari
e diamo una prima ed indicativa lettura dei dati che saranno
ovviamente oggetto di analisi più dettagliate.
Cominciamo da Mezzago, comune che da subito si è dimostrato
sensibile al problema con il tentativo di riunire più amministrazioni in una
sorta di carta d’intenti per la tutela del paesaggio. A Mezzago questa è la
situazione : su 1576 unità immobiliari di qualsivoglia destinazione
risultano vuote o non utilizzate 121. Nello specifico per le unità
abitative risultano non occupate 93 su 1482. Si apprende inoltre che sono
52 gli ettari di verde in previsione rispetto ai 45 già presenti.
Vimercate,
uno dei comuni più grandi della provincia, comunica invece questa situazione:su
29701 unità immobiliari di diversa destinazione sono 677 quelle vuote. Per
le unità abitative invece le non occupate sono più di 2000 sulle 13000 totali
circa.
Restando nel
vimercatese, questa è la situazione ad Agrate
Brianza: non è disponibile il dato delle non occupate, ma si
apprende che sono ancora da costruire 317063 mq di superficie lorda già
prevista dal PGT (Piano di Governo del Territorio) di cui
33078 mq a destinazione abitativa. In aumento le aree a verde già previste:
52,42 ettari rispetto a 31,77 già disponibili. Si rileva anche che 1,58
ettari di superficie sono utilizzati per fotovoltaico “a terra”.
Dai
Comuni alla Provincia: è fondamentale capire il territorio prima di decidere
Queste situazioni
locali si incrociano con quanto sta succedendo ad un livello di pianificazione
più alto, quello provinciale. Questo incrocio evidenzia ancor di più la
notevole distanza tra associazioni e politica.
Nelle
osservazioni al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale
(P.T.C.P) sono tante infatti le richieste di nuova edificazione presentate da
privati e dalle stesse amministrazioni comunali, in direzione totalmente
contraria a quelle presentate dalleassociazioni che chiedono disperatamente
di scegliere la tutela del territorio.
Per quest’ultime sembra veramente un’impresa
disperata quella di far superare gli interessi e le diverse priorità che la
politica, provinciale e non solo, continua ad avere e che continuano a
prevalere.
Proprio i Comuni,
l’ente che dovrebbe essere più vicino alle richieste della cittadinanza e
attento nella gestione di un bene pubblico così prezioso, chiedono di edificare
ancora nonostante la crisi del mercato immobiliare, la disponibilità di case
sfitte e la possibilità di recuperare aree dismesse.
Le entrate provenienti
dagli oneri di urbanizzazione ingolosiscono ancora troppo le casse delle
amministrazioni locali che continuano così a scegliere il cemento peggiorando
ulteriormente la situazione.
Manca ancora la
consapevolezza, o peggio, la volontà di trovare quella convergenza di intenti
tra la difesa dell’interesse pubblico e la corretta scelta politica che
rappresenta l’unica possibilità di salvezza per il nostro territorio.
Luca D’Achille
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