Diceva il conte Verri...

"La voce della verità comincia da lontano a farsi ascoltare, poi si moltiplicano le forze, e la opinione regina dell'universo sorride in prima, poi disputa, poi freme, poi ricorre alle arti, poi termina derisa: questo è il solito gradato passo che fa la ragione a fronte dell'opinione" (Pietro Verri)

sabato 16 febbraio 2013

SCRIPTA VOLANT


Largo Pontida
Giardini Padani
Via Lega Lombarda
Via dei Celti
Via Brenno
Via Padania
Via del Carroccio
Via Po
ed ora (deliberazione della Giunta Comunale n.9 del 31.01.2013) anche Via Gianfranco Miglio.

Lavoro? Crisi economica? Sviluppo? Sicurezza? Servizi sociali?

Macché; per i nostri amministratori il cibo di cui i biassonesi sarebbero affamati è quello dell'identità padana.

Ed allora perché non intitolare l'ennesima via ad uno dei personaggi dell'improbabile Walhalla padano quale il professor Miglio, il “mago Merlino” come lo chiamava Bossi prima di litigare con lui e definirlo invece, con la consueta eleganza, “una scoreggia nello spazio”  dopo avergli negato il ruolo di ideologo della Lega ed averlo additato ai suoi seguaci come “arteriosclerotico e traditore”.

Gli amministratori leghisti hanno avuto, da sempre, il compito di marchiare il territorio.
All'inizio, anche a Biassono, erano solo scritte a caratteri cubitali tracciate nottetempo sui muri ed adesivi sulla cartellonistica stradale.

Sono poi arrivati i cartelli in dialetto e, ammainati i simboli nazionali, sugli edifici pubblici sono stati issati drappi e bandiere raffiguranti il cosiddetto sole delle alpi.
L'epopea del simbolismo leghista conosceva parallelamente una discutibile stagione toponomastica.

Gli stradari, anche a Biassono, si sono andati riempiendo di vie e piazze dai nomi più o meno improbabili.

Da Via Brenno (sic), capo della tribù dei Galli Senoni, “benemerito” per aver saccheggiato Roma nel 390 a.C. e noto per aver pronunciato la famosa frase “Vae victis!” (guai ai vinti!), a Via Padania (che notoriamente esiste perché esiste il Grana Padano).
Toponomastica e cartelli in dialetto, in realtà, continuano ad essere usati come vero e proprio baluardo di “padanità”;  simboli, come detto, per contrassegnare il territorio che nulla hanno a che vedere con la vera conoscenza del dialetto o con la volontà di tramandare la storia e le tradizioni locali.

La storia di una comunità locale è qualcosa che si costruisce nel corso del tempo, per sedimentazione, e non può essere imposta. Storia e identità sono una scuola, come quella elementare di S. Andrea, che verrà spazzata via senza sapere neppure che fu un modello architettonico stimato persino in Scandinavia; sono i nostri campi agricoli dati in pasto alla speculazione edilizia, mentre si celebrano "virtù contadine" con roboanti trattori e animali in vetrina che non trovano però più posto sul nostro territorio; sono la creatività artistica, la partecipazione, la cooperazione che alimentano il nostro essere cittadini responsabili, ma immancabilmente annichilite ogniqualvolta si aprano strade attraverso cui emergono tutti i limiti di una giunta ormai senza più idee, né ossigeno.     

Tutto ciò premesso, Lista per Biassono ritiene sia giunto il momento che il Comune si doti di un Regolamento Toponomastico e di criteri per l'intitolazione di vie, piazze e spazi pubblici.

Criteri che non possono fondarsi su ragioni meramente onorifiche, motivi di parte o valori transeunti.
Criteri che rappresentino valori ampiamente condivisi ed indicativi della sensibilità e dell'interesse della comunità cittadina.
Criteri, infine, che promuovano una vera e propria politica di genere anche nella toponomastica.

P.S.
ai nostri attenti e sensibili amministratori segnaliamo, per l'ennesima volta, che a Biassono continua ad essere intitolata una via ad A. Pisacane.
Che sia uno sconosciuto parente del più noto Carlo Pisacane, patriota italiano celebre per il tentativo di rivolta che iniziò con lo sbarco di Sapri e che fu represso nel sangue il 2 luglio del 1857? (eran trecento, eran giovani e forti e sono morti).  

Felice Meregalli
  

3 commenti:

  1. Il nostro è davvero il paese delle meraviglie,abbiamo una classe dirigente,sia nel grande come nel piccolo,che pubblicamente fa promesse irrealizzabili atte solo ad accaparrarsi voti e consensi e poi,una volta accomodati sulla sedia del potere,si dimenticano le promesse e fanno soltanto i propri comodi. A Biassono ne abbiamo un lampante esempio,di una amministrazione fantasma che pensa solo a mettere in atto provvedimenti per nulla intelligenti,considerando che ci sarebbero da affrontare questioni ben più serie come l'abbattimento della scuola S.Andrea,dove il sindaco fa orecchie da mercante. E' giusta la proposta di stilare un regolamento toponomastico (magari spiegherei all'amministrazione che questo nome non centra nulla con topi,ratti e pantegane)dove si diano delle direttive e che sia promulgato con la maggioranza qualificata dei 2/3,considerando che non stiamo parlando di noccioline,ma di un emendamento serio e importante anche per gli anni avvenire. Per quel che mi riguarda io sono dell'idea di fare un referendum o una consultazione popolare sia per i nomi alle nuove vie,sia per la rimozione e il cambio di nomi osceni come Via Padania e compagnia bella, considerando che il paese non è della Lega Nord ma dei cittadini che lo vivono e che vi abitano e che almeno per correttezza potrebbero evitare di riempire il paese con nomi di luoghi immaginari e personaggi politici discutibili e leggendari come Alberto da Giussano.
    Nel coso,scontato,in cui non fossero favorevoli a una mozione del genere,considerando che il consenso popolare alla Lega Nord ha sempre dato fastidio,io ho una breve lista di possibili altri nomi con cui poter dedicare piazze e vie,sempre sul filone di luoghi e persone immaginarie:

    Piazza Topolinia,
    Via Atlantide,
    Vicolo Paperino,
    Largo Utopia,
    Corso Charlie Brown
    e per finire la mia preferita:
    Via la Lega dall'Italia.

    Saluti.
    Simone Snoopy Monguzzi.

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  2. Che ne dite di via Attila il flagello di Dio?

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  3. Come dei cani randagi continuano a marcare il territorio,temono forse l'arrivo di qualche intruso? Hanno paura è palese,hanno paura di esser dimenticati perchè stanno morendo,sono in agonia e cercando di farsi ricordare dai posteri... Tra qualche anno spero vivamente in una damnatio memoriae in quel di Biassono.

    VdF

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