Diceva il conte Verri...

"La voce della verità comincia da lontano a farsi ascoltare, poi si moltiplicano le forze, e la opinione regina dell'universo sorride in prima, poi disputa, poi freme, poi ricorre alle arti, poi termina derisa: questo è il solito gradato passo che fa la ragione a fronte dell'opinione" (Pietro Verri)

mercoledì 17 giugno 2015

BIASSONESI IN CODA PER LE TASSE. LEGHISTI IN VACANZA

Vergogna!

Questo è il grido che si è alzato ieri sera dal pubblico presente in sala consiliare, all’indirizzo della maggioranza leghista: la giunta Malegori  ha fatto mancare il numero legale su uno degli appuntamenti amministrativi più importanti, l’approvazione del bilancio consuntivo. 

Un’approvazione, fra l’altro, sollecitata dalla Prefettura stessa, dal momento che Biassono è già in pesante ritardo sui tempi concessi (30 aprile).

Mentre i cittadini biassonesi si sono pazientemente sottoposti a lunghe file per adempiere agli obblighi tributari (acconto Tasi ed Imu), in Villa Verri è andato così in scena il poco decoroso spettacolo offerto da sindaco, assessori e consiglieri della Lega Nord. 

Risultato: seduta andata deserta per mancanza del numero legale, anche dopo aver tentato un secondo richiamo alle ore 22.

Dei 12 consiglieri leghisti, ne erano presenti soltanto 2 (Luciano Casiraghi e Sergio Motta); dei consiglieri di opposizione 4 su 5 (assente il solo Giordano Colombo, CDL).

Assente, soprattutto, il Sindaco Piero Malegori, titolare della delega al Bilancio. Nonostante i ripetuti tentativi di ottenere una spiegazione ufficiale, sollecitata dal capogruppo di LpB Alberto Caspani, non una parola è stata proferita dai due superstiti leghisti. Solo espressioni imbarazzate e silenzio tombale.

Perché convocare il consiglio allora? Le Lega Nord, già usa a snobbare i contributi delle minoranze, ha preso in giro non solo le istituzioni, ma anche tutti i cittadini. Un atto di sciatteria e irresponsabilità che manca di rispetto per chiunque anteponga il bene civico agli interessi di parte, esibendo un bullismo “padano” ormai sempre più grottesco.   

Penoso osservare una maggioranza che si sottrae al confronto e che non riesce neppure a discutere e ad approvare il suo stesso bilancio, preferendo la "bigiata collettiva" al dialogo e al contraddittorio. Siamo davvero ai titoli di coda.



5 commenti:

  1. Malegori ed il suo "manipolo" di sgherri leghisti devono vergognarsi.
    I cittadini di Biassono, alle prossime elezioni sapranno punirli.
    MANDIAMOLI A CASA!
    paci

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  2. Cittadini in coda per pagare le tasse (proprio agli enti locali), che si sono aggiunte a quelle dovute allo Stato, come regalo del federalismo fiscale voluto dalla lega. Grazie

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  3. Di solito è l'opposizione che viene accusata di fare ostruzionismo.
    A Biassono, e non è la prima volta, siamo al paradosso.
    A Biassono assistiamo all'ostruzionismo della maggioranza!
    E comunque tutta la vicenda relativa all'approvazione del Rendiconto 2014 (nomina e repentina revoca/dimissioni di Revisori dei conti), non è per nulla chiara.
    Felice Meregalli

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  4. Tassa rifiuti illegittima: come ricorrere e non pagare (testo completo su Qui Finanza e sul sito La Legge per Tutti) PARTE PRIMA
    24/06/2015 - La Tari, acronimo diTassa sui Rifiuti, sostituisce le vecchie Tarsu, Tia e Tares ed è certamente uno dei balzelli meno amati dai contribuenti italiani. Le somme pagate per i rifiuti sono state dapprima connotate come tasse (per via del legame tra pagamento ed effettuazione del servizio), poi specificate come tariffe dal noto Decreto Ronchi; la disposizione spiegava nel dettaglio come determinare e applicare la tariffa, prevedendo, però la stesura anticipata di un piano finanziario del servizio. Proprio per le difficoltà dei Comuni nella stesura di tale piano, il decreto non è mai stato attuato. Così, dopo un susseguirsi di differenti interventi legislativi, si è arrivati dapprima, nel 2013, alla Tares, ed in seguito, con la legge di Stabilità 2014, alla Iuc (Imposta Unica Comunale), formata da Imu, Tasi e Tari, quest’ultima componente relativa ai rifiuti.
    Vediamo quando è da considerarsi illegittima e come muoversi per impugnarla e non pagarla.
    Come funziona la Tari
    Essa è applicata a chiunque possieda o detenga, a qualunque titolo, locali o aree esterne, che possono produrre rifiuti urbani (escluse le aree condominiali o quelle accessorie o pertinenziali di un immobile tassato). Lo scopo della tassa è coprire i costi del servizio di igiene urbana.
    Le tariffe variano a seconda del comune, e sono differenziate per le utenze domestiche e non domestiche. Entrambe le tipologie sono composte da una parte fissa, relativa al costo del servizio, che si computa in base alla superficie dell’immobile, e da una parte variabile, proporzionale alla quantità di rifiuti prodotti: dato che nella quasi totalità dei casi è impossibile quantificare la spazzatura prodotta, essa è commisurata al numero dei componenti della famiglia.
    Illegittimità costituzionale della Tari
    Secondo parte della dottrina, la Tari risulterebbe, di per sé, un’imposizione costituzionalmente illegittima: difatti, se considerata come tributo, andrebbe contro i criteri di proporzionalità e progressività affermati dalla Costituzione [3]; se considerata, invece, come tassa, appare incoerente inquadrare lo smaltimento come un servizio pagato a consumo, quando, in realtà, dovrebbero essere i contribuenti a ricevere un corrispettivo per il conferimento dei rifiuti (prova ne sia l’esistenza e la diffusione delle discariche verdi, punti di raccolta nei quali viene dato un compenso per ogni tipologia di rifiuto: una famiglia media può arrivare a guadagnare intorno a € 250 l’anno).
    ......SEGUE ALTRO POST

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  5. SECONDO ED ULTIMO POST "Tassa rifiuti illegittima: come ricorrere e non pagare (testo completo su Qui Finanza e sul sito La Legge per Tutti) Illegittimità delle delibere comunali sulla Tari
    Oltre all’illegittimità della tassa in sé, dobbiamo considerare tutti i casi in cui sono le delibere del Comune ad andare contro la normativa stessa.
    Una prima ipotesi si verifica quando la delibera relativa alle tariffe è adottata posteriormente alla data fissata dalle leggi nazionali per deliberare il bilancio di previsione: nel 2013, la data era il 30 novembre, nel 2014 il 30 settembre. Pertanto, tutte le delibere posteriori sono impugnabili.
    Un secondo caso di illegittimità, che si è verificato in numerosi comuni, è la mancanza di riduzione della tariffa di almeno il 40%, nelle zone dove la raccolta non è prevista.
    La più frequente ipotesi d’illegittimità della Tari, però, riguarda il mancato rispetto di un fondamentale articolo della Legge di Stabilità 2014, ossia quello che stabilisce che, per determinare con esattezza il costo del servizio ed i coefficienti di produttività qualitativa e quantitativa dei rifiuti, sia indispensabile la stesura di un piano tariffario. Tale piano deve individuare e classificare i costi del servizio, suddividerli tra fissi e variabili e ripartirli tra utenze domestiche e non, oltreché quantificare tutte le voci per ogni categoria di utenza.
    Osservando la maggior parte delle cartelle, appare evidente l’inesistenza di qualsiasi piano o schema, suscettibile di fornire una tariffa chiara per tipologia d’utenza: gli avvisi di pagamento, infatti, appaiono quasi sempre vaghi ed incomprensibili, rendendo il contribuente impossibilitato a capire sia i calcoli che il regolamento. Pertanto, è palese la mancanza di legittimazione dell’impianto tariffario.

    Come impugnare la cartella
    Riscontrando uno di questi casi, ci si può rifiutare di pagare ed impugnare la cartella?
    Nelle ipotesi sopraelencate, si potrà sia, in primo luogo, impugnare l’avviso di pagamento in autotutela, ossia rivolgendosi direttamente all’ufficio tributi del Comune. In caso di risposta negativa o assente, sarà opportuno effettuare l’impugnazione presso la commissione tributaria provinciale, il prima possibile, in quanto l’autotutela non sospende i termini per l’impugnazione.
    Infine, non dimentichiamo la possibilità di impugnare la cartella per tutte quelle aziende che smaltiscono i rifiuti in proprio, previa dimostrazione del fatto che non si usufruisca del servizio comunale: in quest’ultimo caso, si ha diritto all’esclusione totale dalla Tari.

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