La Brianza si interroga sulle
incertezze del futuro economico del paese e, soprattutto, sulle soluzioni
possibili per innescare cambiamenti innovativi, assumere approcci più
resilienti, e far fronte ad un sistema capitalistico votato all’iperconsumo che
ormai chiaramente non è più sostenibile né benefico per il territorio.
Catalizzatore di queste
riflessioni è Studio Apeiron, Laboratorio di arte,
design e architettura a chilometro zero di Sovico, che il 10 novembre ha
organizzato un evento formativo dal titolo “B-Local: Idee per un futuro prossimo dell’economia in
Brianza”. Obiettivo: ragionare insieme agli stakeholder del territorio su
potenziali nuove possibilità d’azione basate su economia circolare e
sostenibilità ambientale. L’incontro ha rappresentato un’importante occasione
di networking e confronto tra realtà locali che spesso non si conoscono ma
possono trarre beneficio da uno scambio di expertise e punti di vista. Tra i
partecipanti imprese locali, associazioni no profit locali e nazionali, policy
maker, rappresentanti di banca, professionisti (psicologi, agronomi, sociologi,
naturalisti, architetti…), lo stesso sindaco del Comune di Sovico. Parole
chiave dell’incontro: responsabilità sociale, impatto zero, condivisione,
sostenibilità, ri-economy, cooperazione, coesione sociale, Km zero,
interdipendenza…
Ad aprire i lavori Martina
Francesca di Transition Italia (nodo italiano del movimento delle Transition
Town), che ha fornito un quadro sui temi della transizione, della resilienza
come motore di sviluppo economico, della forza delle comunità nell’avviare
processi di trasformazione basati su visioni positive e modelli più
sostenibili. Dario Brivio e Francesco Cazzaniga di Studio Apeiron hanno
presentato il progetto per la realizzazione di una filiera del legno a Km zero fondata
sull’economia circolare.
Nei boschi della provincia di Monza e Brianza, che
peraltro si caratterizza per il consumo di suolo più alto d’Italia, si trovano
molti alberi caduti o malati e diverse piante esotiche per le quali è previsto
un piano di abbattimento. L’idea che Studio Apeiron propone consiste nel
recupero di questi alberi per la realizzazione dei propri prodotti di design, all’interno
di un circuito che ne garantisca il taglio corretto e sostenibile, l’affido a
una segheria professionale per lo stoccaggio e la stagionatura e il trasporto
fino allo studio per la progettazione e realizzazione finale. Garantire la
filiera significa affidarsi a professionisti ed aziende certificate in grado di
seguire il processo con cura e garantire un prodotto doc.
È quindi prevista la
creazione di una certificazione per i tronchi – diversa da quella usata nella
filiera industriale (ogni asse è identificato con un codice) che consentirà di
risalire alla provenienza, all’impresa boschiva che ha eseguito il taglio (o la
raccolta), al motivo per cui la pianta è stata tagliata, fino al percorso
seguito per raggiungere lo studio. L’agronomo Dante Spinelli ha fornito un’analisi
dettagliata delle risorse boschive del territorio e ha illustrato le modalità
attraverso cui sarà possibile mappare via GPS i tronchi che costituiscono il
prodotto finale e vedere online tutta la strada che hanno percorso. A chiudere
questo processo circolare Selva Urbana Lab che si occupa di compensazione di
CO2 tramite nuove piantumazioni locali. Davide Cazzaniga, esperto di
comunicazione ambientale, e Sara Pice, che cura gli aspetti sociali del Lab,
hanno sottolineato l’importanza di agire a livello di sostenibilità
riqualificando e ridando valore ad aree urbane e spazi degradati, pubblici o
meno, attraverso la piantumazione urbana.
Ispirati dalla presentazione
della filiera del legno a km zero i presenti, facilitati da Martina Francesca,
hanno partecipato ad un momento di confronto collettivo, World Cafè, per
esplorare insieme nuove idee per il futuro dell’economia in Brianza. Divisi in
tavoli di lavoro i partecipanti sono stati chiamati ad interrogarsi su tre
questioni principali: “come immaginano un’economia resiliente in Brianza”, “quali
opportunità e ostacoli intravedono”, “Idee e proposte per il futuro”... Le
domande hanno alimentato l’ingegnosità collettiva favorendo il dialogo e hanno
dato vita a un interessante dibattito da cui è emerso il desiderio di fare
rete, creare comunità e valorizzare le risorse umane, materiali e immateriali
del territorio, costruendo una filiera più estesa che possa di fatto
rappresentare un’opportunità per l’economia locale.
L’incontro è stato solo un primo
momento di esplorazione a cui seguiranno altri incontri aperti, con il fine
principale di connettere attori sociali ed economici di provenienze diverse,
costruire una visione comune per ristrutturare insieme l’economia del
territorio, rendendola più resilienti e locale, più ecologica e solidale.
Segnali forti in un momento in
cui appare necessario ripensare le logiche di sviluppo e crescita, e in cui la
co-progettazione, co-creazione e co-produzione sembrano essere le strategie più
efficaci per riconnettere il tessuto locale e aprire la strada a nuove
opportunità per il territorio rispettose del territorio stesso. Non a caso, Lista per Biassono ha recentemente depositato in Comune una proposta di mozione per un progetto di valorizzazione dei circuiti verdi interni al Parco Valle Lambro, attraverso l'arta della lavorazione del legno. Il tema sarà oggetto del prossimo consiglio comunale.
Monica Bernardi ha studiato la Sharing Economy in tutte le sfaccettature: dal bike-sharing come BikeMi al crowd-founding, dal co-housing agli open courses in stile Eduopen .
La completezza e i risvolti sociali della sua ricerca hanno portato l'Accademia Nazionale dei Lincei a includerla tra i #GiovaniTalenti che verranno premiati in Università Bicocca a Milano il 5 dicembre 2016.
La completezza e i risvolti sociali della sua ricerca hanno portato l'Accademia Nazionale dei Lincei a includerla tra i #GiovaniTalenti che verranno premiati in Università Bicocca a Milano il 5 dicembre 2016.
Ottime iniziative, mi auguro possano trovare seguito ed ispirarne altre ! Ben vengano nuove idee per creare attività industriali sostenibili. Soprattutto dai giovani ci aspettiamo idee e nuove energie, se aspettiamo che lo facciano quelli che reggono le sorti del Comune attualmente .....
RispondiEliminaL' idea semplice e bella della filiera del legno a km 0 in Brianza non è male. Può essere una di quelle che, alla fine, riusciranno a bucare questa cappa di crisi che ci attanaglia ormai da troppi anni, e che spinge tanti giovani a vagare sconsolati in giro piazzando curriculum a destra e a manca. Dal legno, si può dire, è cominciato tutto, e oggi le note industrie brianzole del legno ancora produttive, lavorano soprattutto per il grande mercato estero. Mi piace pensare a dei mobili di legno "più sul rustico", con minima lavorazione e minimi costi, con macchinari non necessariamente di ultima generazione, a dei giovani che si accorgono che anche un albero malato abbattuto si può trasformare in risorsa... Forse però si, qualche amministratore dovrebbe allungare l'orecchio.
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