Albo degli scrutatori e
commissione elettorale, oggi, sono in aperta contraddizione. E' questa la cruda constatazione cui giovedì scorso sono giunti Lista per Biassono e il suo rappresentante Alberto Caspani, eletto per la prima volta come unico membro di minoranza della commissione elettorale (anche in seguito all'abbandono del primo consiglio comunale della nuova amministrazione Casiraghi da parte di Biassono Civica). Ottenuta la possibilità di partecipare attivamente al procedimento di nomina
dei prossimi scrutatori, in occasione del fatidico referendum costituzionale del 4 dicembre, Lista per Biassono ha comunque tentato di omogeneizzare le finalità dei due
strumenti amministrativi, con l’intento di favorire la massima rotazione
possibile dei ruoli designati.
Il principio irrinunciabile, per garantire oggettività
di scelta, consisterebbe nell’ottenere le designazioni attraverso il sorteggio
dei nominativi: punto su cui da sempre LpB si batte, senza ottenere però
ascolto. Le ragioni del diniego leghista affondano nel forte rallentamento dei
lavori amministrativi, causato dalla frequente rinuncia al ruolo una volta
designati, nonché dalla necessità di trovare sostituti in tempi sempre più a
ridosso dell’eventuale tornata elettorale o referendaria. Effettivamente i dati
raccolti nell’albo elettorale appaiono obsoleti, necessitando di una costante
verifica del contesto sociale biassonese: dall'iscrizione di un volontario all’altra, studenti potrebbero essersi trasformati in lavoratori, o
disoccupati in occupati, senza contare eventuali trasferimenti residenziali in sedi extracomunali.
Preso atto di tale difficoltà (in realtà ovviabile attraverso aggiornamenti
online, in tempo reale, da parte degli stessi iscritti all’albo), Lista per
Biassono ha proposto un sistema misto (nomina/sorteggio) basato su criteri oggettivi. In particolare, provare a suddividere i
lavori in due turni: il primo, come si è tentato di fare giovedì scorso,
individuando inizialmente eventuali disoccupati cui offrire un’opportunità di
remunerazione, in seconda battuta favorendo gli studenti (sia da un punto di
vista del coinvolgimento nella macchina amministrativa, sia offrendo loro un
supporto economico agli studi). In ultima istanza, rivolgendosi ai lavoratori
attivi.
Se il gruppo dei disoccupati non
risulta mai ampio, e dunque facilmente vagliabile in prima seduta, per quanto
riguarda gli studenti i numeri appaiono decisamente maggiori. Per tale motivo,
l’uso del sorteggio circoscritto ai loro nominativi permetterebbe di designarli
come scrutatori senza far intervenire principi di scelta soggettivi; qualora
poi si rivelassero non disponibili a verifica avviata, o già lavoratori, tornerebbe
utile ricorrere alle ormai tradizionali liste stilate dai membri di commissione, al fine di sveltire
il lavoro amministrativo. Ossia sondare personalmente la possibilità che i
prescelti rispecchino i criteri di nomina condivisi: 1) sussistenza di
disoccupazione; 2) condizione di studenti non lavoratori; 3) lavoratori
dimostratisi attivi e partecipi verso la vita civica; 4) lavoratori con tempo
libero a disposizione della comunità.
Qui emerge però la contraddizione di cui
si parlava in apertura: un albo degli scrutatori, in quanto aperto a tutti i
cittadini, ha senso se, e solo se, la loro nomina avviene per sorteggio; in
caso contrario, chiunque s’iscrivi pensando di godere di una possibilità
“oggettiva” di essere scelto, dovrà sempre scontrarsi con una serie di criteri
di selezione che rendono altamente probabile – per via dell’elevato numero di
iscritti in rapporto ai posti disponibili - l’impossibilità di scelta (nella
fattispecie, i lavoratori rispondenti al quarto livello di scelta).
Sebbene i
criteri condivisi possano apparire una garanzia d’oggettività, per i membri di
commissione è di fatto impossibile verificare in tempi stretti tutti i
nominativi in albo (posto non si voglia adottare un’archiviazione
tecnologicamente più avanzata attraverso gli aggiornamenti online). Avendo a
disposizione un tempo di scelta non proporzionale al numero degli iscritti,
occorre infatti appellarsi a conoscenze orbitanti nelle proprie cerchie di
contatti. Tradotto in parole più
semplici: o i cittadini disposti a fare gli scrutatori prendono direttamente
contatto con i membri di commissione, oppure possono solo sperare di essere
sufficientemente conosciuti dagli stessi per entrare nel giro delle nomine.
Tenuto conto che, seppur
gratificante, il compenso per il servizio di scrutatore difficilmente incide
sullo status del prescelto, avrebbe dunque senso tornare al puro sorteggio
pubblico rispetto ai nominativi in albo.
La prova dell’attuale “rinnovamento”
degli scrutatori – al di là del contributo alla pluralità di LpB – sarà sotto gli
occhi di tutti il prossimo 4 dicembre. Qualora anche si notassero volti nuovi,
non saranno certo frutto del caso. Dall'altra, resta pur vero che se la minoranza
rappresentata in commissione elettorale abdicasse a un suo contributo diretto,
gli scrutatori eletti risulterebbero ancor meno plurali.
Ai cittadini l’ultima
parola: in caso di mancato ricorso al sorteggio universale nelle prossime
sedute (altamente probabile, visto l’orientamento della Lega Nord), saggio
sarebbe lavorare con tutta la società civile a un progetto quanto più ampio e condiviso
possibile, in linea con i principi di una vera democrazia diretta. Sicuramente uno spunto da prendere in considerazione, qualora la Lega Nord tenga fede alle premesse fatte in apertura di nuovo mandato, allorché venne pubblicamente dichiarata la volontà di "rivedere lo statuto comunale e i suoi strumenti di partecipazione civica". Per il momento, il tutto si è concretizzato nell'introduzione della nuova figura di presidente del consiglio comunale, ricoperta da Mauro Rossi, risultato però nominato anche come membro di maggioranza in commissione elettorale. Una duplicità di ruolo forse non ideale per sostenere il carattere "super partes" del nuovo presidente.
va a durmè
RispondiEliminaHo capito il problema, ma l'articolo è un minestrone!
RispondiEliminaOttima iniziativa, concordo con l'idea del sorteggio una volta garantiti i requisiti minimi. Anch'io suggerirei maggior asciuttezza di esposizione nonché un linguaggio più diretto per facilitare lettura e comprensione.
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