Diceva il conte Verri...

"La voce della verità comincia da lontano a farsi ascoltare, poi si moltiplicano le forze, e la opinione regina dell'universo sorride in prima, poi disputa, poi freme, poi ricorre alle arti, poi termina derisa: questo è il solito gradato passo che fa la ragione a fronte dell'opinione" (Pietro Verri)

venerdì 9 marzo 2012

A Biassono i disabili possono anche andare al cimitero

Con questa frase (che qualche malizioso potrebbe trovare di significato vagamente sibillino), nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale del 1° marzo l’assessore Meregalli ha concluso il lungo intervento auto-incensorio in merito alle opere pubbliche realizzate in paese dalla Lega Nord nel corso degli ultimi anni.

I disabili, secondo il bizzarro pensiero dell’assessore allo sviluppo del territorio e alla viabilità, avrebbero a Biassono il grande vantaggio di poter raggiungere il cimitero cittadino in tutta comodità, lungo un marciapiede adatto al transito di sedie a rotelle.
E questo fatto, a parer suo, dimostrerebbe la sensibilità posta dalla nostra amministrazione nei confronti delle persone con difficoltà motorie.

Ora, può essere che nella bella stagione qualche anziano disabile desideri farsi accompagnare da un parente/badante fino al lontano camposanto, ma perché mai a una persona in carrozzina che si muove in autonomia (esistono davvero, anche se nessuno sembra accorgersene) potrebbe venire in mente di recarsi fin laggiù spingendo forsennatamente per qualche chilometro la sua sedia a ruote? 

Una volta raggiunta la meta, probabilmente ci resterebbe per sempre sfiancato dalla fatica.

Ironia a parte, varcata la soglia del cimitero e raggiunta la chiesa, l’accesso a parecchie delle tombe resta infatti precluso alle carrozzine, perché sul ghiaietto le ruote affondano e le vibrazioni prodotte possono provocare ulteriori gravi problemi ai portatori di talune patologie.

Il superamento delle distanze di una certa estensione rappresenta uno dei maggiori problemi da affrontare per tutti coloro che hanno ridotte capacità motorie o sensoriali più o meno gravi. In molte cittadine hanno pensato di attrezzare i percorsi più lunghi con elementi di arredo urbano che tengano conto di tutti i tipi di limitazione, che permettano di appoggiarsi o sedersi in modo da diminuire il disagio delle persone con problemi di affaticamento o semplicemente anziane.

Sinceramente credo, però, che quello di raggiungere il cimitero a “ruote” sia l’ultimo dei problemi che si trovi quotidianamente ad affrontare un disabile biassonese.
Chiunque abbia una mobilità gravemente ridotta non fatica molto a rendersi conto della totale mancanza nel nostro territorio di un piano progettuale che favorisca l’accessibilità e la fruibilità delle strutture presenti in piena autonomia.


Nella realtà nostrana raggiungere il centro paese e i suoi servizi con una sedia a rotelle senza un accompagnatore rappresenta un labirintico percorso a ostacoli che crea forte disagio, scoraggia e porta quasi sempre alla rinuncia.

Alcuni tratti dei marciapiedi recentemente ultimati indurrebbero a pensare di potersi spingere autonomamente fino in centro, peccato che in diversi punti i saliscendi assomiglino più a delle rampe di lancio per la loro pendenza, tanto da mettere a dura prova non solo i muscoli del disabile, ma anche quelli del suo indispensabile accompagnatore. I tombini posti proprio sulle rampe, poi, completano l’opera di slittamento all’indietro con pericolo di ribaltamento.

Se non si imbocca il lato giusto della strada, si rischia di rimanere a un certo punto senza possibilità di risalita sul marciapiede, si è costretti ad attraversare la strada in assenza di strisce, esponendosi così a ulteriori rischi. Spesso i marciapiedi si riducono improvvisamente nelle loro dimensioni impedendo il passaggio di una sedia a rotelle, con un dislivello insuperabile per scendere sulla strada. A quel punto le soluzioni possono essere: spingere le ruote in retromarcia e tentare un’altra strada, cercando di non ribaltarsi per non aggravare la propria situazione già sufficientemente precaria; chiedere aiuto a un passante generoso per compiere la rischiosa manovra, o attendere con fede il miracolo della serie “alzati e cammina”.

Per recarsi all’ufficio postale occorre poi predisporre un piano alla Indiana Jones: se si proviene da via Trento e Trieste sul lato destro, davanti alle strisce pedonali disegnate proprio in prossimità delle poste ci si trova un alto gradino da superare per poter attraversare. Che fare? Si procede fino alla Piazza Italia e si torna indietro lungo la strada (sperando di non essere investiti da un’auto).
Se si decide di procedere sul lato sinistro del viale, il passaggio è reso pericoloso da pali, strettoie e dalle immancabili biciclette parcheggiate sul marciapiede.

Il centro storico, poi, con la dimensione dei suoi marciapiedi è off limits a coloro che sono costretti in carrozzina.
Percorrendo il comodo marciapiede lungo via Cesana e Villa, a parte il giornale e qualche farmaco, non si può accedere ad alcun esercizio commerciale per via dei gradini di accesso ai negozi. Si può forse prendere un caffè in Piazza Italia, ma solo ai tavolini all’aperto nella bella stagione.



Meglio forse usare l’automobile. Visto che la posta costringe a compiere uno slalom gigante, si va alla Banca Popolare. Lì c’è un parcheggio per disabili, sempre che non sia occupato dai soliti furbi, si scende dall’auto e proprio davanti c’è un geniale marciapiede con gradino. Occorre fare il giro largo in mezzo alla stretta strada per raggiungere la rampa, sperando che non piova. Solo bancomat, però, anche la banca ha il gradino. E gli esempi da riportare in proposito sono innumerevoli e si ripropongono in ogni angolo del paese.

Ciliegina sulla torta il parcheggio per disabili di Piazza Italia rimasto inutilizzabile per oltre un mese durante l’estate scorsa. L’Amministrazione comunale ha infatti pensato bene di porvi un cartello di divieto di sosta per permettere l’accesso a una giostrina per bambini. Che sensibilità!

In Italia, si sa, l’azione progettuale che riguarda gli spazi urbani è generalmente inadeguata a rispettare le reali esigenze dei cittadini disabili. Credo sia ora auspicabile che a Biassono si formi un gruppo specifico di lavoro per lo studio e l’elaborazione di un piano che attui in maniera omogenea e organica il reale abbattimento delle barriere architettoniche e che renda veramente agevole e sicura la circolazione di tutti, senza limitarsi alla mera e semplice applicazione della normativa vigente.

                                           Vittoria Sangiorgio

5 commenti:

  1. COMPLIMENTI per l'articolo che ha toccato un argomento spesso, troppo spesso, dimenticato.
    Vorrei aggiungere, ai casi indicati nell'articolo, il marciapiedi a Sant'Andrea che, per il continuo saliscendi, ha un andamento simile alle montagne russe: forse quanche bambino in bicicletta lo apprezzerà, ma penso molto meno le carrozzine e i disabili. Anche questo intervento, come altri pur di recente realizzazione, indicano come sia grave realizzare "male" delle opere pubbliche, probabile conseguenza della palese incompetenza dell'assessore di turno e dei suoi "consigli" dati all'ufficio tecnico comunale (in caso contrario il personale dell'ufficio tecnico andrebbe sostituito). Una corretta progettazione dei marciapiedi terrebbe conto prima di tutto di coloro che devono usufruire degli stessi, cercando soluzioni che si concilino con il contesto esistente. Con un atteggiamento di utile umiltà si potrebbe ad esempio chiedere consiglio alle numerose associazioni di disabili che ben sanno, per aver provato ogni giorno le difficolta di deambulazione, cosa bisogna fare per permettere la fruibilità alle persone con difficoltà (motorie e non solo). Esiste, per inciso, una ricca documentazione in materia, ma occorre leggerla e, soprattutto, voler porre attenzione al problema. Se mai si deciderà di porre rimedio a quanto realizzato, i soldi necessari per "disfare e rifare" saranno molti e chi se li accollerà? Ancora come sempre i cittadini? O finalmente si giungerà ad addossare la responsabilità a coloro che, politici in primis, ma non solo, hanno deciso come realizzarle erroneamente? Proprio la Lega, a livello parlamentare, chiede la responsabilità personale dei giudici; perchè non chiedere la responsabilità personale dei politici per le scelte talvolta scellerate che compiono, a danno della collettività?

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    1. Concordo pienamente con il post pubblicato ed anche con il commento che mi ha preceduto, a questo proposito pregherei di non dimenticare la scelta di arredo urbano di Piazza Italia, da poco concluso, di cui si è già discusso in questo blog (altro fiore all'occhiello del nostro "lungimirante" assessore ai lavori pubblici) lo spazioso marciapiede è stato reso un percorso ad ostacoli per persone anche con lievi difficoltà motorie ed un grosso pericolo per i bambini.
      Altro che abbattere le barriere achitettoniche, a Biassono i cittadini pagano per crearne di nuove!
      Antonella

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  2. la sosta invalidi in centro a san giorgio ha una pendenza assurda...inutilizzabile agli invalidi...infatti parcheggiano sempre tutti tranne che gli invalidi.

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  3. Consiglierei vivamente all’assessore, e a tutti coloro che sono preposti alla progettazione della viabilità pedonale del paese, di sottoporsi alla prova che devono sostenere i fisioterapisti delle unità spinali prima di poter ottenere l’abilitazione a curare i loro pazienti: sedersi per qualche giorno su una carrozzina e vivere per quel periodo da paraplegico. Cercare di percorrere con quel mezzo le vie del nostro paese per andare a far commissioni, a bere un caffè o a far compere, e solo dopo questa formativa esperienza accingersi a progettare l’intervento sul territorio.
    Giovanna

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  4. Brava l'autrice del pezzo, che ha saputo dare voce ai disagi delle persone portatrici di disabilità motorie.
    Ho sentito un commento di un signore in carrozzela che ha detto."ma cosa volete che capisca l'assessore che ha lavorato fino a ieri alla Telecom.." facendo ricadere l'incapacità dell'assessore sul suo ex datore di lavoro.Secondo me quel signore si sbaglia, questo assessore è incapace di suo, indipendentemente di dove abbia lavorato, è questione di capire e sapere come indirizzare le politiche di arredo urbano e viabilità,funzione a cui è preposto.
    Il commento di Giovanna, che mi ha preceduto è molto istruttivo;l'assessore dovrebbe mettersi nei panni dei portatori di handicap e capire le loro esigenze.Ma forse, conoscendolo, chiediamo troppo.
    Paci

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