Diceva il conte Verri...

"La voce della verità comincia da lontano a farsi ascoltare, poi si moltiplicano le forze, e la opinione regina dell'universo sorride in prima, poi disputa, poi freme, poi ricorre alle arti, poi termina derisa: questo è il solito gradato passo che fa la ragione a fronte dell'opinione" (Pietro Verri)

giovedì 6 dicembre 2012

AL SINDACO MANCA SOLO IL CAVALLO!




Ma qualcuno spiegherà mai, al nostro sindaco, che non abbiamo svenduto il cervello, con tutto quel che ne consegue, nell’avergli affidato l’ultimo mandato elettorale?

Gli abbiamo riconosciuto l’onere e l’onore di amministrare il Comune per cinque anni, che sono certo un tempo sufficiente per fare tante cose buone a favore di Biassono; ma se ci accorgiamo poi che qualcosa non torna, abbiamo quanto meno il diritto di rimettere in discussione qualche sua decisione, soprattutto se gli elettori la ritengono sbagliata.

A questo, in particolare, servono i referendum, che sono abrogativi oppure consultivi, come nel caso di Biassono: cancellano delle leggi e atti che l’elettorato ritiene sbagliati, proponendone di nuovi.

Potrebbe essere il caso dell’abbattimento della scuola di S. Andrea.
Invece lui, il sindaco, afferma: “ Un referendum sulla demolizione della Sant’Andrea? Neanche per idea”.
Più che da sindaco, pare proprio parli da “Padrone delle Ferriere”, o se preferisce da “Mastro di Borgo”.

Evidentemente crede che l’esser stato eletto gli abbia conferito il potere assoluto di decidere cosa si possa e non si possa fare: manco fosse il Luigi XIV della Brianza, “L’état, c’est moi!”.
Lui ha deciso che il referendum non si fa; neanche per idea! La legge sono Io!
Lui è di quelli che se si arrabbia, si riprende il pallone e se lo riporta a casa! Tiè!
La sua consapevolezza della democrazia sembra ferma ai tempi delle partitelle di calcio fra monelli.

D'altronde, con il regolamento che vige a Biassono in materia di referendum, il sindaco sa bene che indirne uno è praticamente impossibile; e questo, grazie alle precedenti giunte leghiste di cui ha fatto parte e che, non a caso, hanno fissato il numero di firme da raccogliere al 20% degli aventi diritto al voto.
Per fare un paragone, se a livello nazionale esistessero le stesse regole, al posto delle attuali 500.000, ci vorrebbero circa 8.000.000 di firme; sì, avete letto bene: 8 milioni di firme per indire un referendum, ben 16 volte di più!

Questa è la democrazia leghista cui siamo sottoposti.
Meditiamo. Già meditiamo: alzare la voce costa troppa fatica a Biassono.



F.B.

4 commenti:

  1. Per la serie: io ho vinto le elezioni, io comando!
    E che i cittadini di Biassono non si permettano di disturbare il manovratore.
    E' già tanto che vengano chiamati a pronunciarsi una volta ogni cinque anni.
    E' la democrazia in salsa padana.
    Tempo di cambiare.

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  2. Dice no al Referendum perchè sa che ha fatto una cavolata e il risultato del referendum sarebbe certo ovvero,la scuola si Salva,questo lo metterebbe in seria difficoltà (anche psicologica) perchè si trova contro la maggioranza dell'elettorato,allora per evitare troppi problemi anche di coscienza (se mai l'ha) decide di non fare il Referendum,alla fine mi sembra un idea coerente con il suo partito.

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  3. Cosa aspettiamo a mandarli a casa?
    Hanno distrutto con il cemento quel poco di verde che c'era, sono dei BARBARI!
    Credo che il problema vero sia LA SPECULAZIONE EDILIZIA,la scuola è solo il mezzo, il fine rimane la SPECULAZIONE, con la quale qualcuno si arricchisce.
    Ormai abbiamo capito che, LA-LEGA-TI-FREGA.

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    1. E' proprio cosi!, la conservazione della scuola sarebbe solo un ostacolo al compimento di disegni speculativi che la politica leghista
      per 15 anni ha portato avanti con protervia a supporto dei protagonisti del cemento. Quello colato ad ovest dell'abitato in zona industriale prima, residenziale poi, completando l'opera ancora ad ovest con la sciagurata ed irresponsabile espansione di 300.000 mq prevista dal PGT e che ha consentito in passato e consentirà in futuro, ancora una volta l'edificazione di veri e propri eco-mostri tutti a forma di capannone, abitativi o produttivi che siano.
      Questi eco-mostri si, che sarebbero meritevoli di abbattimento e non la scuola di via M.L. King uno dei pochi esempi pregevoli di architettura moderna assolutamente da conservare anche come bene storico-artistico.
      Promuovete dunque questa consultazione popolare per salvarla dalla barbarie dei cementificatori e dai loro corrotti sostenitori e troverete sicuramente il sostegno e la gratitudine di moltissimi cittadini.

      MIES VAN DER ROHE

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