Diceva il conte Verri...

"La voce della verità comincia da lontano a farsi ascoltare, poi si moltiplicano le forze, e la opinione regina dell'universo sorride in prima, poi disputa, poi freme, poi ricorre alle arti, poi termina derisa: questo è il solito gradato passo che fa la ragione a fronte dell'opinione" (Pietro Verri)

sabato 27 maggio 2017

BIASSONO VITTIMA DI ANALFABETISMO ISTITUZIONALE

Ripetute violazioni delle regole. Parzialità politica. Incompetenza. Sono solo alcuni dei capi d'accusa che, da ieri sera, pendono sul Presidente del Consiglio comunale Mauro Rossi, così come su tutti quanti hanno avvallato o indotto la scelta di tenere - in completa solitudine - un consiglio comunale ILLEGALE. Ora toccherà al Prefetto far luce su un comportamento che, come minimo, dovrebbe prevedere la rimozione dell'attuale Presidente dal suo ruolo istituzionale.  
In ventuno anni di amministrazione leghista, pensavamo infatti di aver assistito a tutto: evidentemente ci sbagliavamo.
Quella andata in scena ieri sera, venerdì 26 maggio (lo ricorderemo come "Il venerdì della vergogna" per Biassono), è stata una vera e propria saga degli orrori in tema di mancato rispetto delle regole.
Si inizia, è storia nota, con una prima convocazione del Consiglio Comunale invalida in quanto in contrasto col disposto dell'articolo 2 del Regolamento che, peraltro, non si presta ad alcuna possibilità di dubbio interpretativo, tanto è chiaro ed evidente: "per il computo dei termini del presente Regolamento, i giorni s'intendono liberi cioè, sono da ritenersi esclusi il giorno di ricevimento delle comunicazioni e il giorno in cui si manifesta l'evento" (convocazione ufficiale lunedì 22 maggio per tenere il consiglio giovedì 25 maggio, dunque senza i tre giorni liberi previsti). 
Si prosegue con la rettifica della comunicazione e la convocazione al giorno immediatamente successivo (venerdì 26 maggio). Se la lingua italiana ha ancora un senso, rettificare significa correggere un qualcosa di errato. Se la prima convocazione, quindi, era sbagliata, come implicitamente ammesso, allora si sarebbe dovuto procedere ad una nuova convocazione e non ad un semplice rinvio al giorno successivo.
Lascia esterrefatti apprendere dalla viva voce del Presidente del Consiglio Comunale che lo slittamento della seduta è stata una "concessione" e non, invece, il ristabilimento di una situazione di diritto.
Parliamo di quel Presidente che, nell'esercizio delle sue funzioni, dovrebbe ispirarsi (articolo 6 comma 4) "a criterio d'imparzialità intervenendo a difesa delle prerogative del Consiglio e dei singoli Consiglieri".
Proprio a questo riguardo il Presidente Mauro Rossi ha dimostrato tutta la sua parzialità, impreparazione ed inadeguatezza.
Togliendo la parola ed impedendo al Capogruppo di Lista per Biassono d'intervenire in apertura di seduta ha commesso contemporaneamente le  seguenti violazioni del Regolamento del Consiglio Comunale:
Articolo 12 comma 5: "durante lo svolgimento delle adunanze, ogni Consigliere comunale può presentare rilievi sull'ordine dei lavori per sollecitare il Presidente ad assicurare l'osservanza delle leggi, dello Statuto e del presente Regolamento".
Articolo 20 comma 2: "gli appartenenti all'assemblea consiliare possono intervenire in qualsiasi momento per fatti personali, per richiami al Regolamento e all'ordine del giorno".
Articolo 20 comma 3: "la questione pregiudiziale, quella cioè di un dato argomento su cui non si debba discutere, può essere proposta da ogni Consigliere Comunale prima che abbia inizio la discussione. Le questioni pregiudiziali sono analizzate prima che abbia inizio la discussione, né questa prosegue prima che il Consiglio Comunale abbia deliberato a maggioranza sulle stesse".
Articolo 20 comma 6: "ogni Consigliere Comunale può presentare una mozione d'ordine, consistente in un richiamo verbale all'osservanza di una norma di legge, dello Statuto, o del presente Regolamento relativa alla procedura adottata per le discussioni e le votazioni. Tale richiesta può essere presentata in qualsiasi momento della seduta consiliare ed ha la precedenza sulla discussione principale".
Un mix di arroganza e di impreparazione ha impedito al consigliere Caspani di esercitare le proprie prerogative, costringendolo ad abbandonare la sala. Per converso, il Presidente del Consiglio Comunale ha dato sfoggio di assoluta parzialità, in antitesi netta con quelle che dovrebbero essere le sue funzioni: rappresentare l'intero Consiglio Comunale e difendere i diritti di ogni singolo Consigliere.
Ma i biassonesi possono stare tranquilli: ieri sera, la mozione per celebrare la festa della Lombardia è stata votata in extremis da una maggioranza rimasta sola in sala consiliare. Una festa tanto importante, a detta dei leghisti, che pure loro se n'erano scordati, cercando di far approvare una mozione in consiglio comunale utile solo per far esporre pubblicamente le bandiere del Carroccio il 29 maggio.   
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Evento davvero imperdibile. Non a caso il sindaco ha pure offerto i pasticcini al pubblico presente in sala. Peccato che, a fine consiglio, non ci fosse più nessuno. 
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