Ripetute violazioni delle regole. Parzialità politica. Incompetenza. Sono solo alcuni dei capi d'accusa che, da ieri sera, pendono sul Presidente del Consiglio comunale Mauro Rossi, così come su tutti quanti hanno avvallato o indotto la scelta di tenere - in completa solitudine - un consiglio comunale ILLEGALE. Ora toccherà al Prefetto far luce su un comportamento che, come minimo, dovrebbe prevedere la rimozione dell'attuale Presidente dal suo ruolo istituzionale.
In ventuno anni di
amministrazione leghista, pensavamo infatti di aver assistito a tutto: evidentemente ci sbagliavamo.
Quella andata in scena ieri sera, venerdì 26 maggio (lo ricorderemo come "Il venerdì della vergogna" per Biassono), è stata una vera e propria saga degli orrori in tema di mancato rispetto delle
regole.
Si inizia, è storia nota, con una
prima convocazione del Consiglio Comunale invalida in quanto in contrasto col
disposto dell'articolo 2 del Regolamento che, peraltro, non si presta ad alcuna
possibilità di dubbio interpretativo, tanto è chiaro ed evidente: "per il
computo dei termini del presente Regolamento, i giorni s'intendono liberi cioè,
sono da ritenersi esclusi il giorno di ricevimento delle comunicazioni e il
giorno in cui si manifesta l'evento" (convocazione ufficiale lunedì 22 maggio per tenere il consiglio giovedì 25 maggio, dunque senza i tre giorni liberi previsti).
Si prosegue con la rettifica
della comunicazione e la convocazione al giorno immediatamente successivo (venerdì 26 maggio). Se
la lingua italiana ha ancora un senso, rettificare significa correggere un
qualcosa di errato. Se la prima convocazione, quindi, era sbagliata, come
implicitamente ammesso, allora si sarebbe dovuto procedere ad una nuova convocazione
e non ad un semplice rinvio al giorno successivo.
Lascia esterrefatti apprendere
dalla viva voce del Presidente del Consiglio Comunale che lo slittamento della
seduta è stata una "concessione" e non, invece, il ristabilimento di
una situazione di diritto.
Parliamo di quel Presidente che,
nell'esercizio delle sue funzioni, dovrebbe ispirarsi (articolo 6 comma 4)
"a criterio d'imparzialità intervenendo a difesa delle prerogative del
Consiglio e dei singoli Consiglieri".
Proprio a questo riguardo il Presidente Mauro Rossi ha dimostrato tutta la sua parzialità, impreparazione ed inadeguatezza.
Togliendo la parola ed impedendo
al Capogruppo di Lista per Biassono d'intervenire in apertura di seduta ha
commesso contemporaneamente le
seguenti violazioni del Regolamento del Consiglio Comunale:
Articolo 12 comma 5:
"durante lo svolgimento delle adunanze, ogni Consigliere comunale può
presentare rilievi sull'ordine dei lavori per sollecitare il Presidente ad
assicurare l'osservanza delle leggi, dello Statuto e del presente
Regolamento".
Articolo 20 comma 2: "gli
appartenenti all'assemblea consiliare possono intervenire in qualsiasi momento
per fatti personali, per richiami al Regolamento e all'ordine del giorno".
Articolo 20 comma 3: "la
questione pregiudiziale, quella cioè di un dato argomento su cui non si debba
discutere, può essere proposta da ogni Consigliere Comunale prima che abbia
inizio la discussione. Le questioni pregiudiziali sono analizzate prima che
abbia inizio la discussione, né questa prosegue prima che il Consiglio Comunale
abbia deliberato a maggioranza sulle stesse".
Articolo 20 comma 6: "ogni
Consigliere Comunale può presentare una mozione d'ordine, consistente in un
richiamo verbale all'osservanza di una norma di legge, dello Statuto, o del presente
Regolamento relativa alla procedura adottata per le discussioni e le votazioni.
Tale richiesta può essere presentata in qualsiasi momento della seduta
consiliare ed ha la precedenza sulla discussione principale".
Un mix di arroganza e di
impreparazione ha impedito al consigliere Caspani di esercitare le proprie
prerogative, costringendolo ad abbandonare la sala. Per converso, il Presidente del Consiglio Comunale ha dato sfoggio
di assoluta parzialità, in antitesi netta con quelle che dovrebbero essere le
sue funzioni: rappresentare l'intero Consiglio Comunale e difendere i diritti
di ogni singolo Consigliere.
Ma i biassonesi possono stare
tranquilli: ieri sera, la mozione per celebrare la festa della Lombardia è stata votata in extremis da una maggioranza rimasta sola in sala consiliare. Una festa tanto importante, a detta dei leghisti, che pure loro se n'erano scordati, cercando di far approvare una mozione in consiglio comunale utile solo per far esporre pubblicamente le bandiere del Carroccio il 29 maggio.
Evento davvero imperdibile. Non a caso il sindaco ha pure offerto i
pasticcini al pubblico presente in sala. Peccato che, a fine consiglio, non ci fosse più nessuno.
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