ATTO PRIMO: con ordinanza
n.80 del 18.09.2012, l'Amministrazione Comunale - costatato che le aree di via
Pessina su cui insiste una costruzione a suo tempo adibita a fonderia, ora
dismessa, vengono utilizzate per attività in contrasto con la disciplina
urbanistica vigente - inibisce l'uso delle stesse a deposito e vagliatura di
materiale inerte.
ATTO SECONDO: con ordinanza
n.86 del 11.10.2012, l'Amministrazione Comunale intima a Proprietà e Utilizzatore
delle aree di provvedere, entro 60 giorni, al ripristino dello stato dei luoghi
rimuovendo il materiale depositato.
ATTO TERZO: con Ordinanza
n.108 del 30.11.2012, il termine viene prorogato di altri 60 giorni, cioè fino
al 16.02.2013.
ATTO QUARTO: con ordinanza
n.20 del 10.04.2013, il termine per il ripristino dello stato dei luoghi viene
ulteriormente prorogato di altri 60 giorni.
ATTO QUINTO: un
sopralluogo accerta che l'ordine di ripristino non è stato ottemperato.
L'Amministrazione Comunale, quindi, con ordinanza n.76 del 13.09.2013 dispone
l'acquisizione gratuita al patrimonio del Comune di Biassono e l'immissione in
possesso da parte dello stesso delle aree in oggetto (mq. 2.700 + mq. 870).
ATTO SESTO: la Giunta, con
insolita velocità, valuta e porta in consiglio comunale la "necessità di procedere in tempi rapidi alla
eventuale cessione delle aree". Votano a favore tutti i consiglieri
della Lega Nord; astenuti quelli CDL; contrari Lista per Biassono e PD.
(deliberazione del consiglio comunale n.42 del 29.11.2013).
ATTO SETTIMO: con deliberazione
n.139 del 19.12.2013, la giunta leghista si costituisce in giudizio col proprio
legale avanti al TAR, onde resistere al ricorso promosso dalla società
proprietaria delle aree, tendente all'annullamento del provvedimento di
acquisizione gratuita.
ATTO OTTAVO: con determinazione
n.573 del 31.12.2015, l'Amministrazione Comunale decide di procedere, mediante trattativa privata, all'alienazione
delle aree di via Pessina. Sul presupposto, del tutto apodittico, che "uno o più esperimenti di alienazione
mediante asta pubblica sarebbero certamente vanificati dalla natura interclusa
e improduttiva delle aree di cui trattasi".
Via libera, quindi, alla
procedura a trattativa privata, senza gara pubblica, in quanto la situazione
oggettiva dell'immobile "evidenzia l'esistenza di un unico soggetto
interessato all'acquisto" (la società originariamente proprietaria). Prezzo
assunto a base d'asta: euro 30.000.
Questi i fatti, oggettivi
e inconfutabili.
E queste le legittime
perplessità dei cittadini di Biassono:
1) lo stato dei luoghi doveva
essere ripristinato e le aree bonificate; è avvenuto ciò? E, in tal caso, a opera di chi e a quali
costi?
2) Quale l'esito del ricorso
al TAR? E quali e quanti oneri legali ha sinora sopportato l'amministrazione comunale?
3) Il prezzo assunto a base
d'asta è stato determinato sulla scorta di una perizia di stima?
In caso affermativo, da
chi è stata redatta tale perizia e perché il prezzo di vendita (euro 8,40 al
mq.) è decisamente inferiore a quello commercialmente in uso?
4) E' legittimo alienare le
aree in oggetto senza procedere ad asta pubblica?
5) Ma soprattutto, è serio e che senso ha
parlare di aggiudicazione del prezzo a base d'asta pari ad euro 30.000, quando
viene già preventivamente dichiarato che si tratterà con un unico soggetto?
Ancora una volta, i cittadini di Biassono
attendono risposte!
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