Misteri di via Pessina. Avessimo
un Camilleri o un commissario Montalbano a Biassono, entrambi non ci
penserebbero due volte a sviscerare una storia che ha tutta l’aria di un giallo
mozzafiato. Da un anno a questa parte, l’intera fetta di territorio compresa
fra la scuola materna “Clotilde Segramora” e le aree su cui si staglia lo
scheletro abbandonato dell’ex fonderia di Biassono sono infatti al centro
d’interventi amministrativi nebulosissimi (clicca qui per il caso di via Pessina, o qui per le aree di via Pessina). Prova evidente sono i
contorsionismi legal-burocratici dietro cui si è trincerata la giunta leghista
nel consiglio comunale di ieri sera. Se i lavori di ampliamento della via sono
oggi in stallo, dal momento che pare sia impresa assai ardua individuare di chi
sia la proprietà del muro di contenimento della via stessa, al contrario
l’amministrazione comunale mostra di avere grande fretta sul secondo fronte
aperto: liberarsi il prima possibile di circa 3mila metri quadrati recentemente
acquisiti al demanio pubblico, per via delle mancate opere di sgombro di
materiali industriali dell’azienda che operava proprio su quei terreni.
Le interrogazioni di Lista
per Biassono e PD (oibò, eppur si muove!), in merito alla discutibile procedura di alienare tali aree
per trattativa privata anziché pubblica, hanno aperto giusto una breccia nel
caso: saranno stati i microfoni della sala consigliare, ieri sera afflitti da attacchi
di raucedine poi taumaturgicamente risolti dall’assessore ai Lavori pubblici
Silvano Meregalli; saranno state le interruzioni della discussione dovute ai
rabberci dei cavi, con tanto di personale a 4 zampe sotto i tavoli in cerca del
circuito sabotatore; saranno state le rumorose lamentele del pubblico in sala,
ma sta di fatto che della dettagliatissima
risposta del sindaco Piero Malegori non si è capita un’emerita mazza. O meglio,
brandelli di dati, date, enumerazioni e riferimenti a leggi, con commi e
sottocommi, sono sì giunti alle orecchie degli attoniti consiglieri, ma il
timbro di voce monocorde e la favella iperaccelerata del primo cittadino hanno
messo tutti alle corde: non a caso, gli interroganti si sono riservati di
pronunciare l’ultima parola a riguardo, dopo che sarà stato loro consegnato
l’intervento per iscritto.
Fortuna che tra i banchi
della maggioranza sieda appunto l'assessore Silvano Meregalli, il quale, da
sempre, si è auto insignito della missione di parlare a beneficio della proverbiale
"sciura Maria" di Biassono.
Di conseguenza, con parole
piane e intelligibili ci ha spiegato:
a) che se fosse dipeso da
lui, le aree di cui trattasi non sarebbero mai e poi mai entrate nella
disponibilità del patrimonio del Comune di Biassono;
b) che, a suo giudizio,
trattasi di vera e propria "coercizione ai danni del cittadino", il
quale, forse ed effettivamente, "non ha proprio rispettato la legge; ma
chi la rispetta oggigiorno la legge?";
c) che il valore
commerciale delle aree in causa è, sempre a suo modo di vedere, pari a ZERO;
d) che valorizzarle per
30.000 euro rappresenta un autentico affare per il Comune;
e) che nessun operatore
sarebbe stato interessato a partecipare a un'eventuale asta pubblica;
f) che, se si fosse andati
alle buste, il rischio per il Comune avrebbe potuto essere quello di vedersi
offrire "non più di 700 euro";
g) che la possibilità che
il Comune di Biassono esca dal ricorso al TAR con sentenza sfavorevole e le
ossa rotte, è più che verosimile;
h) che, quindi, risolvere
il contenzioso in qualsiasi modo è interesse precipuo dell'Amministrazione.
Sappiamo che, quando
l'assessore parte per la tangente, diviene inarrestabile e sovente, al di là
delle intenzioni, rischia di commettere degli autentici autogol.
In attesa di approfondire
e valutare le argomentazioni addotte dall'amministrazione leghista, ci
permettiamo di questionare se quello ascoltato ieri sia lo stesso assessore
Silvano Meregalli che, il 19.12.2013, deliberava in ordine alla necessità e
urgenza che "l'Ente si costituisca in giudizio avanti al
TAR Lombardia, al fine di tutelare i propri interessi e le proprie ragioni,
assunte dall'Amministrazione Comunale".
Perché le stesse
perplessità e certezze non le ha esternate allora?
Era forse distratto?
Stanco? Dormicchiava?
Perché, visto che la
delibera è stata assunta con voto unanime, non ha convinto se stesso e i suoi
colleghi di giunta a desistere dalla costituzione in giudizio?
Certo avrebbe potuto
evitare ai cittadini biassonesi inutili spese legali per una vertenza, a suo
giudizio, persa in partenza.
Oppure anche lui, conscio
della discutibilissima procedura seguita, ha voluto a sua volta disseminare il
terreno di cortine fumogene?
INTERROGAZIONE DEL
GRUPPO CONSILIARE LISTA PER BIASSONO
INERENTE AREE DI
VIA PESSINA
Considerato che, con Ordinanza n.80
del 18.09.2012 l'Amministrazione Comunale - "rilevando che le aree di via Pessina su cui
insiste una costruzione a suo tempo adibita a fonderia, ora dismessa, venivano
utilizzate per attività in contrasto con la disciplina urbanistica vigente" - ne inibiva l'uso a deposito e vagliatura di materiale inerte;
Considerato inoltre che, con
Ordinanza n.86 del 11.10.2012 l'Amministrazione Comunale intimava a Proprietà
ed Utilizzatore delle aree di provvedere, entro 60 giorni, al ripristino dello
stato dei luoghi rimuovendo il materiale depositato;
Preso atto che, con Ordinanza n.108
del 30.11.2012 il termine veniva prorogato di altri 60 giorni, e cioè fino al
16.02.2013;
Preso ancora atto che, con
Ordinanza n.20 del 10.04.2013 il termine per il ripristino dello stato dei
luoghi veniva ulteriormente prorogato di altri 60 giorni;
Uno specifico sopralluogo accertava
che l'ordine di ripristino non era stato ottemperato. L'Amministrazione
Comunale, quindi, con Ordinanza n.76 del 13.09.2013 disponeva l'acquisizione
gratuita al patrimonio del Comune di Biassono e l'immissione in possesso da
parte dello stesso delle aree in oggetto (mq. 2.700 + mq. 870);
Accertato che, con Deliberazione
n.139 del 19.12.2013 la Giunta si costituiva in giudizio con proprio legale avanti
al TAR per resistere al ricorso promosso dalla Società proprietaria delle aree
tendente all'annullamento del provvedimento di acquisizione gratuita;
Verificato che, con Determinazione
n.573 del 31.12.2015 l'Amministrazione Comunale ha deciso di procedere,
mediante trattativa privata,
all'alienazione delle aree di via Pessina. Sul presupposto, del tutto
apodittico, che "uno o più esperimenti di alienazione mediante asta
pubblica sarebbero certamente vanificati dalla natura interclusa ed
improduttiva delle aree di cui trattasi".
Tutto ciò
premesso,
Lista per Biassono
chiede al Sindaco e alla Giunta
1) se le aree di cui trattasi si
trovano ancora nello stato in cui versavano nel 2012 oppure se lo stato dei
luoghi è stato, nel frattempo, ripristinato e bonificato;
2) e, in tale ultima eventualità, ad
opera di quale soggetto ed a quali costi è avvenuta la bonifica?
3) quale l'esito del ricorso al
TAR? E quali e quanti oneri legali ha sinora sopportato l'Amministrazione
Comunale?
4) il prezzo assunto a base d'asta
(30.000 euro) è stato determinato sulla scorta di una perizia di stima?
5) in caso affermativo, da chi è
stata redatta tale perizia e perché il prezzo di vendita (euro 8,40 al mq.) è
decisamente inferiore a quello commercialmente in uso?
6) codesta Amministrazione ritiene
opportuno e legittimo alienare le aree in oggetto senza procedere ad asta
pubblica?
7) appare serio e che senso ha
parlare di aggiudicazione del prezzo a base d'asta pari ad euro 30.000 quando
viene già preventivamente dichiarato che si tratterà con un unico soggetto?
Ai sensi dell'art. 31 c.2 del
Regolamento del Consiglio Comunale, alla presente interrogazione si chiede
risposta scritta.
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