Il 2016 di Lista per Biassono non sarà semplicemente un nuovo anno, bensì un anno “nuovo”. No, no: nessun artificio retorico. A cinque anni dalle ultime elezioni amministrative, questa primavera avremo infatti la possibilità di rigenerare il nostro Comune, proprio come la nostra lista è stata capace di rigenerare se stessa. La posta in gioco, però, appare assai più alta che conquistare la mera maggioranza numerica delle preferenze dei biassonesi.
Per coglierne la responsabilità, conviene prestare ascolto al suggerimento di un sociologo francese, Georges Friedmann, che quasi 40 anni fa scriveva: “Sollevarsi in volo ogni giorno! Almeno per un momento; breve o lungo che sia, sia in ogni caso intenso. Ogni giorno “un esercizio spirituale”, da soli, o in compagnia di una persona che voglia parimenti migliorare. Esercizi spirituali. Uscire dalla dimensione della durata. Fare lo sforzo di spogliarsi delle proprie passioni, delle vanità, del desiderio di rumore intorno al proprio nome (che di tanto in tanto prude come un male cronico). Fuggire la maldicenza. Deporre la pietà e l’odio. Avere a cuore tutti gli uomini liberi. Rendersi eterni superandosi. Questo sforzo su di sé è necessario, quest’ambizione giusta. Numerosi sono quelli che s’immergono interamente nella politica militante, nella preparazione della rivoluzione sociale. Rari, rarissimi quelli che, per preparare la rivoluzione, se ne vogliono rendere degni”.
Ecco, questo è il punto che, a nostro avviso, fa di Lista per Biassono una realtà atipica nel panorama biassonese, un elemento di assoluta rottura per le prossime elezioni; non semplicemente in forza di nomi o volti diversi, di simboli ridisegnati o proclami iperbolici, bensì per la sua capacità di aver fatto della politica una filosofia di vita. Non esiste alcun nuovo, se non si è capaci d’innovarsi, di trasformare se stessi, ancor prima della realtà che ci circonda. E, soprattutto, non ci si trasforma, se non attraverso l’azione. Essere è agire.
Dal 2011 a oggi, nei cinque anni che ci separano dalle ultime elezioni amministrative e che corrono ormai verso il confronto della prossima primavera, Lista per Biassono ha operato per cambiare innanzitutto il metodo del far politica nel nostro paese: al di là delle ideologie, degli accordi di parte, delle investiture esclusive o dei travasi di voto per vie clientelari, ha messo davanti a tutto un progetto etico. Ogni proposta suggerita, mediante mozioni in consiglio comunale così come attraverso iniziative pubbliche, non è mai stata una reazione estemporanea alle scelte della maggioranza leghista, un contestare a parole, ma un esercizio di coerenza. Dire, cioè fare. L’immediata traduzione di un’idea di vita in azione formativa, finalizzata a costruire attorno a ogni cittadino un ambiente idoneo per valorizzare le proprie capacità e realizzare se stesso. Mai, però, a discapito dell’altro, bensì ponendo l’uno al servizio dell’altro: perché è nella reciprocità e nella collaborazione che ogni singolo io può davvero riconoscersi in un noi.
Con questo stesso spirito, la scorsa estate, eravamo faticosamente riusciti a portare al tavolo del confronto la sezione locale del Partito Democratico, distaccatosi cinque anni fa dalle nostre fila per correre in modo indipendente e verso obiettivi rimasti poco chiari ai suoi stessi componenti. Non a caso, il segretario del PD locale, quel Carlo Riboldi che nel 2010 aveva affermato a gran voce “l’esaurimento storico di qualsiasi progetto civico a Biassono”, oggi è tornato sui propri passi insieme a tutto il suo partito, ammettendo non solo la necessità di creare un fronte comune per un’alternativa di governo al Ventennio leghista, ma di dargli voce attraverso un progetto “civico”. Peccato che i buoni propositi siano rimasti lettera morta. Come ha dimostrato l’attività di Lista per Biassono (unica lista civica sul campo sino ad oggi), resta questa la sola via in grado di unire sensibilità politiche diverse: non perché accomunate da ideologie, né tanto meno dall’esigenza di adeguarsi a linee amministrative dettate da oscure segreterie o in funzione di voti portati in dote, bensì dalla volontà di risolvere in primis i problemi del nostro territorio, riconoscendosi in un programma che sia garante delle aspettative di chi ci vive.
Coronamento del percorso non poteva che essere lo strumento delle Primarie, pensate proprio per rendere partecipe della scelta del candidato sindaco l’elettore stesso: uno strumento che, dobbiamo darne atto, in Italia è stato introdotto dal Partito Democratico. La sezione locale di quest’ultimo, infatti, è stato pronto a collaborare, approvando ad unanimità (con i rappresentanti di Lista per Biassono) il regolamento delle primarie, la carta dei valori e il codice etico.
Qui, però, si è manifestata la cesura che ancora divide Lista per Biassono dal Partito Democratico, o meglio da quell’aggregato oggi in cerca di una propria identità: non si tratta però di una differenza di programmi (o per lo meno nella loro base fondamentale), né in fondo è questione di un nome condivisibile (nella fattispecie, quello dell’unico candidato messosi a disposizione delle primarie, cioè l’attuale capogruppo di Lista per Biassono). Il problema vero riguarda il livello di maturità e coerenza delle persone coinvolte.
E’ ormai chiaro che, a Biassono, si è creato un divario fra chi vive la politica come via per mettersi al servizio del cittadino e chi la usa in modo pregiudiziale rispetto ai suoi stessi concittadini: non avere il controllo diretto delle scelte terrorizza solo quanti temono di non trovare corrispondenza nell’opinione dei più.
Se il Partito Democratico di Biassono avesse avuto la consapevolezza di aver costruito un progetto solido attorno ai propri rappresentanti, o chi ritenesse se stesso, al pari di un possibile candidato, idoneo per concorrere alla carica di sindaco, avrebbe anche riconosciuto nelle Primarie lo strumento democratico per eccellenza mediante cui legittimare la propria scelta. Alla fine il Partito Democratico non solo non è stato capace di trovare un suo candidato, ma neppure lo ha voluto trovare: sia che sedesse fra le sue fila, che altrove. Nè hanno dimostrato fiducia nel cittadino quanti hanno avvallato la decisione di sottrarsi al suo giudizio. Peggio ancora, però, è aver udito la proposta di portare avanti le Primarie, a patto che i candidati fossero quelli graditi agli accoliti del Partito Democratico, o a singole individualità ad esso vicine. Di fronte a questo bieco mercanteggio, giunto ad offrire assessorati riparatori purché si sacrificasse la piena libertà della candidatura, Lista per Biassono non ha potuto che dire no. Questa è sempre e solo la politica di una generazione non solo superata anagraficamente, ma vecchia dentro. Il tipo di politica e di politici di cui vogliamo liberarci definitivamente. Con una piccola differenza: anziché in televisione, li abbiamo proprio sotto il naso, anche se indossano vestiti “nuovi” o sfoggiano volti “freschi”. La risposta, non senza sorpresa, è stata fulminea: anziché trovare altre possibili soluzioni o candidature, chi non si è riconosciuto nella posizione della nostra lista ha deciso di proseguire da solo, rilanciandosi però come lista civica. Davvero un bell’esempio di coerenza!
“Numerosi sono quelli che s’immergono interamente nella politica militante, nella preparazione della rivoluzione sociale. Rari, rarissimi quelli che, per preparare la rivoluzione, se ne vogliono rendere degni”.
Lista per Biassono non chiude le porte a nessuno e continuerà a costruire una politica sana, in quanto libera e partecipata. Abbiamo però il dovere morale di rigettare i ricatti, le pregiudiziali, i compromessi a favore di quanti neppure hanno il coraggio di mettersi in gioco o di chi, nell’abbaglio della propria opinione, infanga persino la coerenza del proprio agire. Per codesta gente, solo una parola: vergogna!
Alla politica dell’avere, noi rilanciamo con quella dell’essere: perché non avremo mai nulla, se non saremo capaci di diventare ciò che davvero siamo. Donne e uomini con ali per volare.
Nessun commento:
Posta un commento