Le Cronache del Brabante sono una serie di antichi libri che raccolgono storie e commenti illustrati sulle vicissitudini medioevali di una regione oggi parte di Olanda e Belgio, a sua volta divisa tra Brabante fiammingo (Vlaams Brabant) e vallone (Brabant Wallon), in prossimità della città di Bruxelles. Negli anni '80, sotto il titolo “cronache del Brabante”, comparvero sulla stampa una serie di commenti sulla situazione politica italiana ascrivibili, pare, a Ciriaco De Mita. Senza ambire ad emulare il fine politico avellinese, questo vuole essere un commento a distanza, da biassonese attualmente operativo nel Brabante e lontano spettatore dell'agone politico locale, sulle recenti elezioni amministrative. Osservate, appunto, con uno sguardo un po’ da lontano, ma ovviamente non completamente distaccato.
Cominciamo dai dati elettorali, l’astensionismo innanzitutto: cresciuto sì, ma non più di tanto; il 62, rispetto al 71% di partecipazione, è un calo quasi fisiologico per un'elezione svoltasi in un sol giorno rispetto ai due delle precedenti e, per di più, al termine di un lungo ponte festivo. Siamo molto sotto i livelli di partecipazione al voto per il Borgomastro di Mechelen, dove votare è però obbligatorio, ma nettamente sopra quelli di Vedano al Lambro. Le schede bianche e nulle sono rimaste su livelli normali, anzi sono calate (da 148 nel 2011 a 116).
Gli analisti dell’antica Università Cattolica di Lovanio non hanno ancora elaborato un’analisi di dettaglio del voto biassonese, però alcune dinamiche, confrontando i dati delle elezioni amministrative 2011 e quelle del 2016, sono abbastanza chiare:
1) E’ certo che molti voti si sono spostati dalla lista di centro destra “Cristiani Democratici Liberali” alla Lega, almeno 331 voti contando le preferenze dei due candidati consiglieri uscenti “CDL”, presentatisi nel listone leghista, verosimilmente molti di più rispetto alle preferenze espresse, nell’ordine delle 400-500 unità. Comunque determinante nel procurare la differenza finale di 478 voti a favore della Lega Nord nei confronti di Biassono Civica. In questo modo, pur avendo mantenuto il simbolo, quello della Lega è diventato, appunto, a tutti gli effetti un “listone”, di natura completamente diversa rispetto ai granitici monocolore padani dell’ultimo ventennio. Il tutto sottotraccia, in modo assolutamente disinvolto, senza indicazioni nel materiale elettorale, e con manovra di complemento data dalla non concessione del simbolo di Forza Italia alla lista di Porta! Chapeau, direbbero nel Brabant Wallon, ma questo dispiegamento di sagacia tattica dice molto sull'inconsistenza dei partiti in causa. Certo, un bell’aiuto - ed anche questo forse non è un caso - è stato dato dalla scelta improbabile di Forza Biassono di candidare un ex Sindaco di Macherio, un po’ come candidare un vallone alla carica di Burgermeister di un comune fiammingo (o viceversa). Al netto dei voti in entrata dalla ex “CDL”, la perdita di voti della Lega diventa ancora più consistente rispetto a quanto risulta dall’esito complessivo (-866 voti) e può essere stimata nell’ordine di 1200 -1300 voti (oltre il 20 % del totale) rispetto al 2011; insomma, grande insoddisfazione per l’amministrazione uscente.
2) Più difficile risulta ricostruire i flussi in entrata e uscita di Biassono Civica e Lista per Biassono, non essendo evidenti nei saldi finali i flussi interni tra queste due liste, ma soprattutto avendo dovuto assistere - per la prima volta nella storia di Biassono - a una strategia di "voto utile" che ben poco ha a che vedere con la politica amministrativa. Guardando ai risultati delle sezioni è certo che diversi elettori di Lista per Biassono nel 2011 hanno votato per Biassono Civica nel 2016, in particolare nelle sezioni 1, 3, 6 e 7, dove LpB ha avuto leggere flessioni. Quanti? Presumibilmente tra i 100 e 200, più che bilanciati però da un flusso consistente di voti in uscita dalla Lega, consentendo a Lista per Biassono di aumentare i propri voti ottenendone 1015 (16,84%) e mancando il secondo consigliere per una ventina di voti. Un risultato che premia il lodevole attivismo della Lista in questi anni, sancendone in tal modo il radicamento in paese, ma da considerarsi ancor più notevole non avendo partiti alle spalle.
2) Complesso il risultato di Biassono Civica, che è riuscita a raddoppiare i consensi ottenuti dal PD nel 2011 raccogliendo 2078 voti, pari al 34,84%, cogliendo 979 voti in più rispetto al PD nel 2011: di questi, oltre la metà dovrebbero provenire dalla Lega e, in particolare dalla frangia leghista decisa a boiccottare il proprio ex movimento; circa un terzo dalla ex “CDL” e il resto da Lista per Biassono, mentre non sembrano rintracciabili flussi dal PD a quest’ultima. Notevoli i risultati, in termini di preferenze, raggiunti da alcuni candidati non espressione di Partito, in particolare Angela Galbiati (che con 272 preferenze ha raggiunto un livello record nella storia elettorale biassonese recente, nonostante il ricorso pendente contro il Comune e quindi soggetta al rischio di non poter assumere la carica di consigliere comunale per incompatibilità). Com’era prevedibile, in assenza di un’alleanza con Lista per Biassono, il travaso di voti su Biassono Civica non è stato sufficiente per battere il “listone” leghista, dal momento che puntare a prosciugare i "cugini" di Lista per Biassono attraverso il voto utile, si è dimostrata impresa impossibile, visto il radicamento di quest'ultima.
3) Sommando i voti delle due liste civiche, in qualche modo riconducibili al centro sinistra (qualunque cosa questo voglia dire oggi, ammesso voglia ancora dire qualche cosa, dice qualche studioso qui a Lovanio), queste raggiungono il 51,32%, un risultato mai raggiunto nelle diverse ere storico-politiche biassonesi. Uno straordinario responso elettorale che si traduce, tanto per stare Brabant Wallon, in una Waterloo politica. E dire che Luciano Casiraghi, candidato sindaco della Lega Nord, non era Wellington e le sue truppe non si sono rivelate particolarmente temibili. Come nel 1815, però, la fanteria prussiana di Blucher-Rossi-G. Colombo, della quale si erano perse le tracce, è ricomparsa al momento decisivo.
Traducendo liberamente dal fiammingo alcune osservazioni generali, per concludere questa cronaca dal Brabante, possiamo dunque convenire:
a) Se è vero che la sagacia tattica e l’abilità nel fiutare gli umori del paese hanno premiato il listone leghista, le due liste civiche di opposizione sono riuscite a mobilitare tanta gente nuova, con risultati notevoli sia per alcuni cittadini molto conosciuti in paese, sia per quanti candidatisi per la prima volta. E’ importante, nell’interesse di tutti, che queste energie non vadano disperse con la delusione per il risultato elettorale e vengano valorizzate per il futuro.
b) Dell’esito elettorale, tutti certo avranno materiale per riflettere, meglio se a freddo, però qualche punto di domanda dovrebbe porselo anche a livello locale il principale partito di centro-sinistra, il Partito Democratico, visto che, pur non apparendo in genere con il proprio simbolo, le liste, civiche e non, sostenute dal PD, governano o hanno governato nel corso dell’ultimo ventennio, praticamente in tutti i comuni della zona esclusa Biassono. E sempre senza particolari “conventio ad excludendum”, in particolare in quelli al di sotto dei 15.000 abitanti. Certo, nelle ultime tre elezioni (dal 2001 al 2011 compreso) la Lega era imbattibile, ma questa volta lo era e la sconfitta di oggi ha radici più lontane delle polemiche che hanno attraversato le due liste civiche in queste elezioni, visto che non è tanto il progetto civico in sé a dimostrarsi inefficace, quanto la strategia del Partito che ha condizionato gli equilibri e il travaso di voti.
c) La vittoria del “listone” leghista ci consegna un Consiglio Comunale forse un po’ più vivace di quelli contrassegnati dai monocolore leghisti delle ultime amministrazioni. Certo, non c’è da aspettarsi un Vietnam, anche perché di Vietcong nel Consiglio se ne vedono pochi a parte forse uno, però il 40% dei Consiglieri di opposizione che prima votavano quasi sempre con la Lega sono passati da quella parte e, quindi, l’aritmetica potrebbe essere più fluida. Per la maggioranza verrà richiesta più che in passato una maggiore capacità di gestire il consiglio comunale. Per le opposizioni potrebbe esserci qualche spazio in più per portare avanti le proprie idee. A patto d'imparare un pochino, non troppo, quella disinvoltura tattica sfoderata dai vincitori di queste elezioni.
A tutti, dal Brabante, bon travail, goede werk, buon lavoro!
Cesare Rovelli
Credo ci sia un errore al punto 2) piu' difficile risulta ricostruire i flussi....... all'ultima riga , penso che Cesare volesse dire : " ...attuato da tre ex LpB ...... e non tre ex PD........ Ciao, Giordano
RispondiEliminaLpB 2011 1 eletto
RispondiEliminaLPB 2016 1 eletto
sempre il solito Caspani.
Quale svolta?