Dopo il “leave” degli inglesi, Biassono mette in
scena la BCexit. Ovvero l’abbandono dell’aula di Biassono Civica al primo
consiglio comunale d’insediamento della nuova amministrazione. Gesto che,
proprio per il significato tradizionalmente assunto dal più “istituzionale” dei
consigli comunali (in quanto finalizzato a definire innanzitutto i ruoli
amministrativi, ancorché le strategie politiche), ha mostrato una profonda mancanza
di rispetto da parte dei 4 cavalieri dell’Apocalisse del gruppo d’opposizione. Pietra
dello scandalo: la mancata convalida di Angela Galbiati, candidata di Biassono
Civica, a consigliere comunale. Difficile per il cittadino medio comprendere a
fondo le motivazioni, tenuto fra l’altro conto che in questi giorni sono
apparsi - attraverso i social - nugoli d’improvvisati docenti di diritto
amministrativo: a beneficio dei pochi che ancora hanno il tempo e la voglia di
farsi un'opinione, è dunque opportuno cercare di ricostruire la vicenda nel suo
cronologico evolversi. Avendo l'accortezza, magari, di risultare il meno
"tecnici" possibile, per quanto non sia facile.
Questi i fatti:
1) il
17 luglio 2012, tra il Comune di Biassono e 7 Responsabili di Servizio, si
sottoscrive una transazione (49.533,46 euro oltre oneri a carico dell'Ente)
che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto porre la parola fine ad una annosa
vertenza di lavoro circa il riconoscimento d’indennità di funzione.
2) Il
27 ottobre 2014, uno dei 7 Responsabili di Servizio (Angela Galbiati), che nel
frattempo ha maturato i requisiti per la pensione, promuove ricorso avanti il
Giudice del Lavoro per invalidare la suddetta transazione e per chiedere
ulteriori riconoscimenti economici.
3) Si
passa ai giorni nostri e, in previsione delle elezioni amministrative di giugno
2016, il soggetto in questione accetta la candidatura nelle fila di Biassono
Civica. Giova precisare che l'articolo 63 del Testo Unico Enti Locali prevede
espressamente: non può ricoprire la carica di consigliere comunale "colui che ha lite pendente" con
l'Ente di cui si ambisce a diventare amministratore. In sostanza: la
candidatura è possibile, ma il soggetto si trova necessariamente in condizione
d’incompatibilità che, in caso di elezione, deve risolvere prima della
convalida degli eletti da parte del Consiglio Comunale. Di tutto questo, però,
agli elettori non si è fatto accenno alcuno.
4) Succede
quindi che il candidato in questione venga effettivamente eletto, con una gran
massa di voti di preferenza e che, nel frattempo, anche la causa intentata
nell'ottobre 2014 arrivi alla conclusione del suo 1° grado di giudizio.
5) Il
17 giugno 2016, infatti, il Giudice del Lavoro dà lettura del dispositivo di
sentenza dichiarando soccombente il Comune di Biassono, condannandolo al
pagamento di 8.000 euro oltre ad una parte delle spese legali. Trattandosi
tuttavia di causa non passata in
giudicato, alla data di svolgimento del Consiglio Comunale che avrebbe
dovuto convalidare gli eletti, il candidato di cui si sta parlando si veniva a
trovare, ancora, in condizione d’incompatibilità. Circostanza, peraltro,
implicitamente ammessa dallo stesso Capogruppo di Biassono Civica nei suoi
interventi.
Sin qui i fatti, incontrovertibili; adesso qualche
considerazione.
Sulla decadenza del neo eletto consigliere di
Biassono Civica e sul voto di astensione di Lista per Biassono in Consiglio
Comunale, queste le motivazioni.
Nessun dubbio, da parte di nessuno, circa la
pendenza della lite e la conseguente condizione d’incompatibilità. La
discussione si è quindi incentrata sull'interpretazione autentica del 2° comma
del Testo Unico Enti Locali (il termine di 10 giorni per formulare osservazioni,
o per eliminare la causa d'incompatibilità, si applica all'amministratore già
in carica o anche a quello la cui elezione non è stata ancora convalidata?). Trattandosi
di materia squisitamente giuridico-legale, in quanto passibile
d’interpretazione soggettiva (ritenuta però univoca dal segretario comunale),
il punto in questione avrebbe potuto concedere o non concedere 10 giorni
suppletivi, ma non avrebbe comunque rimosso nei tempi utili l’incompatibilità
del consigliere. Se la volontà di quest’ultimo fosse stata infatti quella di
rinunciare a ogni pretesa, non si capisce per quale motivo non lo abbia fatto
prima del consiglio comunale (facoltà di per sé concessa in fase di accettazione
della carica); pensare che il Comune potesse rimuovere l’impedimento senza aver
ricevuto ancora le motivazioni del giudice, tenuto anche conto della possibilità
di un suo controricorso, appariva palesemente un non senso. Dall’altra, non si
capisce per quale motivo la stessa osservazione al 2° comma del Testo unico
degli enti locali non sia stata sottoposta al segretario comunale appena dopo
il pronunciamento del 17 giugno, qualora si fosse stati certi della sua
interpretazione e delle conseguenze apportate, attendendo piuttosto il giorno
del consiglio comunale (ieri, 26 giugno). Relativamente all’interpretazione del
singolo punto Lista per Biassono non poteva dunque che astenersi, ma di fronte
alle finalità del consiglio comunale non sussisteva alcun valido motivo per
abbandonare l’aula. Non a caso è stato chiesto e ottenuto un voto disgiunto che
isolasse il caso di Angela Galbiati rispetto alla convalida del resto consiglio
comunale.
Va inoltre evidenziato che, negli anni passati, proprio
Lista per Biassono ha più volte puntato il dito contro l'incremento
esponenziale, a bilancio, delle spese di giudizio, per liti e arbitraggi. Così
come, a più riprese, ha avuto modo di censurare il tipo di rapporto tenuto
dall'amministrazione leghista nei confronti dei dipendenti comunali e delle
loro rappresentanze (sempre meno dialogo e sempre più provvedimenti
unilaterali).
La vicenda in oggetto non pare fare eccezione.
Anzi, è talmente paradossale da vedere instaurato un contenzioso legale anche
dopo la sottoscrizione di una transazione (evidentemente non in sede protetta)
che si riteneva "tombale". Con la conseguenza che l'amministrazione
comunale, una volta conosciute le motivazioni della sentenza, dovrà
attentamente valutare in ordine all'opportunità di promuovere ricorso avverso
la stessa. Ovvero costituire un precedente
che, potenzialmente, potrebbe dare la stura ad analoghe cause promosse dagli
altri 6 Responsabili di Servizio.
Due parole, infine, sull'atteggiamento tenuto da
Biassono Civica sull'intera questione, sgomberando il tavolo da ogni e
qualsivoglia questione di carattere personale.
Ci pare che, pur di accaparrarsi una cospicua dose
di voti di preferenza, i suddetti abbiano spregiudicatamente messo in lista un
candidato di cui erano perfettamente a conoscenza della situazione d’incompatibilità.
Situazione non sopravvenuta, ma di gran lunga preesistente, dal momento che,
come detto, la causa col Comune di Biassono era in corso da quasi un paio
d'anni. Ma di ciò gli elettori biassonesi nulla hanno saputo e, non caso, forte
è stato il disappunto di chi ieri è intervenuto fra il pubblico non avendo
chiara la situazione.
Fortunatamente in consiglio comunale non sono
state riproposte le argomentazioni
che avevano invece cominciato a circolare sui social: siccome è stato il candidato
più votato di sempre; dal momento che ha preso 272 preferenze; il Comune si
macchierebbe di una inedita fattispecie di reato del tipo "attentato alla
rappresentatività", se solo valutasse l'opportunità e la convenienza di
frapporre ricorso che la farebbe inevitabilmente decadere.
Sarebbe come dire che, se di preferenze ne avesse
prese solo 10, allora nulla quaestio. Il ricorso si poteva fare. Giuridicamente
discriminante ed aberrante!
Ora c'è chi grida al complotto ed è pronto a far
passare il candidato di Biassono Civica per vittima quando, in realtà, è
Biassono Civica stessa che dovrebbe porgere le sue pubbliche scuse: se non a
tutti gli elettori biassonesi, almeno ai 272 che hanno riposto la loro fiducia nel
candidato di cui stiamo discutendo e che sono stati tenuti bellamente
all'oscuro di una preesistente e non sopravvenuta condizione di palese incompatibilità.
Ma tant'è; sarebbe pretendere troppo.
Lista per Biassono non può stare con il candidato
in questione "a prescindere". Lista per Biassono deve stare, sempre e
comunque, dalla parte della Legge! Questa costante polarizzazione delle
problematiche, attuata sino alla scorso mandato dalla Lega Nord esattamente
come da Biassono Civica-Pd sino ad oggi, questo voler vedere solo il bianco o
il nero, questo continuo ribadire “chi non è mio amico è il mio nemico”, ha ben
poco a che fare con la vera democrazia. Dall’altra, la polemica sollevata ha
finito per oscurare un elemento di novità forse emblematico per il futuro di
Biassono: dopo vent’anni, si è assistito al primo giuramento con fascia
tricolore di un sindaco umanamente commosso. Speriamo sia questo il primo segno
di un cambiamento della giunta leghista, sino allo scorso mandato
completamente chiusa a qualsivoglia proposta e mozione di LpB. Appuntamento a giovedì 30 giugno, dalle ore 21, sempre nella sala consiliare di Villa Verri.
P.S.
per inciso, il primo dei non eletti di Biassono
Civica ha già sottoscritto l'accettazione della candidatura in surroga. Alla
luce della battaglia di principio condotta da Biassono Civica, ci saremmo
aspettati che il posto rimanesse vacante almeno sino a quando non fosse stata
detta l’ultima parola.
Dopo la lettura di questo lungo, lunghissimo, ennesimo sproloquio, resistendo al sonno, mi è venuto un dubbio e mi sono chiesto: ma ci sono o ci fanno?
RispondiEliminaScegliete voi, per me è davvero difficile capire, e a questo punto ci rinuncio.
Molto modestamente, e senza alcuna pretesa, avrei l'ardire di farvi notare, come domenica ha fatto in modo molto chiaro Diego Colombo in consiglio comunale, che in tutta questa vicenda non c'è la minima ombra di dubbio sulle questioni diritto. La questione è politica. La questione è, infatti, politica dall'inizio alla fine. Che una forza di opposizione non lo comprenda è già di per sè singolare. Ma diventa addirittura inspiegabile quando una forza di opposizione come LpB sposa e condivide di sana pianta l'impostazione della lega dalla quale non ha mai ricevuto alcun segno di rispetto e che, invece, essa sì, ha tutto l'interesse a dipingere pro domo sua la posizione di Angela Galbiati.
E voi che fate?
Ne elogiate l'operato arrivando a consigliarci che forse avremmo dovuto coordinarci con il solerte segretario comunale per concordare con lui una via d'uscita?! Da non credere se non l'avessi letto. Bravi, sono davvero ammirato da cotanta lungimiranza!
Ma andiamo oltre.
Non ho alcuna intenzione di tenere una lezione di diritto, non faccio parte della categoria dei vecchi tromboni, ma, pur senza entrare nel merito della questione, sapete o non sapete che il lavoratore ha il diritto pieno ed incomprimibile di impugnare gli accordi che prevedono transazioni e rinunce che derivano dal rapporto di lavoro e che a nulla vale definire tali accordi 'tombali' checchè ne dicano i nostri saggi amministratori, forti del parere tecnico del nostro segretario comunale? Non ci credete? Leggetevi l'art. 2113 del codice civile e la prossima volta studiate prima di allinearvi a qualunque sciocchezza sia contro Biassono Civica, solo per il gusto di avversarla.
Ma lo ripeto, la questione non è di diritto, è tutta politica. Non c'è stata mai alcuna intenzione di voler risolvere il problema di Angela Galbiati perchè ha avuto la spudoratezza di far valere un suo diritto. Il giudice ha detto la sua ed ha condannato il comune di Biassono, che pur potendolo fare senza nessun danno, ancora una volta ha rifiutato di voler definire la questione non accettando la rinuncia all'appello, circostanza, questa si, che sarebbe stata 'tombale' dell'intera vicenda processuale.
Ma alla lega, come sappiamo, non piace solo vincere, deve stravincere, stracciare qualunque avversario e fiaccare ogni resistenza, se necessario anche forzando un dato normativo che, francamente, appare chiarissimo.
La questione sollevata domenica in consiglio, invece, riguarda proprio quanto amate sbandierare ai quattro venti, salvo poi non rendervene conto quando a chiederlo è Biassono Civica: il rispetto della legge.
Ma anche per vostra soddisfazione vedremo che ne pensa il prefetto di questa 'interpretazione univoca'.
Fino ad allora, oltre ad unirvi alla sua umana commozione e compiacervi perchè finalmente indossa la fascia tricolore, convincete il nostro Sindaco a rinunciare a farsi chiamare borgomastro. Questo sarebbe un altro bel segnale.
Ogni altra questione la lascio al vostro giudizio, perchè considero inutile ed improduttivo proseguire un dialogo fra sordi.
Tanti cari saluti.
Michele Memola
In attesa del Prefetto, mi piacerebbe sapere dall'avvocato Memola quante volte nella sua attività professionale ha rinunciato ad appellare una sentenza senza neppure averne lette le motivazioni.
RispondiEliminaLe rispondo molto volentieri.
EliminaIn realtà non capita spesso, ma è capitato e capita.
Le sentenze vanno lette e studiate prima di prendere qualunque posizione, specialmente la rinuncia ad impugnarle.
Tuttavia, c'è una regola aurea, tramandata di generazione in generazione: quando il cliente ottiene un vantaggio insperato dalla rinuncia, è bene non coltivare impugnazioni.
E quale sarebbe il vantaggio per il Comune? Forse quello di risparmiare ulteriori spese legali per i successivi gradi di giudizio. Ma, per converso, rinunciare preventivamente all'appello senza neppure sapere se la sentenza è adeguatamente motivata in punto di diritto non potrebbe esporre al rischio di riaprire il fronte con gli altri 6 Responsabili? Cordialità.
EliminaNon voglio entrare nel merito della vicenda da un punto di vista legale; lascio che chi competente illustri, in questi termini la vicenda. Come cittadino, trovo riprovevole rimangiarsi un accordo sottoscritto, chiunque sia stato. Come cittadino del comune mi piacerebbe sapere se le indennità di funzione di cui si discute, siano realmente state dovute ai capi servizio, cosa che mi sembra dubbia se si è preferito giungere ad una transazione; in una situazione in cui il comune lamenta la mancanza di denaro, aspetto sulle cui cause (trasferimenti, spese fuori controllo o immotivate, incapacità di riscossione etc) varrebbe la pena di approfondire, minaccia l'eliminazione o la riduzione dei servizi ai cittadini, verificare che vengano ben spesi, e motivati, i soldi per i dipendenti del comune, spesa rilevante nel bilancio, mi appare fondamentale. L'organico è correttamente dimensionato? In alcuni uffici sembra che l'attività sia MOLTO tranquilla. I vigili (quanti sono?) non si vedono mai nelle strade. Il premio di produtività è giustificato o rappresenta una distribuzione a pioggia? E si potrebbe continuare .......
RispondiEliminaLeggendo il tutto, anche il commento di Michele:
RispondiElimina1) Si sapeva benissimo sin dall'inizio della campagna elettorale che la candidata Angela Galbiati era ineleggibile ma ciò non è mai trapelato, mai stato ufficializzato -
2) Si pensava che la questione "non era di diritto ma politica" e che fosse economicamente conveniente (un "vantaggio insperato"), per l'amministrazione che accettava di chiudere la cosa ( ci sarebbe la questione degli altri ricorrenti...), quindi si poteva anche risolverla, ma anche di ciò nulla si dice -
3) La volontà politica di chiudere la cosa non si concretizza strada facendo, ma nulla si dice ai 'suoi' elettori (sicuramente tanti visto che Angela è molto conosciuta) -
4) Ad elezioni avvenute, e a caso scoppiato, ci si indigna e si denuncia (finalmente ufficialmente) la mancanza di volontà politica dell'amministrazione e si ricorre al Prefetto.
Due le conclusioni, estremizzando un po' troppo, lo riconosco:
1) La candidata di BC decade ma ha preso molti voti e proprio questi voti sono la conferma che la questione è propriamente politica, la Lega non vuole proprio una come Angela Galbiati in Consiglio -
2) La candidata di BC decade ma ha preso molti voti -
Io ho sempre ritenuto che, soprattutto in politica, il principio del fine che purtroppo giustifica il mezzo è molto seguito. Angela Galbiati è persona capace e rispettabilissima come rispettabilissimi sono quelli che l'hanno votata, quelli di BC, tanti li conosco, non li vedo maliziosi propugnatori del credo Machiavellico, sicuramente però sono stati furbi e questo lo si può e lo si deve dire, anche se si incazzano. Gli elettori 'dovevano sapere', e magari conoscendo i fatti avrebbe votato Angela ancora con più passione, ma dovevano sapere.
e.d.
Sinceramente di questa vicenda si conosce ben poco, non credo che vi chiamate Angela Galbiati, oppure siate componenti dell'amministrazione o meglio ancora avvocato delle due parti.
RispondiEliminaLa vostra crono-storia è tanto bella quanto inutile, conoscendo veramente una minima parte di tutto l'accaduto e non avendo partecipato a nessuna udienza.
Ora scrivo io una breve crono-storio
Elezione 2011 1 consigliere
Elezioni 2016 1 consigliere
Partite, cortesemente, da dati oggettivi riguardanti il vostro orticello. A furia di parlare di altri si rischia di essere banali, ridicoli e del tutto fuori luogo.
Buona giornata
Federico Carrer
Federico posso intuire il tuo stato d'animo però devi tener conto che a quel consigliere, ancorchè uno, che ti piaccia o meno, ha il dovere di esprimersi sulla convalida degli eletti e non può che farlo in base alla legge vigente ed ai fatti noti (che nessuno ha smentito) senza ovviamente entrare nel merito degli atti processuali che sono altra cosa.
RispondiEliminaAntonella Tremolada
secondo la mia idea mi sembra che Angela Galbiati non la vogliono in comune perchè dopo tutta una vita lavorata lì ne avrebbe di cose da sistemare sapendo dove mettere le mani e a chi dirle. secondo me il problema è tutto lì e a ragione il signor memola. si poteva mettere a posto la cosa, ma per politica non la mettono a posto.
EliminaIo la penso così e la pensano così in tanti, smettetela di dire stupoidaggini.
Sono un cittadino che solo adesso apprende questi avvenimenti e ringrazio questo blog per le sempre puntuali informazioni.
EliminaIo credo che la soluzione sia molto più banale e più semplice: la Lega ha intravisto la possibilità di risparmiare i quattrini della transazione ed ha fatto saltare l'ipotesi di accordo. L.M.
Opinione più che legittima quella di ritenere che questa amministrazione non vuole Angela Galbiati in Consiglio, ma secondo me gli elettori dovevano sapere prima come stavano le cose, altrimenti il sospetto di furbizia e che interessassero soprattutto i voti, al di là che Angela Galbiati decadesse o no, è legittimo. Dico questo pur ritenendo Angela Galbiati persona degnissima. Ma anche questo è solo quello che penso io, e non è il caso di offendere.
Eliminae.d.
E come li risparmierebbe? Con un'eventuale sentenza d'appello quando, statistiche alla mano,più del 90% delle sentenze relative a cause del lavoro sono a favore del lavoratore? In appello, inoltre, venuta a mancare la ragione fondamentale della transazione, potrebbe addirittura venir riconosciuto l'importo integrale richiesto dal lavoratore di 4 volte maggiore di quello stabilito in primo grado.
RispondiEliminaAzzardare con i soldi altrui è facile, vorrei vedere se si fosse trattato di impegnare i loro quattrini!
Intendevo dire che hanno confidato nel fatto che il Consigliere potesse rinunciare alla causa per mantenere il seggio. Adesso tutti i giochi sono aperti. L.M.
RispondiEliminaTrovo disdicevole che una delle liste di opposizione perda tempo ed energie per accusare l'altra, nella speranza di intercettare qualche altra decina di voti, a cinque anni dalle prossime elezioni poi ! A mio umilissimo parere dovreste rinunciare a un po' del vostro ego, lasciare da parte atteggiamenti o stili pseudo carismatici per trovare un punto d'intesa e presentare una lista unica alle prossime elezioni.
RispondiEliminaContinuando così come state facendo (mi rivolgo ad entrambe le liste) potrete ottenere l'unico risultato di guadagnare qualche voto l'uno a scapito dell'altro ben sapendo però quale sarà il risultato finale. Tutto ciò appare come un gioco puerile, dimostrate invece di possedere maturità e visione pragmatica.