Ieri sera messa e inaugurazione della nuova Piazza Don Umberto Ghioni. Settimana scorsa porte aperte a Palazzo Bossi. Qualche giorno fa, nuova saletta dei benemeriti in Villa Verri. E, tornando poco più indietro, addirittura open day al nuovo Asilo Castello! Che succede a Biassono?
Improvvisamente il torpore degli ultimi mesi, o meglio anni, svanito. Tutti carichi. Tutti pronti a celebrare la rinascita del paese. Eppure, dietro i lustrini, resta la cruda realtà: una piazza ben lungi dal poter essere un nuovo polo d'aggregazione, tenuto conto che l'intero quartiere di sud-ovest è tutt'ora un cantiere aperto e scarsamente abitato, per via dell'alto numero di appartamenti invenduti;
Palazzo Bossi, fra cavi pendenti e porte da montare, richiederà ulteriore pazienza per essere davvero a disposizione del pubblico ma, al di là dei rallentamenti che la ristrutturazione di un bene architettonico può imporre, nessuno candidato sindaco (a parte, come sempre e solo, Lista per Biassono) è riuscito a dare una risposta chiara su cosa potrà essere il futuro gioiello del Distretto Culturale Evoluto. Quanto all'asilo Castello, assurto a simbolo di un'amministrazione ormai costretta a rincorrere le sue stesse promesse, occorre valutare con lucidità l'intero percorso apparentemente conclusosi con l'inaugurazione: le sue vicissitudini sono emblematiche della politica biassonese, che cavalca l'emotività del momento, senza spesso curarsi delle cause e delle conseguenze effettive. Torniamo dunque su questa spina nel fianco, affinché domenica prossima, 5 giugno, ogni cittadino possa esercitare il proprio voto in modo consapevole e decisivo.
Improvvisamente il torpore degli ultimi mesi, o meglio anni, svanito. Tutti carichi. Tutti pronti a celebrare la rinascita del paese. Eppure, dietro i lustrini, resta la cruda realtà: una piazza ben lungi dal poter essere un nuovo polo d'aggregazione, tenuto conto che l'intero quartiere di sud-ovest è tutt'ora un cantiere aperto e scarsamente abitato, per via dell'alto numero di appartamenti invenduti;
Palazzo Bossi, fra cavi pendenti e porte da montare, richiederà ulteriore pazienza per essere davvero a disposizione del pubblico ma, al di là dei rallentamenti che la ristrutturazione di un bene architettonico può imporre, nessuno candidato sindaco (a parte, come sempre e solo, Lista per Biassono) è riuscito a dare una risposta chiara su cosa potrà essere il futuro gioiello del Distretto Culturale Evoluto. Quanto all'asilo Castello, assurto a simbolo di un'amministrazione ormai costretta a rincorrere le sue stesse promesse, occorre valutare con lucidità l'intero percorso apparentemente conclusosi con l'inaugurazione: le sue vicissitudini sono emblematiche della politica biassonese, che cavalca l'emotività del momento, senza spesso curarsi delle cause e delle conseguenze effettive. Torniamo dunque su questa spina nel fianco, affinché domenica prossima, 5 giugno, ogni cittadino possa esercitare il proprio voto in modo consapevole e decisivo.
Sabato 21 maggio i biassonesi sono stati invitati a entrare nell’edificio di via Lega Lombarda, noto come il Castello.
Quello che tutti si auguravano da tempo (dal 2013, in effetti) è
finalmente successo; che a convincere la giunta ad aprire quel cancello sia stato il video horror girato da Lista per Biassono? Forse…o, forse, l’aria delle elezioni ha semplicemente reso possibile quello che per i biassonesi resta un concentrato di errori.
· sbagliato è che, alla fine del
proprio mandato, la giunta, alla ricerca di validi spot elettorali, si sia giocata per l’ennesima volta la carta del Castello, scrivendo un bando “dell’ultima
ora”, giusto per non apparire inadempiente agli occhi dei cittadini;
· sbagliato, e poco serio, è che un’amministrazione
in uscita lasci in eredità questa delicata questione a chiunque dovrà
amministrare Biassono nei prossimi cinque anni, vincolando la nuova Giunta ad
un rapporto almeno triennale (come previsto dal bando) col concessionario;
· sbagliate, e poco credibili, sono le
parole del sindaco, che di nuovo ci ha propinato la sua verità su una
fantomatica richiesta fatta dalla sua amministrazione all’Ufficio scolastico
provinciale per sondare le possibilità di creare una materna statale; ne stiamo
ancora aspettando le prove (smentite dai suoi stessi ex collaboratori);
· sbagliato, e inadeguato, è stato il testo stesso del bando, molto
semplicistico e riduttivo. Nella domanda di ammissione, che i
partecipanti alla gara hanno dovuto compilare, si legge che era necessario
presentare “l'elenco dei principali
servizi rivolti alla prima infanzia prestati negli ultimi tre anni, tra cui la
necessaria gestione di asili nido e/o scuole dell’infanzia paritarie”. Come se gestire un
nido e una scuola dell’infanzia fossero la stessa faccenda, l’una o l’altra per
me pari sono…
Sottolineiamo anche che, preannunciando all'interno della struttura sia sezioni di nido che di scuola
dell’infanzia per fasce d’età diverse, ci saremmo aspettati che il bando fosse
più esigente e obbligasse il concessionario ad avere esperienza pregressa di
lunga data, oltre che documentata in entrambi i campi.
Quello che più preoccupa, ovviamente, è la qualità del
servizio educativo e didattico rivolto ai nostri bambini, nei confronti del
quale sarà bene vigilare. Abbiamo cercato di documentarci sull'autorevolezza della società vincente, ma navigando in rete non abbiamo trovato
alcuna prova dell’esistenza della scuola materna bilingue, che ci hanno
assicurato essere a Cesano Maderno.
Ci auguriamo che il Comune abbia provveduto a fare le
dovute verifiche, anche se qualche dubbio viene, alimentato dal fatto
che sul sito www.biassono.org non è ancora comparso l’esito del bando, che ci
piacerebbe tanto leggere prima o poi…
Non trascuriamo poi la questione assai importante degli
eventuali svantaggi economici che potrebbero derivare alle casse comunali, nel
caso che il privato si convenzioni con il Comune come avviene per le altre
scuole dell’infanzia paritarie di Biassono già esistenti. Il sindaco,
all’inaugurazione, ha assicurato che il Comune riserverà lo stesso trattamento
alla nuova scuola privata. Con altri oneri per il nostro Comune, come già
denunciato da LpB anche nel suo programma elettorale.
Quante famiglie, poi, potranno permettersi
una scuola dell’infanzia paritaria, che sarà più cara del Segramora per via del nuovo servizio di bilinguismo? Le rette mensili
saranno di 280 euro più i buoni pasto di 5 euro al giorno, per un totale di
circa 380 euro al mese, a cui va aggiunta la tassa di iscrizione annuale di
200 euro e altre spese extra; infatti, tutti gli eccezionali servizi aggiuntivi
previsti dalla società (la navetta, la baby-sitter a domicilio, il pre e post
scuola, ecc.) saranno ovviamente a pagamento.
Tutto questo parlare di soldi come si concilia con
l’istruzione? A nostro modo di vedere, raramente lo scopo di lucro si sposa con
l’insegnamento, che deve essere disinteressato e slegato da ogni tornaconto
economico. La dimensione educativa non può assolutamente fondarsi sul denaro e, necessariamente, un’azienda deve mettere i propri bilanci davanti alle
persone (ops… bambini).
Quante famiglie, infine, si rassegneranno all’idea di pagare ancora una retta nei tre anni
della scuola materna, magari dopo aver già speso molto denaro per mandare i
propri figli al nido? (Scandalosamente caro sempre e ovunque, anche per
la cocciutaggine di un’amministrazione che non ha voluto convenzionare i nidi del
territorio).
Concludiamo lasciando la parola al sindaco Malegori, che
all’inaugurazione è apparso soddisfatto del suo operato e in vena di battute:
il bilinguismo "made in Padania" si è così trasformato in un simpatico mix di arabo e
dialetto e, dopo l’ironia, si è passati ai soliti toni sprezzanti verso la
scuola statale tutta. Come fa
un’amministrazione comunale, che per natura è emanazione dello Stato, a rigettare e
offendere proprio quell'istruzione statale che dovrebbe sostenere? Se non vogliamo che Biassono diventi un paese per soli privilegiati, ma una comunità capace di ascoltare tutti e offrire servizi utili all'intera cittadinanza, abbiamo una sola scelta domenica 5 giugno. Lista per Biassono.
Nessun commento:
Posta un commento