Rispetto
delle leggi, per la Lega Nord, ma solo quando fa comodo. Le ultime
dichiarazioni alla stampa del sindaco Luciano Casiraghi, in merito alla sua
indisponibilità a sancire matrimoni tra persone delle stesso sesso, suonano
eclatanti perché rimettono in questione il concetto stesso di legge, ancor
prima dei suoi contenuti: o le si accetta, e in tal caso ci si comporta
coerentemente con esse, o non le si accetta, e in tal caso ci si pone al di
fuori della comunità che le ha sancite. Atteggiamento forse troppo
rivoluzionario per un popolo – italiano o padano che sia - abituato da secoli
ad abbassare la testa, ma campione di trasformismo politico e etico.
“Io
credo profondamente nella famiglia naturale, che nasce dall'unione tra un uomo
e una donna e non credo nelle unioni omosessuali – dichiara il primo cittadino
- per questo motivo non intendo celebrare eventuali unioni civili”. Bontà sua,
concede però che, per la bisogna, verrà delegato un ufficiale dello Stato
Civile.
Che
dire?
Dal
punto di vista politico si tratta di un allineamento perfetto alla chiamata del
leader del Carroccio Matteo Salvini, che invoca per gli amministratori leghisti
la disobbedienza civile nei confronti della legge con cui si regolamentano le
Unioni Civili per coppie dello stesso sesso, nonché le convivenze per coppie
eterosessuali. Dichiarazioni che, evidentemente, puntano ad accreditarsi
verso il movimento di appartenenza e verso un certo tipo di elettorato.
Dal
punto di vista legale e amministrativo, però, ci aspetteremmo che chi ricopre
l'incarico di sindaco rappresenti tutta la cittadinanza amministrata e non una
sua sola parte politica.
Ci
aspetteremmo, cioè, che il sindaco sia il primo dei cittadini a dare il buon
esempio sul rispetto delle leggi; di tutte le leggi e non solo di quelle
gradite allo schieramento che lo ha eletto. O, in alternativa, qualora proprio
non si riconosca nella legge o in alcune leggi italiane, che porti avanti le
sue battaglie senza tenere il piede in due scarpe.
Basta
spostare il caso sul piano delle credenze religiose: abbiamo rispetto per chi
professa con coerenza, ci indispongono quanti preferiscono viverle o
utilizzarle in modo strumentale. Conseguentemente, ai fini dell'integrazione, i
leghisti chiedono anzitutto agli immigrati di rispettare le leggi del Paese che
li ospita. Giustissimo: non fa una grinza.
Peccato
poi che il sindaco, dopo aver giurato sulla Costituzione, mandi a dire che, nei
fatti, applicherà solo ed esclusivamente le leggi che sono conformi al suo
credo politico o religioso. Qualcosa non torna.
Alberto, sai che spesso apprezzo i tuoi commenti ed anche le tue critiche costruttive, ma questa mi pare sia proprio una forzatura.
RispondiEliminaLa legge NON IMPONE nulla al Sindaco in materia.
Delegando a terzi, può farlo perfino a comuni cittadini, rispetta
pienamente la legge.
E poi da Consigliere lo puoi fare tu senza problemi e penso che ti farebbe anche piacere.
Ciao.
Angelo.
Chiedo scusa se mi intrometto, ma mi pare che, in questo caso, di forzato ci sia il tentativo di Angelo di giustificare la presa di posizione del Sindaco. Quando uno, infatti, mette in prima pagina virgolettato:"io i gay non li sposo ", significa, se la lingua italiana ha ancora un senso, che a prescindere dalla possibilità di delega cui per legge non si può sottrarre, non ha alcuna intenzione , per quanto personalmente lo concerne, di dare applicazione alla legge dello Stato. Con quale e quanta autorità e credibilità possa poi invocare il rispetto delle leggi ai cittadini che amministra, è facile immaginare. Saluti. Felice Meregalli
EliminaCiao Felice.
EliminaCerco solo di motivare a termini di legge la sua scelta personale senza entrare nel merito della valutazione della qualità della comunicazione.
Ciao.
Angelo.
Veryy nice blog you have here
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