Diceva il conte Verri...

"La voce della verità comincia da lontano a farsi ascoltare, poi si moltiplicano le forze, e la opinione regina dell'universo sorride in prima, poi disputa, poi freme, poi ricorre alle arti, poi termina derisa: questo è il solito gradato passo che fa la ragione a fronte dell'opinione" (Pietro Verri)

sabato 6 maggio 2017

UN REFERENDUM CONTRO IL MASTERPLAN

La giunta leghista ha posto la prima pietra. Ma sarà un macigno di oltre un milione di metri cubi a prendere forma sugli ultimi terreni liberi di Biassono: votata in consiglio comunale l’ammissibilità del Masterplan presentato dallo Studio Archetipo, nel quale è illustrato il progetto di edificazione di nuove aree industriali e commerciali sui circa 300mila metri quadrati lungo il confine con Lissone, l’allarme lanciato da Lista per Biassono è salito già alla soglia di emergenza.

Se non basta neppure un ricorso al Tar per bloccare la fame di terreni, destinata a fagocitarsi in capannoni una superficie coperta di ben 90mila metri quadrati (su 120mila di superficie lorda di pavimento), è davvero tempo che i cittadini alzino la voce. In attesa che il giudice si pronunci sul ricorso economicamente sostenuto dalla nostra lista nel 2011-2012, e nella speranza venga almeno applicata la sospensiva sugli eventuali futuri atti esecutivi del Masterplan, resta una sola via per evitare il peggio: indire - per la prima volta nella storia del nostro paese e in linea con quanto previsto nello Statuto comunale (Capo VI, art.24 e 25) - un referendum consultivo che permetta a tutti i biassonesi di ribadire il proprio no a un’operazione economicamente inutile, nonché gravissima dal punto di vista dell’impatto ambientale e paesaggistico.

Lista per Biassono lo ha detto e ripetuto anche nell’ultima seduta del consiglio comunale, andato in scena martedì scorso: i conclamati benefici per il nostro territorio sono una mera supposizione non supportata da alcuno studio statistico, visto che si attribuiscono magici poteri attrattivi a due opere pubbliche su cui pendono oltretutto forti dubbi di realizzazione. Pensare che la creazione della nuova strada provinciale lungo il confine con Lissone, al pari dell’arrivo dell’altra devastante arteria Pedemontana, possano da sole risollevare un contesto produttivo messo in ginocchio dalla globalizzazione, è poco più che un’illusione. Altri sono oggi i mezzi mediante cui le piccole e medie aziende stanno faticosamente tentando di risalire la china, puntando in primis sull’iperspecializzazione del proprio know-how, anziché su unità produttive risibili di fronte ai grandi competitor del mercato odierno. Dall’altra, il coma profondo dell’economia interna italiana non rende affatto appetibile il nostro Paese per investimenti di questo tipo, per lo meno su medio periodo. Meri specchietti per allodole si sono poi dimostrate le promesse di utilizzare l'ambito di trasformazione n.1 per delocalizzare le attuali aziende biassonesi presenti nell'area del Parco Valle Lambro: bastino i casi della Teaflex o dell'ex Fonderia nei pressi di Via delle Vigne per rivelare come la giunta leghista, anziché adoprarsi per ridurre il loro impatto, lo abbia altresì aggravato. 

TRE RAGIONI PER DIRE NO

Ma a sorprendere, martedì scorso, è stata soprattutto la totale mancanza di una visione sovracomunale in merito all’operazione Masterplan: come abbiamo rilevato sulla scorta delle osservazioni di Lega Ambiente di Monza e Brianza, tutta l’area in questione (Ambito di Trasformazione n.1 del PGT di Biassono) si trova nel “corridoio trasversale della rete stradale della prevista Strada Provinciale 6 (SP6), che necessita di una fascia di rispetto di 500 metri dall'asse stradale della prevista SP6. Opera, fra l'altro, che deve essere di carattere "panoramico-paesaggistico". Lo si può rilevare nella tavola 6° del PTCP (Piano territoriale di coordinamento provinciale) e all’articolo 32 delle sue Norme di Attuazione. In particolare, al comma 3 di tale articolo si dice chiaramente che “non sono fatte salve le previsioni degli ambiti di trasformazione di cui al Documento di Piano del PGT”. Come noto, il PGT di Biassono è stato approvato prima del PTCP di Monza e Brianza: il primo è vigente dal 10 gennaio 2013, il secondo dal 23 ottobre 2013 e, quindi, il PGT non ha potuto tenere conto di tali previsioni sovracomunali.

In seconda battuta, anche qualora venisse data un’interpretazione più permissiva (vincolo solo nella Rete verde di cui alla tavola 6° e all’articolo 31 delle Norme del PTCP), risulta comunque necessaria un’intesa con la Provincia (art.32 e 34, comma 3) e con tutti i Comuni che fanno parte di quell’ambito d’interesse provinciale (AIP – tav. 6d). E’ quindi del tutto inutile aver approvato un Masterplan in variante al PGT vigente e in totale assenza dell’Intesa prevista. Qualora infatti sia la Provincia che gli altri Comuni (Vedano, Lissone e Monza, questi due ultimi fra l’altro contrari a un ulteriore consumo di suolo) non dessero il loro consenso alle edificazioni dell’AIP, il Masterplan sarebbe da buttare.

Infine, è la stessa Commissione europea che, attraverso propri studi, ha additato l’eccessivo consumo di territorio nel Vecchio Continente: la nostra Provincia è la seconda più cementificata in Italia, dopo l’area di Napoli-Caserta, con un tasso di consumo del territorio destinato a salire all’80% secondo le previsioni del PGT. L’invito, al contrario, è quello di utilizzare e mettere a reddito gli ultimi terreni agricoli strategici attraverso “cinture verdi” sovraterritoriali: stimolo raccolto proprio dal Parco del Grugnotorto (dove recentemente sono stati inclusi i terreni di Monza e Lissone) e della Brianza Centrale, che attendono di essere ricongiunti proprio all’altezza di Biassono.

Oltre alle grandi opportunità economiche che i parchi territoriali oggi offrono (a Biassono i consorziati del Masterplan potrebbero essere proprio i beneficiari di quest’operazione verde), va ricordata la funzione ormai fondamentale dei terreni liberi e non impermeabilizzati dal cemento: un ettaro di suolo “cementificato” fa evaporare una quantità d’acqua tale per cui viene impiegata l’energia prodotta da 9000 congelatori, circa 2,5 kWh, per rendere quel terreno arido


Supponendo che l’energia elettrica costi 0,2 EUR/kWh, un ettaro di suolo impermeabilizzato fa perdere circa 500mila euro solo a causa del maggior fabbisogno energetico. Se moltiplichiamo questi valori per 9, quanti sono gli ettari di Biassono soggetti a cementificazione, l’impatto ambientale sarebbe devastante.

Per non parlare dell’inquinamento: un albero calato all’interno di un contesto urbano cattura 100 grammi netti di polveri sottili l’anno (dato da non trascurare, tenendo conto l’altissimo livello d’inquinamento atmosferico cui è soggetta la nostra zona di pianura). Calcolando i costi di riduzione delle polveri, piantare un albero in città significa invece investire 40 euro all’anno.


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Tutte queste osservazioni non hanno smosso di un millimetro la giunta, che in barba a ricorsi al Tar, a tempistiche d'approvazione da verificare, nonché alla contrarietà di oltre la metà della cittadinanza biassonese al programma della Lega Nord in occasione delle ultime elezioni amministrative, è più che mai decisa ad accelerare i tempi di realizzazione del Masterplan. Noi abbiamo affidato ironicamente la nostra dichiarazione di voto alle parole di un testimonial pronto a scendere in campo, ogniqualvolta sul territorio incombano inutili speculazioni edilizie. Naturalmente il Presidente del Consiglio Comunale ha visto bene di azzittirci anzitempo. Contro nuovi “alberi di trenta piani”, Lista per Biassono chiama alla mobilitazione tutta Biassono: che il referendum consultivo metta finalmente una pietra sopra questo inutile Masterplan!

2 commenti:

  1. Grazie per aver posto l'attenzione sull'ennesimo intervento speculativo del solito imprenditore, che non solo non è mai stato limitato, nell'interesse della cittadinanza, ma anzi è stato in tutti i modi favorito (si veda l'intervento di edilizia convenzionata).
    Ben venga l'iniziativa del referendum a difesa delle ultime aree verdi del comune, nella speranza che l'amministrazione leghista "apra gli occhi" su ciò che i cittadini Biassonesi desiderano.

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  2. Bella iniziativa, grazie

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