Diceva il conte Verri...

"La voce della verità comincia da lontano a farsi ascoltare, poi si moltiplicano le forze, e la opinione regina dell'universo sorride in prima, poi disputa, poi freme, poi ricorre alle arti, poi termina derisa: questo è il solito gradato passo che fa la ragione a fronte dell'opinione" (Pietro Verri)

sabato 16 aprile 2016

STAZIONE DEI TRENI: BANCO DI PROVA PER I BIASSONESI

Stazione ferroviaria, qualcosa si muove. E, stavolta, non sono solo i ladri nell’ombra. La raccolta firme organizzata questa mattina da Sara Pirro, pendolare ormai stanca di dover ascoltare storie di furti d’auto e atti vandalici nei pressi dello scalo biassonese sulla linea Milano-Molteno-Lecco, è stata accompagnata da segnali d’impegno incoraggianti. 

O, quanto meno, da parte dei cittadini privati, visto che il casuale incontro con l’attuale vicesindaco Luciano Casiraghi non ha fruttato grandi promesse per gli habitué della stazione. “Questi problemi riguardano ormai tutto il territorio, non solo la stazione - ha commentato un po’ stizzito Casiraghi - e possiamo fare ben poco, se chi è fermato per furti, viene poi rilasciato dopo poche ore. Nuove telecamere sarebbero inutili, oltre che costose”. 



Sara non si è data per vinta: impegnata ormai da due mesi a sensibilizzare i suoi compagni di viaggio, raccogliendo firme sia sui treni che con incontri programmati direttamente in stazione a Biassono, ha già convinto un centinaio di persone e promette di conquistare alla causa nuovi seguaci. Il suo obiettivo è appunto quello di fare in modo che la telesorveglianza della stazione, così come degli attigui parcheggi, sia effettiva e non solo un inutile strumento dissuasivo, visto che sino ad ora non ha permesso di arrestare i colpi sul posto. 

Da quando la linea è stata dotata dei nuovi treni Besanino - ha evidenziato - il numero dei pendolari è aumentato, ma di pari passo anche i disagi. Ed è un vero peccato, perché questo servizio è utilissimo non solo per la comunità biassonese, ma anche per chi vive nei Comuni limitrofi: la stazione di Biassono è nel cuore del Parco Valle Lambro, ha un suo notevole valore paesaggistico e andrebbe valorizzata altrimenti. Invece è abbandonata da anni, danneggiata periodicamente dai vandali (persino il nuovissimo pannello elettronico all’esterno, riservato agli aggiornamenti, è stato scheggiato con le pietre), oltre a non disporre neppure di toilette agibili”.



Alla sua voce si sono presto unite quelle dei presenti che, questa mattina, non sono solo accorsi per firmare la petizione. I giovani biassonesi di Azione Cattolica sono infatti intervenuti con pennelli, vernici e camici, decisi a imbiancare la staccionata, onde restituire un aspetto più gradevole alla stazione. L’iniziativa rientra infatti in un programma di più ampio respiro che ha coinvolto i giovani locali, spingendoli a individuare un “luogo del cuore” da rigenerare. Parallelamente sono scesi in campo i giardinieri della villa di Via Stazione, i soli, ad oggi, a garantire con regolarità un minimo di pulizia e decoro del verde, nonostante non percepiscano alcun contributo. Si tratta infatti di un’iniziativa prettamente personale, dovuta al loro innato senso civico. 

Ed è proprio da gesti come questi, dagli interventi dei ragazzi di Azione Cattolica, o della stessa Sara, che occorrerà cominciare un nuovo cammino nel prossimo futuro: in attesa che la raccolta firme si concluda a giugno, il confronto con i volontari di stamane ha permesso a Lista per Biassono di mettere sul piatto alcuni suggerimenti e proposte a breve termine. 


Innanzitutto potenziare la raccolta firme attraverso il sito change.org, così da poter raggiungere anche quanti non hanno la possibilità di partecipare ai ritrovi ufficiali (la petizione per l'istituzione di una scuola materna pubblica nel Castello Fantasma sta accendendo proprio in questi giorni un vivissimo interesse); quindi creare sul web un gruppo “Amici della stazione di Biassono”, mediante il quale sia possibile non solo intensificare i rapporti fra i pendolari, ma iniziare ad accendere l’attenzione pubblica su come risolvere materialmente gli attuali disagi. 



E’ infatti chiaro che l’amministrazione leghista, oggi, non ha né la forza, né la volontà d’intervenire, essendo oltretutto avviata a fine mandato: tenuto però conto che le Ferrovie Italiane sono disponibili a cedere praticamente gratis gli immobili abbandonati, purché siano riutilizzati, è tempo che sia il cittadino stesso a rimboccarsi le maniche. Un’azione congiunta, attraverso la costituzione di un gruppo d’autogestione, potrebbe infatti favorire opere di recupero parziale, mettendo in comune risorse e forza lavoro. Sono infatti iniziative di questo tipo, che a Milano vengono sviluppate attraverso i canali dell’economia collaborativa creati dall’amministrazione comunale, a rivoluzionare le tradizionali politiche di gestione degli immobili pubblici. Non a caso molti edifici pubblici fatiscenti sono stati co-ristrutturati e co-riarredati con iniziative partite direttamente dai cittadini, facendo rete fra loro e le aziende del territorio, in modo tale da trasformare quegli stessi edifici in co-hub: centri di aggregazione dove sia possibile portare avanti attività di formazione o di gruppo, in grado di rendere autonoma la gestione dell’immobile stesso. 


Che sia un bar associativo, uno spazio creativo, un info-point turistico, le soluzioni sono molteplici, ma è la modalità di gestione a davvero rivoluzionare i rapporti con l’amministrazione pubblica: non più verticalizzata e dipendente solo dai finanziamenti pubblici, ma orizzontale e capace di diversificarsi grazie all’opera di auto-responsabilizzazione del cittadino stesso. Unire le forze, oltretutto, ovvierebbe allo smarrimento di chi è spesso pronto a puntare il dito verso quello che non va, finendo però per perdersi laddove venga poi chiesto “che cosa fare” per migliorare la situazione esistente. Questa formula permetterebbe anche d’iniziare a impostare un eventuale servizio di car-sharing o bike-sharing (già proposto come mozione da LpB), utile per garantire migliori collegamenti col resto del paese (soprattutto qualora il sito del Comune venga finalmente trasformato in una piattaforma interattiva di servizio), senza dover investire grosse cifre nel pagamento di una società privata. Infine, Biassono potrebbe giovarsi del contributo di uno dei suoi concittadini più sensibili a progetti di recupero di questo tipo, visto il successo dell'iniziativa portata avanti da Aldo Bottoli nel recente rilancio della stazione ferroviaria di Sesto S. Giovanni. 

Che la rivoluzione dell’economia collaborativa a Biassono possa partire proprio dalla stazione ferroviaria? Nel frattempo, meglio tenere gli occhi aperti e sostenere Sara nella sua petizione, tenendo ben presente che nessun edificio, nessuno spazio o nessun territorio, è realmente al sicuro limitandosi a montare qua e là videotelecamere. La miglior sorveglianza sta nella partecipazione civica: il che non significa puntare sulla retorica della paura, del sospetto e della delazione, come finisce spesso per alimentare il conclamato “controllo di vicinato”, ma nel ridare vita a quegli spazi che l’incuria, il disinteresse o semplicemente una visione urbanistica asettica, finisce per marginalizzare e trasformare in mera periferia. Orsù, riprendiamo in mano il nostro futuro. 

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