'La vita è come andare in bicicletta: se vuoi stare in equilibrio devi muoverti' (Albert Einstein)
C'è chi la tiene nascosta nell'angolo più discreto del sottoscala; chi la custodisce sotto lenzuola al riparo da gelate notturne; chi ne ha collezionato più d'una via via che la famiglia s'è allargata; chi ne ha una piccola a tre ruote in terrazza. Che dipenda dalla mutevole meraviglia del Parco, così come dal desiderio d'aria fresca o di un po' di sano movimento, la bicicletta è senza dubbio uno degli oggetti più amati dai biassonesi.
Non è un caso. Per chi come me è nato e cresciuto in un paese solo in salita o solo in discesa, è una fortuna. Perché la bici in fondo, oltre ad essere una passione o un divertimento, è prima di tutto un mezzo di trasporto molto efficace, superiore per rapporto costi/benefici a qualsiasi altro. Permette di spostarsi più velocemente senza influire su orari, energie e spazi altrui. Rende padroni dei propri movimenti senza impedire quelli dei propri simili. E' uno strumento ad impatto zero, che crea soltanto domande che è in grado di soddisfare. Mentre ogni incremento di velocità dei veicoli a motore determina nuove esigenze di tempo e di spazio; la bicicletta ha in sé i propri limiti. Permette di instaurare un nuovo rapporto fra il proprio spazio e il proprio tempo, fra il proprio territorio e le pulsazioni del proprio essere, senza distruggere l'equilibrio ereditario.
Perché dunque non prevederne un utilizzo a livello di amministrazione comunale? I biassonesi possono ad oggi fare affidamento solamente sulle loro biciclette private. Eppure questa forma di servizio pubblico esiste già. Si chiama 'Bike sharing' (letteralmente 'biciclette in condivisione') ed è uno strumento di mobilità sostenibile a disposizione delle amministrazioni che intendono migliorare l'utilizzo dei mezzi di trasporto, integrandoli tra loro grazie all'uso di biciclette condivise in tutti i punti del comune dove il mezzo pubblico non arriva o non può arrivare. E' di fatto la risposta più efficace (e più economica) al problema del cosiddetto 'ultimo chilometro' ovvero quel tratto di percorso che separa la fermata del mezzo pubblico dalla destinazione finale dell'utente.
In buona sostanza si prevede che vengano installate dal comune delle stazioni in diversi punti della città dove poter noleggiare le biciclette per il tratto che si desidera. Le biciclette sono bloccate e sono utilizzabili dopo averle sbloccate o con una chiave o con una tessera contactless (RFID). Il servizio è quindi aperto a tutti, ma richiede una registrazione per la consegna e questo scoraggia i furti perché si è a conoscenza di chi in quel momento ha utilizzato la bicicletta.
In buona sostanza si prevede che vengano installate dal comune delle stazioni in diversi punti della città dove poter noleggiare le biciclette per il tratto che si desidera. Le biciclette sono bloccate e sono utilizzabili dopo averle sbloccate o con una chiave o con una tessera contactless (RFID). Il servizio è quindi aperto a tutti, ma richiede una registrazione per la consegna e questo scoraggia i furti perché si è a conoscenza di chi in quel momento ha utilizzato la bicicletta.
Inoltre, venendo ai costi, la prima mezzora è generalmente gratuita; poi il servizio può diventare a pagamento proporzionalmente al tempo di utilizzo della bicicletta: cioè meno la si condivide, più il costo aumenta. Esistono anche formule già testate per abbonamenti di durata variabile, ma esistono anche sistemi, soprattutto nelle città più piccole, completamente gratuiti!
Per Biassono potrebbe essere quindi la soluzione ideale, sommato tutto, specialmente per quelle zone che sono state dotate anche recentemente di piste ciclabili, come il tratto della provinciale o il problematico collegamento con la remota stazioncina dei treni, dove tante code si formano con le automobili, ma rarissime sono le biciclette che si vedono transitare. Non solo. Anche i negozianti del centro storico potrebbero avvantaggiarsene ad integrazione dell'eventuale zona pedonale, riducendo peraltro il caos e lo smog tutt'altro che salutari che anneriscono la povera parrocchiale ridotta ora a rotonda spartitraffico. E così via i collegamenti fra le varie piazze della città, le scuole, i campi sportivi, quando non i quartieri più limitrofi come nel caso di S. Giorgio.
E' vero, come saggiamente diceva mio nonno, che a pedalare si fa fatica. Anche a questo hanno già pensato. Personalmente preferisco la buona, vecchia bici e un po' di movimento che oramai non si pratica più, ma esistono formule rodate di Bike sharing con dotazione di biciclette elettriche, non inquinanti dunque, ma simili ad un vero e proprio motorino.
Rimango sempre un po' basita invece, quando mi si fa notare la problematica bimbi e anziani in merito al Bike sharing. Che infatti una parte della popolazione non possa o non voglia usufruirne, non mi sembra argomento valido per privare tutti quanti di un servizio. Non soltanto. Mi piacerebbe che per una volta si parlasse anche di chi, giovane e adulto, vive a piene energie la quotidianità di Biassono. Di quelli che saranno un giorno anziani sereni, perché avranno vissuto meglio senza riempirsi i polmoni di catrame; e di quei bimbi che un domani li ringrazieranno perché potranno ancora godere di una Biassono verde e pulita.
Matilde Castagna
io sono sempre con la mia bici ma questa idea la trovo stupenda
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